LA GRECIA ELLAS • • • • • • • • • • superficie:131.957 km2 popolazione:11.018.000 abitanti nome ufficiale:Hellìnikì Dimokratìa densità:83 ab/km2 popolazione urbana:60,8% lingua:greco religione:ortodossi (91,8%) e mussulmani moneta:euro ordinamento dello stato:repubblica capitale:Atene La storia greca Le prime tribù che parlavano un greco arcaico giunsero nella penisola intorno al III millennio a.C., dove numerose persone praticavano già l'agricoltura sin dal VII millennio a.C. Durante il periodo di massima estensione, la civiltà greca comprendeva territori fino all'Egitto ed alle montagne dell'Hindu Kush in Pakistan. Da allora, minoranze greche sono rimaste in varie luoghi (per esempio in Turchia, Italia e Libia) e gli emigrati sono stati assimilati da varie società in tutto il mondo (Nord America, Australia, Nord Europa, Estremo oriente). Ancora oggi, la maggior parte dei greci vive nel moderno stato della Grecia (indipendente dal 1821) ed a Cipro. La storia della Grecia è caratterizzata sin dal periodo arcaico dalla presenza,accanto alla polis di uno "stato federale", privo di implicazioni politiche ma da riferire piuttosto alle aggregazioni di tribù di una medesima etnia. Questo tipo di organizzazione era caratteristico delle aree più interne e periferiche della regione, principalmente centro-settentrionali, molto isolate dal resto della Grecia. Nell’ordine cronologico tratterò la storia della Grecia a partire dal 3000 A.C. con la Civiltà Minoica La Civiltà Minoica Col tempo in Grecia iniziarono a svilupparsi diverse civiltà, come quella minoica: Minoica è il nome dato alla civiltà cretese dell‘ età del bronzo. Il termine, deriva dal leggendario re Minosse. La vantaggiosa posizione geografica dell'isola favorì il sorgere della prima civiltà mediterranea e di un fiorente impero marittimo. L’ età minoica si divide in tre periodi: Antico minoico ( 3000 a.C. - 2000 a.C.) Medio minoico (2000 a.C. -1550 a.C. circa) Tardo minoico ( 1550 a.C. 1050 a.C. circa) ARTE Uno degli aspetti fondamentali della civiltà minoica è costituito dall’ attività artistica che nell’oreficeria,nella glittica e soprattutto nella ceramica e nell'architettura raggiunse alti livelli di maestria. La ceramica cretese passò attraverso tre fasi distinte: lo stile geometrico dell'antico minoico fu sostituito da quello policromo detto di Kamares, mentre la terza fase del medio e le prime due del tardo minoico furono caratterizzate da uno stile naturalistico molto ricco di motivi marini e vegetali. Nel tardo minoico III si assiste ad una involuzione dell'arte ceramica, testimoniata dal cosiddetto stile di palazzo. Nel tardo minoico si assiste a una involuzione dell’arte della ceramica testimoniata dallo stile a palazzo . Anche nell’architettura e negli affreschi dei palazzi l’arte minoica espresse molti capolavori Sorti nel medio minoico come residenza del monarca i grandi palazzi di Cnosso, Festo, Malia e Kato Zakros si sviluppavano intorno al grande cortile rettangolare. Intorno ad essi sorgevano i nuclei abitativi, i magazzini ed ambienti di servizio. Si assiste poi ad una crescita verticale del palazzo, con l'aggiunta di scalinate e propilei. Di questa fase ci sono pervenuti i magnifici affreschi policromi che adornavano le pareti del palazzo con motivi vegetali e figure umane o animali. Religione La religione cretese era basata su una dea o un gruppo di dee probabilmente venerate sotto diversi aspetti, fra cui quello della Grande Madre e della Potnia theron. Attributi della dea erano il serpente, simbolo legato alla terra, la colomba, simbolo della fecondità, ed il leone. Altri simboli sacri cretesi erano la labrys (doppia ascia) ed il toro, protagonista della leggenda del Minotauro e della tauromachia. Mentre in epoca antica le cerimonie religiose si svolgevano in grotte sacre o sulle montagne, dal XVII secolo furono delle sale dei palazzi ad essere utilizzate come luoghi di culto. La dea cosiddetta madre rappresenta una figura tipica in tutte le civiltà che si affacciavano sul Mar Mediterraneo e veniva identificata con nomi differenti quali Astarte, Ishtar, Cibele, Rea, Dictinna, e per questo motivo viene chiamata dagli studiosi "dea veneranda".Oltre questi segni era considerato un simbolo sacro anche la bipenne, un'ascia a due tagli. La Civiltà Micenea Mentre a Creta iniziava il suo declino la cosiddetta civiltà minoica (da Minosse), in Grecia nel Peloponneso cominciava a fiorire la civiltà preistorica che sarebbe stata chiamata civiltà micenea, in quanto la sua esistenza fu per la prima volta resa nota dagli scavi di Heinrich Schliemann a Micene nel 1878. Attualmente però la civiltà micenea viene chiamata civiltà egea, in quanto le scoperte che seguirono hanno reso evidente che Micene non ne fu il centro principale ai suoi primi stadi o, forse, in qualsiasi periodo e di conseguenza è ora di uso più comune adottare un titolo geografico più ampio. La civiltà micenea, come quella minoica, è stata suddivisa in tre periodi: Miceneo antico: dal 1600 a.C. al 1500 a.C. Miceneo medio: dal 1500 a.C. al 1400 a.C. Miceneo tardo: dal 1400 a.C. al 1200/1100 a.C. Struttura sociale L’organizzazione sociale dei Micenei era basata sulla centralizzazione, la burocratizzazione e la ridistribuzione. La società era organizzata gerarchicamente; al vertice stava il re o wanax, seguito dal lawaghetas che comandava l'esercito. Venivano poi gli aristocratici e i sacerdoti. Le campagne o demi erano amministrate dai gwasilewes . Al gradino più basso, infine, vi erano i doeloi o schiavi. Al wanax e al lawaghetas spettava il temenos, che corrispondeva a un lotto di terreno tratto dalla confisca effettuata nel territorio sottomesso. Il resto della terra veniva dato ai grandi dignitari, dietro pagamento di un tributo. A loro volta i grandi dignitari e il tempio affidavano le terre a dei funzionari minori. • Economia Il controllo e l'organizzazione delle attività veniva fatto attraverso la burocrazia capillare. Il palazzo controllava la riscossione di tributi, distribuiva le materie prime. L'agricoltura era solo una delle attività svolte dai micenei: vi erano l'allevamento ovino, la produzione di tessuti di lana, svolti dai doeloi, l'oreficeria, la metallurgia, la produzione di olio e profumi, svolta invece dai membri del damos , i quali svolgevano attività specialistiche. Grazie a questa organizzazione, i micenei accumularono molta ricchezza, che veniva ridistribuita agli individui che ne facevano parte. La civiltà micenea non si riferiva a uno Stato unitario, ma a vari centri urbani aventi caratteristiche sociali, culturali ed economiche comuni, con realtà politiche indipendenti e spesso in conflitto tra loro. La scrittura aveva creato un alto livello di specializzazione nell'amministrazione economica e politica. I Micenei erano