… valutare e meritare … La Buona Scuola al tempo della Spending Review … Chi comanda? LA QUESTIONE ECONOMICA DEI DIPENDENTI PUBBLICI: Salari e potere d’acquisto nel pubblico impiego e nella scuola La carriera dei docenti e degli ATA : dagli scatti di anzianità agli scatti di merito Relazione di Giovanni Bruno per il Convegno La “buona scuola” è davvero una buona scuola? Corso nazionale di formazione /aggiornamento CESP Pisa, 2 Ottobre 2014 1. La “buona scuola” garantirà il diritto allo studio? Le riforme a perdere in sostanziale continuità tra destre e centrosinistra (da Berlinguer alla Moratti, da Fioroni alla Gelmini, confermate dai “tecnici” Profumo-Carrozza e ora rilanciate inopinatamente dalla Ministra 0.7 Giannini,) hanno smantellato l’impianto didattico sperimentale e all’avanguardia della scuola degli anni ’70-’80, concentrandosi sulla finalità del risparmio (alias: tagli alla spesa pubblica, oggi spending review). 2. Il salasso del Pubblico Impiego per ripianare un debito insanabile. C’è un mistero che va chiarito: com’è possibile che nonostante una costante diminuzione della spesa pubblica per effetto dei tagli agli organici della Pubblica Amministrazione, della diminuzione delle risorse in tutti i settori statali (tranne le spese militari), il blocco delle assunzioni e dei contratti e stipendi, il debito sia in costante aumento (sfondato abbondantemente il tetto dei 2mila miliardi di €uro) e il rapporto debito/PIL sia più del doppio del 60% (oltre il 130%) ammesso nell’Eurozona? 3. Il peso del Pubblico Impiego sulla spesa pubblica In netta controtendenza rispetto all’Europa l’ultimo rapporto Eurispes sulla pubblica amministrazione nell’arco di tempo che va dal 2001 al 2011, in Italia il numero dei dipendenti pubblici ha conosciuto un ribasso pari al 5% che tradotto in singole unità ammonta a un numero che sfiora le 154 mila unità. Ma allora, come mai il debito continua a crescere? Siamo a ben oltre 2mila miliardi, nonostante i tagli agli organici, il blocco dei salari (-5/6mila €uro in media dal 2010 ad oggi, con la prospettiva di un altro anno di blocco, magari prolungato ancora fino al 2018…) Spesa dello Stato nel 2013 4. Le riforme restauratrici: attacco a salari e stipendi, tagli alla spesa pubblica • Il confronto con la crescita complessiva dei prezzi al consumo, pari al 10,6% tra il 2005 e il 2010 (misurata sull’indice dei prezzi al consumo armonizzato), indica che per diversi contratti vi è stata una perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni di primo livello. In particolare, sono dodici contratti dei servizi e otto della pubblica amministrazione a registrare una dinamica nominale delle retribuzioni inferiore a quella dell’inflazione. Il massiccio trasferimento di reddito dai salari ai profitti in dieci anni • Dagli anni ’90 riforme/tagli ai servizi pubblici per renderli rispondenti al nuovo scenario internazionale globalizzato prodotto dal capitalismo in versione estremizzata del liberismo di Thatcher e Reagan. • Enorme trasferimento di ricchezza dai redditi [salari/stipendi] dei lavoratori dipendenti verso i profitti. • Tra il 1997 e il 2007 i salari medi mondiali sono rimasti al di sotto della crescita del PIL. • In Italia dal 1983 al 2005 i lavoratori hanno perduto 8 punti di percentuale di reddito andati ad aumentare i profitti, che sono infatti saliti nello stesso periodo dal 23% al 31% del totale La perdita del potere d’acquisto dal 1990 Dal 1990 ad oggi, se incrociamo i dati degli stipendi medi con l’indicatore ISTAT del costo della vita (FOI: Famiglie, Operai, Impiegati), vediamo che i dipendenti del MIUR hanno subito una perdita del potere d’acquisto tra il 28% ed il 35%. Non tutti però: i dirigenti hanno avuto un incremento che supera il 20%, corrispondente a circa 15mila euro in più, mentre docenti e ATA hanno perso dai 6mila agli oltre 8mila euro. La perdita del potere d’acquisto L’ISTAT evidenzia che il settore pubblico • nel 1999 si registrava un differenziale negativo di crescita per le Amministrazioni pubbliche di circa 15 punti percentuali rispetto al 1990. • Rispetto