I bambini di Salo’
a cura della Dott.ssa
Maria Rosa Dominici
Psicologa - Psicoterapeuta
Impariamo a capire i segnali di disagio dei nostri bambini,
attraverso i loro occhi…
Ascoltando le loro lacrime…
Attraverso i loro disegni…
La percezione del rischio e le modalità di
adescamento nei disegni di alcuni alunni
delle scuole elementari della direzione
didattica di Salò
Direttrice Dott.ssa Luigiana Ghirardi
Analisi e supervisione del materiale grafico
a cura della Dott.ssa Maria Rosa Dominici
[email protected]
www.nuovapedagogia.com
Una presunta GITA SCOLASTICA
Pippo che
cazzo fa
Pippo
Ha!
Ha!
Ha!
Ha!
Signore
che fa.
Metta giù
le mani
Seduti
La raffigurazione della logistica, ossia una presumibile gita scolastica (vedi l’ordine
del - seduti - nello stereotipo dell’insegnante dalle braccia rigide e dal corpo
composto, con gli occhiali che però non servono a vedere, così come il corpo sembra
non intuire o percepire ciò che accade alle sue spalle, forse perché non considera la
situazione a rischio).
Rendono ancora più significativo il racconto grafico di una molestia fatta da un
adulto ad un bambino, che nella dinamica corporea ci fa notare le gambe incrociate,
quasi a difesa dei genitali, e la mano rosa del molestatore, (“rosa perché il corpo è
rosa” frase di un bambino di 7 anni molestato che così semplicemente descrive il
perché dell’utilizzo del rosa nel disegnare i vari corpi nudi che gli hanno sottratto
l’infanzia).
Inquietante il fumetto, il bambino che reagisce e il mugolio orgasmico dell’adulto, il
compagno seduto dietro chiede che cosa stia facendo Pippo…non pensa all’adulto,
infatti è sempre difficile pensare che gli adulti possano molestare, così come è difficile
credere ai bambini, valutate la statistica sugli interventi nel blog del COMITATO
TROVIAMO I BAMBINI, nell’articolo “Perché i bambini non vengono MAI
ascoltati” dove vi sono solo 4 commenti.
Ipotesi di riflessione, il posto di guida è vuoto, che sia l’autista il molestatore, perché
se qualcuno ha avuto questo tipo di esperienza, non ci invia la sua testimonianza?
Se ci fosse qualcuno
“SI FAREBBE I FATTI SUOI…”
Aiuto devo
sbrigarmi
Ciao
Anche, qui, il sociale è inesistente, non vi è nessuno, e forse se ci fosse “si farebbe
i fatti suoi “, ormai prevale l’individualismo egoistico, scambiato ipocritamente
per riservatezza, rispetto della privacy, di fatto è una mancanza di assunzione di
responsabilità nei confronti di minori o di persone deboli in stato di necessità.
Anche qui la grafica e il parlato ci dicono della distinzione di barriere difensive,
o di rischi di vittimizzazione, fra il dentro-fuori, eppure anche nel dentro c’è solo
un gatto, nel fuori c’è un adulto predatore, dovremmo iniziare a considerare in
modo più attento questi segnali che il mondo dell’infanzia, dei minori ci sta
mandando, proprio per non radicare un allarme sociale esasperato altrettanto
negativo, quanto una fiducia cieca, negli Stati Uniti da anni si allenano nelle
scuole a distinguere il:
BAD TOUCHE DAL BEAUTIFUL TOUCHE, NON BASTA PIU’ IL
FATIDICO-NON PARLARE CON GLI SCONOSCIUTI, BISOGNA
MOTIVARLO, BISOGNA INFORMARE E FORMARE ALLA
PREVENZIONE.
La ragazzina, bambina ha paura dello sconosciuto che di fatto le si sta
avvicinando, non in un luogo deserto, ma vicino alla propria abitazione, quanti
minori scomparsi, in Italia, sono spariti in luoghi familiari, vicini alla propria
casa, rione, famiglia (Angela Celentano, Denise Pipitone, i fratelli Pappalardi,
ecc…)
LA MACCHINA ROSSA
SKRCCC
Aiuto
Non è una bugia, non è un falso indizio, non si deve non
credere ai bambini se segnalano che sul luogo della
scomparsa si è fermata una macchina che in tempi rapidi
rapisce un bambino.