originali dal punto di vista degli armamenti, i carri da guerra, l'architettura funeraria. I micenei conquistarono pure le isole di Rodi, Creta e Cipro. Ancora più vaste furono le lotte per i commerci, che servivano per reperire metalli. Esse furono dirette in Spagna, nel continente europeo, in Oriente. Ceramiche micenee furono ritrovate anche in Italia, dove nel meridione i mercanti micenei fondarono basi commerciali. Il declino di questa civiltà avvenne, probabilmente, attorno al 1200 a.C. per cause non ancora certe. Si sono fatte numerose teorie in base alla testimonianze ritrovate negli scavi archeologici. La più tradizionale è l'invasione dei Dori, popolo indoeuropeo proveniente, secondo alcuni, dal nord della penisola balcanica, nonostante probabilmente fossero già presenti nel Peloponneso in posizione marginale. Tuttavia con il ritrovamento di alcune tavolette a Pilo, scritte in Lineare B e giunte a noi proprio perché cotte durante un incendio al palazzo reale, si prospetta un'invasione dal mare e vi si descrivono affannosi preparativi militari per salvaguardare le coste da un pericolo imminente. Essendo stata in quel periodo distrutta la civiltà Hittita e messa in difficoltà quella egiziana dai Popoli del mare, si è pensato che questi fossero gli invasori. Altri studiosi sostengono che il declino della civiltà micenea sarebbe stato provocato da ben più prosaici fattori di carattere economico e demografico o addirittura climatico. Il suo splendore e la sua magnifica cultura sono, però, rimaste un modello perenne per la civiltà greca. Religione Poco o niente è possibile dire sulle credenze religiose micenee. Degli dei è nota unicamente una serie di nomi, somiglianti con quelli degli dei greci di quattro secoli dopo; sconosciute sono invece le caratteristiche associate alle singole divinità. Si hanno notizie più precise sul rapporto tra la religione e il potere politico. Il wanax è sia re che capo religioso, infatti dirigeva le offerte e i riti. La figura del re è vista come quella di un intermediario tra il mondo umano e quello degli dei, di cui è in grado di impetrare la benevolenza. Proprio per questo ruolo religioso così importante, riesce ad essere più notevole del 'lawaghetas' e degli altri sacerdoti. Architettura e arte Benché sia stata fortemente influenzata da Creta, la civiltà micenea presenta notevoli differenze dal punto di vista architettonico ed artistico . Quella micenea fu infatti un'arte prevalentemente ispirata dalla guerra. I fastosi palazzi cretesi furono sostituiti da costruzioni robuste, circondate da enormi cinte murarie di fortificazione, realizzate con una serie di blocchi di pietra irregolari e collocate sulla parte elevata della città . Le maggiori roccaforti si ebbero nelle città di Micene, Tirinto, Pilo, Argo e Tebe. Caratteristico in questo senso è certamente il palazzo reale di Tirinto, la cui particolare struttura, impostata essenzialmente sul megaron. Si tratta infatti di una grande sala al cui centro era disposto un camino e circondata da quattro colonne disposte a quadrato che sostenevano, probabilmente, il tetto. L'ambiente era preceduto da due grandi vestiboli, il primo dei quali aperto sul lato anteriore dove erano disposte due grandi colonne. L'architettura funeraria prevedeva due tipi di tombe: quelle a fossa costituite da un pozzo dove vi era la camera sepolcrale, e le tombe a thòlos formate da una camera con una pseudo cupola, a cui si accedeva attraverso un corridoio chiamato dromos. Il campo più produttivo fu certamente quello dell'arte orafa. Suggestive sono le grandissime maschere funerarie in oro massiccio, come quella detta di Agamennone. Sono stati ritrovate numerose statuine di idoli e guerrieri. Di particolare interesse sono, poi, i vasi elegantemente dipinti con temi naturalistici, tra i quali il più ricorrente è certamente la piovra. La Magna Grecia • • • Dopo la colonizzazione del Mar Egeo, tra l'VIII ed il VII secolo a.C., gente di civiltà greche (mercanti, contadini, allevatori, artigiani), comparve nella parte meridionale dell'Italia nell'ambito di un flusso migratorio originato da singole città della comunità greca, motivato sia dall'interesse per lo sviluppo delle attività commerciali, che da tensioni sociali dovute all'incremento della popolazione a cui la magra produzione agricola non riusciva a dare sostentamento. Queste genti, giunte sulle coste Italiche fondarono diverse città quali Rhegion Kymai, Metapontion e Taras. Per tradizione, la località dove stabilirsi era individuata seguendo l'indicazione che dava l'Oracolo del Santuario di Apollo a Deli, che veniva interrogato da colui che era stato posto a capo degli aspiranti coloni. Per i discendenti delle genti greche stabilitesi nella Penisola italiana, questo fu il periodo in cui fu raggiunta la massima ricchezza economica, a cui s'aggiunse lo splendore in campo culturale ed artistico, avendo seguito l'evoluzione della Civiltà Greca, in letteratura, filosofia e arte, con punto di sviluppo spesso superiori alla stessa madrepatria. Come conseguenza di questa realtà di grande splendore, le zone colonizzate nella penisola italiana, ci sono state tramandate col nome di Magna Grecia: un nome che volle testimoniare l'orgoglio per aver dato vita, lontano dalla Grecia, ad una comunità di Greci che aveva raggiunto così alti livelli in campo sociale, culturale ed economico, da poter essere considerata, in confronto, più grande della stessa madrepatria. L‘Età Ellenistica L'evento cruciale dell'avvento della nuova epoca è la crisi della polis, che non fu affatto improvvisa. L'esasperazione dei cittadini nei confronti delle interminabili guerre tra le città portò alla convinzione che la pace e l'unità potessero essere raggiunte solo attraverso l'intervento di un principe straniero. Così ,Filippo di Macedonia, la cui casa reale si era ellenizzata dai tempi delle guerre persiane, riuscì ad entrare nelle discordie tra i greci e ad imporre, nel 346 A.C., l'egemonia macedone. Alessandro Magno ,in seguito alle conquiste del figlio, con l'unione della cultura greca con quelle dell'Asia Minore, l'Eurasia, l'Asia Centrale, la Siria, la Mesopotamia, l'Iran, l'Africa del Nord, l'India, nacque una civiltà - detta appunto ellenistica - che fu modello insuperato a livello di filosofia, religione , scienza ed arte. Questa civiltà si diffuse dall'Oceano atlantico all'Indo. La cultura di età ellenistica dette anche un notevole impulso al diritto, all'economia ed alla politica che però troveranno la loro piena realizzazione nel mondo romano. L'età ellenistica vera e propria si fa convenzionalmente iniziare con il 323 a.C., anno della morte di Alessandro, e terminare con la conquista romana dell’Egitto (battaglia di Azio del 31 a.C.). La Dominazione Romana Nel 202 a.C Filippo si allea con la