alla crescita complessiva dei prezzi al consumo, pari al 10,6% tra il 2005 e il 2010 emerge che per diversi contratti vi è stata una perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni di primo livello. In particolare, sono dodici contratti dei servizi e otto della pubblica amministrazione a registrare una dinamica nominale delle retribuzioni inferiore a quella dell’inflazione. • Tra questi vi è quello della scuola. I livelli di investimento in istruzione in Europa I dati dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) Nella relazione Education at a glance 2012, pubblicato dall'Ocse, gli stipendi del personale italiano della scuola dal 2005 al 2009 hanno subito una diminuzione, mentre in molti Paesi gli stipendi degli insegnanti sono aumentati in termini reali anche del 50%. Scuola primaria: in Italia, lo stipendio annuale iniziale di un docente è pari 27.015 dollari, per arrivare a fine carriera a 39.762. La media Ocse, all'inizio e al termine della carriera, è più alta (rispettivamente 28.523 all'inizio, e 45.100 dollari a fine carriera). Il salario di inizio lavoro è più alto in Germania (46.456 dollari), in Spagna (37.137) e nel Regno Unito (30.204 dollari). Mentre, rispetto all'Italia, è minore in Francia dove i maestri a inizio carriera guadagnano 24.334 dollari. Scuole medie: lo stipendio a fine carriera di un docente italiano è pari a 43.666 dollari, ben 4mila dollari in meno, circa, rispetto alla media Ocse (47.721). In Germania alle medie a fine carriera un professore guadagna 68.592 dollari, in Francia 51.301, in Spagna, 58.065, nel Regno Unito, 44.145 dollari. Anche alle superiori le buste paga dei docenti italiani sono inferiori rispetto alle medie Ocse, e anche alle buste paga di molti colleghi dei principali Paesi europei. Sempre a fine carriera un prof in Italia guadagna l'anno 45.653 dollari (la media Ocse è di 49.721). In Francia lo stipendio annuo a fine carriera è di 51.560 dollari, in Germania di 76.433 dollari, in Spagna di 59.269 dollari. Mancato rinnovo CCNL 2010-2012 Se andiamo poi ad analizzare gli effetti del mancato rinnovo del contratto tra il 2010 e il 2014, l’effetto è ancora più evidente: Il Sole 24 Ore l’ottobre scorso riportava i dati della flessione del valore reale delle retribuzioni dei dipendenti pubblici del 10,5%, con perdite di 3mila euro annui, che sarebbero saliti a oltre 4mila se il blocco fosse continuato oltre il 2014. Infatti, il blocco fino al 2014 ha imposto ai dipendenti pubblici un sacrificio pari al 10,5% dell’attuale stipendio, che salirà fino al 14,5% se non si rinnoveranno i contratti fino al 2017. Quanto perdono i lavoratori Le retribuzioni dei dipendenti pubblici hanno subito perdite da quattro mila a sei mila €uro, per un valore medio di circa 4.700 (4.735) €uro. Nella scuola la media della perdita è di circa 4.600 (4.591) €uro: partendo da una retribuzione lorda di 26.689 del 2010, nel 2011 per effetto dell'aumento la retribuzione avrebbe dovuto essere di 27.036 €uro, nel 2012 di 27.596 e nel 2013 di 28.130. Per il 2014 lo stipendio stimato sarebbe stato di 28.584: cumulando l’ipotesi di aumenti annuali, la perdita media subita dai dipendenti della scuola è di 4.591 €uro. Militari e forze dell’ordine hanno perso tra i cinque e i seimila €uro. Quanto risparmia lo Stato Il blocco fino al 2014 ha imposto ai dipendenti pubblici un sacrificio pari al 10,5% dell’attuale stipendio, che potrebbe salire fino al 14,5% se non si rinnovassero i contratti fino al 2016: il risparmio finora attuato è di circa 13 miliardi di €uro, a cui si aggiungerebbero altri 4/5 mld di risparmi per il blocco del prossimo biennio. Oltretutto, nel Def 2014 di aprile, con una previsione di crescita ottimistica del PIL di +0,8%, c’era un chiaro riferimento al blocco di contratti e stipendi fino addirittura al 2018. Nel Consiglio dei Ministri del 30 settembre, il Ministro Padoan ha ribassato la crescita italiana (-0,3%), con un peggioramento anche del rapporto tra deficit e PIL (quello che dovrebbe stare entro il 3% annuo) al 2,8%-2,9% anziché al 2,6%. In queste condizioni, è evidente che i contratti dei pubblici dipendenti continueranno ad essere bloccati, come ha candidamente ammesso il Ministro della PA Madia, che a inizio settembre ha dichiarato esplicitamente che i lavoratori della PA dovranno accontentarsi degli 80 €uro elargiti a primavera. 