Chiesa anglicana (inglese: Church of England; latino: Anglicana ecclesia) è il nome assunto dalla Chiesa d'Inghilterra dopo la separazione dalla Chiesa cattolica nel XVI secolo. Il termine latino è precedente alla Riforma protestante e indicava genericamente la chiesa cattolica inglese, allo stesso modo in cui la chiesa francese era denominata Chiesa Gallicana. In seguito, dopo lo scisma avvenuto durante il regno di Enrico VIII e per influsso delle dottrine protestanti provenienti dal continente europeo, la Chiesa anglicana ha assunto una particolare fisionomia dottrinale ed organizzativa. La base dottrinale della Chiesa anglicana è contenuta nei Trentanove articoli di religione. La Chiesa anglicana, però, è essenzialmente pluralista. Nel suo interno convivono (e spesso si scontrano) tendenze diverse, ed ogni comunità può fare capo ad esse ed assumere una forma di culto molto diversa. Vi sono, ad esempio, gli "anglo-cattolici", che si differenziano poco dal cattolicesimo (presentano una forma di culto molto simile alla Messa cattolica), i neo-liberali, i riformati (che si attengono al calvinismo), gli evangelicali, i pentecostali/carismatici. La Chiesa anglicana è attualmente composta dalle due province ecclesiastiche di Canterbury e York, a cui fanno capo tutte le diocesi inglesi. La sede primaziale è quella di Canterbury, il cui arcivescovo ha un primato d'onore su tutta la comunione anglicana. Il Papa non ha alcuna giurisdizione ecclesiastica, poiché le funzioni di governatore supremo della Chiesa sono svolte dal Sovrano inglese. Le comunità anglicane presenti in molte città d'Italia fanno capo alla diocesi europea con sede a Gibilterra. La Chiesa Anglicana d'Inghilterra ammonta a circa 25.000.000 di fedeli ed è la comunità più grande in seno alla comunione anglicana. Dall'11 novembre 1992 la Chiesa anglicana ha dato la possibilità alle donne di diventare sacerdoti. Enrico VIII salì al trono d'Inghilterra nel 1509 all'età di 17 anni. Ebbe un matrimonio dinastico con Caterina d'Aragona, vedova del fratello Arturo Tudor nel 1509, poco prima dell'incoronazione. Al contrario del padre Enrico VII, che era chiuso e riservato, il figlio sembra essere la perfetta immagine di un estroverso cavaliere, che cerca la compagnia di giovani simili a lui. Cattolico fervente, ascoltava fino cinque messe al giorno, salvo nei periodi della caccia. Il suo spirito possente ma senza originalità, facilmente influenzabile dai suoi consiglieri, che non lo lasciano mai né di giorno né di notte. Era anche sensibile a chi gli dava ascolto. Tra i suoi amici e contemporanei e il Lord Cancelliere il cardinale Thomas Wolsey regnava un clima di ostilità. Nonostante ciò il cardinale fu sicuro della cattolicità del monarca, quando nel 1521 difese la Chiesa cattolica contro le accuse di Martin Lutero in un libro, che scrisse sicuramente con l'aiuto di Tommaso Moro, intitolato Difesa dei sette sacramenti, per il quale venne insignito del titolo di Difensore della fede dal papa Leone X. Ma fra i nemici del cardinale a corte vi era anche la seducente Anna Bolena che era a sua volta influenzata dalle idee di Lutero. Dopo anni passati in Europa come damigella d'onore della regina Caterina, Anna arrivò alla corte nel 1522, donna affascinante, di spirito e stile, ma anche di volontà e di ferocia, in grado quindi di far fronte a Enrico. Verso la fine degli anni venti Enrico voleva far annullare il suo matrimonio con Caterina, in quanto ella non gli aveva dato eredi maschi viventi, il monarca voleva un figlio maschio per assicurare una continuità alla dinastia Tudor. Memore di quanto successe nel secolo precedente con la Guerra delle due rose, voleva a tutti i costi evitare il ripetersi di quella situazione. Unica figlia vivente era la principessa Maria. Enrico sosteneva che l'assenza di eredi maschi veniva dal fatto che avendo sposato la vedova di suo fratello questo non era gradito a Dio. Il matrimonio con Caterina venne celebrato con una dispensa speciale del papa Giulio II, il re sosteneva che questa dispensa non era valida e che quindi il suo matrimonio non era valido. Nel 1527 Enrico VIII chiese al papa Clemente VII di annullare il matrimonio. Il papa rifiutò, secondo il diritto canonico, il papa non poteva annullare il matrimonio a causa di un ostacolo canonico precedentemente tolto. Clemente VII temeva anche la collera della famiglia