Ninni Cassarà
Assassinato
Dalla mafia il 6
Agosto del 1985
Ninni Cassarà: un solerte ma
scomodo poliziotto
Alto, biondo, occhi azzurri, lineamenti
regolari,
sorriso
luminoso,
Ninni
Cassarà, intorno agli anni sessanta
era un ragazzo allegro, spensierato,
dalla battuta simpaticamente arguta,
brillante studente del liceo classico
“Garibaldi” di Palermo. Nel 1972/73 si
laureò in giurisprudenza con 110/110
e lode. Nel 1975, presso la Questura
di Reggio Calabria, si distinse per
impegno e rigore morale, tanto che il
questore del capoluogo calabrese lo
volle come suo diretto collaboratore.
Trasferito a Trapani, diresse con
successo la Squadra Mobile di quella
Questura.
Negli anni ottanta (gli anni di
piombo) a Palermo, prese
parte a molte operazioni
contro la malavita organizzata.
Insieme al commissario
Giuseppe Montana, condusse
la nota operazione “Pizza
Connection”, in collaborazione
con le forze di polizia degli
Stati Uniti. Ninni Cassarà fu anche stretto collaboratore di
Giovanni Falcone e del “Pool antimafia” della procura di
Palermo, indago’ sugli affari sporchi dei fratelli Nino e Ignazio
Salvo e le loro collusioni politiche .Con le sue indagini
contribuì all’istruzione del primo maxiprocesso alle cosche
mafiose. Il 6 Agosto 1985, rientrando nella sua abitazione, nel
viale della Croce Rossa a Palermo, un gruppo di circa 10
uomini armati fece fuoco sull’ Alfetta che trasportava il
funzionario ed i due agenti che lo scortavano. Ninni Cassarà e
l’agente Roberto Antiochia restarono uccisi nel conflitto a
fuoco, l’agente Natale Mondo restò miracolosamente illeso
(sarebbe stato ucciso anch’egli dalla mafia nel 1988).
Cosa Nostra in quegli anni…
Negli anni ‘80 il traffico di droga tra gli Stati
Uniti e le cosche mafiose di cosa nostra
arricchirono molto le cosche di Palermo. In
Sicilia infatti erano collocate le principali
raffinerie di eroina al mondo. Quando la mafia
passò dal contrabbando di sigarette al traffico
di stupefacenti, scoppiò una guerra interna,
tra la vecchia Mafia storica, composta
principalmente dalle famiglie affiliate ai
Bontate, ai Badalamenti e ai Buscetta, e
quella dei Corleonesi, il cui gruppo
estremamente feroce, per dimostrare il suo
potere compì una serie di omicidi eccellenti
eliminando tutte le personalità dello stato che
potevano costituire un ostacolo. In appena
due anni, morirono in questa guerra più di
mille uomini.
Dopo la strage di Via Carini, il 3
settembre 1982, nella quale furono
uccisi il prefetto del capoluogo
siciliano Carlo Alberto Dalla
Chiesa, sua moglie Emanuela Setti
Carraro, Domenico Russo, agente
di polizia, lo stato italiano prese
misure adeguate che spinsero
alcuni esponenti mafiosi a
consegnarsi allo stato.
Tra questi c’era il boss Tommaso Buscetta, che decise di collaborare
con il magistrato Giovanni Falcone. Grazie alle sue rivelazioni, il
magistrato insieme ai suoi collaboratori del “Pool Antimafia”, ideato da
Rocco Chinici, istruirono contro Cosa Nostra i maxiprocessi di Palermo
con oltre 1400 imputati che si conclusero il 16 dicembre 1987 con 342
condanne, 2665 anni di carcere e 19 ergastoli tra cui Luciano Liggio,
Bernardo Provenzano e Salvatore Riina.
L’agguato…
Roberto Antiochia
Il 6 Agosto 1985, un gruppo
di circa 10 uomini armati,
fece fuoco sull’automobile
che trasportava il Vice
questore
Cassarà
e
gli
agenti della sua scorta.
Ninni Cassarà e l’agente
Roberto Antiochia restarono
uccisi nel conflitto a fuoco,
uno degli agenti riportò
ferite gravissime, l’agente,
Natale Mondo restò illeso,
ma fu ucciso dalla mafia il
14 Gennaio 1988.
Ninni Cassarà morì tra le
braccia della moglie, che
affacciata al balcone di casa
sua, assistette impotente
all’ omicidio del marito. “Gli
spararono
alle
spalle
impedendogli
anche
di
difendersi…”
Natale Mondo
Ninni Cassarà:
Una morte annunciata…
“C’è un funzionario che mi ha fatto molte domande in questi
giorni: troppe offerte di collaborazione, di disinteressata
amicizia. Non mi fido: ho paura che mi vogliano fare la
pelle”(Ultima confidenza di Ninni Cassarà ad un collega).
Prima di essere ammazzato Ninni Cassarà stava conducendo
“scomode” indagini sull’ intoccabile imprenditore palermitano
Arturo Cassina e sui suoi conti in Svizzera usati per il
riciclaggio del denaro sporco. “Cassina è il sistema di potere
mafioso a Palermo” (Commissione antimafia).
“L’omicidio Cassarà è un grande pozzo nero, dentro il quale
nessuno vuole guardare”(Anonimo).
Cassara’ mi disse:” Convinciamoci che siamo cadaveri che
camminano”(P. Borsellino)
L’omicidio del capo della squadra mobile Boris Giuliano , di
Beppe Montana, abbattuto a colpi di magnum una settimana
prima di lui, la morte sotto tortura della polizia di Salvatore
Marino, arrestato quale presunto killer del commissario
Montana, preannunciavano l’assassinio di Ninni Cassarà.
Ogni volta che
facciamo cadere
nel
dimenticatoio
persone
come
Cassarà, Chinnici,
Montana,
Antiochia,
facciamo
un
gran favore alla
mafia.
Non
dobbiamo
dimenticare mai
nessuno di loro.
Ogni
ricordo,
ogni attimo in
cui tornano alle
nostre
menti,
sarà
uno
schiaffo
dato
alla mafia.
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