Laboratorio di Filosofia
a cura di:
Alfio Bonfiglio, Cecilia Lanza, Filadelfo Marino, Laura Torre
La Torre di Babele – Laboratorio di Filosofia
Laboratorio di Filosofia
Bacone
Cartesio
Galilei
Newton
Introduzione
La Torre di Babele – Laboratorio di Filosofia
Laboratorio di Filosofia
Introduzione
L'affermazione di autonomia della ricerca scientifica dalla tradizione filosofica e dalla
teologia costituì nel Seicento la premessa indispensabile per lo sviluppo e la fecondità delle
scienze fisiche, che si affermarono anche grazie alla consapevolezza delle loro potenzialità
applicative.
A partire dalla rivoluzione copernicana il rapido progresso delle scienze fisiche fu alimentato
dal carattere quantitativo della sperimentazione e dall'utilizzo della matematica per
l'elaborazione di modelli interpretativi. La scienza escluse dalle sue finalità la ricerca di
essenze, abbandonò la pretesa di rivelare la natura dei corpi o delle forze e iniziò a servirsi di
strumenti di indagine raffinati stabilendo una stretta connessione con la tecnica.
Questo periodo fu caratterizzato da una costante riflessione sul metodo scientifico che si
avvalse della geometria esposta negli Elementi di Euclide come modello di sapere certo e
dell'analisi degli approcci sperimentali della fisica e della meccanica del tempo.
In questo ambito si distinguono diversi contributi fra cui vengono di seguito illustrati quelli
di Bacone, Cartesio, Galilei e Newton.
La Torre di Babele – Laboratorio di Filosofia
Laboratorio di filosofia
René Descartes
a cura di:
Alfio Bonfiglio, Cecilia Lanza, Filadelfo Marino, Laura Torre
Sommario
esci
La vita
Cartesio nacque a La Haye, nella Turenna, il 31 marzo 1596. Di nobile
famiglia, studiò presso il Collegio gesuitico di La Flèche, una delle scuole più
prestigiose di allora. La formazione che ne conseguì, ispirata alla filosofia
Scolastica, lo lasciò insoddisfatto, avvertendo l’eccessiva distanza tra
quell’insegnamento tradizionale e i recenti orientamenti scientifici e filosofici
che, pur faticosamente, cercavano di affermarsi. Ancor di più, lamentava la
mancanza di un “metodo” vero e proprio da applicare alla ricerca della verità.
Decise, ispirato anche da sogni profetici, come lui stesso raccontava, di
dedicarsi alla definizione di una metodologia che fosse un criterio sicuro di
orientamento. Tra il 1619 e il 1630 compose le Regole per dirigere l’ingegno;
era il tempo in cui partecipò alla guerra dei 30 anni che gli permise, data la
libertà che godevano i nobili nella vita militare, di viaggiare per l’Europa,
decidendo, nel 1628, di stabilirsi in Olanda, paese tradizionalmente tollerante.
esci
Sommario
La vita
Nel 1633 aveva quasi pronto un Trattato sul mondo e sull’uomo, in cui
condivideva la tesi copernicana, quando venne a conoscenza della condanna
di Galilei. Decise di non pubblicare quell’opera e attese il 1637 per dare alle
stampe il Discorso sul metodo, prefazione a tre saggi scientifici. Nel 1641
pubblicò Meditazioni sulla filosofia prima intorno all’esistenza di Dio e
all’immortalità dell’anima e nel 1644 Principi di filosofia, opera presentata
come manuale scolastico, ma in realtà, rielaborazione del trattato del
Mondo con cui esponeva, in quattro libri, la sua filosofia e la sua fisica. Alla
principessa Elisabetta del Palatinato dedicò nel 1649 Le passioni
dell’anima, poco prima di recarsi a Stoccolma, invitato dalla regina Cristina
di Svezia, dove morì per una polmonite l’11 febbraio 1650.
esci
Sommario
Il metodo
La filosofia tradizionale era fortemente criticata da Cartesio, in quanto chiusa
nei propri principi aristotelici, incapace di offrire un orientamento
metodologico per distinguere il vero dal falso ed ancorata al principio di
autorità. La cultura si apriva a nuovi orizzonti scientifici e filosofici e
Cartesio avvertiva sempre di più l’esigenza di un metodo inteso come criterio
unico che l’uomo avrebbe potuto applicare in campo teoretico e pratico e da
cui avrebbe tratto certamente vantaggio. Cartesio comprendeva bene che il
problema principale non era tanto mettere in dubbio un sapere quanto il
fondamento stesso del sapere.
Il fondamento era, per Cartesio, l’uomo, inteso come soggetto pensante e la
ragione costituiva l’ unico criterio di cui doveva avvalersi la ricerca della
verità. Inizialmente Cartesio aveva individuato ventuno regole perché l’uomo
potesse arrivare “alla conoscenza vera di tutto ciò che sarà capace di
conoscere”, adottando il metodo deduttivo della matematica.
esci
Sommario
Il metodo
Nel Discorso sul metodo le riduce a quattro, ritenendo che siano
sufficienti poche leggi per regolare la conoscenza, purché siano
osservate “fermamente e costantemente”. La prima regola è quella
dell’evidenza, la seconda della analisi, la terza della sintesi, la quarta
della enumerazione e revisione. Così sono esposte da Cartesio nella
parte seconda del Discorso sul metodo:
1) “Non accogliere nulla come vero che non conoscessi con evidenza
essere tale: di evitare cioè accuratamente la precipitazione e la
prevenzione, e di non comprendere nei miei giudizi nulla che non si
presentasse alla mia mente con tale chiarezza e distinzione da non
avere alcun motivo per metterlo in dubbio”
2) “Suddividere ciascuna difficoltà da esaminare in tutte le parti in
cui era possibile e necessario dividerla per meglio risolverla”
esci
Sommario
Il metodo
3) “Condurre con ordine i miei pensieri iniziando dagli oggetti più
semplici e più facili a conoscersi per risalire progressivamente come
per gradi, fino alla conoscenza di quelli più complessi; e supponendo
un ordine anche tra quelli di cui gli uni non precedono
naturalmente gli altri e viceversa”
4) “Fare ovunque enumerazioni così complete e rassegne così
generali, da essere certo di non avere tralasciato nulla”
Poche e semplici regole, ma fondate sulla ragione umana, che
contribuiscono in modo determinante allo sgretolamento dell’impianto
filosofico aristotelico-scolastico, rivoluzionando la riflessione filosofica
e scientifica.
esci
Sommario
Mappe concettuali
Critica alle discipline tradizionali
(storia, lingue, lettere classiche,
logica scolastica)
Logica
Rigore sillogistico; idonea a
trasmettere il sapere già costituito,
inutile per la scoperta della Verità.
