Anno A Prima domenica di Avvento 1 dicembre 2013 In sottofondo la melodia di What Child Is This? Dal libro del profeta Isaia Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e si innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: “Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri”. Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, e delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l'arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore. Is 2,1-3 Il profeta Isaia Michelangelo - Volta Cappella Sistina Il profeta Isaia (Primo Isaia autore dei capitoli 1-39) iniziò la sua opera pubblica verso la fine del regno di Ozia, re di Giuda, attorno al 740 a.C, quando l'intera regione siropalestinese era minacciata dall'espansionismo assiro. Isaia fu anche uno degli ispiratori della grande riforma religiosa avviata dal buon re Ezechia (715-687 a.C) che mise al bando le usanze idolatre e animiste che gli ebrei avevano adottato imitando i popoli vicini. Isaia si è sempre scagliato contro i sacrifici umani (prevalentemente di bambini o ragazzi), i simboli sessuali, gli idoli di ogni forma e materiale. Altro bersaglio della riforma, e delle invettive di Isaia, furono le forme cultuali puramente esteriori, ridotte quasi a pratiche magiche. In particolare, condannò senza mezzi termini il digiuno, le elemosine, le ricche offerte, quando non sono seguite da una condotta di vita moralmente corretta, dal rispetto verso il prossimo, dal soccorso alla vedova e all'orfano, dall'onestà nell'esercizio di cariche pubbliche. In questo brano troviamo il messaggio che il profeta Isaia pronuncia in un momento di crisi politico-religiosa, in cui il popolo cerca alleanze umane e non Dio, svela lo scopo dell’agire di Dio nella storia di Israele, qui simboleggiato nel monte Sion. La storia del popolo eletto tende a raccogliere tutti i popoli sotto la legge dell’unico Dio, bandendo la guerra dall’umanità. Questo oracolo è implicitamente ripreso in Giovanni 4,22 dove Gesù afferma che” la salvezza viene dai Giudei”, e in Luca 24,47 dove dice ai suoi discepoli che “nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.” Rotolo con il testo del profeta Isaia, scoperto nella prima grotta di Qumran il profeta Isaia Raffaello – Basilica di S.Agostino Salmo 121 Andiamo con gioia incontro al Signore. Quale gioia, quando mi dissero: “Andremo alla casa del Signore”. Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme! Andiamo con gioia incontro al Signore. E’ là che salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge di Israele, per lodare il nome del Signore. Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide. Andiamo con gioia incontro al Signore. Chiedete pace per Gerusalemme: vivano insieme sicuri quelli che ti amano, sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi. Andiamo con gioia incontro al Signore. Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su di te sia pace!”. Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene. …Si tratta di un dolcissimo saluto a Gerusalemme ritmato sulla parola shalôm, che oltre ad essere un augurio e un saluto, è anche ritenuto popolarmente alla base dell’ebraico Jerushalajim, interpretato come “città della pace” (in realtà il nome della città significa “Shalem l’ha fondata”, con un riferimento a un dio degli antichi abitanti cananei.) Shalôm, come è noto è la pace messianica che ingloba in sé felicità, prosperità, bene, serenità. Anzi, l’ultimo versetto: Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene, che è quasi l’addio alla città santa, a shalôm si unisce tôb cioè “bene”, dando così origine al saluto francescano “Pace e bene”. Commento tratto da “I Salmi” di Gianfranco Ravasi Dalla lettera di S.Paolo apostolo ai Romani Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo Rm 13,11-14a … è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. … San Paolo scrisse la lettera ai Romani da Corinto probabilmente tra gli anni 58-59. La comunità dei cristiani di Roma era già ben formata e coordinata, ma lui ancora non la conosceva. Forse il primo annuncio fu portato a Roma da quei “Giudei di Roma”, presenti a Gerusalemme nel giorno della Pentecoste e che accolsero il messaggio di Pietro e il Battesimo da lui amministrato, diventando cristiani. Nacque subito la necessità di avere a Roma dei presbiteri e questi non poterono che essere istituiti a Gerusalemme. La Lettera ai Romani è uno dei testi più alti e più impegnativi degli scritti di Paolo perchè affronta grandi temi teologici: l'universalità e la gratuità del dono della salvezza