Segni efficaci della grazia di Dio, istituiti da Gesù , per santificarci. “segni efficaci” I sacramenti operano “ex opere operato”, cioè per il fatto stesso che vengono amministrati. I doni di Dio portano sempre in sé qualcosa di buono: ogni sacramento è un vero regalo da parte di Dio, che di certo PUO’ agire dentro di noi. “della grazia di Dio” La Grazia di Dio è la sua AMICIZIA. Quando siamo “in grazia di Dio” significa che non abbiamo peccati che ci appesantiscono e impediscono di correre e giocare con Lui. Ogni Sacramento serve a fare di Dio il nostro “più grande amico”. ”istituiti da Gesù” Nel celebrare i Sacramenti (AMMINISTRARE), la Chiesa ubbidisce a parole precise di Gesù, che possiamo trovare nel Vangelo. Per di più, quando la Chiesa celebra, è Cristo che celebra, per mezzo dello Spirito Santo, che dà significato e valore ai gesti e alle parole. “per santificarci” Perché ci donano l’amicizia con Dio, hanno il potere di “santificarci”. Se pensiamo ai Santi, essi non sono altro che AMICI DI DIO. Perciò, nel ricevere qualsiasi Sacramento, è necessario farlo con FEDE, CONSAPEVOLI e PRONTI. …lo dice Gesù!!! • "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (...) Ecco, io sono con voi, sino alla fine del mondo". Matteo 28,18-20 • "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno". Giovanni 6,56 • "Per questo l'uomo lascia suo padre e sua madre e si unisce alla sua donna, e i due saranno una sola carne". Genesi 2,24 • "Non è bene che noi abbandoniamo la parola di Dio per servire alle mense: Perciò scegliete tra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di spirito santo e di sapienza, e affideremo loro questo ufficio". Atti degli apostoli 6,3 • "...ungevano di olio molti infermi, e li guarivano". Marco 6,13 In ogni Sacramento c’è: Un MINISTRO, che nella persona di Gesù compie il Rito, e vuole fare le cose secondo quanto insegna la Chiesa (“in comunione” con essa). Una FORMA, cioè la formula, l’insieme di parole, che il ministro pronuncia. Una MATERIA, il segno sensibile (che si vede o si tocca). Approfondimento: GLI OLI SANTI Ci sono tre tipi di olio santo: 1. l’OLIO DEI CATECUMENI viene usato nel Battesimo in segno di fortificazione (i Romani si ungevano prima delle lotte); 2. l‘OLIO DEGLI INFERMI ricorda gli antichi unguenti medicinali; 3. il SACRO CRISMA si usa nel Battesimo, nella Cresima e nell’Ordine, per indicare consacrazione. I sacerdoti li ricevono ogni anno il Giovedì Santo dopo una cerimonia del Vescovo. SACRAMENTI DELL’INIZIAZIONE Battesimo – Cresima - Eucarestia Sono la base della vita cristiana, perché rendono l’uomo parte del mistero di Dio e uniscono la sua vita a quella della Chiesa. Inizialmente, i CATECUMENI li ricevevano tutti insieme nella Veglia Pasquale. In essi, rinunciamo al male, ci impegniamo a vivere da cristiani, riceviamo per questo la forza dello Spirito Santo e ci alimentiamo di Gesù nella Comunione. SACRAMENTI DELLA GUARIGIONE Riconciliazione e Unzione dei Malati In essi, la Chiesa rende presente la misericordia e la bontà di Dio per noi. Egli ama le sue creature ed è vicino a quanti soffrono, pronto ad aiutarli. Si prende cura, come il Buon Samaritano, delle ferite dell’anima (i peccati) e le sofferenze del corpo. SACRAMENTI DEL SERVIZIO NELLA COMUNITA’ Matrimonio e Ordine Sacro Si basano sulle RELAZIONI tra gli uomini, e per questo hanno come fine la santificazione DEGLI ALTRI. Pur in due modi diversi si vive comunque l’AMORE: il prete esprime l’amore di Dio come “ministro” (servo, come Gesù); gli sposi si vogliono bene, e con la loro unione generano dei bimbi. IL