Critica il formalismo delle discipline
matematiche (algebra, geometria), ma
ammette un loro maggiore grado di
Evidenza (certezza) rispetto alla
filosofia.
Progetto di una nuova scienza
universale dell’ordine e della misura.
Metodo Cartesiano
EVIDENZA idee chiare e distinte
ANALISI scomposizione in parti semplici
SINTESI ricomposizione deduttiva
ENUMERAZIONE controllo completo su tutto il processo
esci
Sommario
Mappe concettuali
Tentativo di costruire una
fisica basata su principi apriori perfettamente evidenti
Leggi Geometrico-Meccaniche della Natura:
Leggi di inerzia
Conservazione della quantità di moto
Teorie e modelli di tipo geometricomeccanico.
Le teorie fisiche più certe sono
quelle che spiegano il maggior
numero di fenomeni osservativi
Il mondo è una macchina
Tutti i fenomeni fisici devono svolgersi nei termini
definiti dalle leggi fondamentali (a-priori)
Altre conoscenze non possono essere apriori:
I fenomeni di fatto del mondo:
è necessaria l’esperienza
Le teorie esplicative: è
necessario il ragionamento
ipotetico.
Materia è estensione (res
extensa), spazio pieno;
non esiste il vuoto
Il movimento ha una
struttura circolare;
Vortici di materia
esci
Teoria dei vortici
Il cielo è materia fluida e i corpi celesti si muovono
trascinati dal flusso di materia fluida in cui sono
immersi (vascello).
Si forma un vortice attorno al sole (modello del
vortice di acqua).
Rotazione intorno al proprio asse
Maggiore velocità in prossimità del centro.
Forma non perfettamente circolare del
vortice
Gravità dovuta alla sostituzione di materia
celeste(più leggera) con corpi terrestri (più pesanti).
Sommario
Bibliografia
Giovanni Crapulli, Introduzione a Descartes, Laterza, Bari, 1999
Eugenio Garin, Vita e opere di Cartesio, Laterza, Bari, 1999
John Cottingham, Cartesio, Sansoni, 1998
Sergio Landucci, La mente in Cartesio, Franco Angeli, Milano,
2002
Reinhard Lauth, Descartes. La concezione del sistema della
filosofia, Guerini e Associati, 2000
esci
Sommario
Webliografia
www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Cartesio.html
www.filosofia.8m.net/cartesio.htm
education.ti.com/italy
www.culturanuova.net/filosofia/cartesio.php
www.forma-mentis.net/Filosofia/Cartesio.html
esci
Sommario
Laboratorio di filosofia
Francis Bacon
a cura di:
Alfio Bonfiglio, Cecilia Lanza, Filadelfo Marino, Laura Torre
La torre di Babele
Sommario
esci
La torre di Babele
La vita
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1561: nasce a Londra il 22 gennaio dal matrimonio di Sir Nicolas Bacon, Lord guardasigilli della regina
Elisabetta, con Anna Cook, donna di alta cultura e fede profonda.
Anni ’70: studia a Cambrige per poi trascorrere alcuni anni a Parigi al seguito dell’ambasciatore di Francia.
1579: entra alla Camera dei comuni.
1593: prima pubblicazione (un volume di saggi, gli “Essays”).
1602: seconda pubblicazione. “Temporis partus masculus”.
1605: Compone “Sull’utilità e il progresso del sapere umano e divino”.
1607: diviene avvocato generale e compone l’opera “Cogitata et visa”.
1608: pubblica “Redarguito philosophiarum”.
1609: pubblica “De sapientia veterum”.
1613: diventa procuratore generale.
1617: diventa lord guardasigilli.
1618: diviene lord cancelliere.
1620: pubblica la sua opera più nota, il “Nuovo Organum”, che si oppone al vecchio “Organum” di Aristotele.
1621: la fortuna gli volta le spalle: accusato di avere ricevuto denaro da una delle parti che doveva giudicare, deve
riconoscersi colpevole di corruzione, viene sospeso dalle funzioni e condannato al carcere.
1622: riesce ad aver condonata la pena ma deva ritirarsi a vita privata.
1626: Muore ad aprile.
esci Sommario
La torre di Babele
Il metodo
Per Bacone è importante interpretare la natura e non anticiparla come
aveva fatto la filosofia tradizionale, quindi Aristotelismo e Platonismo. Egli
interpreta la scienza come esplorazione di terreni inesplorati.
Nel piano operativo scopre le “forme” (essenze, cause), la conoscenza
scientifica come ricerca della forma qualitativa dei fenomeni. Per Bacone
sono le forme, per Galileo sono le leggi. Interpretare la natura significa
rispettarla, senza alterarla o anticiparla.
Bacone mette in evidenza i limiti dell’empirismo e del razionalismo facendo
delle metafore: gli empiristi che si affidano solo all’esperienza sono come le
formiche, le quali si limitano ad accumulare ed a consumare, senza
elaborare; i razionalisti che si affidano alla ragione astratta, ricavano da se
stessi la propria tela senza produrre, come i ragni. Il filosofo viene
paragonato all’ape, in quanto raccoglie i dati, ma li rielabora
intellettualmente grazie al concorso dei sensi + intelletto.
segue
esci Sommario
La torre di Babele
Il metodo
LA DOTTRINA DEGLI IDOLI.
Per Bacone la mente umana ci trasmette dalla natura un’immagine deformata, cioè
non riflette fedelmente la realtà. Di questo sono responsabili i condizionamenti
radicati nella cultura, nelle abitudini individuali e nella natura stessa dell’uomo.
La “pars destruens” del metodo serve a liberare l’uomo dai pregiudizi (idola). Essi
sono di quattro tipi:
A)Idola tribus; sono errori connaturati all’uomo nei sensi, nell’intelletto, nella
volontà e nelle passioni. Questi comportano gravi errori, come anche la scarsa
conoscenza che porta ad arbitrarie generalizzazioni.
B)Idola specus; sono errori determinati dall’educazione, dal sapere, dalle abitudini
etc… come nel mito platonico della caverna. Spesso si dà valore ad idee che vengono
alla fine assimilate come verità.
