bienvenue a marrakech – il viaggio monica lobetti-bodoni marzo 2005 aprile 1996 Prima volta in africa, prima volta in marocco... arrivo a marrakech in auto proveniente da nord, dalla moderna casablanca. Lungo la strada l’esotico comincia a solleticarmi dalle bancarelle di un paesino qualche km prima della città: uova sode, polli vivi in bella mostra, ciambelle dolci e spiedini di montone arrostiti sulla carbonella. Si vedono in lontananza le prime cime dell’atlas, la catena montuosa che separa la fascia costiera mediterranea dal sahara, e finalmente, dopo una curva tra le colline, compare la città. Rossa, caotica, inquinata, già inverosimile nella città nuova, addirittura incredibile quando si entra in piazza djemaa’el’fna: un vero shock, olfattivo ed uditivo, oltre che visivo. Un pensiero mi si affaccia subito alla mente: un giorno, chissà quando, mi piacerebbe provare a vivere in questo posto... dicembre 1999 vicolo nella medina Passano gli anni, passano i viaggi, e mi ritrovo in djemaa’el’fna: stesso identico pensiero! Anche se il clima è decisamente meno clemente che in primavera. Anche se nessuno degna di uno sguardo il tappo (di aranciata! siamo in un paese musulmano!) che faccio saltare per festeggiare l’inizio del nuovo millennio agosto 2004 Terza vacanza in marocco, terzo arrivo in djemaa’el’fna (questa volta proveniente dal deserto, sensazione completamente diversa: si ha l’impressione di arrivare nel lusso e nella comodità), terza volta che penso che vorrei vivere in questa città... qualcosa di magico deve pur esserci! A differenza dei viaggi precedenti, però, a questo punto sono convinta che è proprio in africa che vorrei trasferirmi a vivere, e quindi la scelta è quasi obbligata: la mia esplorazione dell’africa partirà da marrakech! novembre 2004 Quarta volta a marak, arrivo per starci un mesetto ed abituarmi alla città. Un mesetto soltanto, giusto per capirci qualcosa di più. souk dei tintori marzo 2005 Il 15 di marzo parto da torino in autobus alla volta di marrakech. Mi viene in mente di tentare l’avventura dell’autobus anche in relazione alla mia attività di consulente di turismo responsabile e quindi prima di proporre un mezzo per viaggiare mi sento in dovere di provarlo. Dicevo, anche in relazione alla mia attività, perchè in realtà ho due altri buoni motivi: primo, costa meno della metà di qualunque volo aereo possa trovare, secondo, ho intenzione di portarmi giù tutto quello che mi serve per viverci (55kg di bagaglio). Alla stazione dell’autobus di torino faccio amicizia con il gestore dell’agenzia che organizza questi viaggi, un marocchino laureato a parigi e che si sente molto felice per essere riuscito a trovare un buon lavoro in italia, e mi capisce perfettamente quando gli racconto del mio imbarazzo di fronte ai marocchini che stanno in marocco e sognano l’italia o altri paesi europei come se in europa fosse facile guadagnare un sacco di soldi! Parliamo di bush, della guerra, di berlusconi, del sistema elettorale italiano, degli autobus clandestini che per 10-15€ ti portano da torino a marrakech ma non è detto che poi ci arrivino davvero, molto probabilmente fermati da qualche controllo di polizia lungo la strada... anche al mio autobus capita un controllo, in spagna, credo di capire che sia per qualche irregolarità o presunta tale sui turni di guida dei tre autisti. souk del metallo Said, questo il nome del marocchino dell’agenzia di autobus, mi dice anche che ha qualche amico in italia originario di marak che potrebbe affittarmi la propria casa mentre lui è in italia. Cominciamo bene! Non pensavo di poter forse risolvere il problema di cercar casa già ben prima della partenza! Ma con gli africani è così i problemi li risolvi prima di cominciare ad affrontarli. Dopo quasi due ore da quando l’autobus avrebbe dovuto lasciare torino, finalmente arriva e said mi presenta e mi ‘raccomanda’ ai tre autisti, dicendo loro di aver cura di me durante il viaggio. I tre autisti purtroppo parlano solo marocchino e francese e quindi la comunicazione con loro risulterà molto stentata... comunque sono sempre molto gentili. Durante tutto il viaggio ho altri angeli custodi, praticamente tutti i passeggeri, che vivendo in italia sanno l’italiano, e mi traducono le istruzioni che gli autisti danno in arabo. Del tipo: ora ci fermiamo per 30 minuti per la cena, oppure preparate il passaporto e compilate il foglietto per l’immigrazione, etc. una