San Francesco d’Assisi Breve biografia di Francesco Bernardone Francesco Bernardone nacque ad Assisi nel 1182 da Pietro Bernardone dei Moriconi e dalla nobile Pica Bourlemont. Il padre era un ricco mercante di stoffe. Francesco, dopo una giovinezza tumultuosa e dedita ai godimenti, nel 1206 ebbe una profonda crisi spirituale che lo portò a vagheggiare e a realizzare nella sua azione quotidiana gli ideali evangelici della povertà, dell'umiltà, della penitenza, della carità per il prossimo e della completa dedizione alla volontà di Dio. Bach - Toccata e fuga Fondò l'Ordine Mendicante, che da lui poi prese il nome come Ordine Minore, riconosciuto dal Papa Onorio III nel 1223. Dopo un vano tentativo di estendere la sua predicazione fuori dell'Italia, (nel 1219 si recò in Egitto per tentare di convertire il Sultano), si ritirò in dura e solitaria ascesi sul monte della Verna e qui nel 1224 ricevette le stimmate. Nel giugno 1226, mentre si trovava alle Celle di Cortona, dopo una notte molto tormentata dettò il "Testamento", che vorrebbe fosse sempre legato alla "Regola", in cui esorta l'ordine a non allontanarsi dallo spirito originario. Nel settembre 1226 Francesco si trovava ad Assisi, nel palazzo del vescovo, dove era stato portato per essere meglio curato. Egli però chiese ed ottenne di voler tornare a morire nel suo "luogo santo" preferito: la Porziuncola. Qui la morte lo accolse la sera del 3 ottobre. Il suo corpo, dopo aver attraversato Assisi ed essere stato portato perfino in San Damiano, per essere mostrato un'ultima volta a Chiara ed alle sue consorelle, venne sepolto nella chiesa di San Giorgio. Da qui la sua salma venne trasferita nell'attuale basilica nel 1230 (quattro anni dopo la sua morte, due anni dopo la canonizzazione). Cantico di Frate Sole Testo Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so' le laude, la gloria et l'honore et onne benedictione. Ad te solo, altissimo, se konfano, et nullu homo ene dignu te mentovare. Laudato, sie mi' Signore, cun tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual’è jorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu et radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione. Testo II Laudato si, mi Signore, per sora luna e le stelle: in celu l‘ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si, mi Signore, per frate vento Et per aere et nubilo et sereno et omne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento. Laudato si, mi Signore, per sor aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si, mi Signore, per frate focu, per lo quale enn’allumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Testo III Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si, mi signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke ’l sosterrano in pace, ka da te, altissimo, sirano incoronati. Testo IV Laudato si, mi signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare. Guai a quelli, ke morrano ne le peccata mortali: beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda nol farrà male. Laudate et benedicete mi signore, et rengratiate et serviateli cun grande humilitate. Parafrasi Dio, altissimo, onnipotente, buon Signore, le lodi, la gloria, l'onore e ogni benedizione sono Tue. Esse si addicono solo a Te, Altissimo Dio, e nessun uomo è degno di nominarTi. Tu, mio Dio, devi essere lodato con tutte le Tue creature, specialmente per il fratello sole, che è la luce del giorno e Tu illumini noi con esso. Esso è bello e luminoso con grande splendore: esso rappresenta Te, o Altissimo. Parafrasi II Tu, mio Dio, devi essere lodato perché hai creato la sorella luna e le stelle: le hai create nel cielo chiare, preziose e belle. Tu, mio Dio, devi essere lodato per il fratello vento, l'aria, le nubi, il cielo sereno e per ogni clima attraverso il quale tu dai il nutrimento alle tue creature. Tu, mio Dio, devi essere lodato per sorella acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e pura. Tu, mio Dio, devi essere lodato per fratello fuoco, attraverso il quale ci illumini la notte: esso è bello, giocoso, caloroso e forte. Parafrasi III Tu, mio Dio, devi essere lodato per nostra madre terra, la quale ci nutre, ci fa crescere e produce i frutti con fiori colorati e con le foglie. Tu, mio Dio, devi essere lodato per coloro che perdonano per il tuo amore e sopportano malattie e patimenti. Beati quelli che le sosterranno con serenità, perché da te, o Altissimo, saranno premiati (e ricompensati). Parafrasi IV Tu, mio Dio, devi essere lodato per nostra sorella