C)Idola fori; sono errori che derivano da relazioni sociali e dal linguaggio.
D)Idola theatri; Bacone considera i pregiudizi che si trovano nelle commedie e nei
testi di teatro. In realtà si riferisce al linguaggio e alla filosofia che molto spesso è
pura fantasia e influenza negativamente gli uomini allontanandoli dal vero.
esci Sommario
La torre di Babele
Il metodo
Metodo empirico induttivo
La “Pars contrues” consiste nel metodo induttivo a cui si arriva eliminando gli errori causati
dagli idola. Esso esige il concorso dei sensi + intelletto. La ricerca empirica va fatta
attraverso continue osservazioni ed esperimenti utilizzando il metodo induttivo.
Le osservazioni sistematiche saranno registrate su delle tavole:
Tabula praesentiae presenza del fenomeno
Tabula declinationis (absentiae) assenza del fenomeno
Tabula graduum gradi diversi del fenomeno
I dati empirici schedati vengono utilizzati per una “Prima vendemiatio”, ossia una prima
interpretazione e organizzazione degli stessi. Successivamente con le “Instantiae
praerogativae” si fa uso di strumenti e di esperimenti adeguati per condurre l’indagine e
grazie alle “Instantiae pratiche” e a quelle “informative” si struttura l’esperimento in
modo che esso sveli la verità del fenomeno. Ma è con le “Instanzae crucis” che lo
scienziato fa le scelte cruciali che lo indirizzano verso una via escludendo le altre fino a
raggiungere la verità scientifica che permetterà all’uomo tramite la tecnologia di
dominare la natura. “Sapere è potere”.
esci Sommario
La torre di Babele
Mappe concettuali
Scienza e sapere
Il Novum Organum
Le tavole e le instanze
esci Sommario
La torre di Babele
Scienza e sapere
Aristotele
La Scienza è conoscenza delle
cause: materiali, efficienti,
finali e formali.
Bacone
La Scienza è
conoscenza solo della
causa formale
Carattere Teorico e Pratico della
Scienza e suo rapporto con la Magia
(Bacone combatte gli aspetti iniziatici
e misteriosi della magia del ‘500).
E’ il successo pratico
che certifica della verità
teorica delle conoscenze
Finalità pratica, sviluppo
tecnologico della scienza
Conoscenza e Operazione
Se non si conosce la “forma” della cosa (legge
secondo cui è prodotta in natura) non sarà
possibile riprodurla artificialmente.
“L’uomo tanto più sa, tanto più può”
esci Sommario
La torre di Babele
Il Novum Organum
Critica della cultura tradizionale
(aristotelismo). La Verità “filia temporis”,
non figlia dell’autorità degli antichi.
Ruolo fondamentale dell’esperienza
Mancato approfondimento del
ruolo della matematica.
Novum Organum (1620)
Classificazione degli errori o pregiudizi “idola” che confondono la mente.
Idola Tribus errori che si radicano nella natura umana
Idola Specus errori derivanti dall’educazione, cultura, costumi
Idola Fori sorgono dai commerci e dal linguaggio
Idola Theatri pregiudizi che vengono dagli scritti dei filosofi e dalla teorie non fondate.
Critica l’induzione aristotelica perché
opera delle generalizzazioni sbrigative
(semplice enumerazione di pochi casi)
Illazione
esci Sommario
Procedimento Induttivo
Secondo Bacone deve procedere con Gradualità e
operare anche una attiva interpretazione
Osservazione
I dati osservativi devono essere sottoposti al vaglio dell’Intelletto
La torre di Babele
Le tavole e le instanze
Tavole
Tabula praesentiae
presenza del fenomeno
Tabula declinationis
assenza del fenomeno
Tabula graduum
gradi diversi del fenomeno
Prima Vindemiatio
Primo livello ipotetico di interpretazione dei
dati osservativi
Instantiae Praerogativae
Strumenti, osservazioni, esperimenti efficaci
nel conseguimento di informazioni
Instantiae Pratiche
Strumenti che permettono di tradurre in pratica le
conoscenze:
Del Potere: cosa può essere intrapreso (artifizi
prodotti dall’uomo: carta, vetro etc…)
Matematiche o (misura): valutazione
quantitativa dell’opera intrapresa
Che Facilitano:
Tecniche (intervento nella realtà fisica)
Magiche (ottengono risultati imponenti,
miracolosi con mezzi ridotti, es. polvere da sparo)
esci Sommario
La torre di Babele
Instantiae Informative
Supporto ai sensi
Telescopi, microscopi,
congegni di misura.
Supporto all’intelletto
Instantiae crucis
Esperimenti cruciali, decisivi.
Danno una svolta alla ricerca
(il crocicchio).
Bibliografia

B. Gemelli, Aspetti dell’atomismo classico nella filosofia di Francis
Bacon e nel Seicento, Olschki, Firenze, 1996

V. Altomare, La concezione baconiana della storia, Firenze
Atheneum, Firenze, 1997

M. Fattori, Introduzione a Francis Bacon, Laterza Roma-Bari,
1997
esci Sommario
La torre di Babele
Webliografia

http://www.filosofico.net/bacon.htm

http://www.emsf.rai.it/scripts/documento.asp?id=45&tabella=anagrafico

http://www.swif.uniba.it/lei/scuola/scuole/scienza/Bacone.htm

http://www.iep.utm.edu/b/bacon.htm

http://en.wikipedia.org/wiki/Image:Francis_Bacon.jpg

http://lgxserver.uniba.it/lei/filosofi/autori/baconef-s.htm
esci Sommario
La torre di Babele
Laboratorio di filosofia
Galileo Galilei
a cura di:
Alfio Bonfiglio, Cecilia Lanza, Filadelfo Marino, Laura Torre
VITA E OPERE
L’AUTONOMIA DELLA SCIENZA E IL RIFIUTO DEL
PRINCIPIO DI AUTORITA’
GLI STUDI FISICI DI GALILEO
LA DISTRUZIONE DELLA COSMOLOGIA
ARISTOTELICO – TOLEMAICA
LA SCOPERTA DEL CANNOCCHIALE
IL METODO DELLA SCIENZA
METODO E FILOSOFIA
IL PROCESSO A GALILEO
L’IMPORTANZA DI GALILEO NELLA STORIA
Esci
La vita
Galileo Galilei nacque a Pisa il 15 febbraio 1564 da genitori della media borghesia. Trasferiti a Firenze
egli compì i primi studi di letteratura e logica. Nel 1581, per volere del padre, si iscrisse alla facoltà di
medicina all’università di Pisa. Ma, poiché non aveva un vero interesse per questo tipo di studi, tornò a
Firenze senza aver conseguito il titolo accademico. Qui approfondì la matematica, sotto la guida di Ostilio
Ricci, e cominciò a compiere osservazioni fisiche. Nel 1583 scoprì “l’Isocronismo” (costanza della
durata) “Delle oscillazioni pendolari”. Negli anni seguenti giunse a formulare alcuni teoremi di
geometria e di meccanica. Dallo studio di Archimede fu portato a scoprire la “Bilancetta” per
determinare il peso specifico dei corpi (1586).
