A.S.
2000/2001
Alla scoperta delle
civiltà precolombiane
Ipertesto realizzato dalle
classi V A e V B
Alla scoperta delle civiltà
precolombiane
Chi siamo
Aztechi, Inca e Maya
Le attività lavorative
La vita familiare
La guerra
La vita religiosa
La cultura
Le città
Chi siamo
VA
VB
I nostri lavori
VA
VB
I nostri lavori
•Vaso di terracotta
•Ciotola azteca
•Collana
•Orecchini
•Manufatti d’uso
quotidiano
•Decorazioni
murali
•Piatto maya
•Coppa mixteca
Vaso di
terracotta
Vaso di terracotta,
decorato
parzialmente a
mosaico
proveniente da una
tomba nobiliare
Ciotola
azteca
Ciotola azteca
impreziosita da
un motivo
astratto di linee
zigzaganti.
In genere le
decorazioni
dipinte erano
bicolori
Collana
Collana con
ciondolo a forma di
testa umana. Veniva
indossata da un
nobile.
Orecchini
Bracciali e orecchini
intagliati a figure
antropomorfe e
floreali facenti parte
di un corredo
funerario
Manufatti d’uso
comune
Manufatti d'uso
quotidiano molto
antichi rinvenuti
in una sepoltura
datata 110 a.c
Decorazioni
murali
Decorazioni murali
rappresentanti gli
aztechi
Piatto maya
Piatto Maya
decorato,
mostra
un’animata
scena di caccia
Coppa mixteca
Coppa mixteca con
un colibri'
appollaiato sul
bordo ,la base
della coppa e'
decorata con il
caratteristico
motivo della
" greca a gradini "
Aztechi, Maya e Inca
Introduzione
Il popolo Maya
Gli Aztechi
Gli Inca
Introduzione
Gli esploratori spagnoli che nel XVI secolo si
avventurarono nel continente Americano vennero a
contatto con due grandi civiltà, la prima in
Mesoamerica (il territorio che, all’epoca della
conquista, era controllato da Aztechi e Maya) e l’altra
in Sudamerica (la zona della regione andina centrale
soggetta alla dominazione degli Inca).Gli abitanti di
queste regioni, un vero e proprio mosaico di tribù e di
nazioni, avevano raggiunto livelli altissimi di
civilizzazione, creando capolavori d’arte, costruendo
città d’incomparabile bellezza e sviluppando un
atteggiamento originale nei confronti della vita. Le
solide fondamenta su cui poggiava l’organizzazione
economica, politica e sociale di ognuno di questi
imperi erano state poste da civiltà precedenti.
Il popolo Maya
L’impero dei Maya inizio intorno al 1.000
a.C. e concluse il proprio dominio nel
1697. Sebbene religione e cultura fossero
comuni a tutta la popolazione, i Maya non
avevano un unico re o una sola capitale.
Ogni città si governava autonomamente e
aveva a capo un sovrano di nobili origini. I
Maya
avevano
una
conoscenza
particolarmente
approfondita
della
Aritmetica e dell’Astronomia e avevano
sviluppato un proprio sistema di scrittura
geroglifica.
Gli Aztechi
L’impero azteco si estendeva dalla costa
del Pacifico a quella Atlantica
dell’America Centrale. È probabile che
inizialmente gli Aztechi fossero un
popolo nomade. Nel XII secolo
conquistarono la Valle del Messico dove,
in una zona paludosa nei pressi del lago
Texcoco, fondarono la loro capitale
Tenochtitlàn. Le città crebbe via via per
dimensioni e importanza fino a diventare
la capitale di un potente impero. Gli
Aztechi assoggettarono numerose tribù
dalle quali esigevano tributi.
Gli Inca
Nel 1438 gli Inca conquistarono le zone
attorno alla città di Cuzco, nelle Ande, e
fecero di quest’ultima la loro capitale:
l’impero Inca divenne cosi lo Stato più
importante degli altipiani andini. Grazie a
un efficiente sistema amministrativo,
riuscivano a mantenere sotto controllo il
loro sterminato territorio. Gli Inca erano
abilissimi nella lavorazione dei metalli,
tra cui l’argento, il rame e l’oro.
