Percorso didattico-laboratoriale sulle tecniche pittoriche antiche e moderne Pittura a olio Matite colorate Pittura polimaterica Affresco Action painting Pittura digitale Acquerello Pittura murale Fotografia Tempera Pastelli Litografia Acrilico Mosaico Aerografia Guazzo Collage Monotipo di Giovanni Fabio Sperimentando i colori Pittura a olio Le sue origini non si conoscono: ne parlavano già Galeano, Vitruvio e Plinio il Vecchio. Il Diversarum Artium Schedula di Teofilo è il più antico ricettario di tecniche pittoriche: tra le altre, riporta anche quella della pittura a olio. Questo contraddice la "leggenda", riportata anche dal Vasari nelle sue “Vite”, che vuole Jan Van Eyck (1390-1441) inventore dei colori ad olio: è certo, invece, che i pittori Fiamminghi del XV secolo perfezionarono questa nuova e prodigiosa maniera di colorire. In Italia, l'olio venne introdotto durante il Rinascimento, dove conobbe il suo periodo d'oro. Da allora, fino ai giorni nostri, con l'evolversi delle varie tendenze artistiche, l'olio si è imposto in modo definitivo sulle tavolozze di tutti gli artisti indipendentemente dallo stile usato diventando una delle più importanti tecniche artistiche. Rispetto ad altri mezzi pittorici oggi a disposizione, l'olio si distingue per duttilità e polivalenza. Il suo componente principale, l'olio di lino, le conferisce caratteristiche di luminosità, opacità, trasparenza, elasticità, sottigliezza nelle mescolanze, corpo, texture, e durata, in grado di soddisfare le esigenze di ogni artista. La tecnica all'olio appartiene senza dubbio alla tradizione della storia della pittura ed è allo stesso tempo sinonimo di modernità e di evoluzione nel corso della storia dell'arte. La tecnica dell'olio risulta fra le più complesse nell'ambito delle tecniche pittoriche, in quanto l'artista deve possedere una notevole padronanza nella preparazione dei colori e nella esecuzione della pittura per sovrapposizione degli strati. Esistono diverse varianti nella tecnica dell'olio che in genere si riflettono pesantemente sul risultato finale dell'opera pittorica; ciò con particolare riferimento alla diluizione, mescolanza, deposizione dei colori sul supporto. Jan Van Eyck I coniugi Arnolfini, 1434 olio su tavola cm 82 x 59,5 Londra, National Gallery Affresco L'affresco è una antichissima tecnica pittorica che si realizza dipingendo con pigmenti stemperati in acqua su intonaco fresco: in questo modo, una volta che l'intonaco si sia consolidato, il colore ne sarà completamente inglobato, acquistando così particolare resistenza all'acqua e al tempo. La principale difficoltà di questa tecnica è il fatto che non permette ripensamenti: una volta lasciato un segno di colore, questo verrà immediatamente assorbito dall'intonaco, i tempi stretti di realizzazione complicano il lavoro dell'affrescatore. Per ovviare a questo problema, l'artista realizzerà piccole porzioni dell'affresco (giornate). Eventuali correzioni sono comunque possibili a secco, ovvero mediante tempere applicate sull'intonaco asciutto: sono però più facilmente degradabili. Date le difficoltà tecniche di una buona esecuzione, questa tecnica pittorica è oggi in disuso, mentre nei secoli scorsi conobbe grande diffusione. In epoca paleocristiana e medioevale la preparazione del muro avveniva in modo rapido; la figurazione avveniva direttamente sulla preparazione. In epoca romanica la tecnica inizia a raffinarsi; viene introdotto l'uso di paglia, cocci, stoffa all'interno dell'impasto dell'intonaco, per mantenerne l'umidità e permettere un tempo di stesura pittorica maggiore. Le figure sono ancora stese con contorno ad ocra rossa (sinopia), ma si comincia a riscontrare l'uso di collanti per i colori ( albume, cera fusa, colla animale. Con il Rinascimento, l'affresco conosce il momento di maggior diffusione. In area centro-italiana è abbandonato l'uso della sinopia (che in altre aree sarà invece usata fino alla fine del XVI secolo) e viene introdotto l'uso del cartone preparatorio. L'intero affresco veniva riportato a grandezza naturale sul cartone. Giotto di Bondone La fuga in Egitto, 1303-1306 circa affresco su muro cm 198 x 183 Padova, Cappella degli Scrovegni Le linee che componevano le figure erano poi perforate. Una volta appoggiato