Segni efficaci della
grazia di Dio,
istituiti da Gesù ,
per santificarci.
“segni efficaci”
I sacramenti operano “ex opere
operato”, cioè per il fatto stesso
che vengono amministrati.
I doni di Dio portano sempre in sé
qualcosa di buono: ogni
sacramento è un vero regalo da
parte di Dio, che di certo PUO’
agire dentro di noi.
“della grazia di Dio”
La Grazia di Dio è la sua AMICIZIA.
Quando siamo “in grazia di Dio”
significa che non abbiamo peccati
che ci appesantiscono e impediscono
di correre e giocare con Lui.
Ogni Sacramento serve a fare di Dio
il nostro “più grande amico”.
”istituiti da Gesù”
Nel celebrare i Sacramenti
(AMMINISTRARE), la Chiesa
ubbidisce a parole precise di Gesù,
che possiamo trovare nel Vangelo.
Per di più, quando la Chiesa
celebra, è Cristo che celebra, per
mezzo dello Spirito Santo, che dà
significato e valore ai gesti e alle
parole.
“per santificarci”
Perché ci donano l’amicizia con Dio,
hanno il potere di “santificarci”. Se
pensiamo ai Santi, essi non sono
altro che AMICI DI DIO.
Perciò, nel ricevere qualsiasi
Sacramento, è necessario farlo
con FEDE, CONSAPEVOLI e
PRONTI.
In ogni Sacramento c’è:
Un MINISTRO, che nella persona di Gesù
compie il Rito, e vuole fare le cose
secondo quanto insegna la Chiesa (“in
comunione” con essa).
Una FORMA, cioè la formula, l’insieme di
parole, che il ministro pronuncia.
Una MATERIA, il segno sensibile (che si
vede o si tocca).
Approfondimento:
GLI OLI SANTI
Ci sono tre tipi di olio santo:
1. l’OLIO DEI CATECUMENI viene usato nel
Battesimo in segno di fortificazione (i Romani si
ungevano prima delle lotte);
2. l‘OLIO DEGLI INFERMI ricorda gli antichi
unguenti medicinali;
3. il SACRO CRISMA si usa nel Battesimo, nella
Cresima e nell’Ordine, per indicare
consacrazione.
I sacerdoti li ricevono ogni anno il Giovedì Santo
dopo una cerimonia del Vescovo.
SACRAMENTI DELL’INIZIAZIONE
Battesimo – Cresima - Eucarestia
Sono la base della vita cristiana, perché
rendono l’uomo parte del mistero di Dio e
uniscono la sua vita a quella della Chiesa.
Inizialmente, i CATECUMENI li ricevevano
tutti insieme nella Veglia Pasquale.
In essi, rinunciamo al male, ci impegniamo
a vivere da cristiani, riceviamo per questo
la forza dello Spirito Santo e ci
alimentiamo di Gesù nella Comunione.
SACRAMENTI DELLA GUARIGIONE
Riconciliazione e Unzione dei Malati
In essi, la Chiesa rende presente la
misericordia e la bontà di Dio per noi.
Egli ama le sue creature ed è vicino a
quanti soffrono, pronto ad aiutarli.
Si prende cura, come il Buon
Samaritano, delle ferite dell’anima
(i peccati) e le sofferenze del corpo.
SACRAMENTI DEL
SERVIZIO NELLA COMUNITA’
Matrimonio e Ordine Sacro
Si basano sulle RELAZIONI tra gli uomini,
e per questo hanno come fine la
santificazione DEGLI ALTRI.
Pur in due modi diversi si vive comunque
l’AMORE: il prete esprime l’amore di Dio
come “ministro” (servo, come Gesù); gli
sposi si vogliono bene, e con la loro
unione generano dei bimbi.
 IL CARATTERE
Il BATTESIMO, la
CRESIMA, e l’ORDINE
imprimono in noi un
“carattere”, un segno
incancellabile.
In questo modo, un battezzato rimane per
sempre figlio di Dio, un cresimato appartiene
per sempre a Cristo, un consacrato rimane
per sempre diacono, prete o vescovo.
Prima di salire al cielo,
Gesù disse ai suoi
Apostoli: “Andate e
ammaestrate tutte le
nazioni, battezzandole
nel nome del Padre e
del Figlio e dello Spirito
Santo, insegnando loro
ad osservare tutto ciò
che vi ho comandato”
(Mt 28, 19-20)
Obbediente al comando di Gesù, la
Chiesa usa la forma: “Io ti battezzo
nel nome del Padre e del Figlio e
dello Spirito Santo”.