CARATTERE Il BATTESIMO, la CRESIMA, e l’ORDINE imprimono in noi un “carattere”, un segno incancellabile. In questo modo, un battezzato rimane per sempre figlio di Dio, un cresimato appartiene per sempre a Cristo, un consacrato rimane per sempre diacono, prete o vescovo. Prima di salire al cielo, Gesù disse ai suoi Apostoli: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28, 19-20) Obbediente al comando di Gesù, la Chiesa usa la forma: “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Nello stesso tempo, come materia, si versa per tre volte un pochino di ACQUA sul capo del bimbo. Inoltre, nel Rito, si usano altri segni: l’Olio dei Catecumeni, il Sacro Crisma, una piccola veste bianca e una candela. Il ministro solito del Battesimo è il diacono, il sacerdote o il vescovo. Quando un bambino sta per morire senza aver ricevuto il Battesimo, e non c’è un ministro di quelli detti prima, QUALSIASI PERSONA, purché agisca secondo la Chiesa, può amministrare il Battesimo, pronunciando la forma e usando un po’ di acqua. Nel Battesimo dei bambini, i genitori si impegnano ad educare i figli secondo gli insegnamenti di Gesù e della Chiesa. Sono aiutati da un PADRINO e/o una MADRINA, persone vicine alla famiglia, in grado di seguire il bimbo e di insegnargli a vivere secondo la fede. Secondo la tradizione, la madrina regge il bambino nel momento del Battesimo. Gesù ha promesso: “Quando verrà il Consolatore che io manderò. Lo Spirito di Verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza”. (Gv 15,26-27) Il ministro della Cresima è il Vescovo. In caso di necessità, anche un sacerdote può farlo purché abbia ricevuto l’incarico da parte del Vescovo. Una croce tracciata sulla fronte con il SACRO CRISMA è la materia; il Vescovo impone le mani sui cresimandi, ed essi rinnovano le promesse del Battesimo. Il ministro pronuncia la forma: “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo, che ti è dato in dono”. Il sigillo indica CONFERMAZIONE e “consacrazione”: il cresimato si impegna ad essere parte viva della Chiesa e riceve in pienezza lo Spirito Santo, già ricevuto nel Battesimo. Anche nella Cresima compare un PADRINO o una MADRINA: devono rappresentare “punti di riferimento” per la vita cristiana del cresimato, che da questo momento deve “andare con le proprie gambe”. Lo Spirito Santo, porta con sé 7 doni: Testo tratto da “I MAGNIFICI 7”, una canzone di P.Maurizio De Sanctis 1) SAPIENZA: “Io ti dico: vivi, non vivacchiare, vivi con GUSTO e non lasciarti vivere, da’ sapore alla vita che hai”. 2) INTELLETTO: “Io ti dico di guardare ben oltre il tuo io, di cercare un po’ dentro e SCOPRIRE la grandezza e il valore del tuo io”. 3) CONSIGLIO: “Io ti dico: pensa, RIFLETTI e poi agisci, tieni i piedi per terra e vola verso l’alto”. 4) FORTEZZA: “Io ti dico di trovare il coraggio e capire che ogni cosa che conta è fatica; sii FORTE: ne vale la pena. 5) SCIENZA: “Io ti dico: conosci e comprendi la scienza più vera, ti basta l’AMORE; diventa scienziato, scienziato del cuore” 6) PIETA’: “Io ti dico: sii devoto al tuo Dio come un INNAMORATO che offre la vita alla sua amata, e scoprirai la gioia di una vita donata. 