LA VIA FRANCIGENA
E
CHIGNOLO PO
Scuola secondaria di I grado di Chignolo Po
classe 1 B
a.s. 2013-2014
INDICE
-Il pellegrinaggio medievale
-La via Francigena
-La via Francigena nella Bassa Pavese
-Chignolo Po
IL PELLEGRINAGGIO MEDIEVALE
• Il termine pellegrinaggio
deriva dal latino
“Peregrinus” che
significa straniero.
Infatti chi parte per il
pellegrinaggio diventa
“straniero” e compie un
viaggio per devozione o
penitenza in un luogo
considerato santo.
Tipologie di pellegrinaggio
Esistevano vari tipi di pellegrinaggio:
- devozionale di origine molto antica, aveva come
meta Gerusalemme e lo scopo di liberarsi dalle
ansie e dalle tensioni terrene
- penitenziale si diffonde nell'alto Medioevo, dai
territori anglosassoni e irlandesi, ha lo scopo di
redimersi da gravi peccati.
- giudiziario imposto a coloro che si macchiavano
di delitti.
Il pellegrino prima di partire riceveva una
benedizione in Chiesa affinchè il viaggio gli
fosse propizio. Dato che il pellegrinaggio era irto
di pericoli e difficoltà era necessario redigere un
testamento, in cui si disponeva dei propri beni
nel caso di mancato ritorno. La durata del
viaggio era variabile: dipendeva da stagione,
percorso e mezzo di locomozione. In genere i
pellegrini si spostavano a piedi, la soluzione più
economica. Le persone benestanti, invece,
utilizzavano cavalli o muli. Per raggiungere la
Terra Santa era assolutamente necessario, ad
un certo punto, viaggiare per mare.
Curiosità
I pellegrini prima di partire, spesso, facevano
testamento perché il viaggio era così lungo e
pericoloso che il rischio di morte era elevato.
Dal 1300 si diffonde la pratica dei pellegrini
vicari: persone pagate profumatamente per
compiere il viaggio al posto del testatore. Nel
1400 si diffondono i professionisti del
pellegrinaggio. La somma più alta era chiesta
per Gerusalemme perché la Terra Santa era in
mano agli infedeli e i rischi erano elevatissimi.
A seconda della meta i pellegrini prendevano un
nome particolare:
- palmieri : erano i pellegrini della Terra Santa
per le palme che si raccoglievano a Gerico
- romei: erano i pellegrini diretti a Roma
- jaquot / jaquet : i pellegrini diretti a Santiago de
Compostela in Galizia
Le mete dei pellegrinaggi
I luoghi di accoglienza
Lungo i percorsi
nacquero numerosi
luoghi di
accoglienza dove i
pellegrini
trovavano vitto,
alloggio e cure:
locande, ospizi e
ospitali.
Abbigliamento
• Il pellegrino indossava:
la schiavina (un
soprabito lungo e
ruvido)
• il sanrocchino (un
mantello di tela cerata,
dotato di mantellina
coprispalla), cos’
chiamato perché tipico
di San Rocco
e aveva questi accessori:
• la bisaccia (in pelle)
• la borraccia ( di solito
una zucca secca e
svuotata)
• il bordone (il bastone)
• un cappello a tesa larga
per proteggersi dal sole e
dalla pioggia.
Inoltre sulla mantellina del sanrocchino si
appuntavano i simboli della meta del
pellegrinaggio:
• le palme per Gerusalemme
• le conchiglie per Santiago de Compostela
• le chiavi incrociate per Roma
La via francigena
Verso l' anno 1000 si sviluppa la via Francigena,
cioè la strada che collegava Roma ai paesi dell'
Europa Centro-Settentrionale. Occorre
sottolineare che non esiste una via Francigena
unica ma piuttosto una serie di percorsi e
varianti che i pellegrini percorrevano nei loro
viaggi. Il termine “ francigena” è difficile da
definire: la strada di quelli nati in Francia o dei
Franchi o ancora la strada che ha origine in
Francia.
Curioso è il fatto che cambi nome a seconda
della zona che attraversa. In Valle d’Aosta è
nota come “via publica domini comitis”, in
Piemonte come”via francisca o strata pellerina”,
in Lomellina” strada lombarda” e in Oltrepò
“strata regia”. La definizione più adatta alla
realtà è “ strata publica peregrinorum et
mercatorum” cioè una via percorsa sia dai
pellegrini che dai mercanti.
Sigerico arcivescovo di Canterbury
Sigerico nel 990
percorre il viaggio di
ritorno da Roma a
Canterbury in 81 tappe
che indica nel suo
diario di viaggio. Una
parte del percorso
attraversa la provincia
di Pavia.
Tappe in provincia di Pavia
• Partendo da Corte Sant’ Andrea in territorio
piacentino e procedendo verso ovest l’itinerario
di Sigerico toccava:
• Santa Cristina
• Pavia
• Tromello
• Robbio
• Cozzo Lomellina
Logo ufficiale della via Francigena
Le vie di pellegrinaggio in territorio
pavese
In territorio Pavese si incontrano tre vie
importanti di pellegrinaggio:
1)Via della Costa che ricalcava nell'Oltrepò
l' antica via Postumia.