Siria di Antioco III contro i Tolomeidi e attacca Atene, Pergamo e Rodi, che invocano la protezione di Roma, che aveva appena concluso la Seconda guerra punica contro i Cartaginesi. I Romani hanno la meglio e costringono Filippo a restringere i propri confini al solo territorio della sola Macedonia. La Grecia divenne un protettorato romano nel 146 a.C. , mentre le isole dell'Egeo entrarono a farvi parte nel 133 a.C. La Grecia fu una delle province chiave dell'Impero romano. La cultura romana si ellenizzò e la lingua greca continuò a servire da lingua franca in Oriente. Roma dal canto suo portò in Grecia il proprio diritto, le proprie istituzioni politiche e la propria tecnologia civile (ponti, strade, anfiteatri, ecc.) e militare. Molti intellettuali greci (Polibio, Dionigi di Alicarnasso, Elio Aristide, Plutarco), si recarono a Roma e ne celebrarono le glorie. Dal canto loro numerosi patrizi romani (primo fra tutti Cicerone) amavano soggiornare in Grecia attratti dal suo prestigioso passato e da una vita culturale che si mantenne viva durante tutta l'età imperiale. La pax romana permise alla Grecia di continuare a prosperare economicamente e socialmente fino alla vigilia delle invasioni barbariche. A partire dalla seconda metà del I secolo la Grecia e l'Oriente ellenizzato . Iniziarono a cristianizzarsi, anzi, nel giro di due secoli divennero le regioni più intensamente cristianizzate dell'Impero. A questo proposito ricordiamo che san Paolo predicò a Corinto e ad Atene e che il primo importante filosofo cristiano, Origene, pur essendo nato in Egitto, era di lingua e cultura greche. Nel V secolo d.C., nel quadro del generale collasso dell'Impero, sottoposto alle invasioni barbariche, la Grecia fu invasa e saccheggiata. Sebbene rimasta all'interno dell'Impero romano d'Oriente, la Grecia assunse una posizione sempre più marginale e si impoverì, ed in molte sue città iniziò un graduale ed inarrestabile processo di decadenza. La Penisola greca in età medioevale La penisola ellenica nel medioevo fu l'epicentro dell'Impero Romano d'Oriente: qui si trovavano infatti le città più importanti (Atene, Tessalonica, Monemvasia e Mistrà) oltre alla stessa capitale, Costantinopoli. I Greci si consideravano ancora gli eredi dei Romani, infatti si definivano Romani (greco Ρωμαιοι). La penisola era divisa in 7 temi (considerati alla stregua delle regioni italiane attuali): il tema di Tracia che comprendeva Costantinopoli, il tema di Macedonia, il tema delle Isole Ioniche, il tema di Samo; il tema di Chio, il tema del Mar Egeo e il tema del Peloponneso, diventato in seguito il Despotato di Morea. Nel 1204 la penisola ellenica fu conquistata dalle armate crociate e annessa all'Impero Latino di Costantinopoli. Nel 1261 fu tuttavia riannessa all'Impero Bizantino. Nel 1384 Murad , sultano degli Ottomani, attraversò l'Ellesponto e in poco tempo conquistò tutta la Grecia tranne la Morea, che rimase in mano bizantina fino al 1460, un anno prima duecentesimo anniversario della restaurazione dell'Impero Bizantino. Così dopo mille anni di storia finiva l'Impero Romano d'Oriente. La Grecia in epoca moderna Il poeta inglese George Gordon Byron combatté per l'indipendenza della Grecia dall'Impero Ottomano La presa di Costantinopoli da parte degli Ottomani il 29 maggio del 1453 segna la fine dell'Impero bizantino e l'inizio della storia moderna della Grecia. Il paese rimase sotto la Sublime Porta fino agli inizi del XIX secolo. Nel 1821 i Greci si ribellarono e, con la Guerra d'indipendenza greca, dichiararono l'indipendenza del paese (a cui, in realtà, si arrivò ufficialmente solo nel 1829 per intervento delle potenze europee che sconfissero le forze del sultano nella celebre battaglia di Navarino). Le élites delle maggiori potenze europee guardarono alla guerra d'indipendenza greca sotto una luce romantica, anche a causa delle atrocità perpetrate dai turchi. Fu così che molti volontari europei decisero di battersi per la causa ellenica: tra questi Lord Byron e il conte Santorre di Santarosa del resto, fu solo grazie alla minaccia dell'intervento militare delle potenze europee (Francia, Russia e Inghilterra) che la lotta del popolo greco si concluse in modo positivo. Le tre potenze garanti dell'indipendenza greca si accordarono nell'offrire la corona del nuovo stato al principe Ottone di Baviera che divenne primo re di Grecia. Ottone fu defenestrato dal colpo di stato del 1862. Gli successe il principe danese Giorgio della casa di Glücksburg che divenne Giorgio I di Grecia. Ancora una volta il nuovo re fu designato dalle tre potenze garanti dell'indipendenza greca senza consulto popolare. Per accattivarsi le simpatie della nuova casata, nel 1864 il Regno Unito donava a Giorgio I le isole Ionie. • Sotto il lungo regno di Giorgio I la Grecia si accrebbe territorialmente. Nel 1878 il Congresso di Berlino le riconobbe il possesso della Tessaglia e di parte dell'Epiro. Dopo le guerre balcaniche furono annesse parti della Macedonia e della Tracia. Creta costituitasi in stato autonomo sotto la reggenza del figlio di Giorgio I fu annessa nel 1913. • Alla conclusione della I guerra mondiale il trattato di Sèvres assegnava alla Grecia la Tracia orientale eccetto Istanbul e la zona di Smirne in Asia Minore. Si fece largo la concezione di una grande Grecia propugnata dal 1° ministro Eleftherios Venizelos che avrebbe dovuto rinnovare i fasti dell'impero bizantino. Il successivo conflitto con le forze nazionaliste di Kemal Ataturk avrebbe ridimensionato di molto le velleità di Venizelos. Con il trattato di Losanna del 24 luglio 1923 la Grecia rinunciava a Smirne e si ritirava dalla Tracia fino alla linea segnata dal fiume Evros. Perdeva anche le isole di Imbros e Tenedos e in più si accordava con la Turchia su uno scambio di popolazioni. • Dunque verso il III secolo a.C., si cominciò a definire le colonie greche dell'Italia meridionale come facenti parte della Magna Grecia (Megàle Hellàs). Riferimento che si presume sia stato coniato nelle colonie stesse, per mostrare la loro grandezza in relazione alla vecchia Grecia. • Il termine Magna Grecia si riferisce quindi alle popolazioni e civiltà, piuttosto che ad un'entità territoriale e politica. • Anche la Sicilia vide diverse colonie greche (come Naxos che però secondo i greci antichi non facevano parte della cosiddetta Magna Grecia, a differenza di quello che invece pensavano gli storici romani. Le Poleis della Civiltà greca I greci crearono delle particolari strutture, le Poleis • Organizzazione amministrativa L'organizzazione amministrativa, è stata ereditata dalle poleis greche, riprendendo il concetto di "città-stato“ (polis) amministrate dall'aristocrazia. Le città della Magna Grecia erano indipendenti come le poleis greche, disponevano di un nutrito esercito e vi