Francesco Redi è stato uno degli scienziati più importanti del Seicento ed è considerato uno dei fondatori della medicina e della biologia moderne. Ritratto di F. Redi Medaglia con ritratto di Redi, 1684 Nacque ad Arezzo il 18 Febbraio 1626. Primogenito di Gregorio e Cecilia de’ Ghinci, si trasferì a 13 anni con tutta la famiglia a Prato. Libro d’oro della nobiltà aretina Immagine d’epoca del Duomo di Prato Andò poi ad abitare a Firenze e qui trascorse quasi tutta la vita alla Corte del Granduca di Toscana, dove divenne archiatra, cioè medico personale prima di Ferdinando II e poi di Cosimo III. Justus Sustermans:Ferinando II Dominio Fiorentino, da Atlas Major sive cosmographia blaviana La sua posizione di scienziato di Corte gli consentiì di godere di numerosi ed importanti vantaggi. Ma il privilegio a cui forse Redi tenne di più fu quello di potersi dedicare alla scienza per passatempo, senza nessun obbligo di insegnamento o costrizione che non fosse il proprio gusto personale. CosimoII in preghiera F. Spierre Lotaringus: Ferdinando II cacciatore Grazie ai guadagni della professione medica, agli appannaggi della posizione di Corte, e non ultimo ai frequenti regali della famiglia Medici, Redi riuscì ad accumulare un ingente patrimonio, che venne tutto investito nell’acquisto di case e poderi nelle campagne aretine. Ferdinando II Medaglia celebrativa in onore di F. Redi , di M. Soldani Benzi Quasi ogni anno,Redi era solito fare una visita prima a Pisa e poi a Livorno, al seguito della Corte medicea che, in primavera si dedicava alla caccia e alle attività di pesca. Immagine medievale di Pisa Tavolo in pietre dure con il porto di Livorno Redi diceva che a Firenze era preso da troppi impegni, anche perché doveva seguire i propri pazienti privati oltre che ottemperare ai doveri di cortigiano, e non poteva dedicarsi come voleva alle ricerche scientifiche. Proprio per questo aspettava con ansia la trasferta a Pisa, dove aveva maggior tempo libero. Pisa ,collegio di Ferdinando Ritratto di Redi A Livorno Redi disponeva di una vera e propria camera – laboratorio che gli era stata messa a disposizione del Granduca dentro la Fortezza vecchia del porto. Livorno, fortezza vecchia Stefano della Bella, veduta dal porto di Livorno A Pisa la Corte soggiornava nel Palazzo Reale, situato sul Lungarno mediceo. Qui Redi aveva una propria stanza, dove faceva in tutta tranquillità esperimenti scientifici, mentre la Corte era indaffarata nelle battute di caccia nelle riserve di S. Rossore e di Migliarino. Ma, da buono letterato e bibliofilo appassionato, si divertiva anche a frugare in archivi e biblioteche di conventi, alla ricerca di libri e manoscritti antichi. Palazzo reale, di Pisa Ritratto di F. Redi su rame intagliato Esperto conoscitore di lingue e dialetti, fece parte dell’ Accademia della Crusca e fu tra gli addetti alla correzione del “Vocabolario.” Membro dell’ Accademia del Cimento, che riuniva i discepoli di Galileo, fece importanti scoperte biologiche che descrisse accuratamente nei suoi trattati . Vocabolario aretino, inizio delle voci. Microscopio Possiamo ricordare le seguenti opere :”Le osservazioni intorno alle vipere” (1664) , “Esperienze intorno alla generazione degli insetti” (1668) dove confuta la teoria della generazione spontanea , “Consulti medici” (1687) . La maggior parte delle sue opere scientifiche e delle sue lettere hanno come argomento osservazioni naturalistiche ed esperimenti vari i anatomia. F. Redi, Osservazioni intorno alle vipere Iacopo Ligozzi,Viperaio Redi fu anche autore di poesie e celebre è il Bacco in Toscana (1685), un allegro elogio del vino. Redi compose anche numerose odi, sonetti e canzonette . Bacco Bacco 1n Toscana, frontespizio La morte colse il grande scienziato aretino a Pisa , la notte del 1 marzo 1697, in seguito ad un attacco apoplettico . Dopo l’autopsia, ordinata dallo stesso Granduca Cosimo III, il cadavere di Redi venne imbalsamato e fu trasportato ad Arezzo . Venne poi tumulato con grande solennità in un ricco mausoleo nella chiesa di S. Francesco. Busto di F. Redi, G. Battista Foggini A. Vesalio, De humani corporis fabrica libri septem. Particolare del frontespizio Nel 1812,, in periodo napoleonico, il monumento sepolcrale e la sua salma furono trasferiti in Duomo . Il monumento è ancora visibile nella parete di destra della navata, vicino alla Cappella del Conforto . Sopra una cassa di marmo si erge il busto dello scienziato , e sotto, l’ epigrafe fattavi apporre nel 1697 dal nipote Gregorio. Monumento a F. Redi, G. Battista Foggini Codice palatino, frontespizio Redi non lavorò mai ufficialmente all’interno di un’università o di un ospedale . Non possedendo un vero e proprio laboratorio, né potendo usufruire di un Teatro anatomico, egli sfruttò la Corte stessa e