morte corporale, dalla quale nessun uomo può scappare: guai a quelli che moriranno nei peccati mortali; beati quelli che moriranno nella Tua volontà, perché la morte nella Tua volontà non gli farà nessun male nell'anima e non saranno dannati per l'eternità. Lodate e benedite il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà. Il tema della poesia Il tema di fondo della poesia è il ringraziamento di Francesco d'Assisi a Dio, perché ha creato il mondo con tutte le sue creature. San Francesco ringrazia Dio per la sua bontà. Tutto il mondo creato è molto bello: il sole, la luna, le stelle, il vento l'aria, l'acqua, la madre terra. Queste cose sono belle ed utili alla vita degli uomini. Ma ciò che colpisce della laude è certamente il grande afflato mistico e religioso che pervade tutta la poesia. Il tema della poesia II L'afflato mistico è in tutte le cose del creato che si riverbera nella grande fratellanza che esiste tra tutti gli esseri della terra. Una profonda fratellanza fra le cose inanimate, gli animali e l'uomo che accomuna tutte le creature del mondo in un solo destino, in un solo ambiente naturale che è il padre di ogni forma vivente. Questa visione di fratellanza umana e naturale è ancora oggi attuale, poiché sappiamo che la natura è malata e molti elementi naturali sono in via di estinzione. Il messaggio della poesia Il messaggio centrale del Cantico è il ringraziamento di San Francesco (e con lui di tutta l'umanità), a Dio e alla sua bontà, per le bellezze del mondo naturale e le meraviglie dell'universo che Lui ha creato. Il candore e lo stupore di San Francesco di fronte alla bellezza del creato è un messaggio ancora oggi attuale. Noi uomini di oggi dobbiamo rispettare la natura perché sappiamo che è molto malata e moribonda. Il messaggio della poesia II Tutte le fabbriche, le armi nucleari e tutto l'inquinamento del mondo hanno ridotto la madre terra a una malata in fase terminale, e sappiamo anche che sarà difficile farla tornare in piena salute. Allora il messaggio fondamentale della Laude è quello di rispettare la natura con tutte le sue creature, di inquinare il meno possibile, di salvare gli animali e le piante che sono in via di estinzione. La tesi della poesia Dopo aver lodato Dio per la sua bontà per avere creato il mondo con tutte le sue creature, il Cantico si rivolge agli uomini. San Francesco allora distingue gli uomini che perdonano, perché sostenuti dall'amore di Dio, e che moriranno nella grazia del Signore accettando le malattie con serenità, da coloro che moriranno nei peccati mortali, a cui spettano le pene dell'inferno. I primi non avranno nessun male all'anima, mentre i secondi subiranno le pene dell’inferno. La tesi della poesia II Credo che questa tesi sia valida ancora oggi perché i malfattori, i delinquenti, gli assassini, saranno colpiti dalla giustizia divina, mentre i buoni di cuore, i puri, i generosi e i rispettosi degli altri e della natura, saranno premiati da Dio. Ora però noi sappiamo e vediamo ogni giorno che la lotta per la sopravvivenza tra gli uomini è crudele, feroce quanto quella che si svolge ogni giorno tra gli animali; sappiamo anche che la visione di vita che ha San Francesco della Natura è troppo semplicistica e bonaria e che i rapporti tra gli uomini sono molto più complessi di quanto emergono dal Cantico. Le leggi di una società sono molto importanti perché regolano, ordinano e stabiliscono i doveri e i diritti di ciascun cittadino. Allora ecco perché il messaggio del cantico risulta valido ancora oggi: gli uomini, in qualsiasi parte e società del mondo vivano, devono rispettare gli altri e la natura. La tesi della poesia III Da sempre religiosi, filosofi e tutti gli uomini in genere hanno pensato e pensano che le ipotesi più probabili, per quanto riguarda l’inizio di una nuova vita per l’uomo dopo la fine della terra, siano due: la prima ipotesi è pensare che ci sia un Dio che alla fine del mondo giudichi gli uomini in base al loro operato giusto o ingiusto; questa ipotesi è solo un’aspirazione ottimistica dell’anima umana; la seconda ipotesi, purtroppo quella più vera e comune, è quella di pensare che dopo la morte del corpo e la fine della terra non ci sia altro che la nullità della vita dopo la morte. La tesi della poesia IV Può essere vera o l'una o l'altra ipotesi: sapremo la verità quando Dio interverrà o non interverrà di nuovo tra gli uomini. In tutti i casi, infine, credo che sia bello credere in Dio perché ciò aiuta a vivere meglio e perché la fede in un Dio buono e giusto