L’identificazione
L’identificazione con
l’aggressore
I.R.E.P
Dott.ssa Nicoletta Visconti
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Processo psicologico con cui un soggetto
assimila un aspetto, una proprieta’, un attributo
di un’altra persona e si trasforma , totalmente o
parzialmente, sul modello di quest’ultima.
La personalita’ si costituisce e si differenzia
attraverso una serie di identificazioni.
Nella psicoanalisi il termine identificazione
rinvia soprattutto al termine di ‘identificarsi’ e
si assimila nell’uso corrente con tutta una serie
di termini psicologici quali: imitazione,
empatia, contagio mentale,proiezione
Il concetto di identificazione ha assunto nell’opera di
Freud il valore centrale che ne fa l’operazione con
cui si costituisce il soggetto
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L’identificazione era stata menzionata molto presto da
Freud soprattutto a proposito dei sintomi isterici nei
termini dell’imitazione e del contagio mentale ,
spiegandoli come l’esistenza di un elemento
inconscio che permane , comune con la persona con
cui l’isterica si identifica
Secondo Freud questo qualche cosa in comune e’ una
fantasia: l’agorafobica si identifica inconsciamente
con una prostituta e il sintomo costituisce una difesa
contro questa identificazione e contro il desiderio
sessuale che essa suppone.
Successivamente il concetto di identificazione
viene arricchito con diversi apporti
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La nozione di incorporazione orale e’ messa in
luce negli anni 1912-15 (Totem e tabu, Lutto e
Malinconia) scritti in cui Freud ne mostra il
ruolo centrale nella malinconia, in cui il
soggetto si identifica nel modo orale con
l’oggetto perduto, per regressione alla
relazione oggettuale caratteristica della fase
orale (cannibalizzazione )
Da Freud e’ messa in luce anche la nozione di
narcisismo in ‘Introduzione al narcisimo’ (1914)
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Indica la dialettica che lega la scelta oggettuale narcisistica (
l’oggetto e’ scelto sul modello della propria persona) e
l’identificazione ( il soggetto, o una delle sue istanze) e’
costituita sul modello dei suoi oggetti precedenti, cioe’ i
genitori
Gli effetti del complesso di Edipo sulla strutturazione del
soggetto sono descritti in termini di identificazione: gli
investimenti sui genitori vengono abbandonati e sostituiti con
identificazioni piu’ adulte
L’ambivalenza che caratterizza le relazioni primarie si ripetera’
anche nelle identificazioni successive poiche’ essa e’
essenziale alla costituzione di qualsiasi identificazione
L’elaborazione della seconda teoria dell’apparato
psichico mostra la crescente importanza del concetto
di identificazione
Le istanze della persona non sono piu descitte in
termini di sistemi in cui si trascrivono immagini,
ricordi, contenuti psichici ma come i residui , con
diverse modalita’,delle relazioni oggettuali
 In ‘Psicologia delle masse’ (1921) distingue tre modi
di identificazione:
a) come forma originaria del legame affetivo con
l’oggetto: si tratta di una identificazione preedipica
contrassegnata dalla relazione cannibalesca
ambivalente
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b) come sostituto regressivo di una scelta oggettuale
abbandonata: Freud nota che l’identificazione puo’
non riguardare l’insieme dell’oggetto ma solo un suo
aspetto
c) pur senza alcun investimento sessuale dell’altro,il
soggetto puo’ identificarsi con esso in quanto esiste
tra loro un elemento comune
Infine lo studio dell’ipnosi e della psicologia dei gruppi
lo induce a contrapporre l’identificazione che
arricchisce una istanza della personalita’ al processo
contrario in cui l’oggetto e’ messo al posto di una
istanza , per esempio nel caso del leader che si
sostituisce all’ideale dell’Io dei membri del gruppo
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Il termine identificazione va distinto da
termini affini quali incorporazione,
introiezione,interiorizzazione
Incorporazione e introiezione sono prototipi
dell’identificazione o di determinate sue
modalità in cui il processo mentale e’ vissuto e
simbolizzato come un’operazione somatica
(ingerire, divorare, conservare dentro di se’)
Tra identificazione e interiorizzazione la
distinzione e’ piu’ complessa in relazione alla
natura di cio’ a cui il soggetto si assimila.