Le attività lavorative
L’agricoltura
La caccia e la pesca
Il commercio e i tributi
La filatura e la tessitura
I mastri vasai
I metalli preziosi
Le pietre preziose
L’agricoltura
L’agricoltura costituiva un’attività fondamentale per le civiltà
precolombiane, che utilizzavano tecniche molto avanzate: quando
sbarcarono sul continente americano, i conquistatori spagnoli si trovarono
di fronte ai più esperti coltivatori del mondo. La coltivazione del mais e
quella delle patate furono importate in Europa dall’America Centrale e
dalle Ande. In queste regioni il lavoro agricolo era svolto esclusivamente
dall’uomo: nell’America Centrale non c’erano animali che potessero
trasportare carichi o tirare l’aratro mentre le popolazioni andine
disponevano soltanto del lama inadatto a trasportare carichi pesanti. Le
tecniche di coltivazione variavano a seconda del clima e delle
caratteristiche del terreno. Per gli Aztechi le coltivazioni più produttive
erano quelle realizzate nelle chinampas, appezzamenti di terreno realizzati
sulle rive paludose dei laghi.
La realizzazione
delle chinampas
Il primo passo per realizzare le
chinampas era delimitare, all’interno
di una zona paludosa, delle strette
strisce di forma rettangolare tra le
quali venivano poi scavati canali per il
passaggio delle canoe. Per preparare il
terreno
da
coltivare,
si
sovrapponevano diversi strati di
vegetazione lacustre, arricchita con il
fango prelevato dal fondo. Per dare
maggiore solidità all’appezzamento,
lungo il suo perimetro venivano
piantati dei salici.
La caccia e la pesca
La caccia e la pesca erano attività importanti nell’America Centrale e nelle
regioni andine. Carne e pesce erano parte integrante dell’alimentazione,
soprattutto nella zona delle Ande, e il loro consumo variava a seconda della
disponibilità nelle diverse aree geografiche. Nelle regioni montuose
settentrionali delle Ande, riccamente popolate di animali, vivevano grandi
mammiferi come la vigogna (simile al lama) e il cervo. Nell’America Centrale,
invece, gli animali più grossi erano il pecari (una specie di cinghiale) e il cervo:
per cacciarli si utilizzavano arco e frecce. Altri animali più piccoli, come cani e
conigli, venivano catturati con le reti. Le popolazioni precolombiane pescavano
crostacei, pesci e mammiferi marini utilizzando reti e arpioni e ricorrendo
anche alla lenza. Come ami adoperavano spine di cactus, conchiglie e ossa,
scegliendo le più resistenti. In Sudamerica venivano fabbricati anche ami di
rame.
Il commercio e i tributi
Nell’America Centrale e nella regione
andina, era soprattutto il popolo a finanziare
le casse pubbliche attraverso il pagamento
dei tributi, da cui erano esenti le classe più
agiate, gli ammalati e gli invalidi.
Il commercio di ogni tipo di prodotti era
fiorente in entrambi le regioni: In America
Centrale, i frutti della terra venivano venduti
in splendidi mercati. I mercanti aztechi
effettuavano lunghe spedizioni in paesi
lontani per procurarsi piume di uccelli
tropicali, oro, pietre pregiate e pelli di
giaguaro.
La filatura e la tessitura
Nessun altro popolo del continente americano ci ha
lasciato un patrimonio di stoffe meravigliosamente
intessute come gli antichi peruviani. Si tratta di lavori di
squisita fattura che, collocati nelle tombe, si sono
conservati intatti nel tempo grazie al clima estremamente
secco di alcune zone del Perù. La filatura e la tessitura
erano praticate da tutte le donne, sia in America Centrale
sia nella regione andina. A loro era affidato il compito di
confezionare quanto era necessario per la famiglia e, al
tempo stesso, di realizzare lavori quale forma di tributo da
versare alle autorità. In America Centrale si utilizzavano
soprattutto le fibre di cotone e di agave, mentre gli abitanti
della regione andina privilegiavano le lane di alpaca e
lama.