La sua cultura matematica gli procurò, nel 1589, la cattedra di matematica dell’ università di Pisa. Fu
durante questa permanenza che scoprì la “Legge di caduta dei gravi”. Dopo 3 anni passò ad insegnare all’
università di Padova. Nel 1609, con la costruzione del “Cannocchiale” si aprì la serie delle grandi
scoperte astronomiche, che gli procurarono il posto di matematico dello studio di Pisa. Piano piano però
cominciò a mettersi contro gli aristotelici e la chiesa, infatti nel 1616 fu ammonito dal cardinale
Bellarmino di professare la nuova astronomia. Nonostante ciò Galilei continuò i suoi studi e nel 1623
pubblicò il “Saggiatore”, sui problemi relativi alle comete. Intanto continuava a lavorare su “Dialogo tra i
due massimi sistemi del mondo”, quello tolemaico e quello copernicano (incoraggiato dall’ ascesa al
pontificato del cardinale Beverini, che gli aveva dimostrato sempre benevolenza). Ma dopo la
pubblicazione Galileo dovette affrontare un processo, e infine abiurare. Fu condannato al carcere a vita,
ma passò i suoi ultimi giorni, prima presso il palazzo del cardinale di Siena, e poi nella sua villa di Arretri,
accudito dalla figlia suor Maria Celeste, dove scrisse il suo capolavoro scientifico “Discorsi e
dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze.
Esci
Sommario
Galileo Galilei
Il primo risultato dell’opera di Galilei è la difesa dell’ autonomia della scienza. Galileo intuisce
che la battaglia per la libertà della scienza era necessaria per il futuro stesso dell’umanità.
Da qui la sua lotta contro
Autorità religiosa:
CHIESA
La
controriforma
aveva
stabilito che ogni forma di
sapere doveva essere in
armonia con le Sacre Scritture
Scritte sotto ispirazione dello
spirito Santo, e quindi vere in
ogni affermazione
Autorità culturale.
ARISTOTELICI
Grande stima per
Aristotele
Amante della verità
e della ricerca
Disprezzo verso i
discepoli “infedeli”
Invece di osservare
la natura la studiano
su libri
Offrono un dogmatismo antiscientifico
che ostacola l’avanzamento del sapere
Esci
Sommario
Galileo Galilei
Negare certi dati della Bibbia
significherebbe invalidare la
sua verità.
(Lettere copernicane) Galilei
pensava che , poiché Natura e
Bibbia derivano entrambe da Dio,
non possono contraddirsi tra loro.
Rifiuto della
doppia verità.
La soluzione sta nel rivedere
l’interpretazione e la Bibbia
Ha dovuto accomodarsi a
popoli rozzi usando un
linguaggio antropomorfico
La natura segue un corso
inesorabile, senza piegarsi
alle esigenze umane
Esci
Sommario
Non contiene principi che
riguardano le leggi di natura
Si riferisce al destino
ultimo dell’uomo
COME SI VADIA AL CIELO E
NON COME VADIA IL CIELO
Galileo Galilei
Per capire il metodo di Galilei bisogna conoscere prima le sue scoperte scientifiche, fisiche ed
astronomiche
Leggi sulla
caduta dei corpi
Principio di
inerzia
Per la fisica
aristotelica la quiete
era lo stato naturale
dei corpi.
La velocità di caduta dei
corpi è direttamente
proporzionale al loro peso
I moti erano
Naturali
Violenti
Il corpo si dirige
verso il suo
luogo naturale
Esci
Sommario
Tutti i corpi,
qualunque sia il loro
peso, cadono con la
stessa velocità
Galileo Galilei
Il moto che conduce il
corpo fuori dal suo
luogo naturale
Per spiegare come facessero i corpi
a muoversi così si ricorreva
all’azione motrice dell’aria
Intuizione teorica del
principio di inerzia
Un corpo tende a conservare il
suo stato di quiete o di moto
rettilineo uniforme finché non
intervengano forze esterne che
ne modificano lo stato
Vale anche per l’ astronomia
per il movimento dei pianeti.
Esci
Sommario
La quiete è qualcosa di
“naturale” e il moto si
manifesta solo se permane
la forza che lo ha
provocato.
Galileo Galilei
Prefazione
La messa in crisi della fisica Aristotelica e l’elaborazione di una nuova meccanica si accompagnano
strettamente in Galileo alla demolizione del sistema tolemaico:
1. Negazione della diversità fra moti rettilinei e moti circolari;
2. Rifiuto della diversità di struttura tra cielo e terra;
Galileo aveva intuito che, negli studi di Copernico si nascondeva la verità e, grazie al suo telescopio
riuscì a scoprire nuove cose che gli permisero di confermare la veridicità delle scoperte di Copernico e
di assestare il colpo decisivo alla vecchia cosmologia che era ancora ferma al rigido dualismo fra cielo e
terra.
Le scoperte astronomiche ed “il funerale della scienza aristotelica”
Varie furono le scoperte in campo astronomico da parte di Galileo:
1. Da sempre si riteneva che al luna come gli altri corpi celesti, esclusa la Terra, fossero formati da una
superficie liscia:
2. Galileo, grazie al suo telescopio, scopre che le macchie scure che ricoprono la luna sono montagne e
valli simili a quelle terrestri.