7) TIMOR DI DIO: “Io ti dico: non importa se non piaci a nessuno, ciò che conta è piacere al tuo Dio, occhio al suo sguardo, NON FARLO SOFFRIRE. Nell’ultima cena, Gesù, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo, che è dato per voi: fate questo in memoria di me”. (Lc 22,19) La Celebrazione dell’Eucarestia è la MESSA. Qui si rinnova ogni volta ciò che avvenne a Emmaus, quando Gesù apparve ai due discepoli, la sera del giorno di Pasqua: Egli spiegò loro le scritture e spezzò il pane. Nell’Eucarestia Gesù diviene presente sull’altare, proprio come quando, sulla croce, si diede in sacrificio al Padre per la nostra salvezza. La Messa è dunque lo stesso SACRIFICIO. Tutti quanti insieme celebriamo la Messa. Tra noi il sacerdote “presiede”, cioè rappresenta nella comunità Gesù stesso. Il ministro dell’Eucaristia è dunque il sacerdote. Non si può celebrare la Messa se non si hanno PANE e VINO. L’Eucaristia non è solo pane, ma anche vino. Il pane deve essere azzimo (non lievitato, quello usato da Gesù stesso) e il vino deve essere vero vino di uva (non un succo di frutta, per esempio). Il centro della Messa è la PREGHIERA EUCARISTICA, in cui il sacerdote invoca lo Spirito Santo e racconta ciò che Gesù ha fatto nell’ultima cena. La nostra partecipazione alla Messa è piena se riceviamo la COMUNIONE. Per farlo non possiamo avere il cuore pieno di cattiverie (commetteremmo un grave peccato) e dobbiamo non aver mangiato da almeno un’ora. L’Eucaristia è la cosa più grande che la Chiesa celebra, e il cibo che più la sostiene nella vita cristiana. Per questo l’Eucaristia è chiamata SANTISSIMO SACRAMENTO. In tutte le Chiese il Pane Consacrato si conserva nel TABERNACOLO, dove tutti si fermano in adorazione. Passandovi davanti facciamo la “genuflessione”. Gesù, prima di salire al cielo disse agli Apostoli: “Pace a voi! A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. (Gv 20,21.23) Ogni sera è cosa molto buona che ciascuno di noi faccia un bell’ESAME DI COSCIENZA. Proprio come fa il dottore, “facciamo una visita” al nostro rapporto con Dio, e vediamo cosa non va. Appena ci accorgiamo che le cose non vanno troppo bene, e che la nostra anima è un po’ sporchina, … corriamo dal sacerdote, che è il ministro della Riconciliazione, per una bella CONFESSIONE. Durante la Confessione, diciamo i nostri peccati (il segno concreto): è come un buttarli fuori da noi, un metterli nelle mani di Dio. Poi il sacerdote ci parla della bontà di Dio, e nello stesso tempo ci aiuta a capire la gravità del nostro errore. Ci invita ad una preghiera (la PENITENZA), che si chiama SODDISFAZIONE: appena abbiamo buttato fuori le cose cattive, vogliamo riempirci di bene. Il male non deve trovare in noi posto libero! Dopo un ATTO DI PENTIMENTO (Mio Dio mi pento… è il più comune), il sacerdote pronuncia la forma: “Io ti assolvo, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.” Dio ti ha perdonato: un momento di RINGRAZIAMENTO non ci sta male! E’ come un applauso a Dio per la bella “festa del perdono” che ha fatto per te. Dopo il mandato di Gesù, i discepoli, “partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano”. (Mc 6,12-13) La più antica testimonianza di questo sacramento si ha nella lettera dell’apostolo Giacomo (5,14-15): Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. Oggi come allora, i sacerdoti (i ministri dell’Unzione degli Infermi) visitano le persone ammalate, pregano con loro e ungono la fronte e le mani con l’OLIO DEGLI INFERMI, dicendo: ”Per questa santa unzione e la sua piissima misericordia, ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo. E liberandoti dai peccati ti salvi, e nella sua bontà ti sollevi”. Gesù “salì sul monte e chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare”. (Mc 3,13-14) Il gesto principale del rito dell’ORDINAZIONE è l’imposizione delle mani da parte del Vescovo. Egli è il ministro del sacramento dell’Ordine. Subito dopo, viene pronunciata una preghiera di ordinazione. Lo stesso sacramento è formato da 3 gradi: 1. il DIACONATO; 2. il PRESBITERATO; 3. l’EPISCOPATO; 1. IL DIACONATO Fu ideato dagli Apostoli subito dopo la Pentecoste, per l’assistenza dei poveri e dei bisognosi. E’il primo compito del diacono: il nome stesso dal greco significa “servo”. Il diacono può battezzare, aiutare il sacerdote durante la Messa (ma non presiederla), assistere al Matrimonio, benedire. Solitamente i giovani diaconi si stanno preparando a diventare preti; ma esistono anche DIACONI PERMANENTI, che possono essere sposati. 