Dati Preliminari Collocazione: La Sacra di San Michele si trova in cima al monte Pirchiriano in Piemonte, a pochi passi da S. Ambrogio, in provincia di Torino. Destinazione d’uso Storica: Abbazia di monaci benedettini. Destinazione d’uso Attuale: Tuttora Abbazia ed inoltre Luogo Turistico di Grande Interesse Storico/Religioso e Ambientale e Centro di Iniziative Culturali. Cenni Storici (1/2) Il luogo in cui sorge l'Abbazia era già conosciuto dai romani; ai Longobardi è attribuita la costruzione di un luogo sacro facente oggi parte della cripta. La costruzione originaria pare risalire ai tempi dell'Impero Romano (400 d.C.) ed era costituita da tre piccole cappelle che formano la "chiesetta tricora". Sul finire del X secolo sul Pirchiriano si stabilivano monaci benedettini: la cronaca del monastero, dopo aver descritto la leggendaria edificazione e consacrazione di una prima chiesetta - attribuendo il nome di Sacra (la consacrata) esteso poi alle successive costruzioni - narra del penitente conte Ugo di Montboissier che vi fabbrica un monastero e lo affida a cinque benedettini. L’abbazia nasce tra il 983 e il 987, anni caratteristici della cultura del pellegrinaggio, ed è per questo che il complesso è destinato subito a diventare un centro di notevole importanza. Il numero dei monaci e la fama del monastero crebbero ulteriormente. Su un imponente basamento che partiva dall'ultimo picco del monte fu costruita una quinta chiesa, sopraelevata rispetto alle tre esistenti ed ad una quarta di epoca più recente, opera di Guglielmo da Volpiano. Il secolo XII segna il periodo di massimo splendore dell’abbazia che si presenta sia come luogo di ospitalità e accoglienza per pellegrini, che come fulcro e centro religioso-culturale per tutta Europa. In questo periodo ottenne l'autonomia e l'indipendenza dal potere temporale e da quello del vescovo di Torino e si arricchì di una biblioteca, di opere d'arte e di possedimenti in Italia e in Europa, diventando una sacra-fortezza rispettata e temuta. Cenni Storici (2/2) Nel 1379, per il malgoverno del corrotto abate Pietro di Forgeret, Amedeo VI di Savoia (Il Conte Verde) chiese alla Santa Sede l'abolizione della figura dell'abate monaco e la sua sostituzione con un Commendatario. Questa nuova figura, interessata più ai profitti personali che alle sorti del monastero, non fu assolutamente in grado di contrastare la decadenza dell'abbazia. Nel 1622 il monastero venne soppresso, su consiglio del Cardinale Maurizio di Savoia verso Papa Gregorio XV; in quel periodo nell’Abbazia vi erano rimasti solo tre monaci. La gestione passa alla Collegiata dei Canonici di Giaveno appositamente creata. Dopodiché l’Abbazia rimase pressoché abbandonata. Nel 1836 Carlo Alberto convinse Papa Gregorio XVI a chiamare, quali amministratori e custodi perpetui della Sacra di San Michele, i Padri Rosminiani, che rimasero alla Sacra anche dopo che l'iniqua legge dell’incameramento dei beni ecclesiastici nel 1867 spogliava la comunità religiosa dei pochi averi che le avrebbero garantito un dignitoso sostentamento e all’edificio un minimo di manutenzione. Da allora i monaci hanno ripreso l'antica vita benedettina e, grazie ai loro sacrifici, oggi la sacra è di nuovo un centro ricco di iniziative sostenute dall'attività di gruppi di volontari e dall'appoggio dei vari Enti Pubblici e Privati, da Soprintendenze e soprattutto dalla Regione Piemonte che, con una legge approvata nel Gennaio 1995, ha riconosciuto la Sacra di San Michele ‘Monumento Simbolo del Piemonte. Architettura Architettura Generale La Sacra di san Michele è uno tra i più grandi complessi architettonici religiosi di epoca romanica d’Europa, frutto d’interventi e di ampliamenti sviluppatisi nel corso di circa un millennio. Il monastero antico (secolo XI) è, con le tre cappelle costruite nella roccia ed ora sottostanti la Chiesa attuale, uno dei documenti dell’antichità del luogo su cui sorge la Sacra così come la vediamo noi oggi. L’inizio del XII secolo segna la realizzazione dell’attuale basilica a tre navate, che poggia sulle celle primitive e sul basamento contornato dallo Scalone dei Morti. Assalti e terremoti compromisero