5. La strategia salariale nella scuola e la carriera meritocratica della “buona schola” La scuola dell’autonomia finanziaria voluta da Luigi Berlinguer e dal centrosinistra ha aperto la strada alla aziendalizzazione degli istituti scolastici statali, inaugurando un sistema integrato basato sul principio di sussidiarietà tra scuole pubbliche e paritarie (cioè, private, a cui la L.di Stabilità 20142016 ha assegnato 220 milioni di euro!) e sul marketing concorrenziale tra istituti per “accaparrarsi” utenti/clienti (studenti iscritti), da cui dipendono gli organici, i finanziamenti, gli incentivi per i dirigenti scolastici. Le riforme/restauratrici avviate dal centrosinistra, continuate con piglio ferocemente classista dalle destre, sono consistite nell’aggressione alla scuola pubblica per renderla compatibile con le dinamiche del capitalismo globale del XXI secolo, ridimensionarne il ruolo emancipatorio delle classi popolari, per ridurre l’istruzione a pura merce commercializzabile e vendibile sul mercato, per ricondurre le spese e gli investimenti al valore di scambio e alla pura logica di profitto. La restaurazione in sintesi • L’autonomia finanziaria di Luigi Berlinguer e del centrosinistra porta alla • aziendalizzazione degli istituti scolastici statali, inaugurano un sistema integrato basato sul principio di sussidiarietà tra scuole pubbliche e paritarie (cioè, private,!) e sul marketing concorrenziale tra istituti per “accaparrarsi” utenti/clienti (studenti iscritti), da cui dipendono gli organici, i finanziamenti, gli incentivi per i dirigenti scolastici, in una logica da • privatizzazione del rapporto di lavoro, che con la Legge “Brunetta” (Lg.Delega n.15/2009, poi D.Lgs. n.150/09), trasferisce nel Pubblico Impiego i criteri della misurazione dell’efficienza e della produttività in termini puramente quantitativi, nonché rafforza la contrattazione di secondo livello [di Istituto, già introdotta con il Fondo dell’Istituzione Scolastica, FIS]. Gli scatti di competenza e il risparmio dello Stato Incrementi mensili lordo dipendente in funzione dell’anzianità di servizio (docenti di ruolo) Infanzia/primaria Secondaria I° Secondaria II° - - - Da 9 a 14 +177,48 +205,96 +257,44 Da 15 a 20 +333,98 +387,50 +452,87 Da 21 a 27 +485,86 +563,80 +701,81 Da 28 a 34 +635,71 +736,73 +864,90 Da 35 in poi +747,31 +864,90 +994,91 Mensile iniziale 1.610,36 1.747,76 1.747,76 Mensile finale 2.357,67 2.612,66 2.742,67 Da 0 a 8 anni Collaboratori Assistenti DSGA - - - Da 9 a 14 +111,57 +142,92 +219,50 Da 15 a 20 +193,16 +248,67 +413,17 Da 21 a 27 +273,51 +355,06 +620,35 Da 28 a 34 +334,11 +430,82 +833,24 Da 35 in poi +376,59 +488,88 +1.040,31 Mensile iniziale 1.241,99 1.391,33 1.839,42 Mensile finale 1.618,58 1.880,21 2.879,73 Da 0 a 8 anni AUTOMATISMI STIPENDIALI DEL PERSONALE DOCENTE E ATA AUDIZIONE DINANZI ALLA VII COMMISSIONE PERMANENTE ( Istruzione pubblica, beni culturali) DEL SENATO DELLA REPUBBLICA Roma, 22 gennaio 2014 I nuovi stipendi docenti nella “buona scuola” Classe Scatto SISTEMA ATTUALE NUOVO SISTEMA 0-8 - - - 0-8 3 - 60 0-8 6 - 120 9-14 9 142 180 9-14 12 - 240 15-20 15 252 300 15-20 18 - 360 21-27 21 390 420 21-27 24 - 480 21-27 27 515 * 540 28-34 30 - 600 28-34 33 - 660 35 e ss. 36 577** 720 (*) dal 28° anno - (**) dal 35° anno NB. Gli scatti riportati sono espressi in Euro netti al mese e fanno riferimento ad un professore di scuola superiore. Un falso incremento L’ipotesi della Buona scuola è di 12 scatti ogni tre anni, con un aumento di €60 netti al mese per un totale di 9mila €uro netti all’anno (nella più rosea previsione), per il 66% dei docenti (circa mezzo milione). Calcolando 9mila per 500mila, la spesa prevista potrà aggirarsi sui 4milardi e mezzo di €uro a regime; l’incremento calcolato su 7mila attuali, moltiplicato per circa 750/800mila