Corso “Donne, Politica e Istituzioni”, percorsi formativi per la promozione della cultura di genere - Edizione 2008
Il voto alle donne.
Momenti ed Immagini.
A cura di Roberta Fidanzia ed Eleonora Masci
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Suffragio universale
Il suffragio universale è il principio secondo il quale tutti i
cittadini maggiorenni possono partecipare alle elezioni
politiche, amministrative ed alle altre consultazioni
pubbliche, come i referendum. Si ammette, tuttavia, che
in caso di condanna per determinati reati, al condannato
si possa sospendere il diritto di voto, temporaneamente o
permanentemente.
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Il suffragio universale si basa sul principio secondo il quale
la rappresentanza politica trova legittimazione nella propria
volontarietà.
Nei moderni Stati democratici tutti i cittadini sono alla base
del sistema politico. Attraverso lo strumento del suffragio
universale viene eletto l'organo legislativo di uno Stato.
Nelle repubbliche presidenziali questo avviene anche per
l'elezione del Capo dello Stato.
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Olympe De Gouges (1748 – 1793)
Vero nome Marie Gouze
donna di lettere e di intelletto, si mette in
luce fin dai primissimi giorni della
Rivoluzione per le sue idee riformatrici.
Davanti all’assemblea costituente reclama
l’uguaglianza dei sessi. Con la Dichiarazione
dei Diritti della donna e della cittadina
(1791), in cui riprende punto per punto la
Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del
cittadino, si costituisce come prima
esponente
teorica
del
femminismo,
tragicamente in anticipo rispetto alle
sanguinose contraddizioni della sua epoca.
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I. «La Femme naît libre et demeure I. «La Donna nasce libera e ha gli
égale à l'homme en droits. Les
stessi diritti dell'uomo. Le
distinctions sociales ne peuvent
distinzioni sociali non possono
être fondées que sur l'utilité
essere fondate che sull'interesse
commune»
comune »
X. «…la femme a le droit de monter X. «…la donna ha il diritto di salire
sur l 'échafaud ; elle doit avoir
sul patibolo, essa deve avere
également celui de monter à la
pure quello di salire sul
Tribune…»
podio…»
XVI«Toute société, dans laquelle la XVI. «Ogni società in cui la
garantie des droits n'est pas
garanzia dei diritti non è
assurée, ni la séparation des
assicurata, né la separazione dei
pouvoirs déterminée, n'a point de
poteri determinata, non ha
constitution; la constitution est
costituzione; la costituzione è
nulle, si la majorité des individus
nulla se la maggioranza degli
qui composent la Nation, n'a pas
individui che compongono la
coopéré à sa rédaction»
Nazione non ha cooperato alla
sua redazione.»
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Olympe de Gouges fu ghigliottinata il 3 novembre del 1793 a 45
anni, “per aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso
ed essersi immischiata nelle cose della Repubblica”.
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ITALIA
Il percorso del suffragio in Italia è stato lungo e tortuoso e parte
da quando l'Italia non era ancora uno stato unitario.
1848 - Legge 680\1848 (legge elettorale piemontese su criteri
censitari). Fu riconosciuto potere di voto agli uomini maggiori di
25 anni che sapessero leggere e scrivere e pagassero almeno 40
lire di imposte. Numericamente questo portava il 2% della
popolazione italiana alle urne.
Nel Granducato di Toscana permaneva il limite di censo, ma
potevano votare anche le donne .
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1872 La “sinistra storica” abbassa la soglia della maturità
elettorale da 25 a 21 anni. Ammette, inoltre, al voto tutti i
cittadini in grado di leggere e scrivere, ma in una situazione
di analfabetismo come quella italiana, la percentuale di
elettori sulla popolazione si alza in maniera poco significativa.
1882 legge Zanardelli del 24 settembre: suffragio allargato
Viene riconosciuto il diritto di voto ai maschi maggiorenni
alfabeti e a coloro che versano imposte dirette per una cifra
annua di 19,8 lire. Il corpo elettorale viene più che triplicato
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1907 una commissione, tutta maschile,
nominata da Giolitti, aveva dato parere
negativo sul voto alle donne, anche su
quello amministrativo di cui avevano
goduto, prima dell’Unità d’Italia, le
donne del Lombardo-Veneto e del
Granducato di Toscana.
Commentò all’epoca Anna Kuliscioff:
“Per poter votare il cittadino italiano deve prendere una
sola precauzione: nascere maschio”.
Anna Kuliscioff (18541925) nel 1908.
Foto di Mario Nunes Vais,
ICCD, E98038
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1912 La legge promulgata da Giovanni Giolitti stabilisce un
suffragio quasi universale per gli uomini: tutti gli uomini
capaci di leggere e scrivere con almeno 21 anni possono
votare, mentre gli analfabeti possono votare a partire dai 30
anni. Inoltre, il voto viene esteso a tutti i cittadini che
abbiano già prestato servizio militare.