I mastri vasai
Le ceramiche decorate sono tra le più significative
espressioni delle antiche civiltà andine. Anche gli abitanti
dell’America Centrale vantavano una ricca e articolata
tradizione in questo campo, tuttavia in nessuna delle due
regioni si utilizzava il tornio. La produzione comprendeva
oggetti dalle forme molto varie, sui quali venivano poi
dipinti, incisi o impressi i motivi ornamentali. Le ceramiche
di maggior pregio erano destinate ai ricchi o venivano
utilizzate durante le cerimonie religiose, mentre quelle di
foggia più semplice trovavano impiego nella vita di tutti i
giorni. Poiché le culture andine non disponevano di un
sistema di scrittura, vasi e recipienti rappresentano una
preziosa fonte di informazioni sulle società che li produssero,
sulle loro credenze religiose e sulle diverse influenze culturali
cui furono soggette.
I metalli preziosi
I peruviani iniziarono a lavorare i metalli preziosi 3500 anni fa, epoca a cui
risale il più antico manufatto venuto alla luce nelle Ande. In seguito le
tecniche andarono perfezionandosi e la pratica si diffuse ampiamente in
Sudamerica. Intorno all’850 a.C. lo stesso tipo di lavorazione fu introdotto
in America Centrale. Tra i metalli preziosi più comuni nel continente
americano, si collocano al primo posto oro, argento e platino, che venivano
impiegati principalmente per realizzare oggetti di uso rituale, ninnoli e
gioielli. Spesso gli artigiani abbinavano oro e argento, oppure rame e
oro(questa combinazione era detta tumbaga). Dato il grande valore
attribuito all’oro, i monili realizzati in questo metallo erano considerati
segno di ricchezza e di potere, tanto che le tombe delle persone più
facoltose erano colme di oggetti in oro e argento tempestati di pietre
preziose.
Le pietre preziose
Inca, Maya e Aztechi amavano moltissimo le pietre dure di ogni tipo e i
loro abili artigiani le utilizzavano per creare oggetti di squisita fattura. Gli
Inca prediligevano le turchesi, che incastonavano in monili d’oro e
d’argento, mentre agli abitanti dell’America Centrale piacevano un po’
tutte le pietre lucide e colorate, come la giada e le pietre verdi in genere, e
poi turchese, onice, cristallo di rocca e porfido (un tipo di roccia di color
rosso cupo). Con esse venivano realizzati gioielli e una serie infinita di
recipienti, maschere e sculture. In America Centrale, la giada era
considerata il materiale più pregiato in assoluto anche per il suo valore
simbolico: infatti veniva associata all’acqua, il fluido vitale, e al colore
della pianta di mais, l’alimento principe di quelle popolazioni. La
turchese, infine, era molto apprezzata e finemente lavorata sia in America
Centrale sia nella regione andina.
La vita familiare
Oggi sposi
I giochi dei bambini
La casa
Cibi e bevande
Oggi sposi
Presso i popoli dell’America Centrale l’uomo, in quanto marito e padre, era
il capofamiglia, responsabile del benessere della moglie e dei figli, al cui
sostentamento provvedeva lavorando duramente e pagando le tasse. La
moglie, invece, dedicava tutte le sue energie alla cura dei figli e della casa.
Fin da piccole, le femmine imparavano a tessere e a cucinare, mentre i loro
fratelli seguivano il padre nel lavoro. L’istruzione era gratuita per tutti, ma i
figli dei nobili disponevano di scuole a loro riservate. Nella regione andina,
le cose funzionavano allo stesso modo: il padre lavorava per mantenere la
famiglia e pagare le tasse, la madre si occupava della casa, aiutava il marito
nel lavoro e si prendeva cura dei bambini. Presso gli Inca non esistevano
scuole per la gente comune, che doveva quindi provvedere autonomamente
all’istruzione dei figli.
I giochi dei bambini
Fino all’età in cui iniziavano ad aiutare i genitori, i bambini
trascorrevano la giornata giocando, fuori e dentro la propria casa.
Nella foto vediamo un giocattolo di ceramica su rotelle che ha la forma
di un cane. Reperti di questo tipo dimostrano che gli abitanti
dell’America Centrale conoscevano la ruota, anche se la utilizzavano
solo a scopo decorativo e non per finalità pratiche quali il trasporto dei
carichi. Giocattoli con le ruote sono stati rinvenuti soprattutto nelle
tombe situate in alcune zone del Golfo del Messico. Probabilmente si
riteneva che questi oggetti potessero aiutare l’anima del defunto a
trovare la pace nell’aldilà.