Nello stesso tempo, come materia, si
versa per tre volte un pochino di
ACQUA sul capo del bimbo.
Inoltre, nel Rito, si usano altri segni: l’Olio dei
Catecumeni, il Sacro Crisma, una piccola veste
bianca e una candela.
Il ministro solito del Battesimo è il
diacono, il sacerdote o il vescovo.
Quando un bambino sta per morire
senza aver ricevuto il Battesimo, e
non c’è un ministro di quelli detti
prima, QUALSIASI PERSONA,
purché agisca secondo la
Chiesa, può amministrare il
Battesimo, pronunciando la forma
e usando un po’ di acqua.
Nel Battesimo dei bambini, i genitori
si impegnano ad educare i figli
secondo gli insegnamenti di Gesù e
della Chiesa.
Sono aiutati da un PADRINO e/o una
MADRINA, persone vicine alla
famiglia, in grado di seguire il bimbo
e di insegnargli a vivere secondo la
fede. Secondo la tradizione, la madrina regge il
bambino nel momento del Battesimo.
Gesù ha promesso:
“Quando verrà il
Consolatore che io
manderò. Lo Spirito di
Verità che procede dal
Padre, egli mi renderà
testimonianza; e
anche voi mi
renderete
testimonianza”.
(Gv 15,26-27)
Il ministro della Cresima è il Vescovo.
In caso di necessità, anche un sacerdote
può farlo purché abbia ricevuto l’incarico
da parte del Vescovo.
Una croce tracciata sulla fronte con
il SACRO CRISMA è la materia; il
Vescovo impone le mani sui
cresimandi, ed essi rinnovano le
promesse del Battesimo.
Il ministro pronuncia la forma:
“Ricevi il sigillo dello Spirito
Santo, che ti è dato in dono”.
Il sigillo indica CONFERMAZIONE e
“consacrazione”: il cresimato si impegna ad
essere parte viva della Chiesa e riceve in pienezza
lo Spirito Santo, già ricevuto nel Battesimo.
Anche nella Cresima compare un PADRINO o una
MADRINA: devono rappresentare “punti di
riferimento” per la vita cristiana del cresimato,
che da questo momento deve “andare con le
proprie gambe”.
Lo Spirito Santo, porta con sé 7 doni:
Testo tratto da “I MAGNIFICI 7”, una canzone di P.Maurizio De Sanctis
1) SAPIENZA: “Io ti dico: vivi, non vivacchiare,
vivi con GUSTO e non lasciarti vivere, da’ sapore alla
vita che hai”.
2) INTELLETTO: “Io ti dico di guardare ben oltre
il tuo io, di cercare un po’ dentro e SCOPRIRE la
grandezza e il valore del tuo io”.
3) CONSIGLIO: “Io ti dico: pensa, RIFLETTI e poi
agisci, tieni i piedi per terra e vola verso l’alto”.
4) FORTEZZA: “Io ti dico di trovare il coraggio e
capire che ogni cosa che conta è fatica; sii FORTE: ne
vale la pena.
5) SCIENZA: “Io ti dico: conosci e comprendi la
scienza più vera, ti basta l’AMORE; diventa scienziato,
scienziato del cuore”
6) PIETA’: “Io ti dico: sii devoto al tuo Dio come un
INNAMORATO che offre la vita alla sua amata, e
scoprirai la gioia di una vita donata.
7) TIMOR DI DIO: “Io ti dico: non importa se
non piaci a nessuno, ciò che conta è piacere al tuo
Dio, occhio al suo sguardo, NON FARLO SOFFRIRE.
Nell’ultima cena, Gesù,
preso un pane, rese
grazie, lo spezzò e lo
diede loro dicendo:
“Questo è il mio
corpo, che è dato
per voi: fate questo
in memoria di me”.
(Lc 22,19)
La Celebrazione dell’Eucarestia è la
MESSA. Qui si rinnova ogni volta ciò che
avvenne a Emmaus, quando Gesù apparve
ai due discepoli, la sera del giorno di
Pasqua: Egli spiegò loro le scritture e
spezzò il pane.
Nell’Eucarestia Gesù diviene presente
sull’altare, proprio come quando, sulla
croce, si diede in sacrificio al Padre per la
nostra salvezza. La Messa è dunque lo
stesso SACRIFICIO.
