Federazione Nazionale Stella Maris Marittimi abbandonati né in terra né in mare 2010 YEAR OF THE SEAFARER Ricordare l’esistenza e la crescita di un fenomeno che continua a causare profondo disagio e grave sofferenza ai marittimi coinvolti. Dossier “Marittimi Abbandonati : perchè ?? 1. per dare una informativa corretta e completa, su una materia che è poco conosciuta o con rappresentazioni distorte. 2. presa di coscienza del pubblico sulla necessità dell’assistenza ai marittimi in generale, a quelli abbandonati in particolare. Cosa è l’abbandono? Qual è l’entità del fenomeno? Quanti sono i casi che si verificano? Molto dipende dalla risposta al primo quesito. Si va da un estremo all’altro: • per alcuni c’è un abbandono solo quando un’autorità preposta emette una dichiarazione formale di nave abbandonata. • per altri c’è abbandono anche quando l’armatore, pur presente e in contatto, non è più in grado di provvedere all’equipaggio. LA NAVE E’ FERMA PERCHE’: • E’ DANNEGGIATA O IN AVARIA • E’ FERMATA DALL’ AUTORITA’ GIUDIZIARIA PER QUESTIONI PENALI (CONTRABBANDO, IMMIGRAZIONE, TRAFFICO ILLEGALE, INQUINAMENTO, ECC..) • E’ FERMATA DALL’ AUTORITA’ GIUDIZIARIA PER QUESTIONI CIVILI (SEQUESTRI) • FERMATA DALL’ AUTORITA’ DI CONTROLLO (PSC) A SEGUITO DI VERIFICA • NON HA IMPIEGO O E’ IN DISARMO • SITUAZIONE DI GRAVE DISAGIO DELLE PERSONE SU UNA NAVE FERMA “L’abbandono è la situazione caratterizzata dall’interruzione dei legami fra l’armatore ed il marittimo. L’abbandono si verifica quando l’armatore non adempie a suoi specifici obblighi fondamentali verso il marittimo, quali il rimpatrio e il pagamento della remunerazione dovuta senza ritardo, nonché la fornitura di beni di primaria necessità quali vitto, alloggio ed assistenza sanitaria. L’abbandono avviene nel caso in cui il comandante della nave venga lasciato senza mezzi finanziari per far fronte alle esigenze operative della nave”. (dalla Risoluzione IMO A.930(22), del 29 Novembre 2001) Statistiche seguono interpretazione Statistica IMO/ILO pubblicata da giornali: 1995/2007 navi abbandonate 541 (worldwide) circa 45/anno; Database ILO (solo notifiche ufficiali): 2004- 2010 : 126 casi segnalati. (aperti o risolti); 2009 : i) 53 casi ii) 3 in Italia [ Forum ITF/Stella Maris: più di 10 casi ] L’ITF nel 2009 è intervenuta in 180 casi di “navi chiaramente abbandonate” (Remo Di Fiore) Su una cosa c’è accordo : fenomeno in crescita esponenziale dalla fine del 2008. In Italia, da una media di 2-3 casi anno si è passati a circa 20 casi In Francia, 8 casi nel 2009. 4 casi dal 2004 al 2008 Alcune indicazioni sulle cause e sulla natura degli abbandoni: • Aumenta l’ irresponsabilità di alcuni Stati di bandiera • Rifiutano di onorare i propri impegni verso gli altri Stati, sia prima sia dopo. • Crisi economica è un fattore contingente L’abdicazione degli Stati di bandiera. Il rifiuto di prendersi le proprie responsabilità “…..spiacenti ma non c’è nulla che l’amministrazione di bandiera possa fare in questa circostanza…” Il ruolo delle bandiere di comodo e dei “nuovi”registri Il ruolo del manning agent Il caso: bandiere e registri inesistenti per far viaggiare una carretta del mare La responsabilità passa al Port State. Testimonianze degli operatori della Stella Maris che hanno seguito i casi di abbandono. Il disagio, l’angoscia, lo stato di incertezza, il sentirsi tradito, tutti gli stati d’animo che tramutano lavoratori rispettabili e persone normali in mendicanti. Fatti di ordinaria solidarietà tra gente di mare per sopravvivere a bordo (chi deve restare e chi può partire) Da terra:una presenza, un aiuto, un volto amico Problema di uomini, di persone fisiche che soffrono una situazione emotivamente drammatica Le storie dei