2)Via del Monginevro che una volta giunta a Pavia
si dirigeva in Francia attraverso Lomellina.
3)Via del San Bernardo di età Augustea utilizzata
dal vescovo Sigerico nel 990 nel tornare da
Roma per andare oltralpe.
La via Francigena nel Basso pavese
Nel Basso pavese la via Francigena è
conosciuta anche come “Via Regina”e ricalca
parte del percorso di Sigerico.
Uscendo da Pavia est si imbocca la statale 234
per Cremona che riprende quasi fedelmente
l’antico tracciato.
Passato l’incrocio per Broni – Stradella si svolta
a destra verso Valle Salimbene, dirigendosi a
sud verso il Po e si incontra la frazione di Motta
San Damiano.
Motta San Damiano
In origine questa frazione
era per i Longobardi un
luogo molto importante dal
punto di vista strategico,
perchè permetteva di
controllare il traffico lungo
la strada in direzione di
Cremona. Qui si trova
ancora un piccolo oratorio di
epoca medioevale.
Proseguendo si incontra la frazione di San
Leonardo, che sorge su un dosso elevato, in
posizione di controllo. Apparteneva all'ordine
dei Templari, che avevano costruito un
ospedale destinato esclusivamente ad
accogliere i romei, i pellegrini diretti a Roma.
Fu attivo fino al 1400. A San Leonardo c'è
ancora una località chiamata Ospitaletto ma
non rimane nulla, se non questo nome, ad
indicare la presenza dell’antico hospitale.
Interessante è l’abitato di Vaccarizza.
Vaccarizza
Nella cappella privata della
cascina si trova un basso
rilievo in pietra arenaria che
risale
all'
XI
sec.
raffigurante il Cristo in
croce. Ai piedi della croce, a
destra e a sinistra, la Vergine
e san Giovanni. La scultura
è molto vicina a quelle della
facciata di San Michele di
Pavia.
San Giacomo
Procedendo verso est si
incontra San Giacomo
della Cerreta. Qui si trova
un oratorio che risale alla
prima metà del XV secolo e
sorge sulle fondamenta di un
edificio sacro molto più
antico. Dei documenti del
1100 già ne parlano. Qui si
offriva vitto e alloggio ai
pellegrini ed era possibile
attraversare il Po. La strada
curvava verso nord fino ad
arrivare a Belgioioso.
Da Belgioioso si prosegue, seguendo l’attuale
S.S. Pavia – Cremona, verso Corteolona,
fondata in epoca tardo-romana. Qui esisteva
una antica villa romana completamente
autosufficiente che i longobardi scelsero come
residenza estiva. Liutprando scelse l’abitato per
costruire il palazzo reale estivo e una chiesa
dedicata a Sant’ Anastasio, i cui resti sono
visibili nella cascina Castellaro, inserita nel
paese, in posizione di controllo sulla valle
dell’Olona. Vi era un luogo di accoglienza per i
pellegrini.
A Corteolona fu firmato l' atto di fondazione dell'
Universita' di Pavia nell' anno 825 dall' imperatore
Lotario.
Santa Cristina
A due chilometri da
Corteolona si trova il
borgo di Santa Cristina,
sede di un’importante
abbazia benedettina, a
cui i re longobardi
donarono
tutto
il
territorio circostante fino
al fiume Lambro. Del
monastero
rimane
pochissimo, inglobato in
un edificio privato.
Chignolo Po
Da Santa Cristina si procede fino a Chignolo Po.
Il paese si trova in una particolare
conformazione del terreno a cuneo sulle acque
del Po da cui ha origine nome ( Cuneolus o
Cuniolus).
La località fu abitata fin dall’età della pietra e in
epoca romana ebbe una notevole importanza
strategica lungo la strada Pavia-Cremona.
Nel IX sec. il nome Cuniolum super Padum
compare nel Diploma di donazione del territorio
al monastero benedettino di Santa Cristina,
emanato dal re Berengario I.
Nel 1251 l’ abate del monastero investe di tutte
le terre di Chignolo la famiglia Vignati, che nel
1332 , viene sostituita dai Pusterla
Nel 1421 i Federici vengono investiti del Feudo
di Chignolo che passera’ ai Cusani nel 1486.
Durante il medioevo il paese era a ridosso del
Po, che si spingeva fin sotto il castello. Grazie
alle opere di bonifica, volute da Galeazzo Maria
Sforza, il corso del fiume fu modificato,
proteggendo dalle inondazioni l’abitato e
rendendo la zona più salubre.
Come ogni feudo anche Chignolo ebbe il suo
castello, anzi tre: il castello di Vignale ,quello dei
Cusani e quello di Montemalo o Castellazzo di
Lambrinia. Essi furono costruiti dai feudatari
locali a difesa del territorio di grande importanza
strategica. Oggi rimane solo il castello dei
Cusani Visconti, costruito su un fortilizio del
1200. Successivamente fu rimaneggiato e
ricostruito tra il XVII e il XVIII sec. ad opera del
cardinale Agostino Cusani.
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