La casa
Gli Aztechi, i Maya e gli Inca vivevano in case semplici, molte delle quali
costituite da una sola grande stanza e arredate in modo essenziale. La
maggioranza delle abitazioni azteche e maya era realizzata in adobe, mentre gli
Inca alternavano a questo materiale la pietra. Presso gli Aztechi, l’arredamento si
componeva di letti realizzati con stuoie di canne intrecciate, tavoli bassi e casse
per riporre i vestiti. La casa comprendeva un cortile interno con la cucina e un
piccolo santuario, mentre il bagno si trovava in una costruzione separata. Le
abitazioni dei nobili e dei dignitari erano invece più vaste e articolate, arredate in
modo più elaborato e circondate da giardini più spaziosi.
La tipica casa Inca era di forma rettangolare, aveva il tetto di paglia ed era
costituita di solito da una sola stanza. Gli Inca non possedevano mobili di alcun
genere. I blocchi di pietra utilizzati per costruire le case erano tagliati con tale
precisione da aderire perfettamente l’uno all’altro anche senza l’impiego di
malta.
Cibi e bevande
Abitanti dell’America Centrale e delle regioni andine avevano una dieta
povera. L’alimento principale era il mais, coltivato in entrambe le regioni
insieme ad altri vegetali, quali i fagioli e le zucche. Per quanto riguarda gli
altri cibi, patate e quinta (una pianta erbacea coltivata per i suoi semi)
provenivano dalle Ande, mentre avocado e pomodori erano consumati
prevalentemente in America Centrale, insieme a frutta di ogni genere. Il mais
veniva cucinato fino ad ottenere una specie di farinata, chiamata atole in
America Centrale e capia in territorio inca. I dolci di mais erano molto diffusi
in entrambe le regioni,mentre gli abitanti dell’America Centrale mangiavano
le tortillas, specie di frittelle a base di farina di mais, a ogni pasto. Uno dei
piatti preferiti da Inca e Aztechi era il tamales, una specie di “insaccato” di
mais cotto a vapore ripieno di verdure o di carne. In America Centrale il pasto
principale veniva consumato durante le ore più calde. Entrambe le popolazioni
si alimentavano due volte al giorno.
La guerra
Il guerriero
Le armi
Il guerriero
La guerra occupava una parte importante nella vita degli abitanti dell’America
Centrale e dell’impero inca, e gli scontri tra le città-stato erano frequenti. A 17
anni i giovani dell’America Centrale venivano arruolati nell’esercito e
sottoposti a un periodo di intenso addestramento. Gli Inca e i popoli
dell’America Centrale erano educati all’arte della guerra e incoraggiati a
sviluppare uno spirito combattivo. Tra gli Aztechi il modo più efficace e
diffuso per migliorare la propria posizione sociale era quello di dimostrarsi
valorosi in battaglia. Uno degli obiettivi fondamentali di ogni scontro armato
era la cattura di guerrieri nemici da offrire agli dei: convinti che fossero il
cuore e il sangue dei prigionieri coraggiosi a nutrire il Sole, permettendogli di
rinascere ogni mattina, i guerrieri aztechi erano costantemente impegnati in
una “guerra santa”. Sia gli Inca che gli Aztechi conquistarono via via nuove
terre, che inglobarono nei rispettivi imperi. E vedendo crescere la propria
potenza e ricchezza, furono presi dal desiderio incontenibile di compiere
sempre nuove conquiste, per arricchire lo stato e dare maggiore lustro
all’impero.
Le armi
Solitamente il guerriero era armato di lance
di legno, con lame bordate di selce o
ossidiana, e di una maquabuitl, una clave in
legno lunga circa 76 centimetri e provvista,
lungo i lati, di lame di ossidiana
particolarmente affilate inserite in apposite
scanalature. Il corredo del guerriero
comprendeva poi giavellotti acuminati e
scudi rotondi con frange protettive di piume
d’uccello. Per i sacrifici umani venivano
adoperati anche coltelli in selce e ossidiana.
