TRINITÀ di MASACCIO
in Santa Maria Novella, Firenze
Daniela Baldo
Visse solo ventisette anni. Dipinse per sette. Ma fece in tempo a
scombussolare l’arte quattrocentesca a lui contemporanea. A seicento
anni dalla nascita, breve biografia dell’artista che collocò «il dramma
quotidiano di forme e di gesti stabiliti in uno spazio inconfutabile”
Masaccio:
LA TRINITÀ, 1426-28, affresco cm.667x317,
Firenze, Chiesa di Santa Maria Novella,
..."Nato miserabile, quasi sconosciuto durante la miglior
parte della sua breve vita, ha operato da solo, in pittura,
la piú importante rivoluzione che questa abbia mai
subito. Lo splendore della scuola italiana s'inizia con
lui"...
E.Delacroix, in "Revue de Paris", 1830
..."Io credo che qualunque altra arte sia derivata da lui,
Raffaello e gli altri, eccetto i coloristi, per i quali il caso é
diverso"...
J.Ruskin, Modern Painters, 1843-60
..."Masaccio era la rivelazione ineffabile di una nuova
naturalezza, quasi sciolta dall'assoggettamento a un
principio stilistico, ma in grado di produrne, come la
natura stessa, infiniti. A Masaccio non si chiedeva una
regola per ben comporre o ben colorire, ma quasi di
voler rivelare il segreto dell'esistenza corporea in una
lirica nobilitata dall'azione"...
R.Longhi, Piero della Francesca, 1927
Agli ultimi anni della vita di Masaccio deve risalire l’affresco con la Trinità, ove
si accentua l’importanza della prospettiva come strumento umano di fermo
dominio della realtà.
Masaccio, che in realtà si chiama Tommaso Cassai, è nato a Castel San Giovanni in
Altura il 21 dicembre del 1401 e nel 1417 con la sua famiglia si trasferì a Firenze. A
Firenze, dipinse nella chiesa del Carmine la cappella Brancacci e nella chiesa di
Santa Maria Novella, dipinse la Trinità. Poi dipinse la Sant' Anna, la madonna col
bambino e angeli, che oggi si trova nella galleria degli Uffizi.
Nel 1428 a ventisette anni muore a Roma. Durante la sua breve vita Masaccio si
comportò come uno straccione: andava in giro mal vestito, non si guardava della sua
salute e raramente riscuoteva i soldi dai suoi debitori.
Masaccio, grazie alla sua innovazione nell'uso della prospettiva, inaugura l'era della
pittura moderna. Il suo stile era fortemente personale e fu solamente influenzato dal
pittore Giotto, dall'architetto Brunelleschi e dallo scultore Donatello. Da Brunelleshi
acquisì una conoscenza delle proporzioni matematiche e da Donatello una conoscenza
dell'arte classica. Tutte le opere di Masaccio, pale d'altare e affreschi, rappresentano
soggetti religiosi, e nei dipinti che realizzò, grazie a Donatello, rese più realistica la pelle
e marcatamente arrotondate le forme dei corpi. Riassumendo Masaccio è l'erede della
lezione di Giotto ma è profondamente rivoluzionario ed inaugura la pittura
Rinascimentale. Masaccio è un pittore cristiano, che attribuisce all'uomo una nuova
dignità.
LA TRINITA'
Alessio Strozzi assegna a Masaccio
l'incarico di un affresco in Santa Maria
Novella: la Trinità. In tale opera, si esprime
con grande chiarezza la forza, la capacità
della prospettiva di tale artista, inparata
dalla tecnica del Brunelleschi.
La Trinità forse è il suo capolavoro meglio
realizzato.
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Nella terza arcata della parete di ponente,
affresco della Trinità, dalla straordinaria forza
estetica e teologica. Somma del mistero
cristiano. Tutto. Nulla di superfluo. Lo definisce
la cornice inclusiva dell'architettura, lo articola il
contrasto binario dei colori. Lo contemplava il
fedele nell'entrare in chiesa dalla porta laterale
orientale (la più frequentata allora, e orientata
all'area urbana più popolata); accostandosi «con
fiducia al trono della grazia» (lettera agli Ebrei
4,16).
Capolavoro di Tommaso di ser Giovanni da
Castel San Giovanni (San Giovanni Valdarno,
pr. Arezzo) detto Masaccio (1401, † Roma
maggio-giug. 1428), riconducibile al biennio
1425-1427, 27 giornate di lavoro, prima del
trasferimento romano. Nel prospetto d'una finta
cappella, in alto Dio Padre (1) sorregge la croce
con le proprie mani mentre guarda noi (quando
Gesù annunciò ai discepoli la propria morte
imminente «venne una voce dal cielo: L'ho
glorificato e di nuovo lo glorificherò», Giov.
