Volume due di tre Avanza con un clic Le basi di un altro Tantrismo Le basi del Tantrismo più puro sono state poste proprio a partire da questa constatazione nata dal buon senso. Non parlerò qui di questa disciplina dell‘essere, per cui abbiamo il massimo rispetto, perché nel vostro mondo è già oggetto di numerosi sviluppi. Ho piuttosto l'intenzione d’insegnarvi uno dei suoi aspetti così come lo viviamo noi, nel contesto dello schema di fusione che vi ho appena menzionato. Non ve ne parlo come se fosse un punto d’importanza secondaria. Ai nostri occhi non è una questione accessoria perché risponde eccezionalmente bene alle esigenze delle anime che provano una vera sete del Divino. La padronanza di se che richiede espande il Soffio di Vita nel crogiolo del corpo, incalza nei minimi dettagli le rugosità dell'ego, le sue piccolezze, i suoi riflessi sclerotizzanti e, così facendo, dissoda una via cardiaca dagli orizzonti illimitati. Il suo principio è semplice: ci tengo a introdurlo qui perché contiene il germe attivo di un'ascensione verso la rivelazione della Presenza divina in se stessi. Voglio ricordarvi che consiste nello sviluppare e poi nel prolungare oltre il Due il dono d'Amore, per condurlo alla stabilità del Quattro. Questo approccio suppone quindi la riunione e poi l'unione di quattro esseri - corpi e anime insieme - per far loro percorrere un cammino di depurazione. Non dubitatene , la depurazione implicherà allora il superamento delle barriere della personalità inferiore e, proprio per il miracolo della fusione, la scoperta della vera condivisione in quanto qualità divina. Va da se che una simile impresa, che mira a far emergere una cellula principiale, può essere presa in considerazione soltanto da esseri che abbiano già stabilito una solida complementarità nella tradizionale relazione di coppia di base. In altre parole richiede, oltre a una purezza di cuore e di intenti, una potente volontà di andare al di là del muro delle paure. Non si progetta la scoperta di un nuovo continente, ma quella di un altro sistema solare interiore... Una condivisione atomica Imboccando un simile percorso di comunione, si sa già che nel cuore di quel sistema tutto dovrà essere ridefinito. Bisogna aspettarsi che i punti di riferimento del nostro vecchio pianeta personale, cioè della nostra rassicurante cellula binaria, vadano in frantumi. Di conseguenza esigeremo un altro approccio all'Amore, e quindi alla sua respirazione, in un ambito di coscienza palesemente più vicino al Divino. Allora l'essere sarà invitato, più esplicitamente e concretamente che mai, alla sacra realtà di una condivisione d'Amore amplificata Inoltre, si assocerà più pienamente al pensiero divino dell'espansione dell'anima. In verità, ogni nozione di fusione poggia su quella della comunione creata da un medesimo vissuto che definisco "atomico", nel senso che appartiene a una visione e a una sperimentazione della Vita che rimescolerà gli esseri - in questo caso quattro - nelle loro profondità. Da una fusione di questo tipo, che utilizza come fondamento l'intimità del corpo, nascerà un vero sposalizio di anime che condurrà a un'unità di coscienza. C'è bisogno di precisare più esplicitamente che questa ridefinizione del concetto di coppia e di cellula richiede un completo riassestamento del funzionamento del corpo, della personalità e delle espressioni dell'anima? È l'aspetto vibrazionale dell'organismo a essere messo alla prova. L'esortazione al cambiamento reclamato dall'anima esige che ogni organo e poi ogni sistema - digestivo, circolatorio, respiratorio, nervoso, endocrino, ecc. - si ridefiniscano sul piano energetico. Vedete, la spiegazione e semplice... L'apertura della Coscienza a un'altra possibile definizione della realtà del Vivente è dell‘avvicinarsi a Dio crea una richiesta di energia che provoca una dilatazione di tutti i centri psichici. L'accresciuto apporto di prana nel corpo diventa tale da scatenare cataclismi vibrazionali locali, che poi si estendono. Tutto l'organismo ne sarà scosso. Ciò che in un primo tempo apparirà sotto forma di sintomi inspiegabili, di malesseri o malattie, molto spesso sarà soltanto il segno di un'irreversibile mutazione dell'essere. Partorire un po' di più Se stessi, un po' di più Dio in Sé, fa immancabilmente vivere delle contraddizioni. Il segreto che le farà cessare si trova solo nell’abbandono. Abbandono della lotta, poi osservazione serena dei vecchi riflessi di protezione e di ritrazione del corpo. Non dimentichiamo che chi imbocca il cammino della cellula principiale partorisce un sole con i suoi pianeti. Programma un progetto di vita, assolutamente nuovo; decide di esplorare una diversa dimensione del Divino per partecipare al Suo compimento fondandosi sempre di più in Lui. Credetemi,il superamento di questa soglia vibrazionale costituisce una delle più belle avventure che l'essere umano possa sperare di vivere. Uno degli aspetti difficili di questa trasformazione sta sicuramente nella relativa autonomia che le cellule di un corpo fisico possono manifestare di fronte al cambiamento di