il cartone sull'intonaco fresco, era spolverato con finissima polvere di carbone; in tal modo la polvere, passando attraverso i piccoli fori, lasciava la traccia da seguire per la stesura a pennello. Questa tecnica è chiamata "spolvero“. Acquerello L 'acquerello è una tecnica di pittura che si ottiene diluendo con acqua, colori in polvere (vegetali o minerali). Spesso si aggiungono all'acqua altre sostanze come la glicerina e la gomma arabica. Si può utilizzare la pittura ad acquerello dipingendo su carta, cartone, pergamena, legno, vetro o altri supporti, purché le superfici siano opportunamente trattate e preparate. La tecnica dell'acquerello consente di realizzare belle trasparenze e eccezionali sfumature, ha origini antiche e sicuramente in Cina l'acquerello fiorì incessantemente dal III al XV secolo. L'acquerello in Europa si sviluppò tuttavia nel 1700, specialmente in Inghilterra e in Francia, mentre in Italia l'acquerello fu largamente impiegato da molti grandi pittori dal 1800. L’acquerello raggiunse la fama con William Turner che ne perfezionò la tecnica sostituendo ai colori minerali quelli vegetali. Paul Cézanne La Montagna Sainte-Victoire, 1900 acquerello su schizzo a matita cm 31,1 x 47,9 Parigi, Louvre Carl Larsson Vigilia di Natale, 1904-05 William Turner La dogana Tempera La tempera ha radici molto lontane nel tempo: nell'ambito della pittura, unitamente all'affresco, è uno dei mezzi più antichi in senso assoluto. Genericamente per "tempera" si intende un impasto cromatico ottenuto unendo il pigmento colorato con sostanze collanti quali: uovo, latte di fico, cere o altre sostanze sempre solubili in acqua. Con la metà del Quattrocento, questa tecnica iniziò lentamente ad accogliere componenti oleosi, avvicinandosi sempre di più a quella materia che poi si sarebbe chiamata pittura ad olio. Nell'esperienza di oggi, il termine "tempera" si identifica unicamente con un prodotto preconfezionato che corrisponde ad un impasto di collanti deboli adatto genericamente a stesure su carta. Spesso i pittori antichi (un esempio sono il Tintoretto o il Veronese), eseguivano un primo abbozzo con una sorta di tempera oleosa e in seguito proseguivano il dipinto su questo strato magro ingrassandolo con maggiori quantità di olii e di resine. Questa sorta di tecnica mista è stata ripresa anche in età moderna da quei pittori, come Giorgio De Chirico, che studiarono in profondità le antiche tradizioni pittoriche in tutti i loro risvolti tecnici. Molte opere di questo maestro sfuggono alle definizioni di tempera od olio ma sarebbero da chiamarsi, come molte opere antiche, con la definizione di tecnica mista. Giorgio De Chirico Autoritratto, 1920 - tempera su tavola, 40,3x29,5 cm. - Collezione privata. Sandro Botticelli La nascita di Venere, 1485 circa. Giotto di Bondone, Tempera su tela, 172,5 x 278,5 Madonna in Maestà, 1310 Uffizi, Firenze. Tempera su tavola, Galleria degli Uffizi, Firenze. Acrilico E' una tecnica di pittura moderna. Di rapida essiccazione e di resa brillante, i colori acrilici sono sostanzialmente delle tempere magre, solubili in acqua, che invece dei leganti organici (come la tempera all'uovo) contengono leganti sintetici (a base, appunto, acrilica). I supporti possono essere i più disparati, dai fogli da disegno (tipo Bristol), al cartone, alla tela, al cartone telato, ai supporti di legno (anche compensato). Vengono usati, oltre che per l'esecuzione di dipinti, per la decorazione muraria e quella degli oggetti più disparati, la loro buona resistenza unita alla relativa economicità e veloce asciugatura ne fanno un prodotto di largo uso. Caratteristiche della pittura acrilica è la rapidissima asciugatura, facile stesura e la traslucidità una volta asciutti. Il difetto degli acrilici è quello di non permettere la tecnica della sfumatura, come viene utilizzata nell'olio. Infatti, la sfumatura con gli acrilici avviene a tratti, a gradini permettendo il passaggio da un tono all'altro. Alcuni tipi di colori acrilici sono sensibili alla luce che li fa schiarire, tipo i colori rosso-violacei e blu-violacei, perché creati con pigmenti derivati da composti chimici organici fotosensibili, a questo fenomeno si ovvia con una lacca di resina acrilica con filtro UV che protegge tali