La vita religiosa
Introduzione
Il tempio di Tenochtitlàn
Gli dei
La vita dopo la morte
I sacrifici umani
La vita religiosa
La religione permeava ogni aspetto della vita degli Inca e dei popoli
dell’America Centrale. I principali luoghi di culto erano i templi dedicati alle
divinità. Gli abitanti della regione andina adoravano una serie di reliquie e di
oggetti insieme alle forze della natura a essi associate, denominate huacas.
Anche gli Aztechi veneravano dei luoghi sacri. Per gli Inca, il Sole
rappresentava la divinità più importante all’interno della religione di stato.
Considerato una forza dominante e un simbolo di potere e prestigio, era
oggetto di un culto finalizzato soprattutto a garantire raccolti abbondanti.
Anche gli Aztechi tenevano in grande considerazione il Sole: convinti di
vivere nell’”Era del Quinto Sole”, pensavano che essa un giorno avrebbe
avuto fine con un improvviso cataclisma. Era proprio per allontanare questo
momento che compivano sacrifici. Era loro dovere alimentare gli dei con
sangue umano, così da mantenere in vita l’astro celeste.
Il tempio di Tenochtitlàn
Nel cuore della città di Tenochtitlan esisteva
una zona sacra delimitata da una cinta di
mura. All’interno, su un’unica grande
piramide, sorgevano i due santuari gemelli
dedicati rispettivamente a Tlaloc, il dio della
pioggia, e a Huitzilopochtli, dio della guerra e
divinità tribale azteca. Il Grande Tempio era il
centro fisico e spirituale del mondo azteco,
dove avevano luogo i sacrifici umani e dove
confluivano le offerte agli dei. Ogni sovrano,
una volta salito al potere, cercava di costruire
un nuovo tempio più imponente e maestoso di
quelli realizzati dai suoi predecessori. I nuovi
templi venivano costruiti sopra quelli
precedenti.
Gli dei
Gli Inca e i popoli dell’America Centrale erano politeisti. Le loro
religioni, fondate soprattutto sul culto delle divinità della Terra, erano
molto simili, sebbene differissero per nomi e simboli. In generale, la
gente invocava gli dei per ottenere raccolti abbondanti, buona salute e
benessere economico. Al centro del pantheon inca c’era il dio creatore
Viracocha, a cui facevano corona gli dei del Sole, della Luna, delle
stelle e del tuono, oltre alle divinità della Terra e del mare. Dato il
ruolo preminente svolto in entrambe le regioni dall’agricoltura, la
“Madre Terra”, o dea della Terra, rivestiva un’importanza particolare.
Dal canto loro, gli Aztechi fecero propri anche molti dei appartenenti
ad altre civiltà. Come accadeva per gli Inca, nel loro universo ogni
divinità era associata a un aspetto del mondo della natura o a una
forza naturale.
La vita dopo la morte
Gli antichi popoli dell’America Centrale e del Sudamerica credevano che,
dopo la morte, la vita continuasse in un altro mondo. Per questo ponevano
accanto ai defunti oggetti di ogni genere, nella convinzione che si
sarebbero rivelati utili nell’aldilà. Analizzando i reperti rinvenuti nelle
tombe, i codici preispanici e i primi manoscritti di epoca coloniale, gli
archeologi sono riusciti a ricostruire almeno in parte la concezione della
morte e della vita ultraterrena sviluppatasi nelle due regioni. Per gli
Aztechi, era il modo in cui una persona moriva e non il tipo di vita che
aveva condotto a decidere della sua esistenza nell’aldilà. Se la morte era
naturale, l’anima transitava attraverso i nove livelli dell’Ade per giungere a
Mictlan, il regno del dio della morte. I guerrieri uccisi in battaglia e le
donne morte di parto si univano invece al dio del Sole nei cieli.
I sacrifici umani
I riti religiosi celebrati dagli Inca e dai popoli dell’America Centrale prevedevano
anche i sacrifici umani. Presso gli Inca e gli Aztechi, tali sacrifici venivano compiuti
nel corso di speciali cerimonie che avevano luogo nei templi o sulle vette delle
montagne, mentre i Maya a volte gettavano le loro vittime in pozzi. I sacerdoti maya
praticavano i sacrifici in occasione delle principali festività, celebrate in vari periodi
dell’anno. Gli Inca, al contrario, limitavano questa pratica ai momenti di grave crisi e
agli eventi straordinari. Presso gli Aztechi, infine, i sacrifici umani erano frequenti.