Tutti quanti insieme celebriamo la
Messa. Tra noi il sacerdote
“presiede”, cioè rappresenta nella
comunità Gesù stesso. Il ministro
dell’Eucaristia è dunque il sacerdote.
Non si può celebrare la Messa se non si
hanno PANE e VINO. L’Eucaristia non è
solo pane, ma anche vino. Il pane deve essere
azzimo (non lievitato, quello usato da Gesù
stesso) e il vino deve essere vero vino di uva
(non un succo di frutta, per esempio).
Il centro della Messa è la
PREGHIERA EUCARISTICA, in cui
il sacerdote invoca lo Spirito Santo e
racconta ciò che Gesù ha fatto
nell’ultima cena.
La nostra partecipazione alla Messa è
piena se riceviamo la COMUNIONE. Per
farlo non possiamo avere il cuore pieno
di cattiverie (commetteremmo un grave
peccato) e dobbiamo non aver mangiato
da almeno un’ora.
L’Eucaristia è la cosa più grande che la
Chiesa celebra, e il cibo che più la
sostiene nella vita cristiana.
Per questo l’Eucaristia è chiamata
SANTISSIMO SACRAMENTO.
In tutte le Chiese il Pane
Consacrato si conserva nel
TABERNACOLO, dove tutti si
fermano in adorazione.
Passandovi davanti
facciamo la “genuflessione”.
Gesù, prima di salire al
cielo disse agli Apostoli:
“Pace a voi! A chi
rimetterete i peccati
saranno rimessi e a chi
non li rimetterete,
resteranno non
rimessi”.
(Gv 20,21.23)
Ogni sera è cosa molto buona che
ciascuno di noi faccia un bell’ESAME DI
COSCIENZA. Proprio come fa il dottore,
“facciamo una visita” al nostro rapporto
con Dio, e vediamo cosa non va.
Appena ci accorgiamo che le cose non
vanno troppo bene, e che la nostra
anima è un po’ sporchina, … corriamo
dal sacerdote, che è il ministro della
Riconciliazione, per una bella
CONFESSIONE.
Durante la Confessione, diciamo i
nostri peccati (il segno concreto):
è come un buttarli fuori da noi, un
metterli nelle mani di Dio.
Poi il sacerdote ci parla della bontà di Dio, e
nello stesso tempo ci aiuta a capire la gravità
del nostro errore. Ci invita ad una
preghiera (la PENITENZA), che si chiama
SODDISFAZIONE: appena abbiamo buttato
fuori le cose cattive, vogliamo riempirci di bene.
Il male non deve trovare in noi posto libero!
Dopo un ATTO DI PENTIMENTO
(Mio Dio mi pento… è il più comune), il
sacerdote pronuncia la forma: “Io
ti assolvo, nel nome del Padre
e del Figlio e dello Spirito
Santo. Amen.”
Dio ti ha perdonato: un momento di
RINGRAZIAMENTO non ci sta male! E’ come
un applauso a Dio per la bella “festa del
perdono” che ha fatto per te.
Dopo il mandato di Gesù, i
discepoli,
“partiti, predicavano
che la gente si
convertisse,
scacciavano demoni,
ungevano di olio molti
infermi e li guarivano”.
(Mc 6,12-13)
La più antica testimonianza di questo
sacramento si ha nella lettera
dell’apostolo Giacomo (5,14-15):
Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della
Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo
unto con olio, nel nome del Signore. E la
preghiera fatta con fede salverà il malato:
il Signore lo rialzerà e se ha commesso
peccati, gli saranno perdonati.
Oggi come allora, i sacerdoti (i
ministri dell’Unzione degli Infermi)
visitano le persone ammalate,
pregano con loro e ungono la fronte
e le mani con l’OLIO DEGLI
INFERMI, dicendo: ”Per questa santa
unzione e la sua piissima
misericordia, ti aiuti il Signore con la
grazia dello Spirito Santo. E
liberandoti dai peccati ti salvi, e
nella sua bontà ti sollevi”.
Gesù “salì sul monte e
chiamò a sé quelli
che egli volle ed essi
andarono da lui. Ne
costituì dodici che
stessero con lui e
anche per mandarli a
predicare”.
(Mc 3,13-14)
Il gesto principale del rito
dell’ORDINAZIONE è l’imposizione
delle mani da parte del Vescovo.
Egli è il ministro del sacramento
dell’Ordine.
Subito dopo, viene pronunciata una
preghiera di ordinazione.
