Affido di neonati:
riflessioni da una ricerca
Ondina Greco
Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia
Università Cattolica di Milano
[email protected]
Firenze, 19 marzo 2015
l’orizzonte di pensabilità:
quale immagine di famiglia e di neonato?
I protagonisti dell’affido di neonati:
di chi si parla?
chi manca?
che cosa si dice di ciascuno di essi?
famiglia adottiva
neonato
Obiettivi della ricerca
Operatori
•
•
Famiglie
Individuare
le
rappresentazioni
degli
operatori
riguardo
all’affidamento di neonati e alle sue
caratteristiche.
Identificare i vissuti e le dinamiche
relazionali legate alla conduzione
dell’esperienza
di
affidamento
familiare di neonati
•
•
Individuare
le
rappresentazioni
degli affidatari di neonati, in merito
alla loro esperienza di affidamento
familiare
Identificare i vissuti e le dinamiche
relazionali emerse nell’esperienza
di affidamento familiare di neonati
Campione
Operatori
•
•
10 operatori (psicologi, assistenti
sociali, responsabili) di sei Centri
per l’affido del Nord Italia che si
occupano di affido di neonati
(Bologna, Genova, Reggio Emilia,
Torino, Vicenza, Milano)
Famiglie
Diciotto coppie di affidatari di
neonati (0-3 anni) ed un affidatario
single (37 soggetti), contattate
attraverso i Centri coinvolti e
attraverso lo “snow- balling”
Bambino
•
Età all’arrivo: da pochi giorni a 18
mesi; permanenza: da pochi giorni
a 12 mesi
Metodologia
Operatori
Famiglie
Approccio
•
•
Qualitativo
Qualitativo
Strumenti
•
Questionario sugli aspetti strutturali del
Servizio
•
Intervista semistrutturata
• Intervista semi-strutturata di
coppia
• Disegno simbolico: “ora
chiediamo a ciascuno di
rappresentare la sua esperienza
di affido di neonati mediante un
disegno e di commentarlo” (37
disegni)
Metodologia di analisi
•
•
Raccolta dati strutturali
T-Lab e Analisi carta matita delle
interviste
•
•
T-Lab ed Analisi carta matita delle
interviste
Analisi dei disegni: i protagonisti
dell’affido e le principali tematiche
emerse
Prima fase
Risultati della ricerca con gli
operatori
Prima e dopo l’affidamento di neonati…
Le ragioni dell’intervento
Fattori di rischio legati al neonato
Abbandono alla nascita
Malattia fisica o mentale
Trascuratezza o maltrattamento (fisico, emotivo o abuso sessuale)
Fattori di rischio legati al genitore/i:
Malattia fisica grave
Immaturità (madri o padri adolescenti)
Problemi lavorativi e abitativi; incapacità di provvedere al bambino
Problemi di dipendenza
Psicopatologia
E dopo l’affido?
Circa il 55% dei neonati in affido viene adottato
Il 25% dei neonati viene collocato in un’altra famiglia affidataria o in case
famiglia o comunità alloggio
Il 20% dei neonati torna nella propria famiglia d’origine
Lemmi maggiormente occorrenti
nelle interviste agli operatori: chi manca?
2500
2376
2000
1500
1104
1134
1000
522
642
474
500
pe
c.
ta
ra
ar
i
es
zio
n
ua
sit
tem
po
/du
at
aff
id
to
na
ne
o
o
mb
in
ba
aff
ido
0
Analisi carta-matita delle interviste degli
operatori
•
•
•
•
•
•
•
Affido:
progettato “per il benessere del bambino in un contesto familiare”
Il neonato:
indifeso, abbandonato, maltrattato, con problemi di salute, ma allo stesso
tempo pieno di potenzialità, “lindo di storia e di legami” (bambino–non-figlio);
La famiglia affidataria:
“la famiglia esperta”; “la forza più grande dell’intervento di affido”,
in rete, matura, sostitutiva;
La famiglia naturale:
“inadeguata”; “fragile, in difficoltà”; madri sole, adolescenti, immature, che
generalmente provengono dalla comunità, madri o padri abbandonati,
“adagiati”, assenti
Gli operatori:
“soli…stanchi, affaticati per l’enorme responsabilità …”; “difensori dei bambini”,
“registi”, con un “forte coinvolgimento emotivo complesso da gestire”.
I passaggi critici:
i momenti di separazione: per il bambino la dimissione dall’ospedale, la separazione
dalla famiglia affidataria e per la famiglia affidataria la separazione dal bambino.
