Area promozione e
protezione sociale
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I PIANI DI ZONA
Il processo che i Comuni
della
provincia di Trieste si apprestano ad
avviare, finalizzato alla progettazione
condivisa dei primi tre piani di zona
(uno per ciascun ambito socioassistenziale), raccordato con i piani
delle attività assistenziali dell’ASS n.1,
trova i propri riferimenti valoriali e
strategici in una serie di linee di
indirizzo date da:
• le politiche sociali europee - vedi
Consiglio Europeo di Lisbona 2000;
• legge quadro 328/2000 e riforma del
titolo V della Costituzione;
• legge regionale n. 23/2004, Linee guida
per PDZ e PAT del 2004.
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La visione strategica
Il Piano di zona
è
un
processo di
pianificazione che coinvolge la comunità
locale nelle sue diverse espressioni:
istituzionali, delle formazioni sociali e delle
persone-cittadini .
Si inizia perseguendo un primo obiettivo:
costruire il sistema degli interventi e dei
servizi sociali, con l’intenzione di arricchire
nel tempo il processo facendo diventare il
Piano di zona un vero e proprio “piano
regolatore sociale cittadino”.
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In tale contesto
i Comuni della
Provincia
intendono
promuovere
alleanze e acquisire il consenso dei
cittadini e delle Istituzioni per un
Piano di zona che poggia sulla
seguente visione strategica:
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FAR SI’ CHE LE POLITICHE SOCIALI NEI NOSTRI
TERRITORI DIVENTINO FATTORE DI SVILUPPO
SOCIO-ECONOMICO,
ATTRAVERSO
LA
PROMOZIONE DELLA COESIONE SOCIALE E
L’ATTIVAZIONE DELLE PERSONE-CITTADINI.
SI TRATTA DI LAVORARE PER ATTIVARE
CAMBIAMENTI CHE INVESTANO NON SOLO LE
CONDIZIONI INDIVIDUALI DEI SOGGETTI , MA
ANCHE I CONTESTI E GLI STILI DI VITA DELLE
PERSONE E DELLE COMUNITA’, SUPERANDO
LOGICHE
INDIVIDUALISTICHE
E
ASSISTENZIALI.
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I principi guida del processo
di pianificazione
coinvolgimento e partecipazione
attiva dei cittadini e della comunità
locale
sussidiarietà e solidarietà
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sostenibilità
integrazione delle politiche sociali
riconversione della spesa
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La “ mission” del primo
piano di zona
Secondo una logica processuale e
incrementale, attraverso il primo
Piano di zona i Comuni, organizzati
negli ambiti, si propongono di fare
sistema per un impegno plurale e
integrato su tre direttrici:
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
promuovere il benessere delle
persone e della collettività;

sostenere l’autonomia delle persone,
delle famiglie, dei gruppi, delle zone;