1. Aristotele credeva che la Terra, immobile, fosse il centro dei moti astrali;
2. Galileo, grazie al suo telescopio, scoprì 4 satelliti di Giove, giungendo a dire che se tali satelliti
giravano attorno a un corpo che a sua volta ruotava intorno al Sole, anche la Terra, con il suo satellite, la
Luna, avrebbe potuto girare attorno al Sole;
Esci
Sommario
Galileo Galilei
1. La cosmologia tolemaica sosteneva che i corpi celesti, essendo perfetti, erano anche incorruttibili e
quindi non soggetti al divenire;
2.Sempre con il suo telescopio, Galileo scoprì delle macchie sul Sole che apparivano e scomparivano
dando l’impressione di un continuo divenire al quale era soggetto anche il Sole;
1. Sin dal medioevo, si era sempre pensato che la Terra fosse l’unico corpo opaco;
2.Galileo, studiando le fasi di Venere, giunse a dire che tale astro, come gli altri riceveva la luce dal Sole.
In funzione di questa scoperta, Galileo continuò a scrutare il cosmo giungendo alle conclusioni che
nell’universo esistevano milioni di altre stelle e galassie.
Il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” e la difesa del copernicanesimo
Sotto il pontificato di Urbano VIII, Galileo scrive il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo,
credendo in una lenta rivoluzione cosmologica della chiesa. I protagonisti sono: Simplicio, un pedante
ancora fermo al pensiero di Aristotele, Salviati, che incarna l’intelligenza anticonformista dello
scienziato e Sagredo, nella parte del moderatore, che rappresenta una persona non oppressa dai
pregiudizi e che tende a simpatizzare verso le nuove dottrine. Il Dialogo si svolge in quattro giornate:
1° giorno
Si pone sotto accusa la distinzione aristotelica fra il mondo celeste e quello terrestre.
Esci
Sommario
Galileo Galilei
2° giorno
È dedicata alla confutazione degli argomenti contro il movimento della terra:
Ø Contro chi sostiene che un ipotetico movimento terrestre solleverebbe un vento tale da trasportare
via tutti gli oggetti ai quali si risponde che il vento partecipa del movimento terrestre;
Ø Contro chi obietta che se la Terra ruotasse da Est ad Ovest anche il moto delle nuvole e degli uccelli
risulterebbe tale, a questi si risponde con il moto della barca secondo il quale, ogni oggetto che
partecipa del suo moto non percepisce la minima variazione;
Tutte queste argomentazioni galileiane sono formulate sulla cosiddetta relatività galileiana secondo cui
risulta impossibile decidere sulla base di un sistema chiuso o che si muove di moto rettilineo –
uniforme.
3° giorno
Viene dimostrato il moto di rotazione della Terra con particolare risalto alla concezione copernicana.
4° giorno
Galileo espone la sua dottrina delle maree.
Esci
Sommario
Galileo Galilei
Crisi della fisica
aristotelica
Elaborazione di una
nuova meccanica
Negazione della diversità fra
moti rettilinei e moti circolari
Rifiuto della diversità di
struttura tra cielo e terra;
Esci
Sommario
Demolizione del
sistema tolemaico
Galileo Galilei
UTILIZZO DEL TELESCOPIO
Da sempre si riteneva che la Luna
fosse formata da una superficie
liscia come del resto tutti gli altri
pianeti ad esclusione della Terra
Galileo scopre che le macchie sulla
superficie lunare sono monti e valli
simili a quelle terrestri.
Aristotele
credeva che la
Terra,
immobile
fosse il centro
dei moti astrali
Aristotele scopre 4 satelliti di
Giove e giunge alla teoria che, se
i quattro satelliti girano attorno a
Gioce come la Luna fa attorno
alla Terra anche la Terra girerà
attorno al Sole come Giove.
Esci
Sommario
La cosmologia
Tolemaica
sosteneva che
i corpi celesti,
essendo
perfetti non
erano soggetti
al divenire
Galileo osserva
delle macchie che
appaiono e
scompaiono sul
Sole vedendo in
ciò un movimento
Tradizionalmente
si pensava che la
Terra fosse l’unico
pianeta opaco
Galileo studia le
fasi di Venere e
giunge alla
conclusione che
tutti i pianeti
sono opachi ma
illuminati dal
Sole.
Galileo Galilei
Dialogo sopra i due
massimi sistemi del mondo
Svolgimento: 4 giornate
1° giorno: sotto accusa
distinzione aristotelica
tra mondo celeste e
mondo terrestre.
2° giorno: dedicato
alla confutazione
degli argomenti
contro il movimento
della Terra.
Esci
Sommario
3° giorno: viene
dimostrato il moto di
rotazione della Terra
4° giorno: Galileo
espone la sua dottrina
delle maree
Galileo Galilei
Dottrina delle maree
Il nucleo centrale del Dialogo prendeva in considerazione le maree come una prova a favore delle
ipotesi copernicane: la migliore spiegazione possibile dell'innalzamento e dell'abbassamento delle acque
del mare dipendeva, secondo Galileo, dal moto della terra.
Esci
Sommario
Galileo Galilei
Nel passato molti strumenti, che noi
oggi reputiamo banali, si rivelarono
grandiose scoperte, a cominciare dal
cannocchiale che, lo stesso Galileo
nel Saggiatore, lo vede come una
scoperta importantissima compiuta
da un olandese. Molti storici ancor
oggi si dibattono su chi sia stato il
vero inventore di questo strumento
ma tutti sono sicuri che Galileo fu il
primo a sfruttarlo come strumento di
osservazione scientifica invece di
utilizzarlo come inutile oggetto di
svago e divertimento come fecero
molti nobili del tempo.
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Galileo Galilei
Galileo tende ad articolare il lavoro della scienza in due parti fondamentali: il momento
“risolutivo” o analitico e quello “compositivo” o sintetico. Il primo consiste nel risolvere un
fenomeno complesso nei suoi elementi semplici, quantitativi e misurabili, formulando un’ipotesi
matematica sulla legge da cui dipende. Il secondo momento risiede nella verifica e
nell’esperimento, attraverso cui si tenta di riprodurre artificialmente il fenomeno, in modo tale che
se l’ipotesi supera la prova essa venga accettata e formulata in termini di legge, mentre, se non
supera la prova venga sostituita da un’altra ipotesi.
Le “sensate esperienze” e le “necessarie dimostrazioni”.
