L’ Informale e
l’Espressionismo astratto
L'arte informale è,più o meno consapevolmente, la risposta artistica che l'Europa dà alla
profonda crisi morale, politica e ideologica conseguente agli orrori messi in luce dalla
seconda guerra mondiale. Sviluppatosi nel decennio tra gli anni Cinquanta e Sessanta,
l'Informale si pone in forte polemica con tutto ciò che, in qualche modo, può essere
riconducibile ad una forma, sia essa figurativa o anche puramente astratta. L'Informale,
dunque, nega in modo esplicito ogni forma e con essa la conoscenza razionale che ne
deriva.
All'interno del movimento possono individuarsi varie matrici, che traggono soprattutto
origine dal movimento Dada, dall'Espressionismo e dal Surrealismo. Nell'uno e nell'altro
caso le due componenti fondamentali dell'informale si precisano nel gesto e nella materia.
Arte non è dunque la pittura eseguita ma l'atto di eseguirla. E se arte è eseguire un gesto, il
valore artistico sta nel gesto stesso, non più nel prodotto di quel gesto. Ecco allora che il
gesto può essere un gesto qualsiasi, non necessariamente un gesto pittorico. Può essere un
gesto simbolico, ad esempio, come quello di tagliare una tela, o un gesto di provocazione,
come quello di apporre la propria firma (una firma d'artista!) sul corpo nudo di una
modella o, ancora, un gesto di protesta, come quello di realizzare macchie più o meno
informi.
La materia, infine, si trova improvvisamente in primo piano. È nella sua scelta e in quella
di tutti i possibili accostamenti tra materie diverse che l'artista manifesta la propria
energia creativa. Un ruvido sacco, un lucido rottame d'acciaio, un morbido pezzo di
gomma, una fredda luce al neon, una tagliente scheggia di vetro.
L’Informale in Italia
Anche in Italia l’arte informale trova un fertile terreno di sviluppo. Il duro dopoguerra
vede l’affermarsi, in campo artistico, di alcune delle personalità artistiche che si collocano ai
vertici più alti del secondo Novecento.
I suoi maggiori esponenti sono:
ALBERTO BURRI:
Nato il 12 marzo 1915 a Città di Castello, in provincia di Perugia; si laurea in medicina
ma viene subito catturato e fatto prigioniero di guerra in un campo di concentramento del
Texas. È forse proprio l’esperienza della prigionia a far mutare in lui il desiderio di
accostarsi alla pittura. Nell’immediato dopoguerra Burri si trasferisce a Roma dove ha
modo di avvicinarsi agli ambienti dell’avanguardia informale. Egli userà nelle sue opere
materiali poveri di varia natura come semplici sacchi di iuta, legni bruciati e e lamiere
saldate.Affetto da grande insufficienza respiratoria Burri muore a Nizza, dove si era
recato per curarsi, il 13 febbraio 1995.
Opere:
In Cretto G1, un lavoro del 1975, Alberto Burri sperimenta un
miscuglio di caolino, bianco di zinco e vinavil, spalmato su un pannello di
cellotex, un materiale industriale composto da trucioli di segatura e colla
pressati a caldo. Il risultato che ne deriva è quello di una superficie
irregolarmente e casualmente crettata, in relazione allo spessore del
materiale e al tempo di essiccazione. Nell’opera sono presenti suggestioni
antiche : legate alla terra umbra e al lontano Texas.
LUCIO FONTANA:
Incardina la propria esperienza artistica sul gesto, inteso come creatore di nuovi
spazi. Nato nel il 19 febbraio 1899 a Rosario di Santa Fè, in Argentina, Fontana
inizia i propri studi a Milano; tra il 25-27 torna nella terra natia, dove apre il suo
primo studio di scultura, ma già 1928 è nuovamente a Milano per frequentare
l’accademia di Brera sotto la guida prestigiosa di Wildt. Avvicinandosi nel
frattempo agli ambienti dell’avanguardia europea; in seguito diventa professore
all’accademia di Buenos Aires.
ciò che deve vedere, un tema figurativo, ma lo mette in condizione di crearselo da
sé, attraverso la sua fantasia e le emozioni che riceve.Dagli anni 50’ la ricerca di
Fontana inizia ad avvicinarsi a nuovi materiali o a superfici piane sulle quali
opera soprattutto con gesti provocatori e curiosi come buchi strappi e soprattutto
tagli alla ricerca di uno spazio che vada al di là di quello angustamente
bidimensionale, della semplice tela. Infine a Comabbio si spegne il 7 settembre
1968.