tutelare i soggetti , i gruppi, le zone
a rischio.
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Si intende partire dal riconoscere,
valorizzare, la funzione sociale (e
relativa mission) dei diversi
soggetti/attori che decideranno di fare
sistema , individuando problematiche
sociali e priorità condivise, per
convergere verso un’area di impegno
comune, creando sinergie, portando
innovazione, riducendo sprechi e
inefficienze.
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Ambiti e Azienda per i Servizi Sanitari n.1
Triestina concordano – per il primo triennio
di programmazione - sull’individuazione
dei seguenti obiettivi:
1.
individuare con i partner già in rete
con il Comune le azioni che
consentono
l’integrazione
e
ottimizzazione delle politiche già in
atto, in relazione agli interventi
ritenuti concordemente prioritari in
ciascuna area tematica
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2.
allargare
l’integrazione
e
ottimizzazione delle politiche già in
atto ai partner istituzionali che si
renderanno disponibili a partecipare
al processo
3.
consolidare alcune sperimentazioni e
innovazioni già avviate, allargando la
rete dei soggetti partecipanti sulla
base di un processo di coinvolgimento
svolto a livello territoriale
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Il primo piano di zona costituisce
l’avvio di un processo, fondato su
momenti di ascolto e progettazione
partecipata.
Sono individuate 5 Aree problema
cui corrisponderanno 5 Tavoli
tematici.
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 Minori, famiglia, giovani e donne
 Disabili
 Anziani
 Esclusione sociale (inclusi
immigrazione, salute mentale,
dipendenze)
 Azioni di sistema
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Ambiti e Azienda per i Servizi
Sanitari n.1 Triestina concordano
di realizzare tale processo di
programmazione con incontri a
livello provinciale e di ambito.
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Per realizzare gli obiettivi e le finalità del
primo piano di zona, ai tavoli tematici si
intende proporre di partire da una
discussione orientata ad approfondire 5
assi di innovazione:
1) Ridefinire le responsabilità sociali
attraverso la promozione e il
riconoscimento di una funzione sociale a
soggetti/formazioni sociali del territorio
2) Migliorare l’accessibilità alla rete dei
servizi sociali, sociosanitari ed educativi
3) Migliorare e potenziare i servizi
domiciliari, promuovendo e integrando
l’aiuto delle risorse informali con quelle
formali (piani assistenziali integrati con
famiglie, servizi, vicinato e volontariato)
al fine di contrastare
l’istituzionalizzazione in tutti i suoi
significati e pratiche, sostenendo una
rete integrata di servizi socio-sanitari
orientati a sviluppare azioni per il
mantenimento della capacità di
autogestione delle persone
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4) Promuovere la socialità, per una
cultura del vivere insieme in città
5) Sostenere i percorsi delle persone
verso una vita attiva e autonoma
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Per far crescere l’integrazione sociosanitaria è necessario avviare un
programma di azioni di sistema
impegnato a costruire miglioramenti per:
 unità multiprofessionali in tutte le
aree di intervento
 diffusione generalizzata della
formulazione dei progetti
personalizzati
 sviluppo della funzione del
coordinatore del caso
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 punti unici di accesso
IL PROCESSO
Il percorso da concordare va orientato a
definire a fine anno un accordo di
programma che sia il più possibile largo e
partecipato
nella
sua
costruzione,
rispondente ai bisogni dei territori e della
comunità, nella consapevolezza che il primo
triennio
consentirà
principalmente
l’attivazione di un sistema di relazioni
strutturate
e
finalizzate
a
creare
collaborazioni coerenti .
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La fase dell’informazione
È rivolta a:
- Cittadini
- Organizzazioni sindacali
- Istituzioni
- Terzo settore
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Durante gli incontri d’informazione si
lavora per presentare le modalità di
svolgimento del percorso e della
partecipazione e stimolare la
partecipazioni ai tavoli; nello stesso
tempo si raccolgono dai presenti
importanti segnalazioni riguardanti i
bisogni emergenti nei territori, gli
interventi ritenuti prioritari, altri
contributi che possono essere utili ad
arricchire il processo di programmazione.
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Le conferenze di consenso
Gli incontri con interlocutori istituzionali sono
finalizzati a:

Svolgere un primo confronto fra le mission
nell’ambito sociale di ciascun soggetto e le
programmazioni in corso

Verificare delle possibilità di coordinamento e
collegamento fra le programmazioni in essere

Sollecitazione a partecipare alla costruzione e
al successivo lavoro dei tavoli tematici
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Risultato atteso:
sensibilizzare, stimolare la
partecipazione dei soggetti
istituzionali ai tavoli; prima verifica
delle aree di integrazione più
facilmente attivabili
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È necessario rilevare l’interesse e il
livello di partecipazione (Scheda di
Adesione) attivando sin d’ora canali
comunicativi a diverso livello, per
ottenere un contributo alla
conoscenza dei problemi e per
condividere priorità d’intervento,
programmi e azioni da realizzare
insieme.
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Presentazione Istituzioni