di Caterina e di Carlo V, le cui truppe, più tardi in quell'anno, saccheggiarono Roma e fecero per un breve periodo prigioniero il papa stesso. La rottura con Roma • Il suo scrupolo di coscienza unito all'attrazione per Anna Bolena rese irresistibile il suo desiderio di sbarazzarsi della regina. L'inchiesta riguardante il suo cancelliere, il cardinale Wolsey(foto) accusato di "praemunire" nel 1529, e la morte del prelato durante il suo trasferimento a Londra per essere giudicato di alto tradimento nel novembre del 1530, causarono in Enrico dei dubbi e la sua indecisione aumentò anche di fronte all'opposizione degli amici della regina e di coloro che al contrario volevano una separazione da Roma e vedevano nell'annullamento del matrimonio un’ occasione quanto mai favorevole. Il Parlamento convocato nel 1529 per discutere dell'annullamento raccoglieva tutti quelli che desideravano una riforma ognuno però non concordava sulla forma da darle: venne chiamato il Parlamento della Riforma. Vi erano uomini di legge che in nome della Common Law erano contrari ai privilegi del clero che poteva convocare i laici ai loro tribunali. Vi erano anche coloro che avevano subito l'influsso dell'evangelizzazione luterana e che erano ostili alla teologia cattolica. Thomas Cromwell(1° foto) rientrava in queste due categorie. Vi erano poi coloro che come John Foxe(2° foto) sostenevamo la "supremazia del re" sulla Chiesa d'Inghilterra. Il nuovo cancelliere di Enrico VIII, Thomas More, che aveva sostituito Wolsey voleva insieme alla riforma delle nuove leggi contro l'eresia. Cromwell era un uomo di legge, un membro del Parlamento e un evangelico. Egli sapeva come manovrare il Parlamento per promuovere la supremazia del re, che era quello che voleva Enrico e per favorire la sua fede e il culto evangelico, che era quello che lui e i suoi amici volevano. Uno dei suoi più intimi amici era Thomas Cranmer, che stava per essere nominato arcivescovo. Per quanto riguardava l'annullamento, nessun progresso sembrava possibile: il papa sembrava temesse più Carlo V che Enrico VIII. Anna, Cromwell e i loro sostenitori dicevano che bastava semplicemente non tener conto del papa, ma nell'ottobre 1530, una commissione di uomini di legge e di ecclesiastici avvertì che il Parlamento non poteva autorizzare l'arcivescovo ad agire contro un divieto papale. Enrico prese allora la soluzione di perseguitare il clero. Dopo essersi sbarazzato del cardinale Wolsey, il suo cancelliere, egli decise di accusare il clero di praemunire allo scopo di spingerli a dare il loro assenso all'annullamento. Il reato di praemunire che vietava l'obbedienza a dei governanti stranieri esisteva sin dal 1392. Questa legge era già stata usata in particolari procedure giudiziarie. Dopo aver accusato i partigiani della regina, i vescovi John Fisher, John Clerk, Nicholas West e così anche l'archiatra d'Exeter, Adam Travers, Enrico estese la procedura nei confronti di tutto il clero. Enrico pretese 100.000 sterline in occasione dell'Assemblea del clero inglese di Canterbury per ottenerne il perdono reale, somma che si decise di pagare il 24 gennaio 1531 chiedendo però che venisse dilazionata in cinque anni, ma Enrico rifiutò. L'Assemblea allora ritornò sulla sua decisione chiedendo ad Enrico delle garanzie prima di versare il denaro. I re rifiutò ancora ogni condizione ma concesse la dilazione in cinque anni aggiungendo cinque articoli che il clero doveva accettare: • • • • • Che il clero riconoscesse Enrico come "Il solo protettore e capo supremo della Chiesa e del clero d'Inghilterra Che al re sia attribuita una competenza spirituale Che i privilegi della Chiesa siano considerati nulli se attentano alle prerogative reali e alle leggi del regno Che il re perdona al clero la violazione della legge di praemunire Che anche i laici siano perdonati. Nel Parlamento il vescovo John Fischer era il sostenitore di Caterina e del clero. Egli inserì nel primo articolo la frase se la parola di Dio lo permette. Quindi durante l'assemblea dei sacerdoti convocata per esaminare le proposte reali, l'arcivescovo William Warham aprendo la discussione, non ottenne che un silenzio di tomba. Allora il prelato disse Chi tace acconsente, al che un sacerdote gli rispose Per questo siamo tutti in silenzio. L'assemblea quindi accettò i cinque articoli e il pagamento, era l'8 marzo 1531. In quello stesso