Il comportamento delle
persone con autismo
Nadia Volpe
Presupposti Fondamentali
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Il Comportamento è comunicazione
Il Comportamento è una funzione delle
interazioni tra la persona e l’ambiente
L’Intervento deve affrontare le variabili
che mantengono il comportamento
I risultati devono essere valutati dal punto
di vista funzionale
Cos’è un comportamento
problematico?
Si definisce problematico un
comportamento che provoca
danni/lesioni alla persona
(aggressività, autolesionismo…), ad
oggetti, oppure che interferisce con
l’apprendimento (stereotipie,
iperattività…)
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La descrizione operazionale
(qual è il problema?)
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Aggressività (dare calci, sputare in faccia,
urlare contro, lanciare la sedia…)
Autostimolazioni, stereotipie (oscillare con
il busto, roteare la testa…)
Esempio:
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“Letizia è aggressiva e provocatoria”
Quando non è presente l’educatrice,
Letizia colpisce con la mano destra la
persona più vicina, poi sorride quando
l’educatrice le va vicino e mentre la sgrida.
La valutazione del
comportamento
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Valutazione informale (osservazione
spontanea)
Valutazione formale (osservazione
sistematica: quando? Per quanto tempo?
Quante volte?)
Valutazione formale
Valutazione informale
Trattamento
Il caso di Letizia