nuovi servi della gleba. Legati al luogo di lavoro da una speranza, da promesse non mantenute. Leggi e regolamenti a volte disumani. È dura essere costretti a trascorrere giornate inoperose al buio, senza sapere se e quando arriveranno i soldi degli stipendi e la possibilità di tornare dalle rispettive famiglie. Alessandra Troygo, nel fiore dei suoi freschi 18 anni, parla un eccellente inglese e ha le idee chiarissime. «E’ una storia incredibile – si sfoga la ragazza – Tra due settimane dovrò sostenere un esame alla scuola marittima nella mia città, Odessa. E non so se ci riuscirò, ho la sensazione che dovrò restare qui ancora a lungo. Ho terminato i soldi e quando mi sono imbarcata, ad agosto, non avrei mai immaginato di trovarmi in questo pasticcio. Se sono preoccupata? Certo. E sono anche molto arrabbiata». Evgeni, 28 anni, addetto alle cucine, dice che a bordo non mancano cibo e acqua, ma è dura comunque non conoscere che destino ti aspetta: «A me bastano duecento euro e me ne torno a casa». Ivan Vassilj, cuoco, 27 anni, è al limite della resistenza. «Non ho più un soldo, non posso neppure andare a terra a bere un goccetto e mi devo accontentare di telefonare rapidamente alla mia famiglia, che vive a Nicolayev, in Ucraina.» Sforzo notevole per ricostruire l’impatto economico di un caso di abbandono. Impossibilità di determinare costi standard per tutte le situazioni. Troppe variabili. Ogni caso ha delle caratteristiche originali. Analizzando un caso nei dettagli è possibile stimare l’ordine di grandezza del costo e evidenziare i fattori di costo per la collettività, attirando l’attenzione e fornendo materia di riflessione. L’intervento del Port State nell’abbandono equivale a un nuovo onere per la collettività. Non interessa precisare chi sopporterà questi oneri, sicuramente non sarà l’armatore, che ne è il responsabile. Ogni caso di abbandono rappresenta un onere per la collettività del Port State di entità variabile, ma sicuramente di elevato ammontare. Oneri invisibili, l’occupazione di spazi portuali: un mancato introito Abbandono : per porti piccoli un dramma ( il caso Pozzallo ) “...I marittimi si vedono privati della paga e di ogni altro genere di necessità primaria per tutto il tempo, molto spesso assai lungo, che intercorre tra l’abbandono ed il loro rimpatrio. Fin troppo spesso, gli armatori che li abbandonano, invece di essere i primi responsabili della decisione di abbandonare gli equipaggi, fuggono le proprie responsabilità legali, semplicemente scomparendo. Le nazioni che presentano congiuntamente questa proposta considerano tale atteggiamento inaccettabile, disumano e contrario all’interesse di tutti, (interesse che è invece quello) di reperire, addestrare e mantenere in servizio marittimi preparati. Perciò gli stati proponenti desiderano mettere sotto controllo tutte le forze che agiscono nel mercato per cancellare una volta per tutte l’opzione di abbandonare nave e equipaggio che oggi è considerata una valida scelta operativa …” (da IMO/ILO/WGLCCS 8/2/1, documento del gruppo di lavoro congiunto IMO/ILO del 23/5/08, presentato congiuntamente dai governi di Francia, Filippine e Stati Uniti) “The currently viable business decision……………….” E’una scelta operativa a disposizione dell’armatore. Abbandono risulta essere particolarmente odioso perché è oggi una opzione possibile, riprovevole ma non perseguita legalmente. Questa posizione deve essere rifiutata, si deve “remove permanently”: non deve più essere una possibilità a disposizione. La situazione internazionale Germania Gran Bretagna Stati Uniti Spagna Francia Highlights: • Fondamentale il ruolo dei volontari, in particolare Stella Maris • Germania e Gran Bretagna : non realizzato