L’identificazione si effettua con oggetti: persona
(assimilazione di un Io ad un Io estraneo) o tratto di
una persona ( oggetti parziali)
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L’interiorizzazione riguarda una relazione
intersoggettiva e in particolare riguarda il processo
attraverso il quale delle relazioni intersoggettive sono
trasformate in relazioni intrasoggettive (
interiorizzazione di un conflitto, di un divieto)
L’interiorizzazione presuppone una differenziazione
strutturale nell’apparato psichico che consenta di
vivere relazioni e conflitti a livelli intrapsichico
Quindi non tutte le strutture di personalita’ possono
accedere all’interiorizzazione, preferendo una fase di
identificazione per imitazione
L’identificazione possiede grande importanza
all’inizio della vita e la tendenza ad identificarsi e’ in
rapporto allo stadio di sviluppo dell’Io
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Tanto piu’antico e’ lo stadio di sviluppo dell’Io tanto
piu’ massiccio e’ l’uso dell’identificazione
La primissima identificazione, l’identificazione
primaria, e’ quella del neonato con la madre: e’
attraverso di lei che riceve le gratificazioni dei
fondamentali bisogni primari : questo primissimo
stadio di indifferenziazione viene progressivamente
abbandonato a favore della formazione progressiva di
altri tipi di attaccamento e di identificazione con altri
attributi, sia dei genitori (ora oggetti totali) che delle
altre persone che compongono la famiglia
All’inizio i bambini di entrambe i sessi si identificano
con la madre e solo in un secondo momento imitano
altre persone, sviluppando delle identificazioni
secondarie
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Quando il bambino ha raggiunto uno sviluppo
psichico che gli consente di distinguersi dagli altri,
cominciano ad emergere delle precise identificazioni
secondaria.
Questo tipo secondario di identificazione è riflesso
chiaramente nel processo attraverso cui il bambino
risolve la propria angosciosa rivalita’ edipica
identificandosi con il genitore del proprio stesso sesso
L’identificazione prosegue lungo tutto lo sviluppo
psicosessuale rivestendo pero’ sempre un’importanza
fondamentale nella costituzione dell’identita’
Quali sono dunque le sindromi cliniche che
evidenziano un uso massiccio e difensivo
dell’identificazione
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Ogni disturbo che comporti una dose significativa di
regressione ravviva le primissime identificazioni con persone
che hanno avuto importanza emotiva nell’infanzia
Gravi stati depressivi come nella schizofrenia
Condizioni di estrema perdita, come nel lutto
Reazioni di conversione in cui le disfunzioni corporee del
paziente ( paralisi,anestesia) sono spesso modellate su
analoghi disturbi psichici
Stati di personalita multipla in cui la personalità rimossa o
disconosciuta ,che puo’ assumere il controllo della coscienza e
del comportamento manifesto, e’ spesso derivata da
identificazioni con altre persona
Anna Freud richiamo’ per prima l’attenzione
sull’uso di meccanismi psichici in senso difensivo in
‘L’Io e i meccanismi di difesa’ del 1946
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L’identificazione, quando viene usata come
difesa, si riferisce all’assunzione automatica e
inconscia di tratti , qualita’ e caratteristiche di
una persona emotivamente importante, allo
scopo di evitare o attenuare il conflitto
derivante dalla perdita reale o simbolica di
quella persona oppure dalla paura di un
aggressione reale o fantasmatica da parte della
persona stessa.