Letizia ha quindici anni, diagnosi di
autismo e ritardo mentale di grado medio.
La madre chiede un colloquio perché non
riesce a gestire i comportamenti
“aggressivi e provocatori” della ragazza.
Il caso di Letizia: valutazione
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Psicologa: Mi descrive un esempio di comportamento problematico
di Letizia?
Madre: non saprei, è sempre così arrabbiata, all’improvviso colpisce
i bambini per strada, mi fa fare delle figuracce imbarazzanti… non
posso fermarmi a guardare una vetrina o a salutare qualcuno che lei
ne combina una delle sue
P: mi accennava prima ad un episodio nel negozio di borse…
M: infatti, le dicevo, io stavo scegliendo una borsa, e tenevo stretta
la mano di Letizia. Sa, lei è sempre così affettuosa che non vuole
mai lasciarmi. Un attimo… l’ho lasciata per vedere il prezzo della
borsa, chiedevo alla commessa se il prezzo era già scontato… Letizia
è corsa verso un bambino vicino alla porta e gli ha dato uno
schiaffo. Il bambino è scoppiato in lacrime. La madre del bambino
mi ha detto:”sua figlia è un mostro!”
P: immagino che sia stata una situazione imbarazzante, poi cosa è
successo?
Il caso di Letizia: valutazione
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Madre: è stato più che imbarazzante... Sono corsa da Letizia e l’ho
sgridata, dicendole che è cattiva e che non doveva farlo. Cercavo di
scusarmi con la madre del bambino ma ero anche arrabbiata perché
non ha capito che Letizia non lo fa perché è cattiva, non si rende
conto, ma poi si pente e chiede scusa…
P: Letizia ha chiesto scusa al bambino…
M: si, anzi all’inizio no, si è messa a ridere, mi ha fatto arrabbiare
ancora di più, sono andata via immediatamente dal negozio, poi ha
voluto fare la pace con me… voleva che la coccolassi… è perché mi
ha visto arrabbiata, voleva farsi perdonare.
P: ogni volta succede questo?
M: sì, è sempre pentita, dopo. Dice sempre “non lo faccio più” e si
tranquillizza solo dopo che l’ho perdonata e le do un bacetto.
Analisi Funzionale
L’Analisi funzionale è un processo finalizzato a
determinare quali rinforzi mantengono un certo
comportamento, e le condizioni di stimolo e gli
eventi ambientali che creano l’occasione per
quel comportamento. Per raccogliere
informazioni si usano tre strategie : le interviste,
l’osservazione diretta, e la manipolazione delle
presunte variabili per controllare/influenzare il
comportamento bersaglio.
L’analisi funzionale
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Antecedente (cosa succede prima del
comportamento)
Comportamento (descrizione operativa)
Conseguenza (cosa succede dopo il
comportamento)
L’analisi funzionale
antecedente
comportamento
conseguenza
Letizia non ha
attenzione diretta
(la madre sta
parlando con
qualcun altro e
guarda altrove)
Colpisce il
bambino
La madre corre
vicino a lei, le
parla (la sgrida)
la guarda, esce
dal negozio, alla
fine le dice “per
questa volta ti
perdono” e le da il
bacetto.
Il caso di Letizia: intervento
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Letizia è in grado di comunicare un
disagio? può comprendere il contesto? Sa
cosa deve fare? Per quanto tempo? Come
può avere nuovamente l’attenzione della
mamma in modo adeguato?
Ha esperienza di “successo” di
comportamenti alternativi ed adeguati?
Dalla parte dell’adulto
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Il rinforzo positivo di comportamenti
problematici può avvenire inconsapevolmente
(l’intenzione dell’adulto è farle capire che “non si
fa”)
Non è necessario usare caramelle per rinforzare
un comportamento problematico (es. evitamento
di antecedenti avversivi)
Il rinforzo positivo di un comportamento
problematico può sfuggire al nostro controllo
(attenzione sociale di altri)
Dalla parte dell’adulto
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P: da quanto tempo si verifica questo comportamento?
M: non saprei, prima era piccolina, non faceva male ai
bambini, era molto più semplice gestirla. Ora è grande,
ha 15 anni, dovrebbe capire che non si fa, dovrebbe fare
la brava…
P: Letizia secondo lei sa esattamente cosa significa “fare
la brava”?
M: a casa sì, è così affettuosa… ma fuori sembra
un’altra! È difficile capirla, non so cosa comprende
realmente, forse per lei “fare la brava” significa solo
abbracciarmi e fare le coccole… nel negozio è diverso,
tutti ci guardano, non so cosa fare
Dalla parte dell’adulto
l’intervento educativo
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P: ci sono momenti in cui fuori si comporta bene?
M: certo, ad esempio quando andiamo in piscina. Riesce
anche ad aspettare il suo turno, si siede sulla panca con
tre compagne, entrano in acqua una per volta, tiene in
mano i braccioli, non ha mai colpito nessuno…
P: Letizia secondo lei sa esattamente cosa fare quando
va in piscina?
M: sì. È molto brava, ascolta l’istruttore, si prepara da
sola, poi fa la doccia e torniamo a casa.
P: si potrebbe definire il nuoto una attività prevedibile in
cui Letizia è competente?
M: sì. invece nel negozio L. non ha chiaro cosa fare,
cioè forse per lei la situazione non è prevedibile…
•
•
L’analisi funzionale del comportamento
dell’adulto, ovvero:
Perché l’adulto si comporta in maniera da
rinforzare e mantenere proprio quei
comportamenti che meno desidera che si
producano nel bambino?
L’analisi funzionale del comportamento
dell’adulto prende in considerazione tre aspetti
•
•
•
Pensieri (è grande, dovrebbe capire…)
Emozioni (sono arrabbiata, imbarazzata…)
Azioni (la sgrido… poi le do il bacetto)
Livelli della Valutazione e
dell’Intervento sul Comportamento
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Modificare l’ambiente del comportamento
Manipolare le contingenze che controllano il
comportamento
Insegnare comportamenti alternativi che sono
funzionalmente equivalenti per sostituire il
comportamento
Insegnare comportamenti a lungo termine che
affrontano e soddisfano i motivatori del
comportamento
Eventi ambientali ed effetti
conseguenti
Gli eventi ambientali sono stimoli che
interagiscono con gli stimoli discriminanti
esistenti producendo cambiamenti
momentanei nelle relazioni reazione-rinforzo,
sia positivi che negativi.
Fra gli esempi sono compresi malattia, fatica,
dolore, cambiamenti di programma, livello di
rumore, irregolarità del sonno, fame.
Influenze sui Gravi Problemi di
Comportamento
Eventi
ambientali
Eventi stimolo
Contesti
biologici
Contesti
sociali
Fuga
Contesti
fisici
Tangibili
Attenzione
sociale
Feedback
sensoriale
Gravi
Problemi di
Comportamento
Da: Durand (1990)
Influenze sui Gravi Problemi di
Comportamento
Eventi
ambientali
Eventi stimolo
Chi è
presente
Come sta
Fuga
Dove sta
Tangibili
Attenzione
sociale
Feedback
sensoriale
Dare uno schiaffo
Da: Durand (1990)
Valutazione Comportamentale
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Valutazione dell’ambiente
Valutazione delle motivazioni
Valutazione del rinforzo
Analisi funzionale
Valutazione dell’ambiente
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Ambiente fisico
Condizioni Antecedenti-Comportamento
(Behavior) - Conseguenze (ABC)
Ambiente di apprendimento
Analisi Temporale
Valutazione delle Motivazioni
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
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Rinforzo Positivo (attenzione sociale o rinforzi
materiali)
Fuga/Evitamento delle Richieste (rinforzo
negativo )
Perdita di Rinforzi
Conseguenze Sensoriali (rinforzo sensoriale o
riduzione del livello di stimolo)
Condizionamento della Risposta R
(Classico)
Fattori Organici
Valutazione del Rinforzo
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