che abbandono è problema Port State. • Spagna, Francia e Stati Uniti preso atto dell’inaffidabilità dei Flag State , sono organizzati per risolvere in primis il problema umano La relazione tra la normativa italiana in materia di immigrazione e condizione dello straniero e le norme applicabili ai marittimi. In particolare lo stato di marittimo abbandonato come possibile clandestino, secondo l’ordinamento italiano attira l’attenzione su incongruenze e potenziali criticità. L’assenza di intervento del Flag State può comportare anche una mancata tutela del marittimo Assurdità della situazione dal punto di vista penale: • All’armatore non viene comminata nessuna sanzione. •Al marittimo può venir contestato lo stato di clandestinità se entra nel territorio dello Stato. Importanza dell’attività svolta dagli operatori della Stella Maris, dagli ispettori e sindacalisti dell’ITF nel fornire assistenza anche legale al marittimo abbandonato che altrimenti sarebbe nell’impossibilità di agire. Ruolo determinante dei Comitati di Welfare nel coordinare l’assistenza ed anche nel diventare l’unica autorità che attesta lo stato di abbandono e quindi di necessità. GLI ATTORI COMITATI TERRITORIALI: Già presenti nei principali porti italiani; Operanti grazie ai volontari della Federazione Nazionale Stella Maris ed al supporto di Istituzioni locali, Operatori marittimi, Autorità Portuale, Sindacato Internazionale Trasporti, Apostolato del Mare, A.N.M.I.; Operano all’insegna dell’ACCOGLIENZA del marittimo e quindi con un lavoro di alta valenza sociale. Impressionante statistica dei casi di intervento. Abbandono o no l’ITF deve farsi carico del problema: “…….vi sono situazioni intermedie ove effettivamente l’equipaggio è in totale difficoltà, anche se, per esempio, l’armatore continua ad avere un collegamento con la nave ma non può mettere a disposizione dei marittimi delle risorse in quanto fallito. L’ITF, naturalmente, non può per i suoi interventi, fare dei distinguo collegati a definizioni astratte, ma deve farsi carico di ogni situazione di difficoltà…….” Attività pianificate e strutture rafforzate in vista della crisi Migliaia di interventi nel mondo da parte degli ispettori Centinaia di marittimi abbandonati assistiti. Casi collettivi (16 Brittania Bulkers, 55 Eastwind) Marittimi nel mar di Marmara e in altre località di “parcheggio navi” Riflesso della crisi e dei casi di abbandono sulla demolizione. Maggior numero, maggior lavoro, maggior sfruttamento dei lavoratori del settore Esperienza acquisita e sulle misure che si dovrebbero adottare subito per accelerare le vendite delle navi abbandonate. Situazione in Italia critica: tempi lunghissimi, procedure complicate, nessuna vendita. Non è necessario legarsi alla procedura delle vendite immobiliari. Testimonianza di un Avvocato che segue casi di marittimi abbandonati in Italia : “ in quattro anni ….non ho ancora visto chiudersi una procedura …” Sottolinea la particolare “ingiustizia” che rappresentano le procedure giudiziarie seguite in Italia per i marittimi abbandonati. Tempi e complessità non garantiscono al marittimo di poter vedere i suoi diritti tutelati. Lancia la proposta di: “…… costituzione di un’apposita sezione di Tribunale in un circondario da individuarsi e alla quale devolvere tutte le controversie …..” Non esaminano il problema da un punto di vista delle implicazioni umane……….. ma strettamente come un problema di business: ……“l’abbandono” altro non è se non un mancato pagamento di ciò che è dovuto contrattualmente, in pratica un’insolvenza… …L’abbandono non è causato da un incidente, da un infortunio o da altri eventi coperti da assicurazione” La soluzione della variante alla MLC 2006 è lo strumento più