Questo descrive bene la scena del crimine, pur essendo cupi i
colori, c’è un sole splendente, c’è una natura verde, viva,
l’erba, l’albero, ma c’è sempre il luogo deserto, nessuno, che
possa accogliere, cogliere il grido di aiuto, la vittima è
indifesa, notevole la percezione dello sguardo del predatore, il
suono onomatopeico della frenata, la macchina di colore rosso
(ricordate Milena Sutter e il biondino della macchina rossa ?)
e la caratteristica statisticamente significativa, i rapimenti
avvengono per lo più di giorno!
Non c’è bisogno delle tenebre per rapire un bambino.
L’ADESCAMENTO NEL METRO’
Meglio che me ne
vado.
No non posso
Vieni qui da me, e se fai il bravo
ti do un bel regalo
L’adescamento nel metrò, luogo, non luogo, in cui possono avvenire
delle scomparse di minori, chi disegna, visto i colori e la dinamica è
intellettualmente ed emotivamente ben attrezzato, denuncia la
solitudine dei minori (anche nei luoghi affollati).
Spesso scambiata in termini pedagogici, come giusto allenamento
all’autonomia ed indipendenza, ma deve essere affiancata alla
consapevolezza (Progetto Psicantropos, Progetto Mimì ) che permette di
crescere senza un assurdo allarme sociale, ma con il riconoscersi il
doppio valore del Dovere-Diritto, ossia la tutela di sè, il diritto a dire no,
anche alle subdole seduzioni, questo poichè una capacità critica,
allenata in ambito scolastico permette l’esercizio di un sano principio di
realtà, che conserva l’istinto di percezione del rischio e di difesa.
(Non è un caso che questi alunni abbiano da vari anni insegnanti
formate a metodi preventivi del disagio e delle molestie, come previsto
da leggi adeguate anche se scarsamente o inadeguatamente applicate).
IL GIARDINO DELLA NONNA
NONNA !!!
Vieni con noi
!
Vivace, rassicurante il giardino della nonna in cui poter
giocare sereni e sicuri, eppure l’adescamento è messo in atto,
ma la bambina sa difendersi, ha chi chiamare, è in un luogo
adeguatamente protetto e rassicurante, si nota dalla vivacità
dei colori e della scena ed anche qui è giorno, anche lei
sembra dirci:
“state attenti, noi siamo prede, e non c’è
la paura della punizione, osano di giorno,
sono in mezzo a noi. “
IL SUPERMERCATO
MAMMA POSSIAMO
ENTRARE PER FAVORE?
PERCHE’ C’E’ QUEL
SIGNORE CHE MI DA
FASTIDIO E MI FISSA
SI CERTO.
EHI BELLA BAMBINA
VIENI QUA!
Ecco un altro - luogo non luogo- gli odierni deserti dei tartari, il
supermercato.
Anche qui, una giornata assolata, la natura gioiosa, una
situazione quotidiana, due adulti, una distratta, inconsapevole,
uno predatore, sicuro quasi della propria impunità, lei la
bambina consapevole, allenata sembra, al linguaggio del corpo,
alle sensazioni-emozioni, come dicono i bambini del Progetto
Psicantropos, ha consapevolezza di ciò che sta accadendo, lo dice
alla madre che attiva una dinamica di evitamento, ossia non
affronta la questione, molto spesso vi è una sorta di vergogna, in
quanto il tabu’ che ancora ruota attorno a tali reati è alto, solo
una cultura, legata ad una nuova pedagogia, a mio avviso può
sradicarla.
Comunque in questo disegno è presente un genitore, come si
noterà le figure parentali appaiono raramente.
MI ERO PERSA…
Questo è un disegno testimoniale e consapevole, la bambina sul
retro ha scritto “p.s.avevo 2 anni!”.
Ci consegna la memoria di un fatto accadutole “circa 9 anni fa,
mi ero persa, non trovavo più la mia mamma….” Rifiutò
l’invito di uno sconosciuto, chiesto alle maestre dissero che di
fatto era accaduto.
Anche qui l’uso dei colori e la logistica ci dicono che era giorno,
d’estate, in pieno sole e l’adescatore è suadente, nei fumetti la
bimba reagisce in modo adeguato, rinforzando nella grafica il
probabile tono di voce alto, per richiamare l’attenzione, ma
quanti bambini educati al rispetto e alla soggezione agli adulti,
avrebbero rifiutato un invito così garbato?