come proprio laboratorio le annesse strutture della “Spezieria”e della “Fonderia” granducali, dove venivano preparate medicine e profumi molto apprezzati in tutta Europa. B. Gaffuri : Piazza della Signoria Microscopio composto della seconda metà del ‘600 Redi applicò in modo sistematico il metodo sperimentale nelle scienze biologiche grazie alla utilizzazione di una serie di procedure che, da quel momento in poi, sono state acquisite in modo permanente dalla scienza occidentale . Erano necessari rigore ed esattezza negli esperimenti, in modo tale da garantirne la ripetizione e la continuità dei risultati anche da parte di altri scienziati. Microscopio Strumenti anatomici Lo studio di Redi sulla generazione spontanea rappresenta un momento cruciale nella storia della Biologia per il rigore con cui vennero condotti gli esperimenti e per l’ audacia con cui venne confutato questo mito di derivazione medievale sostenuto, all’epoca, anche della Chiesa . Formica Antiche credenze credenze sull’origine della vita La generazione spontanea degli insetti, dei molluschi, di piccoli vertebrati come rane e topi era stata accettata come un fatto indiscusso fino al Seicento. Redi svolse un ruolo da protagonista nella spiegazione scientifica di come le rane compaiano nelle vie e nei campi dopo un temporale, le larve delle mosche nascano nelle carni putrefatte e gli insetti spuntino delle galle delle piante . Mosca. Del ciliegio Esperimenti sugli insetti Redi non era convinto della generazione spontanea . Egli aveva notato che sulla carne in putrefazione si posano frequentemente delle mosche . Sulla base di questa osservazione concreta egli fece l’ ipotesi che le larve avessero origine dalle mosche e pensò quindi che, se fosse stato possibile impedire che le mosche venissero a contatto con la carne, non sarebbe comparsa alcuna larva. Particolare del ritratto di F. Redi Per sottoporre a verifica questa sua ipotesi, Redi preparò otto recipienti con vari tipi di carne. Ne lasciò aperti quattro e chiuse accuratamente gli altri quattro. Pochi giorni dopo la carne contenuta nei recipienti rimasti aperti era coperta di larve e brulicava di mosche adulte, mentre su quella contenuta dei recipienti rimasti chiusi non appariva alcun segno di vita. Redi fece un altro passo avanti. Isolò in un recipiente alcune di quelle larve e ne seguì lo sviluppo: potè osservare così come ciascuna di esse subisse una serie di trasformazioni il cui stadio finale era una mosca adulta. Redi, mediante accurati esperimenti aveva dimostrato che le larve non derivavano da carne in putrefazione. Ciò non era naturalmente sufficiente a dimostrare l’ impossibilità di una generazione spontanea. Tuttavia a partire da quel momento il concetto di generazione spontanea cominciò ad essere messo in discussione. A. Van . Leeuwenhoek,: inventore del primo microscopio Redi ebbe una disputa con un gesuita, padre Athanasius Kircher, difensore della generazione spontanea e convinto assertore dei poteri curativi di bizzarri reperti vegatali e animali importati dall’oriente. Secondo Kircher alcune pietre prelevate dalla testa di serpenti indiani avrebbero avuto poteri antivenefici e sarebbero stati in grado di guarire un cane dal morso di un animale velenoso. Gli esperimenti condotti da Redi a Pisa dimostrarono l’infondatezza di tale possibilità Athanasius Kircher Poco dopo gli esperimenti di Redi fu scoperta l’esistenza di microbi per cui la“teoria della generazione spontanea”fu trasferita ad essi. Infatti la carne in putrefazione, alla lunga, dava origine a microrganismi anche nei vasi chiusi. A questa teoria fu data una risposta dal naturalista Lazzano Spallanzani che ripetè l’esperimento di Redi ma questa volta bollì e sigillò ermeticamente una parte della carne, col risultato che stavolta neanche microrganismi riuscirono a svilupparsi. L. Spallanzani Abito del medico durante le epidemie L’ esperimento che eliminò definitivamente la “teoria della generazione spontanea” però è quello di Pasterur, che nel 1864 riuscì con un stratagemma ad evitare il generarsi di microrganismi anche senza bollire la carne, mettendo così a tacere coloro che asserivano che la bollitura aveva ucciso il suo “principio vitale”. L. Pasteur Studio medico Comunque Redi ha un posto di grande rilievo nella storia del metodo sperimentale per le intuizioni che ha avuto e per il metodo rigoroso con cui ha portato avanti i suoi studi. Ha rischiato anche in prima persona come quando bevve il veleno di vipera per dimostrare che esso risultava mortale se iniettato nel sangue, ma era innocuo se bevuto. Lezioni di anatomia Il lavoro è stato realizzato dagli alunni del Laboratorio di Multimedialità della Scuola Sec. di 1° grado “L. Pirandello” di Lari Ha coordinato il lavoro la Prof. Bruna Balestri A.S. 2007/08