era un reggente che governava o un sistema di governo democratico. Vi furono anche casi di tirannia come nella poderosa Siracusa, retta dal tiranno Dionisio che combatté i Cartaginesi sino alla sua morte, ad Atene, in seguito ad un malore. La flotta era un'arma micidiale che i coloni della Magna Grecia utilizzarono e dunque numerose città erano situate in riva al mare e disponevano di grandi porti dove erano ancorate centinaia di navi. • Economia Nelle città della Magna Grecia, si sviluppò fin da subito il commercio, l'agricoltura e l'artigianato. Inizialmente orientato alle popolazioni indigene, il commercio fu subito un ottimo canale di scambio con i greci della madrepatria che importava dal grano ai manufatti, dalle opere letterarie al marmo e così via. I coloni entrarono a contatto anche con i Cartaginesi che però si rivelarono presto dei temibili nemici. • Cultura Dalla madre patria Grecia, l'arte, la letteratura e la filosofia influenzarono in modo decisivo la vita delle colonie. In Magna Grecia si diede molto credito alla cultura. Basti pensare che nelle poleis si raggiunge un tasso di ingegneria, istruzione, etc. pari a quello della madrepatria. I coloni ellenici dopo aver sottomesso le popolazioni indigene stabilirono fiorenti città con sontuose biblioteche, centri di studi che formarono i più abili filosofi, letterati, dottori e altri di tutto il bacino del Mediterraneo. • Sport Le colonie inviavano sportivi di tutte le discipline ai giochi che si tenevano periodicamente ad Olimpia e Delfi in Grecia. Inoltre i coloni della Magna Grecia tenevano molto ai giochi ellenici dove potevano dare prova ai greci della loro appartenenza allo stesso luogo d origine, della loro forza fisica e delle capacità nei giochi praticati anche dai loro padri decine di generazioni prima. E per questo i più grandi sovrani esigevano che venissero addestrate squadre da inviare in Grecia. Lo sport era dunque un canale di comunicazione con la penisola ellenica, un mezzo con il quale le colonie della Magna Grecia facevano sentire la propria voce. Spesso era un movimento gestito più dalla politica che dalla dedizione per la lotta, il lancio del disco e per tutte le altre attività che si praticavano durante quelle importanti prove agonistiche. Gli italioti ed i sicilioti ebbero grandi successi nelle competizioni sportive in madrepatria. Basti pensare che gli atleti di Crotone vinsero 20 titoli in 26 Olimpiadi tra il 488 a.C. e il 588 a.C. da essere secondi solo a Sparta ma davanti ad Atene. La Guerra di Troia Tra i molti miti e le molte leggende del popolo greco, uno sembra avere un certo riscontro storico e suscita ancora oggi un grandissimo fascino: la guerra di Troia. Troia sorgeva all'imbocco dello stretto dei Dardanelli (l'Ellesponto), sul lato turco, e sembra che all'epoca dei fatti (circa il 1200 a.C.) avesse una considerevole importanza strategica. Data la sua posizione poteva controllare ogni traffico diretto verso il Mar Nero e la Colchide (la regione a nord-est del grande bacino). Si dice che fosse un grande emporio per l'oro e per l'argento e che vi arrivasse la giada dalla Cina. Gli eventi di Troia sono narrati nell'Iliade e sono la causa di ciò che viene narrato nell'Odissea e nell'Eneide, di Virgilio. Attorno a questi importanti poemi vi sono poi tutta una serie di altri miti e leggende, e altre ancora si sono perse nell'oblio. Gli schieramenti in campo Dunque da una parte la migliore nobiltà greca, anzi, achea. Gli Achei occupavano il Peloponneso, probabilmente provenienti dal nord, e dominavano la Grecia, tanto da diventarne sinonimo nell'età mitica di cui narra Omero. Atreo (per questo la stirpe viene anche detta atride) era il padre di Agamennone e Menelao, i due re achei da cui tutto partì. Assieme a loro altri eroi della stessa stirpe, tra cui Odisseo (Ulisse) e Achille. Dall'altra parte la nobiltà che controllava Troia. Erano forse micenei, non certamente turchi, visto che, secondo Omero, parlavano la stessa lingua dei greci. Troia era probabilmente una colonia micenea con una popolazione di origine asiatica. Il re di Troia era Priamo, i suoi figli erano Paride ed Ettore, il campione dell'esercito troiano. I motivi della guerra E' molto probabile che i veri motivi che spinsero gli achei ad attaccare Troia fossero legati ad una questione di supremazia politica ed economica nella regione, ma qui si tratteranno principalmente i motivi legati al mito. Dietro la guerra c'è notoriamente il rapimento di una donna. Elena era figlia di Zeus e di Leda ed era la più bella donna del mondo. Andò in sposa a Menelao e da lì iniziarono i guai, perché si sa, l'invidia era molto in auge a quei tempi in Peloponneso e nell'Olimpo (e forse anche oggi, nel mondo). Accadde che Paride fu ospitato da Menelao, e che l'ospite, incantato dalla bellezza di Elena, decidesse di rapirla e di portarsela a casa. Sulle modalità del rapimento molte sono le versioni, chi dice che Elena fu costretta con la forza, altri che Afrodite l'avesse fatta impazzire d'amore per Paride, altri che Elena non fu mai rapita e che gli Achei avessero assediato Troia inseguendo uno spettro. Per la versione di Gorgia si veda il capitolo sui sofisti. Gli Achei, vista anche una promessa fatta a Tindaro, il padre mortale di Elena, non ci pensarono due volte ad organizzare una spedizione per riportare il "bottino" in patria. L'assedio di Troia durò dieci anni ma gli eventi decisivi accaddero nell'ultimo anno. Per nove anni i greci assediarono Troia e le sue mura possenti e respinsero gli attacchi dei troiani che tentarono delle sortite, ma col passare del tempo erano sempre più stanchi e pessimisti sulla possibilità di scardinare le difese avversarie A tutto questo si aggiunse il malumore che si venne a creare tra Agamennone e Achille. Agamennone aveva ottenuto come bottino di una spedizione guidata da Achille una schiava, Criseide, figlia di Crise, sacerdote di Apollo. Crise ottenne però da Apollo come ritorsione per il rapimento della figlia una terribile pestilenza che puntualmente si abattè sull'accampamento greco. Fu chiaro che se Criseide non fosse stata restituita al padre la pestilenza sarebbe durata ancora a lungo. Achille voleva restituirla, se non altro per interrompere l'epidemia, Agamennone non ne voleva sapere. Alla fine Criseide fu restituita, ma Agamennone, per dispetto, sotrasse ad Achille il suo personale bottino di guerra, Briseide. Sottratta Briseide, Achille si rifiutò di combattere e i greci dovettero fare a meno del loro "centravanti". Agamennone gli restituì il bottino e gli offrì doni aggiuntivi, ma Achille fu irremovibile. I greci senza Achille erano in difficoltà. Patroclo, comandante dei Mirmidoni, chiese ad Achille di prestargli l'armatura per incutere maggior terrore ai nemici. Achille acconsentì e Patrcolo