colori. Per gli altri colori non c'è bisogno di fissativo perché la resina acriclica che li compone li fa resistere alla luce e agli agenti atmosferici, smog compreso. Il mondo dell'acrilico offre tutte le possibilità di utilizzo in qualsiasi campo, dalla grafica alla decorazione, dal restauro, alla pittura artistica. Samantha Turrini - Mostrocchio Acrilico e gesso su tela -2008 Samantha Turrini Triplapresenza Acrilico e gesso su tela 2005 Guazzo Il guazzo, o gouche, alla francese, appartiene alla grande famiglia delle pitture a colla, solubili con l'acqua. Può considerarsi una specie di variante della tempera, e di fatto i due termini sono usati a volte come sinonimi. Versatile sia nelle stesure piatte sia nei tocchi vivaci, è il mezzo ideale per studiare in piccolo l'impianto cromatico di un dipinto, da solo o in associazione con altre tecniche. Cecil Rice Canal with Orange Bridge 50x70 cm Albrecht Dürer Il "grande" pezzo di prato, 1503 acquerello e guazzo cm 41,1 x 31,5 Vienna, Graphische Sammlung Albertina Shirley Felts Tulips 80x60 cm Simon Fletcher Fountain at Villars 50x40 cm Matite colorate Una confezione di matite colorate è a tutti gli effetti una tavolozza. E' chiaramente limitata, in quanto le matite non consentono di fondere il colore come le altre tecniche pittoriche. Anche quando i colori si mescolano, attraverso fitti tratteggi, essi hanno la proprietà di conservare in larga misura la loro indipendenza. Le matite colorate dialogano preferibilmente con il foglio bianco, che viene assunto come "colore-luce". Valentina Minutoli Ritratto Matite colorate 35 x 50 cm Hendrick Goltzius Ritratto del Gianbologna,1590-91 sanguigna, grafite, gesso cm 37 x 29,9 Haarlem, Teylers Museum Action painting Action painting o Pittura d'Azione o Tachisme. Movimento artistico che nasce come reazione al rigore geometrico di Mondrian. Appartiene alle tendenze astratte manifestatesi in America negli anni 40 e si basa sulla necessità di improvvisazione e di spontaneità, consentendo all’artista di dar libero sfogo al proprio inconscio per liberarsi dall’angoscia e dalle inquietudini. Suo scopo è l’atto stesso del dipingere e pertanto l'artista utilizza sia gli ortodossi strumenti di pittura che le innovazioni più volgari (sgocciolamenti, spruzzamenti, getti di materia ecc.). Espresso generalmente su tele di grande superficie, comunica all’osservatore il senso dinamico dell’emozione e del gesto che la trasmette. Il termine fu usato per la prima volta nel 1952, dal critico americano Harold Rosenberg sulla rivista "Art News", per definire il più alto contributo americano all’arte contemporanea. Il primo artista a sperimentare l'action painting fu Jackson Pollock nel 1947, tra gli altri artisti rappresentativi del movimento ricordiamo Willem De Kooning, Soulages, Mark Rothko e Franz Kline. Vedi anche Astrattismo e Informale. Jackson Pollock Pali blu Franz Kline, 1959 Pittura murale Nata in Messico agli inizi degli anni Venti, la pittura murale ha contribuito a svecchiare le antiche prassi di pittura murale su grandi dimensioni, anche se molte tecniche sperimentali non hanno dato buoni risultati (nel senso della conservazione dell'opera stessa). Infatti i murales sono stati dipinti con varie tecniche, ma quasi mai sono "affreschi" nel senso tecnico della parola, poiché si tratta per la maggior parte dei casi di "pittura su muro" realizzati con leganti sintetici come il silicone o la piroxilina. Diego Rivera La era Diego Rivera Danza tehuana Diego Rivera Cargador de flores Pastelli Il Settecento fu il secolo d'oro del pastello, soprattutto in Francia, dove questa tecnica, "fragile come le ali di una farfalla", applicata alla ritrattistica ebbe un grande successo sociale: re, cortigiani, aristocratici, ricchi borghesi, intellettuali "illuminati" cercarono sovente la propria immortalità in un ritratto a pastello. Adoperati senza l'ausilio di pennelli, quasi sempre stesi con le dita, i pastelli trovano nelle sensibili mani degli artisti la possibilità di "catturare" l'anima. Non a caso, furono usati prevalentemente nella ritrattistica. Il successo del pastello declinò quasi all'improvviso alla fine del XVIII secolo. Anche oggi i pastelli (secco, a olio, a cera) sono tecniche "alternative", sussidiarie