Mostra 2001 Il Museo Civico L’Associazione Pro Loco di Ostiglia Il Gruppo Archeologico Traspadana Ferrarese Organizzano la Mostra LA COLTURA DEL RISO Del riso imitator palustre miglio, L’empia asprella di lui minore alquanto Ma qual suora a german simile in faccia, L’orrida setolosa irsuta coda Del crinito cavallo, e la mortale Del suo fiero uccisor lancia tricustre E ‘ l tumido fellandrio , e la tenace Cittadina dei fossi ulva palustre. O la doppia ninfea che d’essa al pari Spesso fuor della sponda esce nei colti (Questo poema è la georgica virgiliana dedicata al riso.) Campo preparato per la semina del riso Campo seminato a riso e allagato Allagamento delle risaie nei primi anni del 1800, quando, il lavoro era eseguito con le sole braccia umane Canalizzazione dell’acqua per le risaie ai giorni nostri Arrivo delle mondine nei luoghi di risaia Il trasporto dalle stazioni di arrivo per le cascine avveniva con camion Automezzo di trasporto persone e cose Mondine al lavoro nei campi con la supervisione del Caporale Impianto manuale del riso Dormitorio delle mondine nelle cascine ai primi del 1800 Dopo il lavoro dei campi, si concedevano un po’ di svago “Nasce nell’acqua e muore nell’acqua”... un proverbio vecchio come la risicoltura, che da solo spiega la presenza di quegli enormi specchi d’acqua che a primavera sono parte integrante del paesaggio delle aree risicole. Ma la tecnica di coltivazione in molti secoli di storia è andata raffinandosi e spesso ha smentito questo adagio, rivoluzionando, molte volte, usi e convinzioni ben radicate sulle scelte del campo. Raccolta dei covoni di riso per trebbiatura nelle corti padronali Alcuni attrezzi per la mietitura del riso “ Il Falcetto e il Carro” La trebbiatura del riso con attrezzi moderni Vediamo ora alcune pile per la pulitura del riso Particolare dell’acqua convogliata per il funzionamento della PILA Raffigurazione del funzionamento di una PILA Martelli per la pulitura del riso Ruota ad acqua per il funzionamento della pila Una delle tante corti di risaia Ostigliesi Dopo il raccolto la trasformazione In riseria il riso greggio viene a subire una complessa serie di trasformazioni come: pulitura dalle impurità quali pagliuzze, semi di erbe o pezzetti di foglie. Poi, delle attrezzature apposite separano il chicco di riso dalla lolla, vale a dire il guscio giallastro che lo contiene. La lolla viene usata come lettiera per allevamenti zootecnici o serre, mentre il chicco prosegue il suo complicato cammino nella riseria. Il suo colore naturale completamente candido viene ottenuto in altre macchine che asportano lo strato più superficiale, detto pula, mentre le sbiancatrici rendono ancora più uniforme l’aspetto estetico. Quindi l’ultima fase, quella del confezionamento, in scatola o contenitori sottovuoto. Da qui uno sposalizio importante è quello….. Al guget grande animale che ha sfamato e continua a sfamare con umiltà le generazioni. Dobbiamo molto rispetto al divin porcello che ogni giorno viene sacrificato per sfamarci. I nostri nonni allevavano nel porcile di casa il maiale, che ogni famiglia considerava il suo salvadanaio. Sì proprio così avere il maiale ed allevarlo era come avere un salvadanaio dove ci si metteno le monetine di resto e lo si rompe nel momento del bisogno, quando è bello pieno. Ora il nostro maiale è a penzoloni a testa in giù ed aspetta la mano esperta del masàlin per essere sezionato in due “schiàpi”, dopo gli ultimi ritocchi di pulizia esterna con abbondante acqua. Mezzena di maiale pronta per essere disossata e trasformata in “TASTASAL” al PIST o TASTASAL Dopo un’ attenta preparazione ………………. Un momento di relax Ma!!…. tutto sotto controllo La Ricetta Risotto “Ostiglia” (risòt col pist) Ingredienti (per 10 persone) - 1 Kg di riso vialone nano di primaria produzione locale - 1 Kg di pesto di primaria produzione locale <carne trita di maiale> (spalla-lombocoscia-pancetta, opportunamente preparata con l’aggiunta di sale, pepe e aglio q.b. senza conservanti) - 80 gr di burro ( avendola sostituire con sugna di maiale) - 100 gr di formaggio grana grattugiato - acqua e sale q.b. Esecuzione In un tegame cuocere a fuoco lentissimo ( circa 20-30 minuti) il pesto col burro e nient’altro per non modificare il saporito gusto di questo macinato. In un paiolo di rame si mette: l’acqua in peso doppio rispetto al riso, sale q.b.. Ad ebollizione e con fuoco molto vivace si butta il riso a forma di piramide. Alla ripresa della bollitura tenere mescolato per non fare attaccare sul fondo, proseguire la cottura, riducendo la fiamma verso la fine. Dopo circa 10 minuti l’acqua si sarà completamente prosciugata, e la cottura quasi completata; spegnere il fuoco e aggiungere il condimento preparato. Mescolare, aggiungere parte del formaggio, mescolare. Togliere dal paiolo in rame mettere in zuppiera. Far riposare coperto da uno straccio per un paio di minuti. Servire nel piatto con lo stampo di una scodella; cospargere con un pò di formaggio grattugiato. portare in tavola e ....... Buon appetito N. B. Accompagnare con vino rosso (da Ass. ProLoco Ostiglia “Al divin guget” di Antonioli Vittorio)