potè battersi con onore pur non riuscendo ad evitare la morte per mano di Ettore. Sconvolto dalla morte dell'amico, Achille pianse e si disperò. La madre Teti, ninfa del mare, gli procurò un'armatura ancora più splendente. Achille tornò in battaglia e si riconcigliò con Agamennone. La reazione di Achille fu tremenda. Caddero sul campo molti troiani e alla fine egli si trovò solo davanti ad Ettore. Questi, preso dalla paura, scappò, e ad Achille non restò che inseguirlo per ben due giri attorno alle mura della città nemica. Quando Ettore si decise ad affrontare il nemico non potè che soccombere, trafitto alla gola dalla lancia di Achille. Morendo, Ettore implorò Achille di non far scempio del suo cadavere, ma l'ira del suo assassino non era ancora placata. Achille legò il corpo di Ettore a un carro e lo trascinò attorno alle mura di Troia, fra lo sgomento generale dei nemici. Poi, stanco, abbandonò il cadavere tra le tende dell'accampamento greco. Gli onori funebri a Patroclo furono eclatanti. Sulla pira destinata alla cremazione furono gettati dodici troiani. All'alba, Achille trascinò per giorni il corpo di Ettore attorno al tumulo che raccoglieva le ossa dell'amico ucciso. Furono indetti giochi funebri, quali lotta, corsa dei carri, corse a piedi, combattimenti, tiro con l'arco e del disco. Ma gli dei erano stanchi e indignati dello scempio del corpo di Ettore. Zeus mandò Iride, suo messaggero, a Troia per comunicare a Priamo l'intenzione di riscattare il corpo del figlio. Il vecchio re fu scortato segretamente alla tenda di Achille da Ermes. Priamo riuscì a intenerire Achille che gli restituì il corpo del figlio. Ettore potè finalmente essere sepolto, secondo la tradizione funebre troiana. Dopo la morte di Ettore, vennero in aiuto dei troiani le Amazzoni, guidate dalla loro regina Pentesilea, e gli Etiopi comandati da Mnemone, ma Achille uccise entrambi. Tuttavia egli non poteva sfuggire al suo destino. La madre Teti, appena nato il figlio, volle che diventasse immortale e invulnerabile, e per fare ciò lo immerse nelle acque dello Stige, il fiume infernale, tenendolo per il tallone. Ma destino volle che Achille fosse colpito da un freccia di Paride, il rapitore di Elena, proprio al tallone. Il cavallo di Troia Di fronte all'impossibilità di sferrare un colpo risolutivo, i greci ricorsero al noto stratagemma. Prima finsero di salpare e abbandonare il campo di battaglia, attraccando le navi presso un isola vicina, poi lasciarono sulla spiaggia il cavallo di legno, ideato da Odisseo e realizzato da Epeo. I troiani trovarono il greco Sinone, il quale raccontò che era stato lasciato sulla spiaggia come sacrificio e che i greci avevano deciso di tornare in patria. Sempre secondo Sinone, il cavallo era stato costruito per propiziarsi Atena, ed era stato concepito così grande per impedire che i troiani lo portassero in città, se ciò fosse accaduto, infatti, essi avrebbero vinto la guerra (inutile dire che era tutto un trucco). In realtà il cavallo era pieno di soldati greci, tra cui Odisseo e Nottolomeo, il figlio di Achille. Quando i troiani lo portarono dentro le mura, i soldati aspettarono che facesse notte e con tutta comodità uscirono per mettere a ferro e fuoco la città. Così, grazie all'astuzia, cadeva la resistenza di una città assediata inutilmente per un decennio. Re Priamo fu ucciso dal figlio di Achille, Elena riportata al marito, Menelao. Tra i pochi a salvarsi fra i troiani fu Enea, destinato ad approdare nel Lazio e diventare capostipide della stirpe dell'Urbe . Ma anche per i vincitori il destino non fu benevolo. Odisseo e i suoi uomini erano destinati a vagare per dieci anni prima di tornare a Itaca, mentre ad attendere Agamennone v'era un destino ben più amaro. Considerato che Agamennone si era trastullato un pò troppo con i vari "bottini di guerra" anche la moglie, Clitennestra, aveva visto bene di sistemarsi con Egisto. La moglie attese che il marito ritornasse per accoglierlo in pompa magna, poi, una volta nel bagno, lo avvolse in una camicia con le maniche cucite e lo fece uccidere dall'amante. Probabilmente alla base di tanto orrore v'era il rancore covato da Clitennestra per l'uccisione della figlia Ifigenia. Anni dopo, Clitennestra e l'amante furono a loro volta uccisi e vendicati dai figli di Agamennone, Oreste ed Elettra. Oreste divenne pazzo ma fu scagionato all'Aeropago, l'omicidio di un marito venne considerato più grave rispetto a quello di una madre. Geografia La Grecia è una penisola con rilievi che occupano oltre i 2/3 della sua superficie. Lo stato greco si affaccia in gran parte sul mare e non esiste parte del territorio nazionale che disti più di 137 Km dalla costa. La conformazione delle coste è piuttosto irregolare con numerose frastagliature, tra le quali spiccano i golfi di Corinto ed Egina, Patrasso, Salonicco, Messenia, Laconia, Argolide, Cassandra, Hagiu òrus e di Orfani. La parte continentale della Grecia è formata da un insieme di penisole, quali la penisola Calcidica, dell'Attica e del Peloponneso. La costa ionica è bassa e paludosa. Quelle egee e meridionali, invece, sono alte e rocciose. In Grecia ci sono tanti monti alcuni sono:il monte Olimpo,il monte Taigeto,il Parnaso ecc... Come fiumi abbiamo:L'Aliàkmon e L'Akeloo.La lingua ufficiale è il greco parlato dal 90,5% della popolazione. 1.000.000 di albanesi. Monti - Nel territorio centrale del paese vi sono dei monti che si suddividono in catene parallele alla costa, la cui principale è quella di Pindo. L’ Olimpo È la cima più elevata, supera infatti i 2000 metri. I monti principali sono: Monti Acarnaniani -Aenos -Agia Dynati nell'isola di Cefalonia -Agkistro -Aigaleo o Egaleo Arachnaia -Monti Artemissio -Aroania o Chelmos -Askio -Attavyros Pianure - Essendo il territorio greco prevalentemente montuoso, ovviamente le pianure sono scarse. Le pianure occupano una parte minima del territorio si trovano nella fascia Orientale e nordoccidentale affacciata sul mar egeo. La pianura più importante è composta dal bacino pianeggiante della Tessaglia, seguito da quello della Macedonia; le più piccole sono costiere. La Grecia possiede inoltre una ricca vegetazione di tipo mediterraneo, in particolare lungo le coste e nelle isole. Nelle regioni pianeggianti si trovano aranci, ulivi, datteri, melograni e fichi. La vite prospera sui rilievi collinari. Oltre i 1.000 metri si trovano boschi di piante caducifoglie e di sempreverdi, dominati da querce, pini, castagni e faggi; diffusi anche alberi dei tulipani, giacinti e lauri. Nelle aree più elevate la vegetazione è di tipo alpino, con abeti e fiori quali anemoni e ciclamini e, oltre i 1.500 metri, muschi e licheni. Il paese presenta 685 specie di piante endemiche soggette a protezione. La caratteristica principale della Grecia però sono le isole