Con l’espressione “sensate esperienze” Galileo ha voluto evidenziare il momento osservativo –
induttivo della scienza. Infatti, in certe cose, la scienza galileiana, attraverso l’attenta ricognizione
dei fatti e dei casi particolari induce, sulla base dell’osservazione, una legge generale. È questo il
momento più comunemente noto del metodo scientifico, denominato appunto “sperimentale”. Con
l’espressione “necessarie dimostrazioni” Galileo ha voluto evidenziare il momento ipotetico –
deduttivo della scienza. Le “necessarie dimostrazioni” sono i ragionamenti logici attraverso cui il
ricercatore, partendo da una intuizione di base e procedendo per una “supposizione”, formula in
teoria le sue ipotesi, riservandosi di verificarle nella pratica.
Induzione e deduzione.
Galileo non è solo, o prevalentemente, induttivista, ne solo, o prevalentemente, deduttivista, poiché
è tutt’e due le cose insieme.
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Galileo Galilei
Infatti le “sensate esperienze” presuppongono sempre un riferimento alle “necessarie dimostrazioni”, in
quanto vengono assunte e rielaborate in un contesto matematico – razionale e quindi spogliate dei loro
caratteri qualitativi e ridotte alla loro struttura puramente quantitativa. In secondo luogo esse sono
“cariche di teoria”, in quanto illuminate da un’ipotesi che le sceglie e le seleziona. Anche le “certe
dimostrazioni” presuppongono sempre un loro implicito o esplicito richiamo alle “sensate esperienze”.
Innanzitutto l’esperienza fornisce la base e lo spunto per le ipotesi poiché le stesse intuizioni “geniali”
non nascono nel vuoto, ma a contatto con l’osservazione e lo studio dei fenomeni. In secondo luogo,
intuizioni ed ipotesi, che costituiscono il momento teorico delle scienze, acquistano validità solo per
mezzo della conferma sperimentale. Per quanto riguarda la verifica, non è necessario che tutte le
proposizioni della teoria risultino aderenti ai fatti(verifica diretta); è necessario invece che tutti i fatti del
campo di fenomeni studiati risultino inquadrabili nella teoria (verifica indiretta). Tutto questo discorso
sulle relazioni intercorrenti fra ragionamento ed attestazione dei sensi, teoria ed esperimento,
matematica pura e fisica, trova la sua più chiara e compiuta espressione nella lettera scritta a Pietro
Carcavy il 5 Giugno 1637.
Esperienza e verifica
L’esperienza di cui parla Galileo non è l’esperienza immediata, ma il frutto di una elaborazione teorico
matematica dei dati, che si conclude con la verifica. Di conseguenza, l’esperienza ordinaria è qualcosa
di ancora ben lontano dalla scienza di Galileo. In primo luogo perché l’esperienza quotidiana può essere
ingannevole, tant’è vero che Galileo ha dovuto battagliare tutta la vita contro le “apparenze” immediate
dei fenomeni, che sembravano attestare tesi opposte a quelle della scienza ad esempio che la terra stia
ferma e che i corpi cadano a velocità differente.
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Galileo Galilei
In secondo luogo l’esperienza, di per se, non ha valore scientifico se non
viene legittimata dall’esperimento, al punto che si può dire che l’esperienza,
scientificamente incisa, è l’esperimento. Analogamente, la verifica di cui
parla Galileo non è quella immediata dei sensi, che può confermare teorie
erronee, bensì la verifica come procedura complessa, intenzionalmente volta
a produrre delle condizioni adeguate affinché un certo evento possa
prodursi. Da ciò il ricorso ai celebri esperimenti mentali, consistenti nel
fatto che Galileo, non avendo talora la possibilità di effettuare la verifica
delle proprie teorie, soprattutto per mancanza di strumenti tecnici adeguati, è
costretto a ricorrere ad una sorta di fisica “ideale”, non solo per formulare le
ipotesi, anche per verificarle.
Metodo galileiano e scienza antica
Se da un lato gli antichi erravano per eccesso di teoria e di deduttivismo in
quanto pretendevano di spiegare i fenomeni concreti partendo da principi
generali astratti, dall’altro lato sbagliavano per troppa “aderenza” alla realtà,
cioè per una passiva accettazione dei fenomeni come appaiono a prima
vista. Inoltre, la scienza antica di tipo aristotelico non faceva uso della
matematica e lo stesso platonismo si fondava più su di una matematica
magico – metafisica che su di una matematica – scientifica. Ma il limite più
grave della scienza antica risiedeva nella mancanza del controllo
sperimentale. Infatti essa non poteva mai verificare le proprie affermazioni
al contrario del metodo galileiano, la cui originalità più grande consiste
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Fasi lunari
Galileo Galilei
Proprio nell’aver saputo riunire in se il momento osservativo ed induttivo della ricerca, rappresentato
dalle “sensate esperienze”, con quello teorico e deduttivo, rappresentato dalle “necessarie
dimostrazioni”.
Galileo, con il suo metodo, perviene alla concezione della natura come ordine oggettivo governato da
leggi, e della scienza come sapere sperimentale-matematico interso oggettivamente valido.
Egli rifiuta ogni considerazione finalistica del mondo, infatti le opere della natura non possono essere
giudicate sulla base di ciò che l’uomo ritiene utile.Inoltre Galileo contro l’essenzialismo ribatte che lo
scienziato deve esclusivamente occuparsi delle leggi che regolano i fatti.
Presupposti e giustificazioni filosofiche del metodo
Galileo si ispira ad alcune idee generali, di tipo filosofico, attinte dalla tradizione.
a) La fiducia galileiana nella matematica viene convalidata dalla dottrina platonica-pitagorica della
struttura matematica del cosmo, cioè dalla convinzione che la “fattura” reale del mondo sia di tipo
geometrico.
b) L’attenzione allo studio delle quantità viene giustificata con la distinzione fra proprità oggettive e
soggettive, le prime caratterizzano i corpi in quanto tali, le seconde esistono in relazione ai nostri sensi.
c) La credenza nella validità del rapporto causale viene suggerita dalla persuasione dell’uniformità della
Natura.
d)La consapevolezza della verità assoluta della scienza viene giustificata tramite la teoria secondo cui la
conoscenza umana appare simile a quella divina.
Il realismo di Galileo
Questo insieme di giustificazioni filosofiche poggia su un’unica credenza di base: la corrispondenza tra
pensiero ed essere, cioè tra ciò che la scienza sostiene e ciò che il mondo è veramente.
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Galileo Galilei
Infatti in Galileo vi è una tenace fiducia realistica che lo porta ad interpretare il rapporto scienza-realtà in
termini di riproduzione o rispecchiamento.