IL MONDO IN GRIGIO
Sguardi particolari di
sconosciuti.
GULP!!!
Ecco riapparire una macchina rossa, in un mondo
grigio, dove c’è vita nel verde del prato di casa,
quasi antropomorfa, ma distante, barricata in un
dentro che non serve al fuori, è vero siamo ormai
tutti in un panik room, fuori c’è il non colore, il
grigio che simbolicamente può rappresentare,
quella nebbia, quel nulla in cui scompare la
vittima rendendola parte dell’invisibile, lei stessa
invisibile.
LA SCENA DI UN DELITTO
Vedendo questo disegno, ho segnalato “attenzione”, è
forse l’unico che rappresenta la scena di un delitto, di
morte, di ombre nere, di corpi sotto l’acqua, di una
tomba nel verde, di insetti del degrado, suggestioni,
televisioni, il bambino rapito e sepolto lungo il fiume?
... forse, ma tutto indica la presenza di una angoscia
profonda, solitudine in un mondo di ombre, un luogo
abbandonato, dove non ci sono identità, le figure umane
sembrano alieni, ombre nere… l’uomo nero delle antiche
favole educative per l’infanzia, …o il quotidiano
sconvolgente, o una realtà vissuta che non ha ancora
trovato le parole per dire, raccontare …?
IL CAMIONISTA
ALT
SALI
OH, OH,
SCAPPA
AIUTO!
NO
Realista, l’adescamento è fatto da un camionista, benché questa scena
come le altre degli altri disegni non sia presente nel libretto “Mimì fiore di
cactus “, strumento utilizzato in questo progetto scolastico.
Questo alunno non può sapere che una rete di traffico di bambini
fu scoperta nel 2003, era costituita da camion che partivano dai Paesi
dell’Est, attraversavano l’Europa e portavano questa merce umana in
Inghilterra, anche qui vi è un recinto che separa la strada da un luogo
privato, o pubblico, ed è giorno, ma è pieno di solitudine, è rimasto nel
disegno il segno di 2 piedi, una presenza resa invisibile, il corpo non è stato
definito, forse una riflessione su quanto lasciamo soli, fisicamente o
psicologicamente i nostri bambini, figli dovremmo farlo…dobbiamo
trovare il tempo, per dire e per dare.
Osservate i rami quasi, falli o mani adunche che cercano di carpire.
LABIRINTO
OH NO!
MI SONO PERSA
AIUTO!
E’ l’atto di accusa più sconvolgente, quasi un manifesto dell’infanzia tradita.
Una bambina di quinta con il suo disegno, in cui l’unica nota di colore è la
raffigurazione di una bambina che urla “OH NO! MI SONO PERSA! AIUTO
“, forse proietta se stessa… La società non è più rassicurante, la famiglia non
è più il focolare protettivo (quanti i delitti e gli abusi intrafamiliari, !?).
Questa figuretta indifesa si situa al centro di un labirinto grigio, senza punti
di riferimento, senza via d’uscita, in un caos di emozioni e sensazioni in cui
non vi è neanche più il colore della vita (ricordate il cappottino rosso della
bambina in SCHINDLER LIST ?). Totalmente disorientata, il grido di aiuto
cade nel vuoto, qui non vi è neanche il luogo, né il cronos-tempo, né l’erospulsione di vita, è tutto invisibile, l’unica presenza viva è lei.
Facciamo che questo urlo non cada nel silenzio indifferente degli adulti sordi
che si crogiolano dietro le facciate stanche dell’individualismo egoistico,
istituzioni comprese, facciamo che anche lei non diventi silenziosa, come tutti
i bambini scomparsi, resi invisibili dalla nostra incapacità di rendere sicuro il
mondo dell’infanzia.
Per un mondo
migliore
impariamo ad
ascoltarli.
Grazie.
Maria Rosa
Dominici
Luigiana Ghirardi
Realizzazione grafica
Cora Bonazza
Maria Rosa Dominici
Psicologa psicoterapeuta
www.nuovapedagogia.com
Luigiana Ghirardi
Direttrice didattica Salò
www.circolodidatticosalo.it
Cora Bonazza
Presidente del Comitato
TROVIAMO I BAMBINI
www.troviamoibambini.it
Scarica

Interpretazione disegni bambini di Salò