Associazione Nazionale Per la Scuola della Repubblica
Una scuola statale, laica, democratica per tutti in una società
in trasformazione: un impegno per la sinistra
Roma, 9 febbraio 2008
Obbligo scolastico nella scuola
per l’uguaglianza
Marina Boscaino
Equivoci pericolosi e non casuali

Il titolo della mia relazione -nonostante il programma
dell’Unione- continua ad essere esclusivamente un
auspicio.

Ambiguità tra obbligo scolastico e obbligo di istruzione,
attraverso l’uso , nella dizione della scorsa Finanziaria,
anche dell’art. 34 della Costituzione
Le parole sono pietre.

Comma 278: "possono essere concordati tra il Ministero
della Pubblica Istruzione e le singole Regioni percorsi e
progetti (…) in grado di prevenire e contrastare la
dispersione e di favorire il successo nell'assolvimento
dell'obbligo di istruzione".

Ambiguità:
 1) "percorsi e progetti", stessa dizione usata dalla
Moratti, per configurare l'avviamento professionale.
 2) l'avviamento professionale serve ad assolvere
l'obbligo di istruzione: una palese contraddizione in
termini
Errori da non ripetere

Scuola come merce di scambio

Analogie con il "diritto-dovere“ della Moratti: in
quel caso ci siamo battuti per spiegare la
differenza tra i due termini.

Il mandato a Fioroni ha vanificato – con la
complicità di tutti – gli sforzi e 5 anni di
battaglie.
Prevenire la dispersione

Il termine non è neutro.
Può alludere a:
 1) Intervento precedente: orientamento selettivo alle
medie, inducendo la scuola media obbligatoria - e pertanto
inclusiva - a una innaturale funzione di pre-canalizzazione;
 “Bravi” e “somari” sono invece molto spesso frutto delle
condizioni sociali di provenienza.

2) Canalizzazione in ingresso: configurazione da parte delle
Regioni di percorsi differenziati e differenziati:


Possibile aggravamento: dipendedenza della qualità dei percorsi dalla
risorse investite, che vanno a premiare le zone con meno problemi
Il “contro-esempio” della Puglia.
Attacco alla laicità
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Accreditamenti da parte del Ministro
Vari attentati alla laicità da parte di Fioroni:
ruolo nella formazione di tanti ordini religiosi
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Crediti religione cattolica
Decreto sull’erogazione di fondi alle private, anche
superiori;
Esternalizzazione del recupero dei debiti
A. Rusconi: “un confronto serio per l'inserimento del
percorso della formazione professionale all'interno
dell'obbligo scolastico, esaltando il ruolo storico di
tanti centri di formazione professionale, in gran parte
provenienti dalla cultura cattolica".
Ambiguità del centro sinistra
Fioroni ha giudicato i percorsi sperimentali
avviati dalla Moratti fin dal 2003: "una direzione
di marcia promettente".
 Le 74.000 iscrizioni cui il ministro fa riferimento
per rivendicarne l'efficacia, non sono di per sé
indicative della qualità del sistema stesso; né
risultano monitoraggi seri in proposito.
 Il partito dei "fans" dei percorsi - sebbene silente
- è la somma di interessi economici e di scarso
rispetto per la funzione costituzionale e
costituiva della scuola.

Umorismo fuori luogo
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Fioroni: "Non possiamo mica incatenare i
ragazzi a scuola”

Innalzare l'obbligo scolastico significa
invece avere il coraggio di riformare la
scuola media e investire su questa
Biennio unitario obbligatorio

Obbligo: mezzo attraverso il quale la scuola e
solo la scuola - attraverso l'impiego di personale
qualificato aggiuntivo - potrebbe fornire la
risposta più appropriata al fenomeno della
dispersione.
 Unitarietà: contro una divaricazione di percorsi
di vita su base sociale che tanto abbiamo
combattuto.
 Qualità democratica: adeguata revisione e
aggiornamento del biennio per tenere a scuola
cittadini italiani – a nessuno dei quali si addicono
le catene
Coscienza critica
e competenze di cittadinanza

Biennio unitario:
- individuazione di percorsi culturali
diversificati, per futuri lavoratori
consapevoli dei propri diritti di cittadinanza
e delle pratiche di vita democratica;
- patrimonio di saperi e conoscenze
basilare: un uomo migliore, portatore
intenzionale di dignità, coscienza critica,
autonomia, emancipazione.
Non basta dire obbligo
Nessuno – nemmeno molti insegnanti – si
è realmente reso conto di cosa significhi 2
anni di istruzione in più per tutti.
 Tra alcuni insegnanti l’operazione è vista
con una certa vena di sospetto
 Insegnanti dei bienni del liceo: molti,
compresi in un elitarismo che gli fa
erroneamente ritenere di essere esenti da
qualunque impegno in questo senso.