2. IL SACERDOZIO Il sacerdote si impegna in modo particolarissimo a rendere la sua vita come quella di Gesù, di cui è rappresentante nella Messa e nella Confessione. Al sacerdote spetta, oltre ad una intensa preghiera per tutti i figli di Dio, consacrare il pane e il vino e perdonare i peccati. Tutti i sacerdoti ricevono un incarico dal loro Vescovo, tra cui quello di PARROCO, cioè guida di una comunità locale. 3. L’EPISCOPATO I Vescovi (in latino episcopi) sono i principali ministri di Dio (possono amministrare tutti i Sacramenti). Per l’importanza di questo ministero, per ordinare un Vescovo ne occorrono tre. Al Vescovo spetta l’insegnamento del Vangelo e la guida di una diocesi. In particolare, il vescovo della diocesi di Roma è il massimo rappresentante di Gesù sulla terra, il PAPA. I tre GRADI si ricevono “per accumulazione”: il Sacerdote non smette mai di essere diacono, il Vescovo è anche diacono e sacerdote. Ad esempio, nelle celebrazioni principali, il Vescovo indossa i paramenti del diacono e sopra quelli del sacerdote per la celebrazione della Messa. Per ciascun grado, il Rito di Ordinazione prevede dei segni esteriori (“esplicativi”): Il Diacono riceve la stola e la indossa come la cintura di sicurezza; riceve il libro dei Vangeli. Il Sacerdote veste i paramenti per la Messa; viene unto sulle mani con il Sacro Crisma; riceve il pane e il vino per celebrare. Il Vescovo viene unto col Sacro Crisma sulla fronte; riceve il libro dei Vangeli, l’anello, la mitria e il pastorale. Prende posto fra i Vescovi presenti. Gesù, insegnando, disse: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre, e si unirà a sua moglie, e i due saranno una carne sola. Così che non sono più due, ma una sola carne. Quello che Dio ha congiunto l’uomo non lo separi”. (Mt 19, 5-6) Sposandosi in Chiesa, l’uomo e la donna consacrano davanti a Dio il loro volersi bene e si promettono fedeltà per tutta la vita. Per questo motivo sono gli SPOSI stessi i ministri del loro Matrimonio. Il diacono o il sacerdote benedicono la loro unione e la ufficializzano. Al momento del Matrimonio, di solito durante la Messa, gli sposi si danno la mano destra (segno di giuramento) e dicono: “Io… prendo te… come mia/o sposa/o e prometto di esserti fedele sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”. Come segno e testimonianza della loro unione, gli sposi si scambiamo un anello, detto “fede nuziale”, che il sacerdote benedice. La Chiesa è criticata oggi perché dice che il Matrimonio è “indissolubile”, cioè non può essere sciolto, cancellato. Ma essa è ubbidiente a quello che ha detto Gesù (“l’uomo non separi…”) e richiama gli sposi alla loro promessa (“…tutti i giorni della mia vita”) Gli sposi sono chiamati a vivere il loro amore anche facendo nascere e crescere dei bambini, secondo gli insegnamenti di Gesù. Tutte le altre azioni della Chiesa, come i FUNERALI e le BENEDIZIONI, si chiamano Bibliografia essenziale: 1. Catechismo della Chiesa Cattolica, Ed.Vaticana, 1992 2. Remo Lupi, I SACRAMENTI, Paoline Editoriale Libri, 2000 (pratico cartellone pieghevole) www.micromedia.unisal.it