Opere:
••• Concetto spaziale, Attese. .Tela dipinta color oro nel 1962, in questa opera
l’intervento gestuale dell’artista, non consiste tanto nel dipingere quanto nel tagliare: i 5
tagli deturpano la tela come altrettante ferite. Il sottotitolo Attese, al plurale, allude al
numero stesso dei tagli.
••• Concetto spaziale, Attesa. Su tela di color rosso
non dipinta a olio ma con la semplice idropittura,
campeggia un unico, solitario e profondo taglio.
L’Informale in America
L’informale, in un certo senso,
è proprio l’arte dell’incomunicabilità.
L’arte informale statunitense, legata
da un lato alle tradizioni del popolo americano
e dell’altro, ai forti influssi esercitati
da molti artisti europei li rifugiatisi durante
la prima guerra mondiale, viene definita
nel suo insieme come espressionismo astratto.
All’interno di questo vivace movimento particolare
rilievi assume la cosidetta :Action painting,
che potremmo
forse tradurre come "pittura d'azione". Precoce
anticipatrice di alcune tematiche europee, essa
si sviluppa nel primo decennio del dopoguerra
JACKSON POLLOCK
Il maggior esponente dell'Action Painting è senza dubbio lo statunitense
Jackson Pollock (1912-1956), la cui vita sregolata, stroncata da un incidente
d'auto.
Nel 1937, neanche trentenne, Pollock è già gravemente affetto dall'alcolismo e
deve sottoporsi a varie terapie psicoanalitiche. Proprio nell'ambiente medico e
culturale il giovane artista ha modo di conoscere le ultime avanguardie europee,
dalle quali rimane immediatamente affascinato. Nel 1947, infine, Pollock mette
a punto la tecnica del dripping,
consistentenel sopprimere
il pennello e sostituirlo
con sgocciolature
più o meno
regolari di colori sintetici puri
su tele o cartoni distesi al suolo.,
in questo modo si
ottengono risultati casuali
Opere:
Pali blu realizzato dall’artista nel 1953, dà un’idea di cosa sia il
dripping. Pollock la prepara schizzandola con batuffoli di cotone, con
pennelli da verciatore e pezzi di legno e infine vi cola sopra fili sottili di
colore. I pali blu corrispondono agli otto segmenti variamente inclinati che
percorrono l’intero dipinto.
MARK ROTHKO
Fu il più rigoroso e indiscusso protagonista del Colorfield Painting, cioè
la pittura per campi o bande di colore.
Di origini ebraiche nacque a Dvinsk nel 25 settembre del 1903. Studiò
inizialmente a Portland,alla Yale university ma nel 1923 si trasferì a
New York, dove scoprì la pittura e a essa dedicò
l’intera esistenza.
Nel 1938 ottenne la cittadinanza americana
e nel 1940 cambiò il suo nome in quello attuale.
Rothko morì suicida il
25 febbraio del 1970 a New York.
Iniziò come pittore realista abbracciando il Surrealismo. I suoi dipinti
erano per lo più soggetti mitologici. Nel 1946 iniziò a semplificare le
forme, orientandosi versi l’indipendenza de colore. È questo il momento
dei cosiddetti Multiform, tele con numerose macchie cromatiche delle
forme più svariate.
Opere:
Violet, Black, Orange, Yellow on
White and Red. In esso si ritrovano fasce
verticali rosse e un riquadro esterno
bianco, ma fondamentalmente la tela
risulta coperta di giallo uniforme. Sul
giallo la fascia nera divide il dipinto in 2
parti. Quella superiore occupata dal
rettangolo rosso- violaceo, quello inferiore
da un rettangolo arancione e uno giallo
intenso. Con i colori l’artista vuole
esprimere gli stati emotivi più forti
dell’esistenza: l’estasi e la tragedia
N. 301 Un’opera del 1959 gioca con la potenza rosso disponendo su
un fondo di tale colore tre rettangoli anch’essi rossi o rosso- violaceo
N. 207 una grande tela del 1961 sul fondo
grigio scuro fiammeggia, in alto,
un rosso,
in basso un uguale rettangolo blu di minori dimensioni fatica ad emergere
Simona Meloni
5°E iter
ITCG MATTEI Decimomannu
Scarica

Tesina - E. Mattei