non poco le strutture della complesso che, dall’Ottocento, sotto la guida di Alfredo D'Andrade, e fino al 1937, è stato oggetto di profondi restauri, revisioni, decorazioni e rinforzi. Descrizione Esterna Architettura Il complesso della Sacra di San Michele è di notevoli dimensioni e strutturato in maniera atipica, per via del gran numero di costruzioni (a volte sovrapposte) da cui è composto. La descrizione esterna è conseguentemente suddivisa nelle parti principali di cui è composta la Sacra. EDIFICIO Spettacolare costruzione che fascia tutta la vetta rocciosa del Pirchiriano. Iniziata negli ultimi anni del 900, attorno a una chiesetta tricora dedicata all' Arcangelo San Michele, fu continuata, nel corso di quattro secoli, dall' XI al XIV, divenendo uno dei Più celebri monasteri benedettini d’Europa. Descrizione Esterna INGRESSO Siamo di fronte alla parte più imponente dell' abbazia. Il massiccio di questa facciata (41 metri di altezza) è rotto dalla combinazione coloristica e geometrica delle linee rette del basamento grigio-ferrigno con le curve piene della chiesa verdognola, coronata dall' abside centrale e da quel trionfo di galleria ad archetti (i viretti) cha è fra i migliori esempi di logge absidali romaniche. I monaci di San Benedetto intrapresero il ciclopico lavoro di basamento nella prima metà del XII secolo, per erigervi sopra la grande chiesa a cinque absidi Descrizione Esterna SEPOLCRO DEI MONACI Si tratta dei resti d'un antico tempietto, chiamato Sepolcro dei Monaci perché ritenuto una cappella cimiteriale, ma appare più realistica oggi l' ipotesi che vede in questa cappella, a forma ottagonale, la riproduzione del Santo Sepolcro, quasi un anticipo ai pellegrini del Sepolcro di Gerusalemme. Lo stesso Monastero, che si erge oltre il Sepolcro, diventa simbolo e anticipazione di una civiltà nuova o terra promessa. Descrizione Esterna LOGGIA DEI VIRETTI Una corona di archetti che poggiano su sedici graziose colonnine, ricche di capitelli, ciascuno lavorato di un suo proprio fregio. Descrizione Esterna SCALONE DEI MORTI E PORTA DELLO ZODIACO Dal piano d' ingresso si raggiunge la chiesa attraverso un ampio e rapido scalone. Superati i primi scalini, si lascia a sinistra un pilastro di oltre 18 metri che sostiene il pavimento della sovrastante chiesa; a destra emerge una larga roccia che si perde nel muro di fronte; si notano ancora archi arditi, tombe e ampie nicchie, dalle quali apparivano fino ai recenti restauri scheletri di monaci, da cui il nome di Scalone dei Morti. Alcune delle tombe che ospitava, erano ornate di marmi, altre intonacate e dipinte: esse furono più volte manomesse. Oggi ne vediamo solo cinque. Vi Domina il silenzio dei secoli. In cima al rapidissimo scalone, si trova La porta dello Zodiaco. Delicato lavoro di Maestro Nicolao, famoso scultore del XII secolo, è formato da frammenti marmorei. Sullo stipite di destra, per chi sale, appaiono i segni dello zodiaco e su quello di sinistra altre costellazioni; vi si ammirano ancora eleganti colonnine, con capitelli biblici (Caino e Abele, Sansone e Dalila) e capitelli simbolici (donne che si strappano i capelli, donne che allattano serpenti, tritoni, leoni con testa e code di drago). Descrizione Esterna ULTIMA RAMPA Solenne scala in pietra verde, sotto il gioco di quattro imponenti contrafforti e archi rampanti progettati dall' architetto D' Andrade e ultimati nel 1937. Di qui lo sguardo si apre ad una delle più belle vedute della pianura torinese INGRESSO ALLA CHIESA Oltre uno spazioso ripiano, sta l' artistico portale romanico in pietra grigia e verde: fu costruito dagli architetti di Ugone, nei primi anni del 1000: un' ampia apertura romanica che comunica tuttora un forte senso di accoglienza, di sicurezza, di calma, tutto archi, cordoni sostenuti da semicolonnine a capitelli floreali. In alto il gocciolatoio termina a destra con la testa di un monaco incappucciato, e a sinistra con quella di un ragazzo, oggi scomparsa. A destra e a sinistra, le colonnine con archetti trilobati, resti del portico che proteggeva il portale.Descrizione I battenti, eseguiti nel 1826, mostrano le armi di San Michele Arcangelo