Dimensione temporale
prima congestionata, poi indefinita
Affido madre- bambino
 la Famiglia affidataria accogliente per il bambino ma anche per la
madre
capace di un “doppio affido”: del bambino, della mamma e della
loro relazione
 la Famiglia d’origine rappresentata sia con limiti sia con risorse.
genitore naturale con risorse potenziali da sviluppare: madri
sole,adolescenti, immature, che generalmente provengono dalla
comunità
 il neonato è rappresentato come “figlio” e pensato con un legame
con i genitori naturali. Il focus sui legami di attaccamento sia tra
bambino, mamma e famiglia affidataria sia tra bambino e mamma.
Tra bambino e famiglia d’origine i legami sono considerati
esistenti e da supportare.
 gli Operatori restano più sullo sfondo, ma vengono pensati quali
registi dell’affido.
Seconda fase
Risultati della ricerca con i
genitori affidatari
Lemmi maggiormente occorrenti
nelle interviste agli affidatari: chi manca?
800
700
600
500
400
300
200
100
0
neonato
bambino
famiglia affid. famiglia adott.
operatori
sociali
"noi coppia"
Analisi carta-matita delle interviste degli
affidatari
L’ affido:
«è utile per il bambino»
L’esperienza individuale degli affidatari:
«…è un legame pieno di emozioni…», «un’esperienza
bella e di crescita »
L’esperienza degli affidatari in quanto famiglia :
«…l’affido è ospitare un bambino…nella nostra famiglia»
«…un’esperienza di coppia…»
La complessità dell’esperienza:
«… conoscere un bambino…incontrare una nuova
persona…»
« …essere consapevoli dell’impegno richiesto da questo
intervento… »
La dimensione temporale:
«..l’ansia per la separazione dal bambino…»;
«…un’esperienza breve…»
«.. un passaggio tra un “prima” e un “dopo”…»
Quali i protagonisti dei 37 disegni simbolici?
25
20
20
19
15
10
5
3
2
famiglia d'origine
servizi sociali,
tribunale
2
0
neonato in affido
membri famiglia
affidataria
Il contenuto dei disegni
L’affido di neonati è …
1. ... aiutare un bambino
a crescere …
2. … incontrare la diversità
3. Amare e riscaldare un bambino…
4. … dargli ospitalità
5. … accompagnare il bambino …
6…sostenerlo e proteggerlo
Dialettica tra forma e contenuto dei
disegni
Senza commento
Questo dovrebbe
essere un sole, la cosa
più splendente che
esiste…
Dal contrasto tra il contenuto del disegno ed il suo commento esplicito
e dall’utilizzo drammatico del colore e delle linee sembrano emergere
le forti emozioni latenti legate all’esperienza di caring o al vissuto del
distacco dal bambino
L’affido madre- bambino
1. L’arrivo di due persone a casa nostra …
2. Una strada che all’inizio si è interrotta per sempre, ma
che ha un punto di arrivo …
3. Carlo è il sole della mia vita
Risultati della ricerca sugli operatori
Affidamento neonato
• Situazione di partenza delle famiglie d’origine molto problematica
(genitori “gravemente inadeguati”, assenti, “adagiati”)
• L’intervento è centrato sul bambino, sul suo benessere e sui nuovi
legami di attaccamento
• Il bambino è il protagonista dell’intervento, accanto alla famiglia
affidataria
• Poco tematizzata la relazione tra genitori naturali e bambino, famiglia
d’origine e famiglia affidataria
• L’affido madre - bambino sottolinea teoricamente il legame madre neonato, ma nella pratica, per la difficoltà di concretizzarlo e di
sostenerlo nella sua logica protettiva del legame, finisce per perdere
un po’ la sua portata “rivoluzionaria”
• L’esito dell’affido può essere il ritorno del bambino nella sua famiglia
d’origine, il passaggio ad un’altra famiglia affidataria oppure
l’adozione
Risultati della ricerca sugli affidatari
Interviste
Elevato coinvolgimento del
nucleo familiare ristretto, ma
anche delle reti formali ed
informali di supporto
Vissuti emotivi molto forti,
sia positivi, sia negativi
Centralità
dell’aspetto
temporale
dell’esperienza:
ambivalenza
verso
la
separazione dal neonato
(paura
che
l’affido
si
prolunghi, paura che l’affido
finisca)
Disegni
Profondità e molteplicità
delle dinamiche affettive che
coinvolgono
la
famiglia
affidataria di un neonato
Complessità
dei
vissuti
emotivi
Famiglia
d’origine
del
neonato e operatori sia
sociali sia giuridici sono
protagonisti pallidi, quasi
assenti.
Conclusioni della ricerca
• Sia gli operatori che i genitori affidatari sembrano avere una
rappresentazione polarizzata della famiglia d’origine e della famiglia
affidataria del neonato. Tale tendenza alla semplificazione agisce
molto spesso quando il contesto appare troppo complesso, nel
tentativo di semplificarlo per decodificarlo e poter agire (Tversky e
Kahneman, 1982)
• La famiglia tende ad essere rappresentata come per natura positiva
o negativa. Così i genitori naturali rischiano di essere raffigurati
come irreparabilmente inadeguati e questa rappresentazione a priori
rischia di trasformarsi in una profezia autoavverantesi.