coscienza intrapreso dall'essere. Cellule e organi sono infatti programmati sia da un bagaglio genetico che da un modo di pensare - e quindi di vivere - ben determinato. La loro realtà costantemente nutrita da un‘intera e ben nota onda vibrazionale, viene allora improvvisamente scossa. Resiste finche può, è evidente; questa resistenza ha un aspetto anarchico e sconcertante che forma una barriera di sfinimento e di scoraggiamento nel cuore stesso del movimento di metamorfosi... almeno finché non viene compreso chiaramente in tutti i suoi aspetti. È sorprendente vedere come il mentale assimili i principi della mutazione più rapidamente dello stesso corpo fisico. Supera la porta trascinando dietro di se, per un certo periodo, una realtà corporea che si fa sentire con la pesantezza di una palla al piede. Così si può essere teoricamente d'accordo con un cambiamento, ma frenati nella sua realizzazione a causa di una dimensione fisica in stato di protezione riflessa. E il mondo emotivo, mi chiederete? Si trova a metà strada tra la visione dell'universo mentale e le reazioni della zona corporea. Oscilla tra i due, passando facilmente dall‘entusiasmo alla prostrazione, se non addirittura alla ribellione. Saperlo non risolve la difficoltà ma, comprendendone gli ingranaggi, permette di distaccarsene più agevolmente. Nel cuore di un simile percorso l'interesse della dinamica del quattro - quella della cellula principiale - è quindi considerevole. Realizzate bene questo: la velocità di trasformazione che risulta dalla creazione di un "motore a quattro tempi" è così stupefacente da precipitare tutta in una volta l'apparizione delle fissazioni mentali, delle aberrazioni emotive e dei blocchi corporei. Questa velocità diventa un'alleata perché genera immediatamente degli "ascessi" a livello dell'anima e del corpo, ascessi che scoppieranno al più presto, evitando così un'infezione interna dell'essere e quindi di farlo stagnare in una zona indefinita. La non - solitudine proposta dalla dinamica del quattro costituisce anche un fattore dominante in un passo di questo genere. Poiché l'Amore - c'è bisogno di ricordarlo? - è all‘origine primaria della cellula principiale, ognuno spalleggia l'altro che partorisce se stesso... e contemporaneamente si fa partorire da lui. Evidentemente rimane sempre la solitudine primordiale dell'anima di fronte a se stessa e alla sua volontà di reintegrazione... Ma quella solitudine è il vero motore che la porta ad avanzare, è la Sete che le fa desiderare cosi intensamente di ritrovare la Sorgente. II suo dolore rappresenta una possibilità, la possibilità suprema, e non un handicap. La natura dell'aiuto reciproco che scaturisce nella cellula principiale sarà d'altronde uno straordinario fermento per la coltivazione del non giudizio, della generosità, della pazienza e, per finire, di una meravigliosa compassione. Forse avete la sensazione che simili considerazioni ci portino lontano dall‘approccio del Divino così come ho iniziato a insegnarvelo. Tuttavia non sbagliatevi... Tutto ciò che lavora la coscienza spingendola oltre i limiti che lei stessa pensava di essere in grado di esplorare costituisce una forza ideale per accedere a ciò che chiamiamo Dio. L'unione dei mondi, corpo, anima e spirito, rappresenta qui, ai nostri occhi, un sublime esempio di abolizione delle frontiere. Per mezzo della trasparenza richiesta nel fuoco dell'unione, le armature si smembrano e si insedia la pacificazione. In questo caso non si tratta più di una pacificazione "umana" nel senso restrittivo del termine, ma sacra in tutto e per tutto poiché, non ponendo più condizioni, riconosce la Presenza divina come suo motore e sua eredità assoluta. La paura della fusione Al di là della dimensione fisica di questa via, e quindi delle sue conseguenze nel processo di liberazione dai riferimenti tradizionali, è proprio l'idea di fusione che generalmente fa paura. L'immagine classica della fusione è quella di una zolletta di zucchero che si scioglie in un bicchiere d'acqua fino a dissolversi completamente. Impossibile estrarre lo zucchero dall'acqua, e viceversa... A livello della coscienza, il timore che molti alimentano è lo stesso che porta a questa constatazione. È una sensazione di vertigine di fronte a una possibile perdita d'identità... Si, che succede a una coscienza incarnata, alla sua specificità e alla sua necessità di sentirsi esistere, quando sperimenta lo sposalizio fusionale con altre coscienze? Bisogna sapere che non per questo cessa di esistere! Non solo conserva la percezione di sé, la propria libertà, ma, oltre a ciò, essa le amplifica ulteriormente. Quindi continua a poter dire "Io" e a manifestare la propria autonomia. Tuttavia questo "Io" non e più rafforzato da un "Me". Il suo aspetto egoistico perde di interesse e, di conseguenza, tutto il suo senso. Ciò che era dannoso nel "Me“ è stato vissuto fino all'estremo, digerito e sublimato. Dico sublimato perché i suoi materiali, bruciando, sono stati utilizzati per crearne altri, per stabilire le fondamenta della personalità superiore. Segue: due di tre