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1919 Viene modificata la legge precedente: possono votare
tutti i cittadini maschi di almeno 21 anni di età, viene quindi
abolita la distinzione per gli analfabeti. Possono, inoltre,
votare anche tutti i minorenni che abbiano prestato servizio
militare nei corpi mobilitati. Il sistema proporzionale
sostituisce quello maggioritario a due turni. Il corpo
elettorale viene portato a 11 milioni.
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Nel 1919 la Camera approvò a larga maggioranza il
suffragio femminile, ma la legislatura si chiuse in
anticipo prima che il Senato potesse votare la legge.
Quando, due anni dopo, si tornò a discuterne, il clima
era completamente cambiato: il fascismo era alle porte
e prevedeva per le donne solo raduni, aiuti nelle
propaganda e opere caritative.
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Il primo febbraio 1945 un decreto di Umberto di
Savoia, Luogotenente del re, su proposta De Gasperi
(DC) – Togliatti (PCI) riconosce alle donne il diritto di
voto.
Si conclude una battaglia che dura da mezzo secolo.
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1946 suffragio universale per uomini e donne che abbiano
compiuto la maggiore età (inizialmente i 21 anni,
successivamente i 18 anni).
La prima occasione di voto sono le elezioni del 2 giugno
1946, per il referendum istituzionale tra Monarchia o
Repubblica e per l'elezione dell'Assemblea Costituente.
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Il 2 giugno 1946 si vota per eleggere i
rappresentanti dell’Assemblea Costituente
Donne votanti 14.610.845
Uomini votanti 13.354.601
Donne elette alla Costituente:
solo 21:
nove DC, nove comuniste, due socialiste e una della lista
"L´Uomo qualunque". Cinque di loro entrano nella
"Commissione dei 75" incaricata di scrivere la Carta
Costituzionale: le dc Maria Federici e Angela Gotelli, la
socialista Lina Merlin e le comuniste Teresa Noce e
Nilde Jotti.
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Scrive la giornalista Anna Garofalo “Stringiamo le schede
come biglietti d’amore. Si vedono molti sgabelli pieghevoli
infilati al braccio di donne timorose di stancarsi nelle lunghe
file davanti ai seggi. E molte tasche gonfie per il pacchetto
della colazione. Le conversazioni che nascono tra uomo e
donna hanno un tono diverso, alla pari”.
Anna Garofalo (1903 – 1965), giornalista, curatrice di una rubrica radiofonica nel 1944 “Parole
di una donna” fu la prima a rivolgersi ad un vasto pubblico femminile affrontando i nuovi temi
dell’emancipazione, dal diritto di voto al diritto al lavoro, anticipando argomenti destinati a
diventare di attualità solo dopo molti anni: l’uguaglianza tra i coniugi, il divorzio, l’aborto. Agli
stessi temi dedicò articoli, saggi, inchieste e un libro “L’Italiana in Italia” (1956).
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Il Who’s Who delle Donne Protagoniste della politica
italiana dal 1946
Tina Anselmi - Prima donna Ministro in Italia
1976 Ministro del Lavoro (nel terzo Governo Andreotti).
1978 Ministro della Sanità
presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri
1999 Presidente della Commissione per la restituzione dei beni agli Ebrei .
Dal 1981 – al 1985 Presidente della Commissione d’inchiesta sulla P2.
Presidente della Commissione per le Pari opportunità.
Ha contribuito al successo di diverse leggi: legge per la protezione delle
madri lavoratrici, per la regolamentazione del lavoro a domicilio, per la parità
tra uomo e donne in materia di lavoro e la riforma del diritto di famiglia.
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Leonilde Iotti, detta Nilde (1920 – 1999)
Eletta alla Costituente nel 1946 fa parte del
gruppo dei 75 per l’elaborazione della Carta
Costituzionale
1979 Prima donna italiana a ricoprire
l’incarico di Presidente della Camera dei
Deputati. Mantenne l’incarico per 13 anni,
guadagnandosi anche la stima degli avversari
politici.
Nilde Iotti (PCI) al momento
dell'insediamento a Presidente della
Camera dei deputati durante la
1°seduta della VIII Legislatura (20
giugno 1979).
Da Il Parlamento italiano1861-1992
Vol. XXIII,Nuova CEI Informatica,
Milano,1993. Archivio fotografico online della Camera dei Deputati
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Angelina Merlin (1887 – 1979)
Membro della Costituente nel 1946.
Senatrice nel 1948.
Protagonista di grandi battaglie civili, quali:
• la cancellazione della sigla “N.N.”sui documenti d’identità;
• l’abolizione delle case chiuse. La legge venne presentata nel 1948 e
venne approvata, dopo un iter travagliatissimo, nel 1958, quando
l’Italia era rimasta il solo paese europeo dove le “case” erano sotto il
controllo dello Stato
Eletta alla Costituente, quando si discuteva l’art. 3 , chiese che nella frase “Tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di ….” la prima
parola citata fosse sesso (seguita poi da “di razza, di lingua, di religione”).