dà una norma di condotta etica interna a ciascuno di noi molto forte e necessaria all'anima umana, la quale è spesso portata a deviare dall'onesto comportamento civile e sociale e quindi commettere atti di violenza verso il prossimo così come purtroppo avviene giornalmente in ogni parte del mondo. Composizione del Cantico San Francesco, dopo la svolta mistica e la conversione spirituale, fonda l'ordine Frati minori che, secondo il suo insegnamento, devono vivere in pace e carità, amando ogni creatura di Dio, accettando con gioia e umiltà la povertà e diffondendo gli insegnamenti di Cristo. Il "Cantico di frate sole" fu scritto da San Francesco nel 1224 e terminato poco tempo prima della sua morte. Il Cantico si inserisce perfettamente nell’ideale di purezza ascetica e di povertà economica e sociale di San Francesco, anzi esprime in forma poetica l'ideale teologico e spirituale della sua Weltanschauung che si configura in conformità con il nuovo spirito religioso dei movimenti pauperistici nati all'inizio del 1200. Analisi della forma Il genere della poesia è la Lauda, e presenta due figure retoriche che sono: l'anafora e l'inversione. Il tono emotivo della poesia è sicuramente il sentimento di stupore e di meraviglia che affascina San Francesco dinanzi allo stupendo spettacolo della natura e del cielo. Questo sentimento di stupore e di meraviglia, che attraverso tutto il Cantico trasforma la Lauda in una preghiera a Dio, manifesta l'ammirazione di Francesco per tanta bellezza, utilità e bontà. Una preghiera che non chiede niente a Dio, ma che si rivolge al pubblico umile e popolare delle grandi folle dei credenti. Gli aspetti estetici della poesia 1) in primo luogo troviamo la weltanschauung del poeta: sacra, religiosa e rispettosa della natura; weltanschauung tutta intrisa di misticismo e di ascesi; 2) in secondo luogo la consapevolezza di una vita vissuta con umiltà e con carità; 3) in terzo luogo l'uso sapiente e raffinato degli aggettivi per qualificare le cose belle del creato come nel caso dell'acqua: essa è utile, umile, preziosa e casta; 4) in quarto luogo l'accettazione della morte come fatto naturale e indolore per chi vive nell'amore di Dio, invece dolorosissima per chi vive nei peccati mortali. 5) Il linguaggio poetico della poesia è notevolmente alto, formato dalle molte anafore del <<Laudato>> e del <<per>>, ma soprattutto "Sull'uso sapiente degli aggettivi“. Commento e mie valutazioni personali sulla poesia A me questa poesia piace molto, perché esprime l'umiltà del poeta di fronte alla grandezza, all’onnipotenza e alla Bontà di Dio. Ma soprattutto mi piace perché esprime la grande forza interiore del Santo. Egli ha compiuto una grande rivoluzione personale e religiosa perché ha saputo e voluto rinunciare ai beni carnali e mondani per vivere una vita fatta di povertà e umiltà. Credo che una rinuncia di questo genere è molto difficile da farsi perché nessuno rinuncia ai propri beni per una vita di stenti e di povertà. Commento e mie valutazioni personali sulla poesia II Credo che questa rivoluzione interiore sia molto difficile ad attuarsi: io non ci riuscirei, perché sono molto attaccato ai piaceri del corpo e non rinuncio ai piaceri terreni. Però accetto la fede per un Dio buono e giusto. Accetto anche gli ideali della Chiesa di Roma e i valori cristiani che rendono il progresso umano stabile e fermo. Inoltre accetto volentieri la scienza come capace un giorno, non tanto lontano, di scoprire le verità supreme e sovrumane. Commento e mie valutazioni personali sulla poesia III Per me la scienza rimane lo strumento indispensabile, sublime, che rende umano e culturale il progresso tecnologico scientifico. La religione è, insomma, fondamentale per il benessere dell'individuo mentre la scienza è fondamentale per il benessere dell'umanità intera. Per cui elogio sia la religione che la scienza perché solo la scienza può salvare l’umanità dalla morte fisica mentre la religione ci può salvare dalla morte spirituale. Questo lavoro è stato fatto per la parte informatica e di super visione al testo da Carmelo Santaera (a sinistra) e per la parte letterario-poetica da Biagio Carrubba. Biagio Carrubba San Francesco e Ho sempre ammirato la grande umiltà di Francesco di Assisi, fin da quando lo scoprì nei lontani anni della scuola media. Fin d’allora ho sempre cercato di imitarlo cercando di essere anche io umile e gentile con tutti gli altri. Scritta tra i primi giorni e il 18 giugno ’00. Riveduto e corretto oggi 27 Settembre 2007 Biagio Carrubba