12,28), lo Spirito santo in forma di colomba,
Gesù crocifisso(3); pianto dalla Madonna (2)
(Maria rivolta al fedele gli mostra con la mano il
figlio crocifisso) e da san Giovanni (4) apostolo.
Ai lati estremi, più in basso, i committenti (5);
dalle dimensioni omogenee ai personaggi sacri;
controversa ancora la loro identificazione.
Schema prospettico -strutturale
dell’opera
Sezione
La disposizione delle figure
Nell'ardito impianto architettonico, Masaccio colloca le figure dei due
committenti, scorciate dal basso, nella stessa scala metrica della
Madonna e di S.Giovanni. E' la prima volta nella storia dell'arte che figure
reali assumono un posto così rilevante nell'ambito di una
rappresentazione sacra.
Esse sono anche il luogo dei punti di fuga e lo sguardo dello spettatore è
posto all'altezza del ripiano in cui sono collocati.
Anche Maria e S.Giovanni sono scorciati dall'alto verso il basso. Non così
è per le due componenti della Trinità, poste sull'asse centrale del
componimento, che vengono rappresentate frontalmente, in quanto
l'autore rifiuta di inserirle nell'impianto prospettico: questo le
assoggetterebbe all'imperfezione della visione oculare, di fatto privandole
della loro dignità.
“io fu’ già quel che voi sete,
e quel ch’i’ son voi anco sarete”
La Trinità si pone come il più rivoluzionario dipinto illusionistico
pervenuto alla civiltà occidentale: i personaggi appaiono inscritti
all'interno di un triangolo, il cui vertice superiore è segnato dalla figura
del Padre Eterno e la cui base è definita dalle figure dei donatori,la cui
scala realistica realistica scala contraddice la ormai superata gerarchia
medievale.
All'interno della cappella, ha luogo il mistero trinitario: Dio sorregge
la croce di Cristo, mentre al centro compare la colomba dello Spirito
Santo. Ai piedi della croce, in ricordo del Golgota, sono raffigurati la
Vergine e San Giovanni. Al di fuori dello spazio sacro, i committenti
sono effigiati in preghiera.
Sotto l'affresco, uno scheletro sta a simboleggiare la Morte, che alcuni
studiosi collegano alla tomba di Adamo. Il significato dell'opera
alluderebbe pertanto alla sconfitta del peccato originale ottenuta
dal sacrificio di Cristo, nell'esaltazione del mistero trinitario che trionfa
sulla morte.
La luce per
Masaccio
Masaccio dà coerenza a tutto il complesso con la prospettiva e la luce. La
prospettiva elimina la divisione: ogni figura vive in un’unica concezione, fa
parte di un unico mondo umano. La luce colpisce tutte le immagini con lo
stesso raggio d’incidenza, provocando una coerente ombra sul lato
opposto. E’ la prima volta che ciò accade nella pittura italiana. Luce e
ombra hanno un significato altissimo. La prima invade lo spazio, lo
chiarifica. L’ombra definisce i volumi misurandoli attentamente,
collocandoli al loro posto.
In Masaccio 3 innovazioni fondamentali:
• Uguaglianza di scala di tutte
le figure sia umane che divine
• Prospettiva lineare, alla scuola
di Brunelleschi di cui copia
gli interni
• Realismo storico-pittorico al
punto che Masaccio è il primo
che dipinge le ombre.
Domenico de’ Lenzi e la moglie
Il Tema dal punto di
vista teologico
l’Amore è il concetto
chiave
Le tre persone (o, secondo il linguaggio mutuato
dalla tradizione greca, ipostasi ), sono distinte come:
Dio Padre : il creatore dell'universo.
il Figlio : generato dal Padre prima della creazione
del mondo, fatto uomo nella persona di Gesù Cristo
nel seno della Vergine Maria, il redentore.
lo Spirito Santo che il Padre manda nel nome di
Cristo a insegnare e comprendere le verità rivelate.
Non la Trinità come dogma astratto, dunque, ma il mistero che si
rivela all’uomo attraverso la sofferenza di Cristo che lo riscatta anche
dalla morte.