Relativamente alla struttura della
personalita’avremmo un diverso uso del meccanismo
dell’identificazione a seconda dello stadio evolutivo
in cui la psiche e’ rimasta bloccata
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La struttura psicotica corrispondendo ad un
cedimento dell’organizzazione narcisistica primaria
dei primi istanti di vita, non solo impedisce
l’identificazione del bambino con la madre ma anche
l’essere identificato dalla madre come oggetto
distinto poiché essa stessa personalita’ incompleta.
Quindi e’impossibile sia l’identificare sia
l’identificarsi poiche’ questi meccanismi, usati non in
senso difensivo, comportano un se pur primitivo
riconoscimento dell’altro, che nella struttura
psicotica, non e’pervenuto
E’nella struttura melanconica che troviamo il
meccanismo dell’identificazione, se pur rimanendo
nell’organizzazione psicotica
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L’economia pulsionale ,precedentemente pervenuta ad un
livelli in cui lo stadio fallico aveva potuto svolgere il ruolo di
organizzatore,e’ costretta a regredire a stadi pregenitali orali e
anali, a causa del riattivarsi della ferita narcisistica primaria.
Se prima la minaccia era rappresentata dal rischio di perdere
l’oggetto, ora e’rappresentata dal sentimento di perdita attuale
dell’oggetto.
I sentimenti ostili vengono supportati dall’identificazione del
soggetto con l’oggetto: io sono come l’oggetto ,l’oggetto che
mi ha abbandonato e’ cattivo , io sono cattivo.
I fantasmi infatti sono legati al lutto per l’oggetto, lutto
impossibile da realizzare anche perche’ non riconosciuto come
altro da se ( lutti congelati e depressioni espulse – Racamier_)
“ Non l’ho perduto perche’ io sono lui-quindi e’ qui con me”
Ogni atto mancato e’ un discorso compiuto ( Lacan)
Questo tipo di relazione e’tanto piu’ reale nella
struttura nevrotica per l’identificazione del soggetto
con il sintomo
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Infatti nella struttura nevrotica e’mantenuta la coesione tra
contenente e contenuto, che rappresenta l’oggetto stesso del
linguaggio: ma e’ proprio l’identificazione primaria che viene
nascosta e che va ripristinata
Nella nevrosi ossessiva l’identificazione e’ tra pensieri e
desideri e corrisponde ad una regressione dell’Io dall’atto
verso il pensiero (al posto del fare c’e’ il pensare)
Nella struttura isterica d’angoscia l’angoscia di castrazione si
fissa in particolare sul timore che il pensiero si realizzi quindi
cio’ che e’da evitare e’ il contatto con l’oggetto ansiogeno,
lasciandolo a portata di sguardo
Nella struttura isterica di conversione l’identificazione del
pericolo e’ dato dal veder realizzato un passaggio all’atto
proibito con un oggetto tenuto in una distanza prossimale
Il meccanismo dell’identificazione, piu’ in termini
imitativi, e’ particolarmente rilevante negli stati
limite
 Lo stato limite, nella sua lotta contro la depressione
per la perdita dell’oggetto, non utilizza solamente la
rimozione, che richiederebbe una migliore
elaborazione genitale, ma per non doversi sdoppiare
l’Io si deforma distinguendo un registro adattivo e un
registro anaclitico, secondo una dialettica
dipendenza-dominio
 I genitori dei soggetti stati limite hanno infatti
incoraggiato una relazione ideale: ‘se ti identifichi
con cio’ che io vorrei che tu fossi, il premio sara’ il
mio amore, sempre insaziabili pero’ sul piano
narcisistico
Questo aspetto sembra essere particolarmente
evidente nella relazione terapeutica di transfert
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Il paziente prepsicotico,cosi’ perso nel proprio mondo
interno e confuso rispetto alla realta’ esterna,
cerchera’ in ogni modo di capire cosa voi vi aspettate
da lui e di soddisfarlo : vi portera’ in seduta prodotti
sempre pui’ ideali , e sempre meno reali proprio
perche’ il suo aggrappamento e’ la vostra realta’ (
come lo e’ stata quella dei genitori )
L’identificazione è per lui un meccanismo quasi di
orientamento: se capisce verso cosa deve andare,
identificando una meta, non si perdera’ma continuera’
ad appoggiarsi ad una realta’fuori di se’ e quindi non
sul proprio mondo interno.