anno il parlamento inglese votò l'Atto di perdono. La rottura con l'autorità papale avvenne a poco a poco. Nel 1532, Cromwell presentò al Parlamento una petizione intitolata « Richiesta contro l'Ordinario della messa », che avanzava un elenco di nove lagnanze contro la Chiesa, includendovi l'abuso di potere e il potere di emanare leggi senza il consenso dell'Assemblea del clero. Il 10 maggio 1532, il re chiese alla Chiesa di rinunciare al diritto di legiferare, la sottomissione del clero venne firmata il 15 maggio. Con questo atto la Chiesa riconosceva la supremazia del re sulla Chiesa, di modo che non poteva essere più libera di legiferare in diritto canonico senza la licenza reale. Questo fu un atto di annichilimento totale del soggetto Chiesa come legislatore. Questa sottomissione venne accolta dal Parlamento ne 1534, e poi ancora nel 1536. Questo fatto portò alle dimissioni di More da cancelliere, lasciando Cromwell padrone della scena politica . Egli non divenne mai cancelliere, ma affrancò il suo potere con stretti rapporti informali con la corona. Relazione privilegiata che più tardi si interruppe. Seguirono una serie di leggi parlamentari. La legge concernente la «Ritenuta condizionata delle annate», che proponeva che il clero non pagasse a Roma più del 5% della sua prima annata delle rendite, incontrò delle opposizioni e ci volle per tre volte la presenza di Enrico alla Camera dei Lords e l'intimidazione della Camera dei Comuni perché fosse votata. La «Legge della restrizione degli appelli», che fu redatta da Cromwell, a parte quello che concerneva le proibizioni degli appelli a Roma per le questioni ecclesiastiche, dichiarava che «Il regno d'Inghilterra è un impero, così è stato accettato nel mondo, e che è governato da un capo supremo, il re, che ha il titolo e il rango reale della Corona imperiale del paese, a lui un corpo politico, insieme di persone di ogni condizione e di ogni rango, in nome della spiritualità e della temporalità, ha il dovere di attribuire, dopo Dio, una naturale e umile obbedienza».si affermava anche che l'Inghilterra era un paese indipendente sotto ogni aspetto. Geoffrey Elton ha chiamato questa legge un «ingrediente essenziale alla rivoluzione dei Tudor», affermando una teoria della sovranità razionale. La legge della «Ritenuta totale delle annate» proibiva il pagamento di tutte le rendite annuali a Roma e ammoniva che se le cattedrali avessero rifiutato la nomina dei vescovi da parte del re queste rischiavano l'accusa di praemunire. Geoffrey Elton ha chiamato questa legge un «ingrediente essenziale alla rivoluzione dei Tudor», affermando una teoria della sovranità razionale. La legge della «Ritenuta totale delle annate» proibiva il pagamento di tutte le rendite annuali a Roma e ammoniva che se le cattedrali avessero rifiutato la nomina dei vescovi da parte del re queste rischiavano l'accusa di praemunire. Finalmente nel 1534, La «Legge di Supremazia» (noto come "Atto di Supremazia") fece di Enrico il «capo supremo sulla Terra della Chiesa d'Inghilterra», mettendo da parte ogni uso, costume, legge autorità o prescrizioni che provenissero dall'esterno. Dopo una luna di miele prematrimoniale in Francia, Enrico e Anna si sposarono a Westminster nel gennaio 1533. Evento facilitato dalla morte dell‘ arcivescovo Warham(foto), strenuo oppositore al matrimonio del re. Egli venne rimpiazzato da Thomas Cranmer quale arcivescovo di Canterbury. Questo prelato era invece favorevole all'annullamento del matrimonio con Caterina, come Enrico voleva. Anna diede alla luce una figlia che diverrà Elisabetta I d'Inghilterra, tre mese dopo il matrimonio. Il papa scomunicò sia il monarca che l'arcivescovo. Di conseguenza, lo stesso anno la legge delle "Primizie e delle decime" trasferirà le tasse sulle rendite ecclesiastiche dal papa alla Corona. La legge che concerneva "Il pence di Pietro e dispense" prescriveva il pagamento annuale da parte dei proprietari del penny al papa. Questa legge ribadiva che l'Inghilterra «non aveva altro capo al di fuori di Dio che sua Grazia» e che «la corona imperiale» di Enrico era stata messa al sicuro «dalle usurpazioni e dalle esazioni ingiuste e poco caritatevoli del papa». Per far fronte ad un'eventuale opposizione a uno di questi argomenti il Parlamento votò nel 1534 «La legge del tradimento», che considerava alto tradimento passibile della pena di