efficace e più rapido, ma c’è ancora molto lavoro da fare in sede ILO per arrivare ad uno strumento che sia effettivo per rimuovere l’abbandono. Il recepimento nel nostro ordinamento della MLC 2006 comporta tra l’altro l’introduzione delle norme sul Welfare marittimo che è l’occasione per precisare la struttura i compiti e l’attività dei Comitati di Welfare. Diamo anche alcuni spunti di riflessione su misure più immediate, da adottare al più presto per lenire la pena e il disagio dei marittimi abbandonati L'odissea della Delphin, dalle crociere al sequestro nel porto di Venezia «Duecento persone dell’equipaggio, uomini e donne quasi tutti di nazionalità ucraina, sono bloccati dal 16 ottobre nel porto di Venezia, a bordo della nave da crociera “Delphin”, di proprietà dell’armatore tedesco Delphin Marittime Ltd, che fa capo alla MTC (Marine Trade Consulting) di Amburgo. Sono senza stipendio da cinque mesi e senza soldi per rientrare in patria. Ci sono riusciti una trentina dei 250 membri dell’equipaggio, quelli rimasti a bordo trascorrono interminabili giornate a bordo e fanno qualche puntata a terra per telefonare a casa e acquistare generi di prima necessità. La “Delphin” assomiglia alla fortezza Bastiani del buzzatiano “Deserto dei Tartari”. Con una differenza, però. Una piccola luce si è accesa nel tunnel dell’attesa. Si stanno cercando 50 mila euro per pagare il viaggio di rientro in Ucraina con sette pullman a noleggio. I quattro filippini, i 5 tedeschi e austriaci e l’unico di nazionalità indiana viaggeranno in aereo. Sindacati, società onlus, organizzazioni umanitarie sono al lavoro per raccogliere il denaro e ottenere i visti di transito dai Paesi interessati dal viaggio. Occorrerà qualche giorno. Martedì prossimo il tribunale di Venezia si pronuncerà nel merito della richiesta di sequestro della nave (già concesso in via provvisoria) proveniente da tre soggetti: l’armatore greco Restis, la Dan Bunkering che ha fornito il carburante e appunto l’equipaggio della “Delphin”, a garanzia degli stipendi non riscossi. Fortunatamente la nave non si è trasformata in una prigione per i malcapitati marinai, per gli uomini e le donne addetti al servizio alberghiero. Sono quasi tutti di nazionalità ucraina e giovani e certamente non immaginavano di ritrovarsi in questo assurdo cul de sac. (…..) ….. I porti coinvolti TRIESTE TARANTO SAVONA REGGIO CALABRIA PORTO NOGARO PIOMBINO ORTONA ORISTANO MILAZZO GIOIA TAURO CAGLIARI BARI POZZALLO LIVORNO GENOVA ANCONA VENEZIA CIVITAVECCHIA AUGUSTA RAVENNA Non considerato Tolone 0 1 2 3 4 5 6 7 ….. come operare • PRIORITA’ ASSOLUTA: SOLUZIONE DEL MOTIVO DI SOSTA E RIPARTENZA DELLA NAVE • SE NON E’ POSSIBILE IN TEMPI RAGIONEVOLI: FAR RIENTRARE A CASA I MARITTIMI AL PIU’ PRESTO ….. tempistiche rimpatri 7 mesi con navi 2 8 mesi con navi 1 1 mese con navi 1 2 mesi con navi 4 6 mesi con navi, 3 3 mesi con navi 2 4 mesi con navi 6 ….. Tempistiche ripartenze Velocità soluzione casi 30 25 3 mesi con navi, 20 3 Axis Title 1 mese con navi, 4 15 10 5 2 mesi con navi, 5 0 Casi 3 mesi 19 4 mesi 25 > 4 mesi 6 ….. navi giacenti nei porti • MARZO 2010 SETTEMBRE 2011 • GIACENTI : 19 NAVI ED 1 RELITTO GIACENTI : 20 NAVI E 4 • PORTI INTERESSATI : 12 PORTI INTERESSATI : 13 RELITTI 1) SONO L’UNICO BENE A DISPOSIZIONE PER RECUPERARE I CREDITI (SOPRATTUTTO PER I MARITTIMI) E LE SPESE 2) SONO FONTI DI COSTI E DISAGI A VOLTE MOLTO RILEVANTI E TUTTI GRAVANO SUL PORT STATE 3) IN FUTURO NON SARA’ PIU’ POSSIBILE NEMMENO LA DEMOLIZIONE (VEDI NORME EUROPEE, CONVENZIONE IMO E BASILEA) a causa di COSTI DI RICICLAGGIO ENORMI NECESSARIO INTRODURRE NORME CHE CONSENTANO CONFISCA E RENDANO VELOCE LA VENDITA (VEDI SPAGNA) …..And the story continues In totale: • 