In una prospettiva psicoanalitica il concetto di
identificazione primaria denota una sovrapposizione
tra la posizione orale e quella imitativa
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Il primo oggetto d’amore orale , la prima reazione di
moto verso lo stimolo esterno (es. la suzione) e la
prima percezione sono la stessa cosa
Il bambino impara a percepire il mondo esterno
imparando a identificare sia gli oggetti primari (la
madre e i suoi contenuti )che gli oggetti secondari ,
cioe’ quegli oggetti che appaiono nel panorama
psichico solo dopo la differenziazione Io/non-Io
L’identificazione, come tutti i meccanismi, non nasce
a scopi difensivi ma integrativi per permettere
l’assimilazione e l’ntegrazione del mondo esterno
Dato che l’identificazione e’ uno dei fattori che
contribuiscono alla formazione del Super-Io , essa
quindi occupa un posto importante nel dominio degli
istinti
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A volte , pero’, combinandosi con altri
meccanismi,essa costituisce una delle armi piu’
potenti dell’Io nella lotta contro gli oggetti
esterni generatori di angoscia.
E’ come se avvenisse una metamorfosi
attraverso la quale la paura del soggetto di un
oggetto temuto viene trasformata in una
piacevole sicurezza: e’ l’identificazione con
l’aggressore
L’identificazione con l’aggressore infatti si riferisce
al processo difensivo attraverso cui un soggetto per
evitare l’angoscia ,diventa uguale al temuto
aggressore
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Il terrificante potere della persona temuta viene allora percepito
come se emanasse dal proprio se’, con il vantaggio di ritenerlo
sotto il proprio controllo e di dirigerlo verso gli altri
L’identificazione avviene sia assumendo la stessa funzione
aggressiva sia imitando fisicamente o moralmente la persona
dell’aggressore
Secondo Anna Freud,che lo ha descritto per prima,questo
meccanismo sarebbe prevalente nella costituzione dello stadio
preliminare del Super-Io, in cui l’aggressione rimarrebbe
rivolta verso l’esterno e non verrebbe ancora rivolta contro il
soggetto sotto forma di autocritica, cioe’ consapevolezza della
funzione difensiva
Anna Freud individuò l’identificazione con
l’aggressore in vari contesti :aggressione sia fisica
che morale
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Il soggetto, di fronte ad un pericolo esterno (
rappresentato spesso da una critica proveniente da
una autorita’) si identifica con il suo aggressore
assumendone sia la funzione aggressiva che morale
sia imitandone la potenza percepita
Il soggetto passa attraverso un primo stadio in cui
l’insieme della relazione aggressiva e’ capovolta :
assumendo il ruolo dell’aggressore o imitando
l’aggressione ricevuta, il bambino si trasforma da
minacciato in minacciante
E’ l’identificazione secondaria che apre la strada
all’identificazione con l’aggressore, quindi al
complesso edipico e alla costituzione del Super-Io
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L’angosciosa rivalita’ edipica e la risoluzione della stessa
attraverso l’identificazione con il genitore dello stesso sesso,
permette al b/o di interiorizzare le norme genitoriali , anche
sotto forma di minaccia di punizione fantasmatica, fornendo
continuamente al Super-Io materiale su cui forgiarsi
Anche dopo che la critica esterna e’ stata interiorizzata,
l’offesa viene proiettata all’esterno e l’aggressivita’ ad essa
connessa : l’intolleranza verso gli altri precede la severita’
verso se stesso.