Ed è proprio questo uno dei motivi di scontro con la Chiesa cattolica.Questa persuasione realista
nell’uomo e nello scienziato Galileo, è così forte da non lasciarsi condizionare dalle insidie logiche della
“argomentazione di Urbano VIII”, secondo cui lo scienziato non può mai essere sicuro che le sue teorie
corrispondano veramente al modo seguito da Dio nell’ordinare le cose e bisogna quindi parlare per sole
ipotesi.
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Galileo Galilei
Per un ampio lasso di tempo, la condanna di Galileo è stata protagonista di un aspro dibattito tra filoclericali, che minimizzavano la vicenda, e anti - clericali, che sfruttavano questo fatto per attaccare la
Chiesa.Ma nel secolo scorso queste polemiche si sono sopite.
L’ammonizione del 1616
Le prime opposizioni al copernicanesimo galileiano provennero dal clero.All’atteggiamento prudente
dei gesuiti, si contrapponeva l’attacco duro dei domenicani. Dopo che, nel 1612, il domenicano Lorini
accusò di eresia i copernicani nel 1616, lo stesso citò Galileo presso il Santo Uffizio, che a sua volta
decise di passare ai teologi la “faccenda copernicana”.Questi dichiararono “assurda e falsa in
filosofia” la tesi eliocentrica e “erronea nella Fede” la mobilità della Terra.
Il 26 febbraio 1616 Galileo venne convocato dal cardinale Bellarmino e venne ammonito.
L’ammonizione consisteva nell’abbandono da parte di Galileo dell’opinione copernicana ed in
qualsiasi modo egli non avrebbe dovuto “tenerla, insegnarla o difenderla”.
Il processo del 1633
Dopo anni di silenzio Galileo pubblicò,nel 1632, il Dialogo, che presentava “obbiettivamente” i due
più grandi sistemi astronomici della storia.Ma la rabbia di papa Urbano VIII, convinto di essere stato
preso in giro, fece in modo che fosse bloccata la diffusione dell’opera.
Inoltre nel 1632, fu ordinato a Galileo di trasferirsi a Roma.Galileo, ormai vecchio e malato, dopo
aver preso tempo, si trasferì nel 1633 a Roma e venne rinchiuso come prigioniero presso il
Sant’Uffizio.L’accusa più forte contro Galileo era quella di aver trasgredito il precetto del1616.
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Galileo Galilei
Durante il processo Galileo affermò di non ricordare alcun precetto e si appellò alla notifica di Bellarmino
nel quale, secondo le sue dichiarazioni, non compariva il divieto di “insegnare” tale dottrina. Inoltre,
pensando di ingannare gli inquisitori, affermò che egli aveva voluto mostrare la falsità della teoria
copernicana, ma gli inquisitori, opera alla mano, dimostrarono immediatamente la menzogna.
Tuttavia la sentenza emessa dagli inquisitori il 22 giugno 1633 assolveva Galileo, a patto che abiurasse le
sue affermazioni, e infatti lo stesso giorno Galileo in ginocchio davanti ai cardinali della Congregazione
pronunciò la sua abiura del copernicanesimo.
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Galileo Galilei
Nonostante Galileo sia considerato il fondatore
della scienza moderna, non bisogna trascurare
l’importanza che riveste nella storia del pensiero
filosofico.
Con Galileo entrano in crisi alcuni concetti
millenari della metafisica, come quelli di
essenzialismo e finalismo e alla visione della
natura come forza vivente e finalisticamente
ordinata, Galileo contrappone la concezione
dell’universo come sistema di leggi e relazioni.
Inoltre Galileo lasciava in eredità ai filosofi
successivi una serie di interrogativi: che cosa
giustifica la validità della scienza? Che rapporto
esiste tra scienza e realtà? Quali sono i titoli in
base a cui un sistema di conoscenze può ritenersi
fondato? ecc. Queste domande testimoniano
l’incidenza della Rivoluzione scientifica sul
pensiero
filosofico
e
mostrano
come
parallelamente alla scienza sia nata una filosofia
condizionata dalla scienza.
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Laboratorio di filosofia
Isaac Newton
Telescopio di Newton
con prisma a riflessione totale
a cura di:
Alfio Bonfiglio, Cecilia Lanza, Filadelfo Marino, Laura Torre
Il metodo newtoniano
“Hypòtheses non fingo”
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La vita
Isaac Newton (1642 - 1727)
1642 - Nasce a Woolsthorpe, nel Linconshire.
1661 - Ammesso come studente al Trinity College di Cambridge studia sotto la guida e la protezione del
matematico Isaac Barrow. Compie letture di ottica, astronomia, matematica, dinamica, chimica, alchimia
e studia a fondo la Bibbia dedicandosi alla meditazione religiosa.
1665 - Ottiene il grado di Bachelor of Arts ma nello stesso anno l’Inghilterra è colpita da un’epidemia di peste
ed
è costretto a ritornare a Woolsthorpe dove scopre il teorema sui binomi, la legge di gravitazione
universale
e la dinamica del sistema solare.
1669 -Tornato a Cambridge diventa Professore Lucasiano succedendo al suo maestro nella cattedra di matematica.
Nello stesso anno descrive il telescopio a riflessione.
1672 - Eletto Fellow della Royal Society presenta ad essa la sua teoria sulla luce e i colori e le sue ipotesi sulle
proprietà della luce. In questi anni si rivolge allo studio degli “Antichi” e si dedica a ricerche di alchimia e
teologia.
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La vita
1679 - Inizia ad approfondire gli studi di dinamica e cosmologia.
1685 - Con la comunicazione De motu offre la prima formulazione della sua teoria della gravitazione universale
che unifica i fenomeni terrestri e quelli celesti riconducendo in un unico sistema teorico le leggi di Keplero
sulle orbite dei pianeti e quelle di Galileo sulla caduta dei gravi.
1687 - Pubblica la prima edizione dei Principia.
1689 - Viene eletto membro del Parlamento come rappresentante dell’Università di Cambridge. Successivamente
viene nominato ispettore della Zecca e ne diventa direttore.
1703 - Viene eletto Presidente della Royal Society.
1705 - Diventato la personalità scientifica più influente in Inghilterra viene nominato Sir dalla regina Anna.
1727 - Muore il 20 marzo e viene sepolto nell'Abbazia di Westminster.
Molti poeti hanno celebrato la grandezza di Newton con i loro versi.