44 navi assistite • Seafarers rimpatriati : 556 • Seafarers involved: 784 Un incremento costante di 13 casi ogni anno Cagliari - Dopo quasi un anno di permanenza della nave “Kenza” e del suo equipaggio nel porto di Cagliari e a più di sei mesi dal sequestro da parte della magistratura, si è fatto vivo l’armatore della nave, la compagnia marocchina Imtc. Nel capoluogo sardo si fa notare la coincidenza fra questa accelerazione e il prossimo arrivo della barca da competizione “Luna Rossa” sullo stesso molo dove oggi è ormeggiata la “Kenza”.Il 23 dicembre il sindacato Itf ha messo anche mano al portafogli per garantire almeno il cibo all’equipaggio, ma la scorsa settimana la mancanza di gasolio e elettricità avevano reso la nave un pericolo anche per la sicurezza del porto. La settimana scorsa Marcantonio Tuveri, dell’Itf di Cagliari, ha scritto a ministero degli Esteri, Capitaneria, ambasciata del Marocco e tribunale per segnalare nuovamente il caso. Adesso qualcosa si è mosso. La Capitaneria ha immediatamente trovato 2 mila litri di gasolio che permettono di rimettere in sicurezza la nave, mentre, probabilmente dopo l'intervento dell'ambasciata marocchina, si è fatto vivo anche l'armatore. «L'Imtc, che - spiega Tuveri - è proprietaria della nave e per mesi non si era vista, si è fatta sentire per dirsi disponibile a conciliare lo stipendio dal 13 dicembre 2012 al 7 maggio 2013». Il 7 maggio l'equipaggio aveva dichiarato sciopero, per cui il giudice italiano ha detto che da quella data lo stipendio non è dovuto. Tuttavia l'equipaggio ha replicato che per tutti questi mesi è rimasto a bordo a garantire la sicurezza del "Kenza" e quindi chiede di essere pagato anche per il periodo dopo il 7 maggio. Ma questa è una questione che sarà oggetto di una causa separata in Marocco. Intanto però i marittimi restano bloccato a bordo senza cibo. «Le istituzioni stanno facendo rispettare alla lettera le leggi, ma il risultato è che i marittimi sono sequestrati a bordo». Tuveri contesta la decisione del giudice di aver affidato la custodia della nave al comandante e a tre uomni dell'equipaggio: «Così è diventato impossibile rimpatriarli».Il giudice del lavoro di Cagliari ha sequestrato la "Kenza" già lo scorso luglio, per metterla in vendita e pagare i creditori, fra cui l'equipaggio della nave. Sembrava la fine di un incubo per i quindici marittimi, ma ad oggi soltanto cinque di loro hanno potuto essere rimpatriati. Gli altri sono bloccati dalla burocrazia. L'Itf spiega che la polizia di frontiera non rilascia il passaporto e il visto se non ha il via libera della Capitaneria. A sua volta la Capitaneria non concede l’autorizzazione se la guardiania non viene affidata a un soggetto terzo, perché altrimenti la nave resterebbe incustodita e potrebbe diventare un rischio per la navigazione. «Come Itf - afferma Tuveri - abbiamo chiesto se qualcuno è disposto a assumersi questo compito, ma nessuna delle categorie che opera nel porto di Cagliari ha voluto impegnarsi». E così nessuno può scendere dalla nave, mentre gli stipendi non arrivano e il cibo è terminato. «Adesso aspettiamo che davvero la compagnia Imtc vada al di là delle parole e tiri fuori i soldi. Inoltre dovrà mandare un nuovo equipaggio che sostituisca quello a bordo». E Remo Di Fiore, della Fit-Cisl, marittimi, accusa: «Probabilmente tutti sapevano che la banchina serviva a Luna Rossa e, quindi cercavano di liberargli lo spazio sulle spalle dei marittimi». Violare gli obblighi verso i propri familiari, abbandonandoli, è un reato. Abbandonare animali è un reato. Abbandonare carcasse di veicoli o altri oggetti inquinanti è un reato. Abbandonare marittimi non è un reato. Grazie per l’attenzione ! www.stellamaris.tv