Ragazzi e telefonino
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Siamo negli anni novanta, una pubblicità mostra una ragazza che romanticamente chiede al suo fidanzato
all’altro capo del telefono «Mi ami? ...Ma quanto mi ami…? E mi pensi? ...Ma quanto mi pensi?».
Alle sue spalle il padre, non visto, si domanda impaziente «Ma quanto mi costi?!».
Una dozzina di anni dopo lo stesso gestore telefonico mostra nelle sue pubblicità un genitore altrettanto dubbioso
sui costi telefonici di sua figlia, ma lei prontamente lo rassicura perché, con la data opzione attivata sul telefono
cellulare, parla e manda messaggi agli amici a costi irrisori.
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Questo piccolo esempio è indicativo del fatto che i giovani di oggi sono molto più consapevoli e responsabilizzati
sull’uso e sui costi del telefono, fisso o portatile che sia, ma sottolinea in ogni caso il rapporto complesso,
articolato e spesso problematico che si instaura tra genitori, denaro e telefono. Ma volendo essere genitori da
pubblicità, chiediamoci comunque quanto ci costano: hanno fra i 12 e i 18 anni, spendono circa 30 euro al mese
per il cellulare, in una giornata effettuano mediamente 3 telefonate e inviano 31 sms, e nel 20% dei casi
possiedono più di un telefonino. Sono i ragazzi di oggi, puntano al concetto dell’ultramobile e ad essere sempre
in contatto con la propria comunità, per questo il telefonino è indispensabile.
E “indispensabile” lo considerano anche i loro genitori che fanno emergere chiaramente il binomio
emancipazione/dipendenza che lega i ragazzi al cellulare come tramite di relazione con la famiglia: si tratta di un
dato interessante, poiché da un lato il cellulare è il regalo, il dono che testimonia il guadagno di una certa
condizione di emancipazione, dall’altro diviene un modo per controllare i ragazzi e placare l’ansia genitoriale. La
particolarità, in questa ottica, è che forse per la prima volta i ragazzi mostrano consapevolezza di tale binomio.
Comprendono infatti che con il cellulare possono guadagnare maggiore libertà di azione e di movimento e allo
stesso tempo sanno che il prezzo da pagare è la reperibilità.. In un paragone azzardato potremmo affermare che
se la tv funziona (o funzionava?) da babysitter per i bambini, il cellulare lo fa per gli adolescenti, più liberi proprio
in virtù della possibilità di un esteso controllo genitoriale, seppur apparente. Un patto non scritto che tuttavia
accomuna genitori e adolescenti che lo accettano di buon grado.
Il cellulare è l’ultima cosa che guardano prima di andare a dormire e la prima quando si svegliano, spesso di
notte non lo spengono neanche, per loro è una forma privata di connessione e comunicazione poiché li aiuta a
sentirsi sicuri; non schiavi di uno status-symbol dunque, ma usufruitori consapevoli e –a loro modo- oculati; prima
degli acquisti infatti, frequentano molto i forum a caccia delle informazioni tecniche e delle offerte migliori, inoltre
non disdegnano i siti dove si pratica la vendita on-line o lo scambio di oggetti, dal cellulare al videogioco.
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Si informano sulle tariffe, aderiscono alle promozioni (in assenza delle quali la spesa mensile
sarebbe molto più che raddoppiata), utilizzano quasi tutte le potenzialità dello strumento che
acquistano: a fronte di una tendenza di crescita di spesa sia sul telefonino che sugli accessori
infatti, c’è da dire che i telefonini di ultima generazione, pur essendo più cari, inglobano funzioni
prima ripartite su diversi apparecchi, dalla macchina fotografica, alla radio, ad internet, al
navigatore satellitare.
Il 6% dei ragazzi ha messo almeno una volta in internet un video ripreso a scuola, il 30%
confessa di telefonare durante le ore di lezione, per gli sms la percentuale sale al 50%, e l’8%
dichiara di aver subito veri e propri episodi di “cyber-bullismo”, ricevendo sms, mms e video
offensivi sul telefonino: insomma, i ragazzi passano tra telefonate e sms almeno quattro giorni
all'anno senza staccare le dita dal cellulare che diventa diario di bordo - attraverso le foto e i
video che immortalano eventi importanti, ma anche attraverso la musica che caricano sul
telefonino -, strumento di contatto, diversivo nei momenti di noia, elemento di socializzazione con
gli amici.
C’è da segnalare che il cellulare si rivela anche una protesi di competenza sociale, uno
strumento di delega in pratica, per tutte quelle situazioni nelle quali l’emotività gioca un fattore
determinante: si sceglie di utilizzare il cellulare per comunicare, proprio in virtù del fatto che
apparentemente non ci si espone alle persone, al loro giudizio, alla loro emotività, ma ci si
scherma e protegge, garantendosi una certa distanza. Il dato importante è che ci si rende conto
che i ragazzi, magari in silenzio, hanno condotto un’analisi precisa di sé e dello strumento: sono
consapevoli di alcuni aspetti di cui sono protagonisti, si sono fatti una sorta di auto-analisi, hanno
fatto un bilancio del peso di una tecnologia portabile e multimediale come il cellulare (che è voce,
testo, immagini fisse e in movimento, suono e musica) e hanno stilato un bilancio che, pur con
qualche criticità – prime tra tutte l’invasività e la reperibilità - , li fa scegliere il cellulare perché
medium di relazione e di quel bisogno di socializzazione che qualifica da sempre l’adolescenza.
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Il telefonino, oltre a funzionare da strumento “utile”, è prima di tutto uno
strumento sociale e affettivo, che viene utilizzato come mezzo di relazione e di
comunicazione con gli amici e con la famiglia.
In generale è cresciuto l'impiego di tutti i mezzi di comunicazione. Se il cellulare
è usato praticamente da tutti i giovani (il 97,2%), di pari passo va l’utilizzo di
internet, dei blog, e della musica scaricata in rete e trasferita sul cellulare; i
ragazzi italiani vi si muovono con più disinvoltura dei coetanei francesi o
spagnoli, passando da un mezzo di comunicazione all'altro senza badare
troppo alla sua natura, in una sorta di nomadismo in cui i confini fra le diverse
forme diventano sempre più labili.
C’è da valutare il risvolto della medaglia però; all’uso di un telefono cellulare gli
adolescenti interpellati associano i seguenti potenziali pericoli: rischio di essere
molestati dai coetanei (66%), virus informatici (66%), uso eccessivo del
cellulare (65%), possibili contatti con adulti che vogliono avvicinare bambini e
ragazzi (64%), pubblicità ingannevole (58%), scarico di musica e film coperti da
diritto di autore (35%). Alla domanda se si considerino in grado di fronteggiare
da soli i possibili problemi legati all’uso dei cellulari, il 28% dei ragazzi risponde
che è sicuro di poter evitare tutti i rischi, il 44% pensa di poterlo fare ma non è
molto sicuro, il 28% esclude di poter affrontare da solo tutti i rischi che possono
presentarsi utilizzando il cellulare.
Il 71% dei ragazzi chiede di avere più informazioni e supporto rispetto ai rischi
connessi all’uso dei cellulari, e indicano anche a chi spetta tale responsabilità: il
53% dei ragazzi pensa che questo compito sia della famiglia, al secondo posto
vengono indicati i produttori di cellulari (31%), quindi gli insegnanti (21%), gli
amici (18%), le istituzioni (9%).
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