che si ottiene per mezzo della fede in Cristo; la fedeltà di Dio; i rapporti tra giudaismo e cristianesimo; la libertà di aderire alla legge dello Spirito che dà vita. In questo brano Paolo, dopo aver parlato a lungo dell’agire salvifico di Dio in Cristo Gesù, invita ora i cristiani alla consapevolezza del momento. Il kairòs di Dio, cioè il momento in cui Dio agisce per la salvezza, impone al cristiano un preciso e idoneo comportamento che si concretizza nella vigilanza e nella mortificazione (1Cor 7,2931; Ef 5,18-19), e nel fare le opere della luce (Ef 5,8-16), nell’essere operatori di pace e non di contese. L’apostolo si serve, in modo efficace, dell’immagine del giorno e della luce per mostrare il nuovo stile di vita di coloro che credono in Cristo, Luce del mondo. ALLELUIA Salm 84, 8 Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. Dal vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti, così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà portata via e l'altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo”. Mt 24, 37-44 E’ la prima domenica di Avvento del ciclo A e il Vangelo di Matteo (il secondo per lunghezza, dopo quello di Luca), ci condurrà per tutto il percorso dell’anno liturgico. Questo brano fa parte del discorso escatologico di Gesù, che si trova anche nei tre vangeli sinottici. La liturgia riporta solo i versetti nei quali Matteo insiste sulla necessità della vigilanza, prendendo a tal fine come esempio il diluvio universale e altre situazioni della vita quotidiana. Il paragone del diluvio è utilizzato da Gesù non in quanto castigo per la corruzione prevalente al tempo di Noè, ma soltanto per il suo carattere improvviso e inaspettato. Un altro paragone viene preso dalla vita ordinaria: … due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà portata via e l'altra lasciata Il paragone è tratto dalla realtà quotidiana, dove a volte capitano disgrazie che colpiscono una persona e non un’altra, che si trova nello stesso luogo e nelle stesse condizioni. Gesù insiste poi dicendo: Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Questo: “cercate di capire”, ci fa pensare quanto Gesù ha a cuore la nostra sorte.. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo. Per rafforzare quanto detto prima, Gesù dice che il Figlio dell’uomo verrà nel momento in cui non si pensa: Dio ha i suoi tempi che non sono quelli dell’uomo e viene quando meno lo si aspetta. L’ora di cui parla Matteo richiama il giorno e il tempo di cui Paolo parla nella seconda lettura, non un semplice tempo cronologico, ma un kairos, il tempo che appartiene a Dio e in cui Dio agisce, rimane all’uomo nella sua libertà riconoscerlo vivendo la sua vita con impegno, perché all’interno anche della sua storia personale, maturi il progetto di Dio. Cammino che scendeva dal Getsemani a Gerusalemme, nel tempo di Gesù. Il Signore verrà nell'ora che non immaginiamo! Ma se prendiamo in considerazione l'avvento di quest'incontro, potremo vivere meglio apprezzando questa vita in ogni momento. La melodia che ho inserita come sottofondo What Child Is This? è un celebre canto natalizio tradizionale, il cui testo è stato scritto nel 1865 dal poeta ed autore di inni inglese Willian Chatterton Dix. Il testo fu poi adattato da John Stainer alla melodia del celebre brano tradizionale inglese Greensleeves del XVI secolo. Sotto ri0porto il testo in inglese con a fianco la traduzione in italiano What child is this, who, laid to rest, On Mary's lap is sleeping? Whom angels greet with anthems sweet, While shepherds watch are keeping? This, this is Christ the King, Whom shepherds guard and angels sing: Haste, haste to bring him laud, The babe, the son of Mary. Chi è questo bambino, che steso a riposare Sul grembo di Maria sta dormendo? Che gli angeli accolgono con inni di gioia Mentre i pastori vegliano? Costui è Cristo il Re, Che i pastori vegliano e a cui gli angeli cantano; Affrettatevi, affrettatevi a lodarLo, Il Bambino, il figlio di Maria! Why lies he in such mean estate Where ox and ass are feeding? Good Christian, fear: for sinners here The silent Word is pleading. Perché Egli giace in una così modesta dimora Dove il bue e l'asinello si nutrono? Bravo Cristiano, abbi timore, qui per i peccatori La Parola silenziosa sta pregando. So bring him incense, gold, and myrrh, Come, peasant, king, to own him. the King of kings salvation brings, Let loving hearts enthrone him. Chiodi e lance lo dovranno trafiggere, Portare la Croce per me, per te; Salve, salve Parola fatta carne, Il Bambino, il Figlio di Maria!