ad altre considerate magari più fondanti. Giovanni Boldini Ritratto di Emiliana Concha de Ossa (Il pastello bianco), 1888 pastello su tela cm 200 x 110 Milano, Galleria d’Arte Moderna Mosaico Il mosaico è una decorazione parietale o pavimentale ottenuta accostando e variamente componendo cubetti, o frammenti colorati di pietra, vetro e simili. I primi mosaici dai requisiti formali degni di un'opera d'arte risalgono all'antica cultura egea, che impiegava questa tecnica essenzialmente per le pavimentazioni: tradizione questa, che si protrasse sino all'epoca romana. Nel periodo bizantino il mosaico raggiunse, utilizzando al massimo le possibilità cromatiche delle tessere in vetro fuso, quella raffinatezza tecnica e formale che magistralmente interpretò lo stile Anonimo dell'epoca. Le storie di Giona VI secolo Basilica di Aquileia Mosaico bizantino Tiberiade - Israele V - VI secolo Collage Georges Braque Violin and Pipe (Le Quotidien)(1913) Il termine Collage (dal francese) indica la tecnica utilizzata per la realizzazione di opere di ogni livello (scolastico, ludico, artigianale -arte povera - artistico, etc.) prodotte per mezzo di sovrapposizione di carte, fotografie, oggetti, ritagli di giornale o di rivista. Queste opere o composizioni sono realizzate con l'utilizzo di materiali diversi incollati su un supporto che può essere di vario tipo ma generalmente rigido. La tecnica del Collage venne adottata agli inizi del Novecento per la creazione di opere d'avanguardia, principalmente da esponenti del Cubismo ed in particolare Braque e Picasso, che lo adotterà sin dal 1912. Tra gli altri precursori ricordiamo Raoul Hausmann,Hanna Hòch, Paul Citroen,Michael Meier e in genere tutti gli artisti di riferimento di movimenti come Bauhaus e Dada e addirittura il Surrealismo: Max Ernst, ad esempio utilizzava per i propri lavori incisioni b/n di inizio secolo. Il Collage viene utilizzato anche dai futuristi italiani e da numerosi artisti lungo il corso del ventesimo secolo, tra questi è giusto ricordare Robert Rauschenberg, uno dei principali maestri di questa tecnica e nome di spicco della Pop Art che mette in evidenza oggetti e frammenti della vita quotidiana nello spirito del movimento stesso. L'artista calabrese Mimmo Rotella a partire dagli anni '50 sperimentò una tecnica apparentemente opposta denominata decollage realizzata mediante strappi su poster e materiali pubblicitari. Negli anni '60 un altro italiano, Enrico Accatino, introdusse il termine Carte Costruite, collages realizzati con carte precedentemente preparate a tempera o acrilico. In Francia esiste un museo consacrato esclusivamente a l'arte del collage e alle sue tecniche: Artcolle di Parigi. Pablo Picasso Natura morta con sedia impagliata - 1912 Olio e tela cerata su tela Parigi, Museo Picasso Mimmo Rotella "Marilyn cosmopolitan" 2003 decollage cm. 97x70 Pittura polimaterica La pittura polimaterica è stata realizzata per la prima volta nel corso del XX sec., in coincidenza con le prime affermazioni delle "avanguardie storiche". Generalizzando, l'attenzione alle possibilità espressive delle materie extrapittoriche è subordinata all'emergere di un nuovo modo di intendere l'opera d'arte, che si propone come composizione o costruzione in sé autonoma, cessando di essere rappresentazione di qualcosa che sta al di fuori dei canoni tradizionali. Pertanto lo spazio del quadro finisce con l'essere un'ipotesi di spazio reale, in cui il colore può diventare sia un luogo preposto a favorire particolari sinergie tra elementi appartenenti a diverse categorie di materiali -come vetro, pietre, oggetti d'uso e così via- sia un'occasione in cui il puro dato cromatico si materializza mischiandosi con materie come sabbia, cenere o altro. Rosart Rosart - 2007 tecnica mista su tela Pittura digitale La pittura digitale utilizza strumenti tecnologici che simulano il tratto del pennello. I numerosi software creati appositamente a tale scopo possiedono ormai una vastissima libreria di pennelli, tratti e tecniche di ogni tipo: dalla tempera, all'olio, all'acquerello, all'aerografia e così via. Anche le tavolozze dei colori hanno una gamma vastissima, e pressoché infinita di scelte possibili. Rimane l'annoso problema della stampa, là dove si ritiene