così tante come nessun altra parte del mediterraneo. Sono circa 3000 se mettiamo insieme anche le isolette mentre se vogliamo tener presente gli isolotti rocciosi e le semplici rocce che escono dal mare, ne conteremo più di 9500 ma solo 140 sono abitate. Tutte le isole si dividono in sette gruppi:quelle di Agrosaroncino, le cicladi, quelle del dodecanneso, quelle di eubea, del nord-est egeo, quelle dell’ eptaneso e infine l’ isola più grande creta. La più grande è Creta si estende per 7800 e si trova al confine tra il mar Egeo e il mar Libico. Il clima della Grecia è di tipo mediterraneo, caratterizzato da estati calde e secche e inverni miti e piovosi. I rilievi del Pindo determinano, nella sezione occidentale, inverni caratterizzati da precipitazioni più frequenti e temperature più elevate rispetto alla sezione orientale, dove gli inverni sono più freddi e asciutti. Le isole dell’Egeo registrano un clima arido d’estate e inverni miti, con piogge modeste e rare precipitazioni nevose. La media annua della temperatura ad Atene è di circa 17 °C, con minime a gennaio di circa 1 °C e massime di circa 38 °C a luglio; la media annua delle precipitazioni nella capitale è di circa 400 mm. La fauna delle regioni montuose e boscose, estremamente diversificata, comprende l’orso, la lince, lo sciacallo, il cinghiale, il camoscio, il cervo, la volpe e il tasso. Numerose le specie di uccelli presenti nel paese, tra cui il falco, il pellicano, l’airone bianco e la cicogna. Tra le innumerevoli specie marine caratteristiche del bacino mediterraneo e diffuse nei mari greci si ricorda una piccola popolazione in via di estinzione come la foca monaca, di cui il Mediterraneo orientale è l’ultima roccaforte, e la spugna, risorsa tradizionale del paese L’ECONOMIA ATTUALE L’inflazione annuale in Grecia è rimasta ai suoi più bassi livelli negli ultimi quattro anni contro il generale rialzo dei prezzi del petrolio nei marcati internazionali e la speculazione di una nuova volata di prezzi spinti nella nazione: lo hanno riferito in questi giorni il ministro dello sviluppo Dimitris Sioufas e il Viceministro Yannis Papathanasiou. I ministri si sono anche impegnati a continuare a lavorare insieme con le autorità commerciali per il contenimento dei prezzi nel mercato interno. Parlando ai giornalisti, i due ministri hanno detto che il tasso di inflazione medio è rimasto ai livelli più bassi a giugno (3.2 %, da 3.1 % di giugno 2004;3.6% di giugno 2003. E 3.5% di giugno 2002). L'inflazione è ritornata a calare in Grecia nel giugno 2005 su base mensile, confermando la tendenza al rallentamento della crescita dei prezzi registrato dallo scorso aprile. E' quanto emerge dai dati distribuiti da Eurostat: secondo l'Ufficio statistico dell'Unione europea, il tasso di inflazione ha segnato una flessione dello 0,2% nella penisola ellenica a giugno rispetto al mese precedente. Si tratta della prima diminuzione da febbraio, quando il calo era stato dell'1,7%. Oltre alla Grecia, la flessione di giugno ha riguardato, tra i paesi Ue, soltanto l'Olanda (-0,3%), il Lussemburgo (-0,1%) e la Polonia (-0,1%). Nell'Ue-25 in media si é registrata una crescita dello 0,1%. Dopo un forte incremento dei prezzi a marzo (+2,5%), in Grecia si è avviata una tendenza verso un progressivo rallentamento dell'inflazione, con un aumento dello 0,8% ad aprile e dello 0,4% a maggio. Il segno meno di giugno prosegue e accentua dunque questa tendenza. Su base annua a giugno l'inflazione greca ha segnato comunque un aumento del 3,2%, invariata rispetto al dato annuale calcolato lo scorso maggio. L'economia della Grecia è a sviluppo medio-alto, paragonabile a quello di altri Stati del Sud Europa (Italia, Spagna, Portogallo). Il Paese ha conosciuto una certa espansione economica, sin dalla seconda metà del XX secolo. L'agricoltura in Grecia è praticata dal 20% della popolazione attiva, richiede troppe braccia ed è poco meccanizzata, anche se nella Grecia settentrionale i grandi piani di irrigazione hanno permesso la nascita di aziende moderne. Il grosso del fatturato agricolo del paese deriva dalle classiche coltivazioni greche, come l'olio, l'uva e il vino e la prugne fatte essiccare. La pesca è un settore piuttosto marginale, quasi ovunque limitato all'autoconsumo, mentre gli allevamenti sono soprattutto quelli di ovini e caprini. In Grecia manca una grande diffusione delle attività sul territorio, che caratterizza le più dinamiche regioni europee. Il maggiore polo industriale della Grecia è Atene, dove operano le maggiori multinazionali (greche e straniere) più orientate verso un mercato internazionale e in cui si trovano le aziende più dinamiche e innovative. L'economia della Grecia si basa prevalentemente sul turismo, una delle maggiori fonti di entrata della città e della nazione ed una delle risorse più promettenti poiché crea sviluppo non sono nella capitale ma anche nelle aree periferiche del paese, come le isole. Sono ovunque in crescita le attività legate al turismo, sia nelle forme familiari che in quelle delle grandi infrastrutture gestite dai tour operator. Importanti sono anche le attività portuali. Atene è sede di numerose multinazionali greche e straniere che operano nell'area dell'Europa Sud-orientale. In particolare, si calcola che gli investimenti esclusivamente greci in questa zona ammontino a circa 14 miliardi di euro. La Grecia è amministrativamente divisa in 13 regioni, a loro volta suddivise in 52 province (nomói, sing. nomós). Le regioni sono: Attica, Creta, Egeo Meridionale, Egeo Settentrionale, Epiro, Grecia Centrale, Grecia Occidentale, Isole Ionie, Macedonia Centrale, Macedonia Occidentale, Macedonia Orientale e Tracia, Peloponneso e Tessaglia. La Costituzione del 1975 riconobbe al monte Athos lo status di Repubblica monastica autonoma. Oltre ad Atene, la capitale, e a Salonicco, seconda città del paese, altri centri importanti sono Patrasso, centro portuale nel Peloponneso; Lárissa e Vólos, in Tessaglia; Iráklion (Candia), importante centro portuale e commerciale sull’isola di Creta; Rodi, porto e maggiore città dell’isola omonima. Il Pireo è il principale porto naturale del paese. Tra le maggiori città antiche, depositarie di un inestimabile patrimonio storico e artistico, si ricordano Cnosso, Delfi, Epidauro, Micene, Olimpia e Sparta. Riguardo alle dispute internazionali, il maggior problema della Grecia è la Turchia con la quale le dispute territoriali, marittime e aeree sono molto frequenti, e la questione di Cipro non migliora la situazione. L’altra grande disputa internazionale è con la ex repubblica iugoslava di Macedonia, disputa riguardante il nome di quest’ultima. La Grecia fa parte di molte organizzazioni internazionali tra le quali la Nato(dal 1952) e l’Unione Europea (dal 1981). La Grecia è una repubblica