docenti porterebbe a circa 5,2/5,6 mld di €uro. Ecco un bel risparmio di oltre un miliardo l’anno, qualora il 66% dei docenti raggiungesse il massimo della carriera possibile, cosa improbabile perché attualmente l’età anagrafica è alta (il sistema dovrebbe entrare in vigore dal settembre 2015) e perché non è detto che ogni tre anni siano sempre i soliti ad avanzare: il risultato finale potrebbe attestarsi per molti ben al disotto dei novemila €uro indicati. Potrebbero esserci sorprese di riduzioni da 26 a 72 €uro rispetto all’attuale sistema piuttosto che gli incrementi annunciati. Calcoliamo l’incremanto di spesa annuale media per docente Classe Scatto SISTEMA ATTUALE NUOVO SISTEMA 35 e ss. 36 577**x13=7.501 720x13=9.360 9.360x2/3=6.240 Il nuovo sistema può portare alle casse dello Stato un risparmio medio di € 1.261 per docente, che moltiplicato per il numero di docenti (da 750 a 800mila a regime secondo le stime governative) potrà portare un risparmio di circa 1 miliardo l’anno. La prospettiva ingannevole L’esempio che propone il Governo: • un docente neoassunto, con il sistema attuale, avrebbe dovuto attendere 9 anni per un incremento stipendiale di 140 euro; nello stesso periodo con il nuovo sistema potrà guadagnarne fino a 180 euro in più; • un docente a metà carriera che nell’anno scolastico 20152016 ha 15 anni di anzianità, manterrà lo stipendio sino ad allora maturato con la prospettiva di poter guadagnare al termine della propria carriera più di 420 euro netti in più al mese rispetto ai 325 che avrebbe ottenuto con il sistema attuale basato sulla sola anzianità di servizio; • un docente che nell’anno scolastico 2015-2016 entra nella classe di anzianità ‘21’ dovrebbe poi aspettare altri sette anni, e quindi il 2022, per avere un ulteriore incremento, di circa 120 euro netti al mese. Col nuovo sistema potrà avere (se rientrerà nel 66%) 60 euro netti nel 2018 e altrettanti nel 2021, per un totale di 120 euro netti in più, ma con la differenza che avrà avuto quasi 2.200 euro netti in più, tra il 2018 e il 2021. Effetto stipendio se gli scatti sono ogni sei anni Classe Scatto SISTEMA ATTUALE NUOVO SISTEMA 0-8 - - - 0-8 3 - 60 0-8 6 - 60 9-14 9 142 120 9-14 12 - 120 15-20 15 252 240 15-20 18 - 240 21-27 21 390 300 21-27 24 - 300 21-27 27 515 * 360 28-34 30 - 360 28-34 33 - 420 35 e ss. 36 577** 480 La meritocrazia ingannevole Transizione Dal 1° settembre 2015 si procederà all’eliminazione degli scatti stipendiali automatici attraverso un sistema transitorio di progressivo passaggio al nuovo meccanismo basato sulla maturazione dei crediti, sugli scatti delle competenze, e sulla valutazione delle scuole. In dettaglio: • docenti che sono arrivati al 33esimo anno di servizio e a cui mancano meno di 3 anni per il pensionamento: manterranno l’attuale sistema di scatti di anzianità; • docenti immessi in ruolo dopo l’entrata in vigore del piano, con diritto alla ricostruzione di carriera: riconoscimento degli scatti stipendiali,se utilmente maturati, fino al 1° settembre 2015 e applicazione del nuovo regime a partire dalla data di immissione in ruolo; • docenti che si trovano nelle diverse classi stipendiali (fino al 33esimo anno): ad essi si applica fino al 1° settembre 2015 il sistema previgente basato sugli automatismi stipendiali e dal 1° settembre 2015 il nuovo meccanismo degli scatti (conservando lo stipendio sino a quel punto maturato). I gerarchi del meritocrazismo La Buona scuola si basa sulla gerarchizzazione della categoria, con l’introduzione del docente Mentor che organizza la valutazione, coordina e controlla la formazione dei colleghi, segue il percorso dei tirocinanti e coadiuva il Dirigente Scolastico nelle operazioni legate alla valutazione delle risorse umane nell'ambito della didattica. E’ scelto dal Nucleo di Valutazione interno tra i docenti che per tre trienni consecutivi hanno avuto uno scatto di competenza (due scatti dopo sei anni). I Mentor saranno non più del 10% di docenti per scuola (o rete di scuole), e potranno mantenere la carica per tre anni, con eventuale riconferma. Il neoliberista