“È ovvio, che bisogno c’è di esplicitarlo?” obiettarono i colleghi uomini. Ma la Merlin fu
irremovibile: “Meglio metterla, non si sa mai”, disse.
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Rita Levi Montalcini
Neurobiologa, premio Nobel per la medicina nel 1986.
Lascia l’Italia a causa delle leggi razziali del 1938,
lavora negli Stati Uniti dal 1947, rientra in Italia nel 1977.
Nel gennaio del 1993 è la prima donna nominata.
Presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Treccani. Lo presiederà
fino al 1998.
Senatore a vita dal 2001.
Molto attiva in campagne di interesse sociale, per es. contro le mine anti-uomo o per la
responsabilità degli scienziati nei confronti della società. Nel 1992 ha istituito, assieme
alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre, rivolta
alla formazione e all'educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a
giovani studentesse africane a livello universitario, con l'obiettivo di creare una classe di
giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro
paese.
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NUOVA ZELANDA
La Nuova Zelanda nel 1893 è stato il primo Paese al
mondo a riconoscere il suffragio universale, maschile e
femminile
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STATI UNITI
1776 Suffragio universale maschile, con diverse restrizioni di carattere
censitario, razziale e sessuale.
1918 Il Senato degli Stati Uniti d'America approva, con la prescritta
maggioranza dei due terzi dei presenti, il diciannovesimo
Emendamento costituzionale che pone fine, dopo settant'anni, alla
lunga lotta condotta dalle suffragette americane per ottenere il diritto di
voto.
"Il diritto di voto conferito ai cittadini degli Stati Uniti non potrà essere
negato o limitato dagli Stati Uniti o da uno degli Stati in considerazione
del sesso". La nuova disposizione entrò definitivamente in funzione il 26
agosto 1920, quando il Tennessee, secondo la procedura richiesta dalla
Carta costituzionale, la ratificò, ultimo tra gli Stati.
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Parata
per
il
Suffragio a New
York il
maggio
1912
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REGNO UNITO
È stato uno tra i primi paesi europei ad attuare riforme elettorali
tendenti ad universalizzare il voto.
1832 Reform Act: voto in base a criteri censitari.
1867 Con una riforma si abbassa il censo con il quale si può votare
(arrivano al voto anche alcuni operai).
1884 - 1885 Nuove riforme estensive, il suffragio è solo maschile.
1918 suffragio universale (maschile e femminile).
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Una suffragetta vende copie di
“Votes
For
Women”
settimanle
militante
della
Women’s Social and Political
Union (WSPU)
Suffragetta inglese
(ca. 1900 – 1910)
Copyright © 2000 George Eastman
House, Rochester, NY
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vendita di
copie del
Suffragette
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Le suffragiste venivano spesso
fermate dalla polizia, non era
infrequente che trascorressero un
periodo in carcere anche lungo.
Suffragetta inglese
arrestata dalla polizia
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Le donne inglesi
votano per la prima
volta nel 1918
tavola di Achille Beltrame
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FRANCIA
1792 Breve periodo di suffragio universale, maschile e
femminile, durante la rivoluzione francese (evento
occasionale non ripetuto in seguito fino al 1946).
1848 Suffragio universale maschile.
1946 Suffragio universale (maschile e femminile).
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1902 Australia
1906 Finlandia
1913 Norvegia
1917 Danimarca
1917 Svezia
1917 Russia
1918 Irlanda
1919 Germania
ALTRI PAESI
1920 Canada
1929 Ecuador
1930 Sud Africa
1931 Spagna
1932 Brasile
1932 Uruguay
1923 Turchia
1934 Cuba
1946 Giappone
1947 Argentina
1948 Israele
1935 India
1949 Indonesia
1958 San Marino
1971 Svizzera
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G
R
A
F
I
C
O
L’istogramma
rappresenta
l’ordine
cronologico in
cui le donne
hanno
conquistato il
diritto al voto
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“Vogliano le donne felici e onorate dei
tempi a venire rivolgere il loro pensiero ai
dolori e alle umiliazioni delle donne che
le precedettero nella vita, e ricordare con
qualche gratitudine i nomi di quelle che
loro apersero e prepararono la via alla
non mai prima goduta, forse appena
sognata felicità”.
Cristina Trivulzio Principessa di Belgioioso (1808 – 1871)
“Della presente condizione delle donne e del loro avvenire” 1866
Cristina di Belgioso
ritratta da Hayez nel 1832
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GRAZIE
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Letture consigliate:
• Voce Donna, in Enciclopedia Einaudi, vol. 5, 1978.
• Elena Doni, Manuela Fugenzi, Il secolo delle donne, l’Italia del
‘900 al femminile, Laterza, 2001
• Georges Duby, Michelle Perrot, Storia delle donne in
Occidente. Il Novecento, a cura di Françoise Thébaud,
Laterza, 1992.
• Olympe de Gouges, Dichiarazione dei diritti della donna della
cittadina, Il Melangolo, 2007.
• Miriam Mafai, a cura di, Le donne italiane, il chi è del ‘900,
Rizzoli, 1993.
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