In realta’ proietta il senso di colpa: e’ condannabile cio’ che ho
fatto (introiezione) ma non e’ colpa mia ( autocritica
spiacevole ) ma tua ( annulla il senso di colpa verso se stesso
per le malefatte degli altri )
Puo’ accadere che qualcuno si arresti ad uno stadio
intermedio nello sviluppo del Super-Io e non porti
mai a compimento l’internalizzazione del processo di
critica
 Questi soggetti pur percependo la propria colpa
continuano a comportarsi in modo particolarmente
aggressivo nei confronti degli altri
 In questi casi il Super-Io si comporta verso il mondo
esterno con altrettanta durezza di quanta ne dimostra
il Super-Io del melanconico : forse un arresto di
questo tipo nella evoluzione del Super-Io sta ad
indicare uno inizio abortivo di uno stato depressivo
 L’identificazione con l’aggressore rappresenta da un
lato una fase preliminare nell’evoluzione del SuperIo, dall’altra una fase intermedia nella formazione
degli stati paranoicali
Nel primo caso la somiglianza e’ data dal
meccanismo dell’identificazione, nel secondo da
quello della proiezione
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La combinazione tra introiezione e identificazione cioe’
l’identificazione con l’aggressore, si puo’ considerare normale
fino a che l’Io la impiega nel suo conflitto con l’autorita’, cioe’
nello sforzo di dominare gli oggetti ansiogeni
All’interno del setting analitico ci permette di distinguere tra
gli attacchi d’ansia, dovuti al contatto con contenuti inconsci
pronti ad essere resi consci, e gli attacchi di aggressivita’
dovuti all’identificazione con l’atteggiamento critico che il pz.
ci attribuisce
Finche’ sugli impulsi peserà la paura della punizione
l’aggressivita’ aumenterà e svanirà solo quando venga
annullata la paura del castigo
Questo stadio dello sviluppo del Super-Io costituisce
una fase preliminare del senso morale
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La vera moralita’ comincia quando la critica
interiorizzata , fatte sue le esigenze del Super-Io,
coincide con la percezione delle proprie mancanza da
parte dell’Io
Da quel momento la severita’del Super-Io e’rivolta
all’interno piuttosto che all’esterno e il soggetto
diventa meno tollerante nei riguardi dell’altro
Raggiunto questo stadio dello sviluppo, l’Io si trova a
dover sopportare il dolore piu’ acuto , quello dovuto
all’autocritica e al senso di colpa
La sua indignazione aumenta tutte le volte che
e’prossima la percezione di una colpa propria
Il meccanismo dell’identificazione con l’aggressore
non figura negli scritti di Freud ma ne aveva
descritto il meccanismo in ‘Al di la’ del principio del
piacere’ (1920)
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Ferenczi a sua volta ricorre a tale definizione per descrivere la
reazione del bambino ad una aggressione sessuale da parte di
un adulto: il comportamento descritto come risultato della
paura consiste in una sottomissione totale alla volonta’
dell’aggressore e cio’ che viene introiettato, e che provoca il
cambiamento della personalita’, e’ il senso di colpa dell’adulto
Accanto ad Anna Freud molti altri autori si sono occupati del
meccanismo difensivo dell’identificazione con l’aggressore :
Daniel Laganche lo pone all’origine della formazione dell’Io
ideale : nell’ambito delle richieste del b/o verso l’adulto , il b/o
si identifica con l’adulto dotato di potenza il che comporta un
misconoscimento dell’altro e la sua sottomissione
A.Spitz fa largo uso del meccanismo
dell’’identificazione con l’aggressore : per lui il
ribaltamento dell’aggressione contro l’aggressore e’
il meccanismo principe nell’acquisizione del no che
colloca verso il 15° mese
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Tale meccanismo infatti viene spesso collocato
nell’ambito di una relazione non triangolate
quanto duale , la cui essenza e’ di carattere
sado-masochistico
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