morte il fatto di negare «la supremazia del re». Finalmente nel 1536 il Parlamento votò la «Legge contro l'autorità del papa» che sopprimeva l'ultima parte ancora legale dell'autorità papale, cioè il suo potere in Inghilterra di esprimere un giudizio nelle discussioni concernenti le Sacre Scritture. Radicalismo teologico La rottura con Roma non era ancora la vera e propria Riforma che si originò dalla diffusione delle nuove idee. Le opinioni di Martin Lutero, il riformatore tedesco, e dei suoi discepoli erano largamente conosciute e dibattute in Inghilterra , dove il radicalismo teologico è sempre stato presente. Questo si era manifestato in Inghilterra con i Lollardi, un movimento ispirato dagli scritti di John Wyclif(foto), il traduttore della Bibbia del '400 che aveva ribadito la preminenza della Sacre Scritture. Ma dopo l'esecuzione di Sir John Oldcastle, capo della ribellione dei Lollardi nel 1415, questi privi del loro capo si ridussero considerevolmente di numero e di influenza nel corso del '400. Vi erano comunque ancora molti Lollardi,essi furono ricettivi alle nuove idee, quando comparvero, anche loro cercavano di riformare la Chiesa, mettendo la Parola di Dio al primo posto e consideravano l'Eucaristia come una semplice commemorazione. Ciò nonostante non presero parte alle azioni del governo. Altre idee critiche nei confronti della supremazia del papa, erano portate avanti oltre che dai Lollardi anche da ambienti che speravano imporre la supremazia del potere secolare sulla Chiesa da conciliaristi come Tommaso Moro e, agli inizi, da Cranmer. Altri riformisti cattolici, come John Colet ritenevano che gli eretici non erano più pericolosi per la fede che la vita immorale e indolente dei chierici. Di altro ordine fu l'impatto avuto dalle idee di Lutero. La sua idea cardine giustificati per mezzo della sola fede e non per le buone azioni, minacciava la base stessa del sistema penitenziale cattolico con le sue messe e preghiere di suffragio per i morti a pagamento e l'idea del purgatorio. Per Lutero, nessun atto penitenziale, nessuna preghiera, nessuna messa può garantire la grazia di Dio, solo la fede permette di ottenere ciò. Con la stampa, diffusasi alla fine del secolo precedente, si moltiplicarono il numero delle Bibbie in lingua. In tali condizione la Chiesa non poteva più imporre in maniera efficace il proprio punto di vista. Attorno agli anni 1520 un gruppo che si riuniva alla taverna del Cavallo bianco di Cambridge, che si faceva chiamare piccola Germania, iniziò a guadagnare influenza;tutti i suoi membri furono in seguito mandati al rogo come eretici, diversa sorte toccò a Thomas Cranmer, che era a quei tempi uno studente prudente e critico nei confronti delle idee di Lutero. Cranmer cambiò opinione più tardi, in parte partecipando al gruppo che tentava di ottenere l'annullamento del matrimonio. Anche allora la situazione si complicò per il fatto che pure i luterani non erano in favore dell'annullamento. Cranmer fu costretto a cercare sostegno a Strasburgo e a Basilea. Il programma di Cranmer, favorito dall'influenza di Anna Bolena sulle nomine vescovili, non era solamente diretto contro il clero e l'autorità di Roma. Egli persuase Enrico che, per premunirsi contro le alleanze politiche che Roma poteva tentare di creare, bisognava avviare dei negoziati con i principi luterani tedeschi. C'era la possibilità che l'imperatore Carlo V reagisse per vendicare il ripudio di sua zia, la regina Caterina, appoggiando la scomunica. Tutto ciò non portò a niente, se non al fatto d'introdurre in Inghilterra idee luterane: solamente tre sacramenti il battesimo, l'eucarestia, e la penitenza, che Enrico era pronto ad approvare per riservarsi la possibilità di un'alleanza. Più visibili e molto più spiacevoli furono le Ingiunzioni, prima nel 1536 poi nel 1538. Il programma cominciò con la soppressione di molti giorni festivi ritenuti occasione per vizzi e pigrizia, particolarmente numerosi nel periodo dei raccolti, che ebbero un effetto immediato sulla vita dei villaggi. Le offerte alle immagini vennero scoraggiate, come i pellegrinaggi. In certi casi statue o quadri vennero bruciati o distrutti sotto il pretesto che erano oggetto di una devozione superstiziosa, vennero proibiti i ceri accesi davanti alle immagini, le Bibbie dovevano essere acquistate sia se erano scritte in latino che se scritte in inglese.