Le vittime designate potevano essere uomini, donne o bambini (solo a volte ci si
accontentava di animali). Per quanto riguarda le modalità del macabro rito, gli Inca
in genere praticavano lo strangolamento delle donne, i Maya talvolta ricorrevano
all’annegamento, mentre gli Aztechi strappavano il cuore dal corpo della vittima.
Gran parte di queste cerimonie era rivolta agli dei del Sole, della pioggia e della
Terra. Il sacrificio umano rappresentava un momento di comunione con le divinità:
l’idea di fondo era che, alimentando gli dei con il sangue e il cuore delle vittime,
questi avrebbero conservato intatto l’ordine cosmico. La gente, infatti, credeva che,
così come gli dei avevano sacrificato se stessi durante la creazione del Sole e della
Luna, anche l’uomo dovesse fare altrettanto.
La cultura
La medicina
I numeri e la scrittura
Abiti e accessori
La lavorazione delle piume
Le maschere
La musica e la danza
I giochi e gli sport
La medicina
Magia, superstizioni e una discreta conoscenza del corpo umano
ispiravano i metodi utilizzati dai popoli dell’America Centrale e
andini per curare le malattie. In America Centrale, il ruolo di
levatrice, guaritore e “medico”, era spesso affidato alle donne
particolarmente esperte nell’uso dei rimedi naturali. Gli andini
credevano che la malattia avesse un’origine soprannaturale e
sfruttavano le proprietà curative delle erbe, cui attribuivano sia un
potere magico sia una reale efficacia medicinale. Gli Aztechi
utilizzavano alcuni minerali e anche la carne di certi animali. Gli
Inca “prescrivevano” l’urina per calmare la febbre, mentre in altre
situazioni ricorrevano al salasso. I loro chirurghi erano in grado di
praticare la trapanazione del cranio e, se necessario, di amputare un
arto. Per gli interventi chirurgici, sia gli abitanti dell’America
Centrale che gli andini adoperavano lame e bisturi in ossidiana.
I numeri e la scrittura
Sia i popoli dell’America Centrale che gli antichi peruviani erano soliti registrare una serie
di informazioni, ma con modalità e contenuti alquanto diversi. I primi avevano elaborato un
sistema di scrittura mediante il quale fissavano i dettagli della loro storia e le informazioni
di carattere amministrativo. I secondi, invece, non tenevano documenti scritti ma
annotavano i dati relativi ai tributi e alle merci contenuti nei depositi sul quipu, uno
strumento costituito da una serie di fili annodati. Il sistema di scrittura dei Maya era in
grado di tradurre per iscritto tutte le possibilità del linguaggio grazie a un complesso
miscuglio di elementi fonetici e ideografici: tra questi ultimi erano i cosiddetti “glifi”,
pittogrammi in cui ogni oggetto era rappresentato da un disegno. Con i glifi si poteva anche
esprimere un concetto astratto: la guerra, ad esempio, era simboleggiata da una mazza e da
uno scudo. Una vasta gamma di materiali era utilizzata per la scrittura: lastre murali,
architravi e altri monumenti in pietra, codici, vasi funerari, monili di giada. I popoli
dell’America Centrale erano ossessionati dai numeri e dal trascorrere del tempo. Sia gli
Aztechi che i Maya avevano concepito un pratico sistema numerico vigesimale – cioè
basato sul numero 20 – e disponevano di due calendari: quello solare, che regolava la vita
quotidiana, e quello sacro, che determinava lo schema della vita religiosa.