Valutazione delle preferenze di stimolo
I rinforzi devono essere comuni
nell’ambiente naturale per favorirne la
generalizzazione
I rinforzi devono essere funzionali
I rinforzi dovrebbero essere adeguati
all’età
Regole per il rinforzo
1.
2.
3.
Per essere efficace, un rinforzo deve essere
somministrato durante o immediatamente dopo il
comportamento bersaglio. Più è lungo l’intervallo di
tempo fra il comportamento e la somministrazione
del rinforzo, meno facilmente si incrementerà il
comportamento .
Non possiamo dire se qualunque evento stimolante
dato sarà un rinforzo per un comportamento finchè
non lo proviamo e ne osserviamo gli effetti
sull’andamento del comportamento. Se incrementa
il comportamento, è un rinforzo.
I rinforzi dovrebbero essere selezionati e
personalizzati per ogni bambino. Quello che può
essere un rinforzo per un bambino può non esserlo
per un altro.
Regole per il rinforzo
4.
Per essere efficace il rinforzo deve essere
conseguente a quanto succede. Questo significa
che si deve richiedere al bambino di impegnarsi in
un comportamento desiderato per ricevere una
conseguenza potenzialmente rinforzante. Se la
persona riceve il rinforzo quando non si impegna
nel comportamento bersaglio, la procedura non
funzionerà. Bisogna sempre richiedere al bambino
di guadagnarsi il rinforzo impegnandosi nel
comportamento.
Regole per il rinforzo
5.Quando modellate nuovi comportamenti,
usate rinforzi differenziati.
Questo significa che risposte qualitativamente
migliori ricevono rinforzi più potenti.
Il rinforzo differenziato motiva il bambino a
dare le risposte migliori.
Regole per il rinforzo
6.
7.
8.
Usate rinforzi potenti quando insegnate un
nuovo comportamento..
Quando potenziate un comportamento,
rinforzatelo frequentemente. Inizialmente
può essere necessario rinforzare il
comportamento ogni volta che si verifica,
per aumentarne la forza.
Una volta consolidatosi ( p.e. si verifica in
modo affidabile e coerente), il
comportamento bersaglio può di solito
essere mantenuto con un programma
intermittente di rinforzo.
Regole per il rinforzo
8.
9.
Accoppiate rinforzi secondari con rinforzi
primari.
Ricordate che l’ultimo comportamento esibito
prima di ricevere il rinforzo è quello suscettibile
a essere incrementato. Per esempio, uno
studente risponde correttamente, e mentre gli
state somministrando un rinforzo alimentare,
improvvisamente sbatte le mani. Il
comportamento di sbattere le mani è il
comportamento che è stato rinforzato. In
questo caso, è meglio soprassedere al rinforzo
e aspettare una prestazione migliore.
Dalla Valutazione
Funzionale alla
programmazione
dell’Intervento
piano di trattamento
Intervento comportamentale
Il piano di trattamento deve insegnare un
comportamento alternativo, più funzionale
alla comunicazione, per sostituire il
comportamento disadattivo.
piano di trattamento
Intervento comportamentale
Il piano di trattamento deve prevedere
l’uso di procedure differenziate di rinforzo
per incrementare comportamenti
incompatibili con il comportamento
disadattivo.
piano di trattamento
Intervento comportamentale
Delle procedure di controllo coerenti non
devono essere più restrittive del
necessario, devono avere una provata
efficacia, e devono essere socialmente
valide.
Dalla valutazione all’intervento
Severe
Challenging
Behavior
Gravi
problemi
di comportamento
Mantenuto da:
Conseguenze
Sensoriali
Rinf. Sensoriale
Rinforzo positivo
Ottenere oggetto
Piano di
Trattamento
Conseguenze
Sensoriali:
Riduzione
Arousal
Rinforzo
Negativo:
Fuga
Rinforzo
positivo
Att Sociale
Piano di
Trattamento
Piano di
Trattamento
Apprendimento
Di routines
sociali
Piano di
Trattamento
Piano di
Trattamento
Fattori
Organici
Piano di
Trattamento
Piano di
Trattamento
Se il comportamento problematico è mantenuto da:
Rinforzo Positivo (attenzione sociale o
rinforzi materiali)





Ignorare programmato
Attesa contingente /accesso contingente
Time out (allontanamento) (dagli stimoli
rinforzanti)
Rinforzo Differenziato di comportamenti
alternativi funzionalmente equivalenti
Rinforzo Differenziato di alternative comunicative
(Insegnamento della Comunicazione Funzionale)
Se il comportamento problematico è mantenuto da:
Fuga/Evitamento delle
Richieste
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



Lavorare attraverso il compito (estinzione)
Arricchire l’ambiente di lavoro con rinforzi
Presentare il compito con modalità
alternative
Stessa richiesta con rinforzo
Ridurre le difficoltà del compito
(semplificarlo)
Dare rinforzi più potenti
Se il comportamento problematico è mantenuto da:
Perdita di Rinforzo



Programmare un accesso frequente,
prevedibile al rinforzo nell’arco della
giornata
Insegnare ad “aspettare” il rinforzo
La transizione dalla perdita di rinforzo al
ri- accesso al rinforzo è considerazione
critica dell’insegnamento
Se il comportamento problematico è mantenuto da:
Conseguenze Sensoriali



Attenuare le conseguenze sensoriali
Sostituire con un rinforzo più appropriato
funzionalmente compatibile
Permettere di guadagnarsi il rinforzo
sensoriale
Validità Sociale
il grado al quale gli interventi comportamentali producono
risultati socialmente e clinicamente validi



Validità sociale delle finalità del trattamento dei
comportamenti bersaglio prescelti
Validità sociale delle procedure d’intervento
Validità sociale dei risultati del trattamento,
compresi gli effetti collaterali positivi e negativi a
lungo termine
Valutazione dei comportamenti

FAST = (Functional Analysis Screening
Tool)
Strumento d'Indagine per l'Analisi
Funzionale
(ESERCITAZIONE IN GRUPPI)
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l`Analisi Funzionale