Come nasce il
capolavoro
Il dipinto passo per passo
L'entusiasmo di Vasari per l'opera di
Masaccio definita "vitale, realistica e
naturale" trova una ragione nel ritratto
dell'uomo inginocchiato sulla sinistra (il
committente).
Per
dare
l'idea
di
un'osservazione ravvicinata, Masaccio
include il particolare dell'orecchio piegato
sotto il cappello rosso e modella la figura
con giochi di luce e ombra, creando la
massa fisica con potente semplicità. C'è
un senso scultoreo del corpo sotto le
pieghe ampie del drappeggio, con le
ombre profonde e i colpi di luce. Il
realismo convincente dell'affresco è
basato sulla conoscenza della prospettiva,
ma il genio di Masaccio sta nel combinare
questa tecnica razionale con la sua abilità
nel dipingere figure di straordinario
realismo. Il ricco fiorentino è solenne e
pio, ma il suo orecchio piegato e il doppio
mento lo rendono estremamente umano.
L'affresco, oggi purtroppo danneggiato, è
uno dei primi esempi dell'uso del cartone,
un disegno preparatorio della stessa
dimensione dell'opera definitiva che
veniva trasferito sulla superficie da
dipingere mediante la tecnica dello
spolvero, cioè il passaggio della polvere di
carbone attraverso dei piccoli fori praticati
con aghi sul cartone. La superficie mostra
leggere crepe che indicano le giornate di
lavoro: ne sono individuabili ventotto.
1.Scegliere il soggetto:
Il
nostro
artista
vuole
trasmettere parte del calore e
del realismo di Masaccio nel
dipingere la figura umana e
ha scelto la figura pia del
mercante. Dopo aver fatto il
disegno
preliminare,
ha
cominciato a definire il fondo.
Si è concentrato per ottenere
in questa fase la gamma
tonale di colori, usando
soprattutto la terra d'ombra
naturale e la terra d'ombra
bruciata, con ocra gialla per le
zone più chiare. Ha applicato
il colore piuttosto diluito sulla
colonna
in
modo
che
trasparisse la sua essenziale
leggerezza.
2. Le vesti:
Nella seconda fase il nostro
artista ha steso la base
dell'abito
apparentemente
semplice ma ricco nella
trama. Prima ha definito le
pieghe profonde e poi i toni
chiari in mezzo, usando in
entrambi i casi il cremisi
d'alizarina misto a terra di
Siena bruciata. In questo
stadio ha aumentato il
contrasto nella gamma di
colori, che poi sfumerà e
smorzerà nella fase finale.
La manica grigiastra è
ottenuta mischiando terra
d'ombra naturale e bianco di
titanio; l'incarnato è terra di
Siena bruciata e bianco, i
tratti e le ombre profonde del
volto sono un misto di terra
d'ombra naturale e terra di
Siena bruciata.
3. Trame realistiche:
L'artista
non
ha
voluto
riprodurre
il
particolare
dell'affresco
con
i
danni
provocati dal tempo, ma ha
invece cercato di trasmettere la
freschezza dell'opera com'era
più di cinque secoli fa. In
particolare, ha cercato di
catturare l'intensa individualità
del volto sereno del mercante,
sfumando e modellando per
creare questi tratti forti e, in
certi casi, la pelle butterata. Lo
stesso ha fatto per l'abito, che
ha rilavorato centimetro per
centimetro,
costruendo
lo
spessore della pittura per dare
l'impressione del vestito dalla
trama ricca. Per la maggior
parte ha fatto ricorso a
pennellate piuttosto lunghe e
fluide, ma ha rifinito i colpi di
luce picchiettando e strofinando
per avvicinarsi alla trama
realistica
che
caratterizza
l'originale
La tavolozza di
AnalisiMasaccio
cromatica
L’analisi cromatica rivela che l’artista non
ha utilizzato moltissimi colori, ma ha usato
invece, moltissime tonalità. Attraverso il
gradiente cromatico è riuscito a modulare
le forme architettoniche e rendere
plastiche le figure. Dopo il recente
restauro la tavolozza di Masaccio rivela
colori cangianti (specialmente i tessuti) e
chiaroscuri creati con colori puri e graduati
con assenza di nero. Attraverso i colori il
Maestro ha saputo trasmetterci anche
diverse tipologie di materiali con grande
illusionismo.
Oltre che attraverso la composizione
l’equilibrio dell’opera viene espresso
anche dalle scelte cromatiche in un gioco
di colori caldi e freddi collocati in modo da
ritmare le superfici.
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Masaccio - Liceo Statale C. Montanari