L’illusione taumaturgica

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Operazione-obbligo: condotta politicamente in
modo pedestre.
Nessuno si è impegnato a preparare gli insegnanti
(e la società) a:



Innalzare mediamente standard di coscienza critica, di
senso di cittadinanza, di autonomia ed emancipazione
nei futuri cittadini;
Omologazione parametri europei (quasi tutti i paesi
hanno l’obbligo a 16 se non a 18 anni);
liberare la scuola media dalla cavezza della terminalità,
che ne ha compresso didattica, funzione, efficacia e l’ha
resa l’anello più debole della catena del sistema
dell’istruzione italiano.
Fanfare mediatiche

Solo all’inizio di quest’anno scolastico
il ministero si è ricordato di divulgare
la novità: 3 giorni di presenza in tv e
sui quotidiani, di annunci che non
hanno spiegato nulla.
Un disinvestimento paradossale

Dizione della Finanziaria mantenuta anche nel decreto
sull’innalzamento dell’obbligo: art.5, “ai fini di quanto
previsto dal regolamento (…) possono essere realizzati, per
gli anni 2007-8 e 2008-9 percorsi e progetti sperimentali
per prevenire e contrastare la dispersione scolastica,
nonché per favorire il successo formativo dei giovani (…)”.
- Il vincolo auspicabile della provvisorietà.

Il paradosso: perché non la scuola?
- Obbligo come recupero: all’art. 2 del decreto che – tra
le strutture formative abilitate eventualmente dalle regioni
a farsi carico di queste problematiche – prevede (punto d)
addirittura “personale in possesso di un diploma di laurea
inerente l’area di competenze e di un’esperienza triennale o,
almeno, di un diploma di scuola secondaria superiore e di
un’esperienza quinquennale”.
Riorientare o emarginare
definitivamente?

Non sarebbe più vantaggioso per la
società riconquistare alla scuola il
3% degli studenti italiani destinati
alla formazione, senza
strumentalizzare un dramma come
quello della dispersione, pur di non
scardinare un sistema
presumibilmente basato su clientele
ed equilibri di potere?
La solitudine degli insegnanti
Durante tutto lo scorso anno non sono
stati attivati corsi di formazione per
insegnanti per prendere le misure rispetto
alla nuova legge.
 Demotivazione, disimpegno, disincanto,
insofferenza (e, talvolta, anche
incompetenza) rischiano di farla da
padroni.

Mancato contatto della politica con la scuola reale
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Volontà di pochi.

Missione di alcuni sulla quale il mondo
politico si è assestata e della quale ha
approfittato.

Uffici Scolastici Regionali: prescrizione di
lavorare sul biennio senza stanziare fondi
e senza fare formazione.
La riscoperta dell’autonomia 1

la legge originale prevedeva, soprattutto,
l’autonomia di ricerca, sviluppo e
sperimentazione, cioè la sottolineatura
marcata di una dimensione intellettuale
dell’insegnante.

Finora invece visione soprattutto
mercantile
La riscoperta dell’autonomia 2

Lavoro sul biennio unitario:
 individuazione di obiettivi di apprendimento e le
competenze finali dei primi due anni delle scuole superiori;
 articolazione delle competenze in uscita dei ragazzi
preveda
 revisione dei programmi vigenti - quelli ordinari e quelli
delle sperimentazioni
 individuazione dei nuclei fondamentali
 definizione di gruppi interdisciplinari intorno ai quali far
ruotare le varie discipline che forniranno ai ragazzi
strumenti adeguati a un adeguato esercizio della
cittadinanza attiva
 valutazione del rendimento che – in virtù dei nuovi assi
culturali e delle nuove competenze – dovrà naturalmente
mutare
 Ai collegi docenti compito di sperimentare sistemi
alternativi + sistemi di certificazione da stilare, per rendere
ufficiale a livello nazionale il titolo conseguito dopo la
scuola dell’obbligo.
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Equivoci pericolosi e non casuali