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Le opere
•
Methodus fluxionum et serierum infinitarum (1671)
•
Nuova teoria sulla luce e sui colori (1673)
•
De motu (1684)
•
Philosophiae naturalis principia mathematica (1686)
•
Opticks (1704)
•
Arithmetica Universalis (1707)
•
Analysis per aequationes numero terminorum infinitas
(scritto nel 1669 e pubblicato nel 1711)
•
Collezione Portsmouth
•
Carteggi privati in parte affidati alla biblioteca dell’Università
di Cambridge nel 1888 e in parte venduti all’asta nel 1946.
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Il metodo newtoniano
Newton sottopone ad una critica serrata il procedimento ipotetico assegnando all'esperienza e al
procedimento induttivo una funzione fondamentale: le teorie hanno una genesi sperimentale e
pertanto non possono predire e interpretare i fenomeni naturali con certezza assoluta ma soltanto
con un alto grado di probabilità.
E' possibile provare se le teorie elaborate rispondono con una certa approssimazione ai fatti
attraverso efficaci verifiche sperimentali e, in ogni caso, le teorie non possono essere negate sulla
base di ipotesi non supportate dall'esperienza.
Il metodo descritto nell'opera “Philosophiae naturalis principia mathematica” (Newton, 1687)
si compone di due fasi: la prima di carattere analitico si basa su esperimenti e osservazioni; la
seconda di carattere compositivo consiste nel trarre induttivamente conclusioni di carattere
generale a partire da osservazioni particolari. Al fine di interpretare e predire i fatti sperimentali
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Il metodo newtoniano
Newton propone l’applicazione della matematica e rivolge particolare attenzione al calcolo infinitesimale.
In particolare, nel terzo libro di quest'opera sono esposte le Regulae Philosophandi, indicazioni
metodologiche di carattere generale intese a orientare e guidare il lavoro di ricerca dello scienziato:
Prima regola
"Bisogna ammettere solo quelle cause che sono necessarie per spiegare i fenomeni, giacché la natura non
fa niente invano e farebbe cosa inutile se si servisse di un numero maggiore di cause per fare ciò che si
può fare con un numero minore di cause".
Seconda regola
"Effetti dello stesso genere devono sempre essere attribuiti, finché è possibile, alla stessa causa".
Terza Regola
"Le qualità che non sono suscettibili d'aumento o diminuzione e che appartengono a tutti i corpi dei quali
si può fare esperienza, devono essere considerate come appartenenti a tutti i corpi in generale".
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Il metodo newtoniano
Quarta regola
"Nella filosofia sperimentale, le proposizione raggiunte mediante induzioni devono essere
considerate, nonostante le ipotesi contrarie, esattamente o approssimativamente vere fino al
momento in cui altri fenomeni le confermino interamente o facciano vedere che sono soggette ad
eccezioni".
In conclusione, il metodo newtoniano riguarda un approccio scientifico puramente descrittivo dei
fatti naturali. Lo scienziato non deve formulare ipotesi sui fenomeni ricorrendo a qualità occulte o
a forze nascoste ma deve limitarsi a descrivere le osservazioni sperimentali elaborando modelli
matematici. Questo Newton intendeva dire con la celebre frase “Hypòtheses non fingo”.
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Mappe concettuali
“Philosophiae naturalis principia mathematica ” (1687)
processo di globale matematizzazione
dell’indagine naturalistica (calcolo infinitesimale).
Regulae Philosophandi (3° libro)
gli esperimenti convalidano
le teorie scientifiche (efficace verifica).
II Regola: effetti dello stesso genere
devono sempre essere attribuiti,
finché è possibile, alla stessa causa.
Hanno una genesi sperimentale ed induttiva,
ma non possono dare la certezza assoluta,
ma Alta Probabilità
III Regola: Le qualità che non sono
suscettibili di aumento o diminuzione
appartengono a tutti i corpi in generale
Critica del procedimento ipotetico
se inadeguato
Metodo
Analitico: fare esperimenti e osservazioni
Compositivo: trarre induttivamente conclusioni generali
(Teorie matematiche) per spiegare
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Le Regole del Metodo
I Regola:ammettere solo le cause
necessarie a spiegare i fenomeni.
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IV Regola: Le proposizione raggiunte
mediante induzione devono essere
considerate Vere fino a quando non vengano
confermate del tutto o si dimostri che sono
Soggette ad eccezioni.
Mappe concettuali
La Scienza è solo descrittiva
dei fenomeni.
Non deve formulare ipotesi sui fenomeni,
ma descriverli e studiarli in termini
matematici.
“Hypotheses non fingo”
Polemica con i
cartesiani sulla legge
di gravità.
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Critica agli aristotelici.
No a forze occulte e
immaginarie.
Bibliografia
A. Pole, Isaac Newton. Scienza e filosofia, Einaudi, Torino, 1969.
Alexander Koyré, Studi newtoniani, Einaudi,Torino, 1972.
Paolo Casini, Newton e la coscienza europea, Il Mulino, Bologna, 1983.
I.B. Cohen, La rivoluzione newtoniana, Feltrinelli, 1982.
Maurizio Mamiani, Introduzione a Newton, Laterza, Bari, 1986.
Richard S. Westfall, Newton, Einaudi, Torino, 1989.
Jean-Pierre Maury, Newton e la meccanica celeste, Electa, 1995
William Raukin, Newton: per cominciare, Feltrinelli, Milano, 1996
Giuliana Mocchi, Contiguità filosofiche. Spazi di idee cartesiane e newtoniane, Rubbettino, 1999
Michael White, Newton. L'ultimo mago, Rizzoli, Milano, 2001
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Webliografia
IN ITALIANO
•
http://www.filosofico.net/newton.htm
•
http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Newton.html
•
http://www.geocities.com/CapeCanaveral/Lab/2155/newton.html
•
http://www.encyclopedia.it/i/is/isaac_newton.html
•
http://it.wikipedia.org/wiki/Isaac_Newton
•
http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=9&biografia=Isaac+Newton
•
http://www.cronologia.it/storia/biografie/newton.htm
IN INGLESE
•
http://www.newton.cam.ac.uk/newton.html
•
http://www.maths.tcd.ie/pub/HistMath/People/Newton/RouseBall/RB_Newton.html
•
http://scienceworld.wolfram.com/biography/Newton.html
•
http://www groups.dcs.stand.ac.uk/~history/Mathematicians/Newton.html
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