Abiti e accessori
Abitanti dell’America Centrale e del Sudamerica vestivano in modo molto
diverso, tuttavia presso entrambi l’abito rifletteva in modo inequivocabile la
posizione sociale. Chi indossava indumenti in tessuti pregiati, con elaborati
motivi ornamentali a colori vivaci, era senza dubbio di rango elevato. Gli
Inca confezionavano i propri abiti in lana, sebbene preferissero il cotone
delle regioni costiere. In particolare, gli indumenti di lana di alpaca venivano
indossati dalla gente comune, mentre quelli di vigogna, setosi e morbidi,
erano riservati ai nobili. Nell’America Centrale, invece, si utilizzavano il
cotone e altre fibre vegetali. Gli abiti erano di foggia estremamente sobria: in
molti casi, si componevano di un semplice pezzo di tessuto drappeggiato
attorno a una parte del corpo. In entrambe le regioni gli uomini portavano il
perizoma e un mantello sulle spalle. Le donne azteche indossavano una
gonna avvolta attorno ai fianchi. Alcuni capi di abbigliamento come i
poncho e le tuniche, si infilavano dalla testa ed erano cuciti ai lati.
La lavorazione delle piume
Apprezzate per i meravigliosi colori e per il naturale splendore, le piume degli
uccelli tropicali costituivano un prezioso oggetto di scambio e tributo sia in America
Centrale che nella regione andina. Gli uccelli tropicali venivano catturati e allevati in
cattività proprio per le loro piume, con le quali gli artigiani creavano splendidi
motivi ornamentali e disegni di squisita fattura. Per gli abitanti dell’America
Centrale, le piume più pregiate erano quelle verdi iridescenti del quetzal. Gli Inca
utilizzavano le piume per impreziosire gli abiti destinati a occasioni particolari.
Inoltre, le adoperavano per abbellire tuniche o copricapi e per comporre meravigliosi
mosaici. In questo caso, il motivo realizzato veniva incollato a una base rigida e
serviva a decorare oggetti non proprio aggraziati come gli scudi. Gli abilissimi
artigiani aztechi creavano stupendi abiti destinati esclusivamente ai nobili, mentre i
Maya fabbricavano oggetti di incantevole fattura, come certi ornamenti che dal capo
scendevano lungo il dorso della persona, facendola rassomigliare a un uccello
appena posatosi al suolo.
Le maschere
Gli antichi abitanti del continente americano
portavano maschere realizzate in oro,
ossidiana, giada, legno e altri materiali. Le
maschere, inoltre, venivano collocate sulle
mummie per proteggere i defunti dalle insidie
dell’aldilà
e
costituivano
parte
dell’abbigliamento in occasione delle festività.
Presso gli Inca e gli Aztechi, per i quali la
musica e la danza costituivano una forma di
espressione religiosa, maschere e costumi
assumevano un significato simbolico. Tuttora
in America Centrale e nella regione andina la
gente indossa maschere durante feste e
celebrazioni.
La musica e la danza
Forme d’arte come la musica, il canto e la danza
erano molto diffuse tra le popolazioni dell’America
Centrale e andine, come dimostrano le numerose
opere in ceramica decorate con scene di uomini e
donne che suonano e danzano. In entrambe le
regioni, gli strumenti musicali più diffusi erano
sonagli, fischietti, trombe, flauti, campanelli di
rame e conchiglie, mentre gli strumenti a corda
erano praticamente sconosciuti. In Sudamerica la
musica era piuttosto ripetitiva e spesso gli strumenti
utilizzati producevano un'unica nota. La musica e la
danza erano strettamente legate alla religione: tutti,
dal dignitario al contadino, prendevano parte ai
canti e ai balli in onore delle divinità.
I giochi e gli sport
Anche i giochi e gli sport, come ogni altro
aspetto della vita degli Aztechi, avevano un
risvolto religioso. I giochi più popolari erano
i patolli, simile al backgammon, e l’ulama,
un gioco con la palla già praticato dai Maya
e da altre civiltà dell’America Centrale molto
tempo prima degli Aztechi. Il gioco della
palla rivestiva un forte significato simbolico:
il cortile in cui si svolgeva rappresentava il
mondo, mentre la palla evocava il Sole e la
Luna. Si facevano scommesse sull’esito delle
partite e a qualcuno poteva capitare di
perdere tutto quello che possedeva, compresa
la vita.