Lo stesso sacramento è formato da 3 gradi:
1. il DIACONATO;
2. il PRESBITERATO;
3. l’EPISCOPATO;
1. IL DIACONATO
Fu ideato dagli Apostoli subito dopo la
Pentecoste, per l’assistenza dei poveri e dei
bisognosi. E’il primo compito del diacono: il
nome stesso dal greco significa “servo”.
Il diacono può battezzare, aiutare il sacerdote
durante la Messa (ma non presiederla), assistere
al Matrimonio, benedire.
Solitamente i giovani diaconi si stanno
preparando a diventare preti; ma esistono
anche DIACONI PERMANENTI, che
possono essere sposati.
2. IL SACERDOZIO
Il sacerdote si impegna in modo particolarissimo
a rendere la sua vita come quella di Gesù,
di cui è rappresentante nella Messa e nella
Confessione.
Al sacerdote spetta, oltre ad una intensa
preghiera per tutti i figli di Dio, consacrare il
pane e il vino e perdonare i peccati.
Tutti i sacerdoti ricevono un incarico dal loro
Vescovo, tra cui quello di PARROCO, cioè
guida di una comunità locale.
3. L’EPISCOPATO
I Vescovi (in latino episcopi) sono i principali
ministri di Dio (possono amministrare tutti i
Sacramenti). Per l’importanza di questo ministero,
per ordinare un Vescovo ne occorrono tre.
Al Vescovo spetta l’insegnamento del Vangelo
e la guida di una diocesi. In particolare, il vescovo
della diocesi di Roma è il massimo rappresentante di
Gesù sulla terra, il PAPA.
I tre GRADI si ricevono
“per accumulazione”:
il Sacerdote non smette
mai di essere diacono,
il Vescovo è anche diacono e
sacerdote.
Ad esempio, nelle
celebrazioni principali, il Vescovo indossa i
paramenti del diacono e sopra quelli del
sacerdote per la celebrazione della Messa.
Per ciascun grado, il Rito di Ordinazione
prevede dei segni esteriori (“esplicativi”):
Il Diacono riceve la stola e la indossa come la
cintura di sicurezza; riceve il libro dei Vangeli.
Il Sacerdote veste i paramenti per la Messa;
viene unto sulle mani con il Sacro Crisma;
riceve il pane e il vino per celebrare.
Il Vescovo viene unto col Sacro Crisma sulla
fronte; riceve il libro dei Vangeli, l’anello, la
mitria e il pastorale. Prende posto fra i
Vescovi presenti.
Gesù, insegnando, disse:
“L’uomo lascerà suo
padre e sua madre, e
si unirà a sua moglie, e
i due saranno una
carne sola. Così che
non sono più due, ma
una sola carne. Quello
che Dio ha congiunto
l’uomo non lo separi”.
(Mt 19, 5-6)
Sposandosi in Chiesa, l’uomo e la
donna consacrano davanti a Dio il
loro volersi bene e si promettono
fedeltà per tutta la vita.
Per questo motivo sono gli SPOSI
stessi i ministri del loro
Matrimonio. Il diacono o il
sacerdote benedicono la loro unione
e la ufficializzano.
Al momento del Matrimonio, di solito
durante la Messa, gli sposi si danno la
mano destra (segno di giuramento) e
dicono: “Io… prendo te… come mia/o
sposa/o e prometto di esserti fedele
sempre nella gioia e nel dolore, nella
salute e nella malattia, e di amarti e
onorarti tutti i giorni della mia vita”.
Come segno e testimonianza della loro unione,
gli sposi si scambiamo un anello, detto “fede
nuziale”, che il sacerdote benedice.
La Chiesa è criticata oggi perché dice che il
Matrimonio è “indissolubile”, cioè non
può essere sciolto, cancellato. Ma essa è
ubbidiente a quello che ha detto Gesù
(“l’uomo non separi…”) e richiama gli
sposi alla loro promessa
(“…tutti i giorni della mia vita”)
Gli sposi sono chiamati a vivere il
loro amore anche facendo nascere
e crescere dei bambini, secondo gli
insegnamenti di Gesù.
Tutte le altre azioni
della Chiesa, come i
FUNERALI e le
BENEDIZIONI, si
chiamano
Bibliografia essenziale:
1. Catechismo della Chiesa Cattolica,
Ed.Vaticana, 1992
2. Remo Lupi, I SACRAMENTI, Paoline
Editoriale Libri, 2000 (pratico cartellone
pieghevole)
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SACRAMENTI - Parrocchia Santa Caterina da Siena