• Sia gli operatori che i genitori affidatari si rappresentano il neonato
come bambino, ma non come figlio di qualcuno (la questione è: c’è
qualcosa prima dell’intervento di affido?)
Riflessioni sui contributi di
ricerca riguardo all’affido di
neonati
1. I neonati hanno bisogno di sentirsi accolti e sostenuti in un
rapporto di tipo “genitoriale”, con caregivers stabili.
2. L’affido è un evento familiare, anzi metafamiliare
3. Resistere alle semplificazioni: famiglie naturali e
resilienza…
3. L’affido neonati ha bisogno di un sostegno ancora
maggiore agli affidatari, perché viene chiesto loro un
compito difficile da gestire
5.Gli stessi operatori devono trovare sostegno in un lavoro di
equipe, che non li lasci soli nella gestione delle emozioni e
nella responsabilità
L’affido è un evento familiare,
anzi metafamiliare
Il minore è in grado di discriminare le diverse relazioni in cui è
inserito, a partire da una base sicura e purché i diversi soggetti
siano in relazione (positiva) tra di loro >>>tema della
gradualità dei passaggi e della non-distruzione dei legami
precedenti.
Emerge quindi come tema particolarmente problematico quello
del riconoscimento delle origini; l’allontanamento precoce
sembra precludere agli occhi sia degli operatori che delle
famiglie affidatarie la questione dell’origine altra, che porta
con sé anche una storia familiare ed intergenerazionale.
Resistere alle semplificazioni:
la famiglia naturale
Resilienza non è…
Un set di tratti che uno ha o non ha “per natura”
(chi è resiliente “per natura” non ha bisogno degli operatori;
davanti a chi non ha resilienza, gli operatori sono impotenti)
Resilienza è…
•
una categoria relazionale, non individuale
Resilienza diadica (supporto reciproco nel rapporto di coppia, parentale, amicale…)
Resilienza della famiglia estesa
Resilienza nella storia intergenerazionale (modelli positivi nella storia familiare)
Resilienza nella comunità (vicinato, parrocchia, rete amicale, operatori, gruppi…)
•
un processo che può evolvere positivamente
*le risorse non esistono nel vuoto, ma vanno evocate nella
relazione (Karpel, 1986)
*non focalizzare solo il soggetto: i problemi possono essere nel
contesto! (Walsh, 2008, 2010)
*coinvolgere la famiglia in quanto risorsa; cercare le risorse
ovunque nella rete vedi Progetto “Una famiglia per una famiglia”, Paideia
(www.fondazione paideia.it)
“Un caldo e provvisorio nido”: la famiglia
affidataria
• l’affido di neonato deve essere particolarmente sostenuto per diminuire per gli affidatari il rischio di
idealizzare il proprio ruolo, perdendo di vista la condizione di figlio del minore: infatti vista l’età dei
neonati, spesso si dimentica che essi ‘sono figli di qualcuno’, in favore di una rappresentazione di
‘bambini lindi di storie e legami’.
• l’età ed i bisogni particolari dei neonati – il frequente e prolungato contatto fisico, con le forti
emozioni che esso suscita - da un lato riattivano il desiderio adottivo, inizialmente non presente nelle
famiglie che si offrono per l’affido di neonati, dall’altro rendono più faticoso il distacco e la
separazione dal bambino, che devono essere particolarmente curati e supportati.
• La fase di separazione dalla famiglia affidataria (sia nel ritorno alla famiglia naturale che verso la
nuova famiglia adottiva) deve essere graduale e si deve permettere che qualcosa del legame con la
famiglia affidataria possa essere mantenuto nel tempo.
•L’affidamento dei neonati richiede perciò un’attività di sostegno accurata e continua, sia sul versante
della famiglia naturale, che della famiglia affidataria e del bambino
Operatori: da supervisori a
custodi
Della serie di compiti affidati agli operatori
sociali vorrei sottolineare in questa sede
il compito di
custodi dell’orizzonte meta familiare
che caratterizza l’affido, in grado di tenere
dentro di sé l’orizzonte complesso in cui
l’affidamento prende forma.
Gli operatori: le funzioni del gruppo di lavoro
reggere
con-tenere
sostenere
sorreggere
e…
pensare
distinguere
confrontare
Greco O., Comelli I., Iafrate R.
Tra le braccia un figlio non tuo
Operatori e famiglie nell’affidamento di neonati
Franco Angeli, Milano, 2011
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slide - Tavolo Nazionale Affido