e il diavolo in forma di Esterna serpente con volto umano. ROVINE Dal terrazzo adiacente la Chiesa, lo sguardo posa sui resti di imponenti massi di pietre: sono le rovine del grande monastero costruito fra il XII e il XV secolo. Un senso di commozione e di sgomento invade lo spirito di chi entra fra questi imponenti e ruinosi ammassi di pietre. Il grandioso edificio a cinque piani, che oggi mostra solo pilastri, muraglioni enormi, archi terrificanti e barbacani spettacolosi, termina sul precipizio del monte con la cosiddetta Torre della Bell' Alda. Descrizione Esterna TORRE DELLA BELL'ALDA La si scorge da molto lontano isolata dal resto del monastero. Essa diede corpo alla fantasia popolare che volle spiccato da lì il salto della Bella Alda: per sfuggire a soldati di ventura, la giovinetta si buttava nel sottostante burrone rimanendovi illesa. Volle riprovarci per vanità e denaro, ma il suo corpo si sfracellò contro le fonde scogliere. Descrizione Esterna Descrizione Interna Degna di interesse è la Chiesa, costruita in posizione anormale, con lavori compiuti nel vuoto ed altri partendo dal picco del monte. Le parti interne del resto del complesso non sono tutte visitabili. Architettura PRIMITIVO SANTUARIO DI SAN MICHELE È composto di tre sacelli absidali, riposti entro un cantuccio, il più remoto della grandiosa mole sacrense, là dove i piedi del pellegrino posano sul culmine del monte Pirchiriano e più percepiscono la sacralità del luogo. Le ipotesi circa la loro origine si fanno numerose, si intrecciano e restano tali, mentre le fonti mancano o sono insicure. Gli studiosi concordano nell' individuare qui la prima Sacra ed il momento storico originario del suo culto a Michele. La cappella più vasta e con parte di fondo in viva roccia è un ampliamento delle altre due: la sua costruzione risale a fine 900. Descrizione Interna INTERNO DELLA CHIESA È il risultato più grandioso degli ultimi restauri, compiuti nel 1937 con la ricostruzione della volta centrale a crociera. Chiesa a tre navate creata in parte sul monte, la cui cima affiora sotto il primo pilastro a sinistra; per il resto, ad est, sostenuta dall' imponente basamento. Il suo insieme mostra il progressivo trasformarsi dell' arte romanica in gotica dal secolo XII al XIII. Nella cornice strombata del finestrone absidale, le figure dei profeti maggiori (Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele), mentre la base è occupata dalla scena dell' annunciazione dell' Arcangelo Gabriele a Maria. Sopra le lesene absidali, i quattro evangelisti con i simboli (da destra Matteo, Marco, Luca, Giovanni). Descrizione Interna IL GRANDE AFFRESCO DELLA ASSUNZIONE Affreschi (1/2) È il più grande affresco che si conserva alla Sacra, dipinto nel 1505 sulla parete sinistra di chi entra in chiesa. È opera in gran parte di Secondo del Bosco di Poirino; il pittore seppe dividere lo spazio con ottimo criterio distribuendovi tre scene: la Sepoltura di Gesù, la dormitio di Maria (soggetto piuttosto raro), la Madonna Assunta. AFFRESCO DELLA LEGGENDA Si trova sulla parete destra del Coro Vecchio e riassume la storia, mista a leggenda, della fondazione del Santuario: Angeli e colombe che trasportano le travi dal monte Caprasio alla cima del Pirchiriano, per la costruzione della prima chiesetta a San Michele; nel centro il Vescovo di Torino Amizzone che sale da Avigliana e trova la chiesa già consacrata dagli Angeli; in basso a sinistra il corteo di Ugo di Montboissier che da Susa si dirige verso il Pirchiriano per fondarvi il Monastero. Descrizione Interna Affreschi (2/2) IL TRITTICO DI DEFENDENTE FERRARI È quanto di meglio si conservi alla Sacra, appeso ora alla parete ovest del Coro Vecchio. Nel centro domina, in piedi, una Madonna che allatta il Bambino Gesù. I pannelli laterali rappresentano l' uno San Michele Arcangelo , che sconfigge il demonio, l' altro San Giovanni Vincenzo, che presenta alla Vergine il committente dell' opera Urbano di Miolans, abate commendatario della Sacra dal 1503 al 1522. Alla base, una predella, su cui l' autore dipinge la Visitazione di Maria, la Natività del Bambino Gesù e l' Adorazione dei Magi. Descrizione Interna