parlamentare in base al referendum del 8 dicembre 1974. La costituzione del 11 giugno 1975; emendata nel Marzo 1986 e nella primavera del 2001 include specifiche garanzie delle libertà civili. Il presidente della Repubblica è scelto da una maggioranza qualificata del Parlamento per un mandato di cinque anni rinnovabili una seconda volta, ed è formalmente il capo di stato. Tuttavia, è il primo ministro con il suo governo che svolge il ruolo centrale nel processo politico, mentre il presidente svolge funzioni governative molto limitate,oltre che le funzioni cerimoniali e di rappresentanza. I greci eleggono i 300 membri del Parlamento monocamerale del paese con suffragio universale e scrutinio elettorale segreto dai maggiorenni di 18 anni d'ambo i sessi; per un massimo di quattro anni, ma le elezioni possono accadere a intervalli più frequenti. La Grecia usa un complesso sistema elettorale a rappresentanza proporzionale rinforzato che prevede uno sbarramento al 3%, che svantaggia i partiti minori specialmente il secondo partito alle elezioni e si accerta che il partito che vince nel voto nazionale avrà una forte maggioranza nel parlamento. Un partito deve ricevere 3% del voto nazionale totale per guadagnare il diritto alla rappresentanza parlamentare. Le politiche parlamentari greche muniscono il principio del "dedilomeni, "della riservatezza dichiarata" del Parlamento al primo ministro e della sua gestione. Ciò significa che il presidente della Repubblica è limitato nella nomina del primo ministro a una persona che sarà approvata dalla maggioranza dei membri del parlamento (cioè 151 voti). Con l'attuale sistema elettorale, è il capo del partito che ha vinto l'elezioni parlamentari, a essere nominato primo ministro. Una amministrazione può, in qualunque momento, chiedere "un voto di riservatezza"; per contro, un certo numero di membri di parlamento può chiedere quello che è un voto di "rimprovero". Entrambi sono casi rari con i risultati solitamente prevedibili, poiché votare fuori della linea di partito accade molto raramente. La popolazione La Grecia ha una popolazione di 10.964.020 abitanti. Di questi, il 58,8% vive nelle aree urbane, mentre solo il 28,4% in quelle rurali. Ben 5 milioni di greci vivono nelle due maggiori città, Atene e Salonicco. Sebbene la popolazione continui a crescere, la Grecia affronta oggi un serio problema demografico: per la prima volta, nel 2002, il numero dei decessi ha superato quello delle nascite. La Grecia è tradizionalmente terra di emigrazione. I flussi migratori si sono indirizzati principalmente verso l’America settentrionale, Australia e l’Europa del Nord. Fenomeno di rilievo per l’andamento demografico del paese è stato, a partire dal 1975, il rimpatrio degli emigrati; dagli inizi degli anni Novanta del XX secolo il paese ha registrato l’arrivo di immigrati provenienti dal Sud-Est asiatico e dall’Europa centrale e di rifugiati della ex-Iugoslavia. La composizione etnica del paese è estremamente omogenea: il 98% della popolazione è greca, il rimanente è rappresentato da esigue minoranze turche (soprattutto in Tracia), albanesi, bulgare e armene. Letteratura greca: Omero La letteratura greca, espressione della Grecia antica e della sua ricchissima cultura, è tra gli elementi fondanti dell'idea moderna di Occidente. Omero è il simbolo dell’attività letteraria di un’intera cultura. È ormai certo che le sue opere siano prima state composte oralmente, poi pubblicate in maniera aurale (per recitazione), ed infine sarebbe avvenuta la trasmissione orale e poi scritta. I suoi sono libri di cultura, cioè ne rispecchiano le componenti religiose, civili, belliche, sociali. Indicazioni bibliografiche ci sono state trasmesse dalle "Vite", prima del testo letterario, il "De vita et poesi Homeri" dello Pseudo-Plutarco, una voce nel lessico bizantino "Suda", nonché un’altra citazione nelle "Storie" di Erodoto. È considerato tradizionalmente cieco, poiché il poeta è sempre veggente, e vede con l'occhio interiore. Le sue due grandi opere sono l'Iliade (secondo il Trattato del Sublime, l'opera della giovinezza), sugli eventi degli ultimi giorni del decimo anno della guerra di Troia, e l'Odissea il ritorno in patria lungo dieci anni, con una struttura narrativa molto complessa (Odisseo è infatti il narratore di sé stesso). Se la prima opera analizza la guerra in tutti i suoi aspetti, la seconda conferisce particolare importanza ai motivi geografici. È presente un forte antropomorfismo, una rappresentazione delle divinità con tratti totalmente umani. Dodds identifica una forte aggressività guerriera, motivata dalla difesa dell’onore, esempio della cultura della vergogna, quale sareLa lingua utilizzata, composta prevalentemente da dialetto ionico ed eolico, è definita omerica per la particolarità del linguaggio, con uno stile molto semplice e lineare funzionale alle attese del destinatario. In tutta l’opera prevale l’esametro, e la presenza assoluta di due leggi ritmiche: il divieto di esatta divisione in due del verso (divieto di pausa dopo il terzo dattilo) e il ponte di Hermann (divieto di pausa dopo la prima breve del quarto dattilo): tutto ciò evidenzia una cronologia del verso certamente precedente all'VIII secolo a.C. ebbe quella greca (poi, interiorizzata, in cultura della colpa). • Lirica greca arcaica La lirica riguarda tutta la poesia non epica: gli antichi ne distinguono il giambo (per l’uso del metro giambico), l’elegia (per l’uso dei distici elegiaci) e la melica (cantata). La lirica si suddivide inoltre in base al pubblico e all’occasione: corale per feste religiose ed agoni ginnici, monodica per solisti, soprattutto durante i simposi. Il simposio è il luogo politico in cui s’incontrano gli appartenenti ad un'eteria: è il momento in cui il pasto diventa una celebrazione formalizzata. Ma bisogna ricordare che tutta la poesia antica è d’occasione. Modi di resa della parola erano il parlato (poesia, dialogo nel dramma), il recitativo (epos, elegia, giambo) ed il canto (lirica monodica, dramma). I principali strumenti musicali erano a corda (phórminx per l’epos, kithàra, lyra, bárbiton per i simposi), a fiato (aúlos, sálpinx per scopi militari) e a percussione (týmpana, kýmbala). Gli antichi avevano una sensibilità maggiore al contesto musicale: tanto è vero che questa era controllata giuridicamente. Oltre ai celebri autori di Lesbo, si ricorda Terpandro, a cui si deve l’introduzione della lira moderna a sette corde, il canto per occasioni conviviali in metro lirico, nonché l’invenzione dello scolio simposiale e del bárbiton, strumento per eccellenza del simposio. Altro personaggio è Arione, vissuto alla corte del tiranno Periandro, che introdusse il coro dei satiri, nonché grandi innovazioni nel ditirambo. Grande poeta è stato Alceo, da molti considerato