di voler o dover stampare le proprie opere. La qualità di stampa, anche se ha raggiunto livelli molto alti, rimane in molti punti una scelta e un'operazione difficili, come ben sanno coloro che tentano di riprodurre in catalogo le opere tradizionali. Ottenere infatti in stampa il colore esatto percepito su un dipinto o a video è tuttora molto difficile se non impossibile. Davide Coltro Medium Color Landscapes, 2007 pittura digitale su alluminio, 50x90 cm John Shannon Davide Coltro Medium Color Landscapes, 2007 pittura digitale su alluminio, 50x90 cm Fotografia La fotografia rivela, fin dall'inizio, una lontana parentela con la pittura. Alcuni dei grandi pionieri dell'uso della fotografia come mezzo artistico in senso lato (usata cioè con finalità non strettamente "fotografiche"), come Man Ray o Moholy-Nagy, sono in effetti sia fotografi, sia pittori e adoperano quindi questo strumento con intenzionalità complesse. Potremmo dire che usano la foto come tecnica al servizio della pittura. Più recentemente, Andy Warhol, riconoscendo che il linguaggio della fotografia è quello che caratterizza i modi di comunicazione e documentazione della nostra epoca nei suoi aspetti più tipici, lo ha inglobato all'interno della sua arte. Egli adopera fotografie di cronaca alle quali poi conferisce, attraverso vari accorgimenti, lo statuto di immagini pittoriche. Man Ray Tears - 1930 Man Ray A lheure Litografia E' un metodo di stampa piana, la cui invenzione è posteriore a quella dell'incisione. La pietra utilizzata è un calcare molto compatto e di grana grassa, chiamata appunto "litografica", che protegge la pietra quando la si tratta con una soluzione di gomma arabica e acido nitrico molto diluito: le zone rimaste libere e quindi raggiunte dall'acido sono rese repellenti ai grassi e ricettive all'acqua. La pietra viene quindi bagnata ed inchiostrata a rullo: l'inchiostro si fissa sulla superficie esatta del disegno, trattenuto dalla matita grassa, mentre le zone bagnate rifiutano l'inchiostrazione. Ci vuole una pietra diversa per ogni colore. Prima di una nuova utilizzazione, la superficie della pietra viene sabbiata (granitura). Henri de Toulouse-Lautrec Ambassadeurs: Aristide Bruant, 1892 litografia a 6 colori cm 141 x 98 Aerografia L'aerografia è un‘arte sviluppatasi alla fine del 1800 ma che in realtà ha radici molto più profonde; infatti già nell'antichità, grazie a delle cannucce, si usava spruzzare il coloresugli oggetti. Lo strumento utilizzato dagli aerografisti è l‘aerografo, piccola penna che collegata ad un piccolo compressore d'aria permette di eseguire tracce di colore molto nebulizzato e preciso.I colori da usare possono essere diversi e dipendono dai relativi supporti da usare. Possono essere a base d'acqua o di solvente,e i supporti possono essere i più diversi: metalli, plastiche, carte e legnami. Particolarmente adatto negli anni 80 per eseguire lavori di alta precisione nelle illustrazioni pubblicitarie, l'aerografo viene oggi usato soprattutto per le decorazioni di supporti plastici e metalli: caschi per moto personalizzati, auto o moto decorate ecc. Gilles Villeneuve - Ferrari t5 Nelson Piquet - Williams Honda Nicki Lauda Montecarlo - F 312T Alberto Ponno Nato a Roseto degli Abruzzi nel 1945, vive a Milano dal 1967 dove, dopo anni trascorsi come pilota di auto e tecnico motorista, da oltre vent'anni svolge la sua attività artistica: fotorealismo ad aerografo. Specializzato in scene di gare automobilistiche anni 50-60. I suoi dettagliatissimi disegni... Monotipo Il monotipo (dal greco "unica impronta") è un unico esemplare a stampa; la matrice non presenta né tagli né morsure, il disegno viene tracciato dall'artista direttamente sulla superficie con pennelli e altri strumenti. Come in ogni stampa, la composizione risulta rovesciata rispetto al foglio. Senza altre aggiunte di inchiostro, se ne traggono, qualche volta, una seconda e una terza prova che diventano sempre più sbiadite e quindi vengono ritoccate a mano. Il supporto su cui viene eseguita l'opera può essere di metallo, di vetro, di legno, di plexiglas o di altro materiale duro e liscio, oppure leggermente poroso. Edgar Degas Donna che esce dal bagno, 1876-77 monotipo colorato a pastello cm 16 x 21,5 Parigi, Museo d'Orsay