Le città
Le città dell’America Centrale
Le città andine
Le città dell’America Centrale
Introduzione
Chichén Itza
Tenochtitlan
Le città dell’America Centrale
Le popolazioni dell’America Centrale costruirono le loro città in zone molto
diverse per clima e conformazione geografica, spaziando dagli altipiani alla
giungla e alle zone costiere. In particolare, gli Olmechi scelsero le regioni
tropicali, mentre il popolo di Teotihuacàn, i Toltechi e gli Aztechi optarono per
gli altipiani. Le città maya, invece, sorgevano sia sugli altipiani sia nelle zone
pianeggianti. Ovviamente, queste differenze di natura geografica influirono
sugli stili architettonici. Col passare del tempo, le dimensioni degli
agglomerati urbani andarono aumentando.Gli olmechi (1200 a.C.) vivevano in
piccoli centri, mentre Teotihuacan (200 a.C.) contava, secondo le stime,
almeno 150 000 abitanti. Nelle città dell’America Centrale le zone centrali
erano riservate agli edifici pubblici e religiosi e alle abitazioni di notabili e
governanti. La gente comune abitava all’esterno di queste aree esclusive.
Chichén Itzà
La città maya di Chichén Itzà
venne costruita in posizione
strategica al centro dello
Yucatàn e diventò ben presto
un importante centro di
commerci e scambi con
molte
altre
regioni.
Probabilmente
vi
si
insediarono gli invasori
toltechi.
Tenochtitlàn
Tenochtitlàn, il cuore fisico e spirituale
dell’impero azteco, era una città costruita
su un lago e attraversata da quattro strade
sopraelevate. Secondo il racconto dei
conquistatori spagnoli, le vie erano
grandi, spaziose e diritte. Al centro della
città sorgeva il Grande Tempio degli
Aztechi, circondato da un recinto
cerimoniale. Il tempio era dedicato
rispettivamente al dio della pioggia e al
dio della guerra, che era il dio degli
Aztechi. Immediatamente all’esterno del
recinto sorgevano palazzi, scuole di
addestramento militare, templi e un cortile
per il gioco della palla.
Le città andine
Introduzione
Cuzco
Machu Picchu
Le città andine
Le popolazioni della regione andina abitavano sugli altipiani o lungo la costa e
costruivano le loro città assecondando le caratteristiche morfologiche del terreno
e utilizzando i materiali disponibili sul posto. Il tipico edificio dell’altopiano
aveva il tetto spiovente in paglia e pareti in muratura. Sulla costa, invece, le pareti
delle case erano costruite in adobe (“mattoni” crudi di argilla essiccati al sole),
intonacate di fango e dipinte, mentre il tetto era piatto. A differenza delle città
costruite nelle zone pianeggianti della costa, come Chan Chan, i centri degli
altipiani dovevano fare i conti con le asperità del terreno, come nel caso di Machu
Picchu. Le prime case risalgono al IV sec. a.C. Le costruzioni pubbliche, come i
palazzi del governo, i magazzini, i ponti e i canali, venivano eificate direttamente
dai contribuenti, che pagavano in questo modo i tributi, mentre i materiali erano
messi a disposizione dallo stato.
Cuzco
Cuzco, la capitale politico-religiosa
dell’impero inca, sorgeva nel cuore delle
Ande, circondata da imponenti catene
montuose. La città era suddivisa in settori
delimitate da strette strade lastricate,
tracciate in modo da rappresentare i quattro
quarti dell’impero inca, ed era ricca di
templi, palazzi e piazze cerimoniali. La
zona centrale era riservata ai sovrani e ai
nobili. Gran parte dei suoi edifici venne
distrutta dagli spagnoli, che sulle rovine
inca eressero una loro città.
Machu Picchu
Situata in posizione strategica ai confini
dell’impero inca, la remota città di Machu
Picchu fu probabilmente costruita alla fine del
XV secolo. Sfuggita all’attenzione dei
conquistatori spagnoli, venne “riscoperta”
soltanto nel 1911. L’intero complesso esprime
in
modo
straordinario
la
grandezza
dell’architettura inca. Si tratta infatti di una
fortezza naturale protetta da ripidi pendii,
circondata da alte cime e raggiungibile da un
solo punto. Dei 143 edifici in granito, circa 80
erano case, mentre gli altri, e tra questi i templi,
erano destinati alle pratiche religiose. A Machu
Picchu sono state ritrovate numerose mummie,
per la maggior parte di donne.
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