nemico dei tiranni. La sua opera mirava infatti alla coesione del gruppo politico, con una celebrazione interna ed una propaganda contro gli avversari. Gli inni aprivano ogni simposio, molto apprezzati dagli Alessandrini, tutti incentrati sulla tematica mitologica. I carmi di lotta, erano solitamente invettive contro i rivali politici ed esortazioni a combattere: meta principale di questi attacchi era Pittaco. Un discorso a parte si dedica ai frammenti dell’allegoria della nave, nei quali la nave è la città, il mare le vicende politiche, la tempesta le battaglie È presente anche l’antisimposio, ossia l’esortazione ad infrangere le regole stesse del banchetto. Saffo è la prima voce femminile del mondo classico. La poesia saffica è prevalentemente d’amore, anche se non si discosta dalla funzione paideutica e religiosa. I carmi di congedo, a cui appartiene anche la cosiddetta "ode della gelosia" citata nel Trattato del Sublime, descrivono soprattutto l’allontanamento e il ricordo, in cui compaiono frequentemente elementi cultuali. Quello dell’amore omosessuale è solamente un equivoco. Simonidie era un grande autore di epinici, ossia canti che celebravano i vincitori degli agoni sportivi delle grandi feste, di cui viene considerato l’inventore. In questi componimenti è molto forte il carattere popolaresco, probabilmente dovuto alle origini d’improvvisazione popolare di questi carmi. Teatro greco • La tragedia greca è un genere teatrale nato nell'antica Grecia. Sorta dai riti e dalle rappresentazioni sacre della Grecia e dell'Asia minore, raggiunse la sua forma più significativa nell'Atene del V secolo a.C. • In seguito a questa lunga evoluzione nel corso di oltre duemila anni, riesce arduo dare una definizione univoca al termine più generale di tragedia, a seconda dell'epoca storica o dell'autore. Nel medioevo, quando poco o nulla si sapeva del genere, il termine assunse il significato di opera a stile tragico, e stile tragico divenne sinonimo abbastanza generico di poesia o stile alto, illustre, come traspare nel De Vulgari Eloquentia di Dante Alighieri. • Soggetto della tragedia è la caduta di un grande personaggio. Il motivo della tragedia greca è lo stesso dell'epica, cioè il mito, ma dal punto di vista della comunicazione essa sviluppa mezzi del tutto nuovi: il mythos (μύθος, parola, racconto) si fonde con l'azione, cioè con la rappresentazione diretta (δρᾶμα, dramma, deriva da δρὰω, agire), in cui il pubblico vede con i propri occhi i personaggi che compaiono come entità distinte che agiscono autonomamente sulla scena (σκηνή, in origine il tendone dei banchetti), provvisti ciascuno di una propria dimensione psicologica. • I più importanti e riconosciuti autori di tragedie furono Eschilo, Sofocle ed Euripide, che in diversi momenti storici, affrontarono i temi più sentiti della loro epoca. • La commedia La commedia assunse una struttura autonoma durante le feste e le fallofòrie dionisiache. La prima gara teatrale fra autori comici si svolse ad Atene nel 486 a.C. In altre città si erano sviluppate forme di spettacolo burlesche come le farse di Megara, composte di danze e scherzi, e simili spettacoli si svolgevano alla corte del tiranno Gerone in Sicilia, di cui non ci sono pervenuti i testi. Secondo Aristotele, i primi testi teatrali comici, la commedia siracusana precedette quella Attica. Di Epicarmo ci restano pochi frammenti di un'opera comica. Il suo maggiore rappresentante è Aristofane, l'unico commediografo di questo periodo della commedia Attica di cui ci siano pervenuti testi completi. Utilizzò elementi fantastici e introdusse la satira politica fino all'attacco personale, secondo il principio dell'onomastí komodéin (deridere una persona con il suo nome). Oratoria • Nella Grecia l'oratoria veniva studiata come una componente della retorica (ossia la composizione e l'esposizione di discorsi), ed era un'abilità importante nella vita pubblica e privata. Aristotele e Quintiliano discussero di oratoria, e la materia, con regole e modelli definitivi, fu enfatizzata come parte di una "educazione completa" durante il Medioevo ed il Rinascimento, sebbene questo fosse generalmente confinato negli ambienti ecclesiastici. • Lo sviluppo dei parlamenti nel XVII secolo vide la nascita di grandi oratori politici; la capacità di padroneggiare le parole in modo efficace divenne uno degli strumenti principi dei politici, e spesso fece la differenza nelle loro posizioni sociali. Prima della metà del XX secolo, l'oratoria diventò meno magniloquente e più colloquiale Cucina greca • La cucina greca e famosa per la sua buona qualità di prodotti e i suoi incredibili cibi e vini gustosi. Certi piatti sono uguali in tutta la Grecia, mentre altri sono specialità culinarie locali, altre volte gli stessi piatti vengono preparati in modo diverso (sulle isole, a Creta, a Salonicco, ecc...). Questa è una lista con tutti i piatti greci più famosi: • Tzatziki E lo yogurt greco con cetriolo tagliato finemente, aglio e olio di oliva. E’ l’ideale per accompagnare il fresco pane greco, le patate fritte o le polpettine fritte. Spanacopitakia Piccole pizzette di spinaci con pezzetti di formaggio feta. • Ctapodi o Ctapodaki Piccoli pezzi di polipo servito a volte fritto con succo di limone o bollito, con olio di oliva, aceto e origano. Formaggio Feta Il famoso formaggio greco può essere mangiato anche da solo con olio d’oliva e origano. Musaka Questo famoso piatto greco ha una base fatta di patate ricoperte di melanzane, cipolle, carne tritata, bechamel e spezie. • Kokoretsi Questo e uno dei cibi preferiti dei Greci; si mangia soprattutto durante il periodo pasquale. Consiste in interiora arrostite di agnello, servite con molto limone Souvlaki Famoso in tutto il mondo, il suvlaki e come un kebab; consiste in carne di maiale tritata finemente o pollo raccolto in una piadina, con cipolla, pomodoro, foglie d’insalata, patate e zanziki. Kataifi Questo dolce contiene miele, noci, cannella ed e raccolto in uno strato cristallizzato e veramente sottile di miele. • Pasteli Una specie di pezzo di torrone, il pasteli si trova sotto forma di striscia, fatta di sesamo tritato e miele. • Ouzo Questo e l’alcolico più famoso, ed e il simbolo del paese . E’ un alcolico molto forte, da bere direttamente con ghiaccio o con un pò d’acqua . E’ ideale berlo con tutti i tipi di mezedes. • Retsina La famosa resina e un vino bianco greco con un particolare gusto di resina. Il gusto e dovuto al modo in cui viene prodotto questo vino: si mette l’uva in un barile nuovo che ha ancora la resina del legno che da al vino questo gusto speciale. Fine presentazione!!!!! La compagnia “Chiara & CO.” vi ringrazia per essere stati con noi e spera di rivedervi presto! presentazione realizzata da Chiara Brancato appartenente alla classe 2° D