Molti anni fa in un villaggio in riva al mare viveva un
marinaio che aveva navigato in tutti i mari del mondo e
aveva esplorato i paesi più strani e misteriosi. Gli erano
capitate molte avventure, a volte tremende, perciò aveva
deciso di non viaggiare più.
E poi il villaggio dove viveva era
talmente bello ! La terra era
coperta di prati verdi e violetti,
dappertutto c’erano degli alberi
dalle foglie amaranto, celestine,
verdi e lilla, tra gli alberi volavano
uccelli gialli così leggeri che
potevano appendersi alle nuvole a
testa in giù.
per
due la
giorni
Un giornoNavigò
però gli
tornò
e due notti
in mezzo
voglia di viaggiare,
caricò
la
al mare,
finchè,
sua barca
e partì.
all’alba del terzo
giorno, tra le onde
blu apparve…
Uno strano pesce rosso , ma
talmente luminoso che sembrava
d’oro.
Il pesce si girò e gli fece cenno con
la pinna di seguirlo. Il marinaio
navigò tutto il giorno seguendo il
pesce rosso fino ad un’isola tutta
colorata.
Poi sempre seguendo il pesce
cominciò a risalire la corrente di un
fiume.
Era notte e il cielo era illuminato da
una luna grossa come un melone. Ma a
un tratto apparve una strana ombra,
Sono
lo spirito
una figura dal viso
crudele,
con della
le
tempesta! eMarinaio
lunghe dita volteggianti
i capelli torna
e
nel mare
se non che
vuoi morire
la veste agitati
dal vento,
nella
miaululante:
furia.
cominciò a gridare con
voce
Cominciò a soffiare un vento fortissimo e le acque
del fiume divennero improvvisamente tumultuose.
Cominciò a scrosciare una grandine furiosa, a
cubetti, talmente fitta che il marinaio quasi non ci
vedeva più.
La corrente del fiume si era messa a spingere la
barca, anzichè verso il mare, verso… una cascata!
Subito si tuffò in acqua per evitare di rimanere
schiacciato dalla barca precipitando…
Quando il povero uomo tornò a galla si accorse
che quello che vedeva era davvero insolito
perché l’acqua era fatta di quadrati: più chiari,
più scuri, più gialli sotto la luna, più blu e anche
neri nel buio.
Ma all’improvviso nel lago avanzarono tre
enormi pesci ferocissimi, tutti quadrettati.
Per fortuna aveva ancora il suo arpione e potè
liberarsene prima di distendersi stanco morto
sul fondo della barca a riposare.
Al mattino si accorse che sulla
cima di due colline si alzava una
città. Ma, come l’acqua del lago,
era tutta fatta di quadrati: le sue
case erano tanti quadratini,
piccoli e grandi, larghi e stretti,
di tanti colori diversi che, nella
luce chiara del mattino,
sembravano lievi lievi: giallini,
rosa, celesti, lilla.
Legò la barca a un masso e si
diresse verso la città.
Intorno a lui c’erano prati,
macchie e boschetti tutti
quadrettati.
In un prato vide molti fiorellini
quadrati di molti colori.
Ma mentre giocava a indovinare
dal colore che fiori fossero,
apparve una strana famiglia
tutta un po’ fatta di quadrati:
due cagnolini, il padre, la madre
con una bambina per mano e una
ragazzotta dall’aria un po’
tonta.
Quando seppero che
era uno straniero, il
padre esclamò:
- Si avvera la
leggenda della nostra
isola! Vieni, la gente
impazzirà di gioia – e
si incamminarono fra
giardini e giardinetti
di ogni colore.
Da vicino i colori di tante case
apparivano molto più scuri:
rossi, verdi, azzurri, blu;
persino il cielo sulla città era
cupo, quasi violaceo.
Quando videro il marinaio,
tutti si misero a festeggiare
dicendo:
- Uno straniero! Si avvera la
leggenda! Allora siamo liberi!
Tra la gente si fece avanti il maestro di
danza.
-Dobbiamo metterci a suonare e a ballare! –
disse.
-Sei matto? Vuoi che finiamo in galera? –
risposero molti.
-E’ arrivato uno straniero, lo volete capire
o no che la leggenda si avvera? –
E allora tutti andarono a prendere i loro
strambi strumenti quadrettati.
Intanto il cielo scuro schiariva e si
copriva di quadrati colorati, che si
affiancavano, si sovrapponevano,
mutavano: erano i colori di quella
musica.
E tutti ballavano intorno al marinaio,
seguendo il maestro di danza che
suonava un flauto d’argento.
Arrivarono in una piazza dove c’era un
palazzo con una facciata tutta fatta di
vetri colorati.
Qualcuno cominciò a mormorare:
-Ssst, è pericoloso! Smettiamo di far
rumore!
A un tratto sulla facciata di vetro si
spalancò una porta e sulla soglia
apparve …
IL PRINCIPE NERO!
-Io ho stabilito che
nella mia isola
nessuno suoni e
balli. Che nessuno
straniero vi metta
piede. Lui è quel
furfante che ha
ignorato il mio
spirito della
tempesta, la mia
grandine, la mia
cascata magica, i
miei pesci
ferocissimi!
- Pensavate che questo
stupido straniero vi
avrebbe liberato?
Sapete che nella mia isola
maledetta è proibito
suonare, cantare e ballare!
Volevate ballare?
Adesso vi faccio ballare io…
Alzò il suo magico scettro
d’oro e tutti si misero a
ballare…
Ma per la PAURA!
Il cielo era ridiventato buio:e nel
cielo cominciarono ad apparire tanti
quadrati scuri, grigi, neri, bruni
rossastri azzurrognoli, ma tutti un
po’ storti, come se premessero
troppo gli uni contro gli altri.
In mezzo si accendevano dei
quadrati più chiari, giallognoli e
aranciati, ma sembravano
imprigionati dai quadrati scuri.
I poliziotti del principe si lanciarono
sulla folla e, menando bastonate, la
spinsero sotto un cavalcavia.
Il marinaio si arrampicò sopra il
cavalcavia e gridò:
- Ribellatevi! Loro sono pochi e voi
siete tanti! Viva la libertà!
Ma il principe nero
gli scagliò addosso
il suo scettro
avvelenato,
facendolo cadere
giù dal cavalcavia.
Allora la folla fu presa dalla furia e tutti
insieme, uomini e donne, si buttarono sui
poliziotti in una lotta furibonda, picchiandoli
di santa ragione.
Accesero delle fiaccole ed entrarono nel
palazzo del principe dando fuoco a tutti gli
oggetti neri misteriosi che gli servivano per
le sue magie nere.
L’incendio divampò crepitando in mezzo alla
città buia, illuminata da una grande luna
gialla.
Il marinaio si avventò
contro il principe nero,
colpendolo col suo stesso
scettro magico e quello si
disfece in un mucchio di
cenere.
Una
città
Rimase solo la sua corona
con cui si misero a
giocare i bambini.
di
Alla fine tutti se ne
andarono a dormire e
quella notte la città dei
quadrati magici divenne...
sogno !
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N
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Presentazione Klee