tazza di harira – zuppa di lenticchie piccante – al mercato tra gli erboristi e venditori di magia C’è un’altra passeggera non marocchina sul pulman, una ragazza siciliana sposata ad un marocchino e con un bimbo di 6 mesi, che ha deciso di andare a casablanca con il marito per presentare il bimbo ai suoceri, solo che poi alla fine il marito non è potuto partire perchè ha il visto non rinnovato e non sarebbe facile per lui rientrare in italia dopo la vacanza. Quindi lei viaggia con il bimbo, da sola, e mi sembra abbastanza spaesata nonostante sia musulmana e parli qualche parola di arabo. Anche con lei, massima disponibilità da parte dei viaggiatori e il bimbo diventa presto la mascotte del viaggio, se ne sta un po’ in braccio a tutti! musicisti gnawa in djemaa’el’fna L’autobus non è così affollato da stare scomodi, ognuno di noi ha a disposizione due posti, e quindi anche dormire non è difficile. Certamente, non una passeggiata! 48 ore di viaggio si sentono... soprattutto se quando arrivi ti trovi ad aver cambiato clima! Fino alle 4 della mattina del 17 indossavo ancora un maglione e il piumino, a casablanca ancora fa freddino, c’è nebbia. Lì cambio autobus (e appena salita sento alla radio un notiziario in francese e non so bene che cosa dicano ma sicuramente capisco silvio berlusconi e bush... ma che ha combinato ancora silvio per farsi citare per tutto un notiziario a casablanca!) e alla prima sosta di questo nuovo viaggio mi rendo conto che qualcosa sta cambiando... dall’inverno alla primavera... per poi arrivare a marrakech all’1 del pomeriggio, ora più calda, e rendersi conto immediatamente che... anche questa volta ho sbagliato completamente abbigliamento! Memore del freddo di novembredicembre, sono piena di maglioni scarpe pesanti e roba invernale! Nel primo pomeriggio faccio il giro dei miei amici, e passando per le vie del souk mi tornano un sacco di flash che durante i tre mesi in italia si erano affievoliti, tipo la canzoncina che ripete un mendicante che per un mese avevo sentito tutti i giorni... Ma soprattutto, faccio una vera doccia di sorrisi: un sacco di persone mi riconoscono, ma non solo tra quelli che mi conoscono proprio, anche passando per il mercato! bancarelle in djemaa’el’fna Ma la cosa più strabiliante, che non avevo scordato ma che certo non manca di sorprendermi ancora, è la quantità di occasioni che vengono fuori in ogni momento! Il giorno dopo il mio arrivo, mentre sono in djemaa’el’fna, mi viene incontro un tipo francese e mi dice: stai forse cercando casa qui a marrakech? strabuzzo gli occhi! Poi in realtà non se ne sarebbe fatto niente perchè lui ha da affittare una casa spettacolare, enorme, ma a 800€ al mese... prezzi italiani... gli alambicchi del tè speziato in djemaa’el’fna Tra gli altri, torno anche a trovare zakaria, un ragazzino decisamente molto in gamba che tira avanti l’erboristeria di suo padre (più che un’erboristeria, un consultorio... gli abitanti della zona vi si ritrovano per chiacchierare, per chiedere consigli per questa o quella ricetta o esperimento di magia bianca, e all’occorrenza possono anche disporre dell’autorevole parere di un vero stregone). Chiacchierando con zak, gli dico che sto cercando casa, e quando finalmente riesco a fargli capire che quello che cerco deve costare poco e possibilmente essere nella medina (la città vecchia), ecco che mi serve sul piatto d’argento una fantastica riad proprio dietro il suo negozio: detto fatto, in due giorni mi trasferisco (non dopo aver sostenuto una lunga e soddisfacente contrattazione con la padrona di casa, ovviamente). al mercato della frutta e verdura (foto di mary finegan) Una sera, mi siedo ad una bancarella per provare le lumache speziate al vapore, ce ne sono una infinità in giro per marrakech e non le avevo mai provate. Mi danno questa scodella con un liquido piccantissimo dentro e le lumache, le assaggio, sinceramente non riesco proprio a finirle ma è l’occasione per incontrare due persone, sedute alla stessa bancarella, che notano la mia espressione (di disgusto) e cominciamo a parlare. Lui è sui 45-50, e costruisce case per poi venderle nel nord del paese, su una spiaggia sul mediterraneo. Lei invece è avvocatessa a rabat, la capitale. Due belle persone. Ci scambiamo tutti i riferimenti perchè sono molto interessati al progetto di turismo responsabile (sono davvero i primi due marocchini che penso abbiano capito che cosa intendo quando parlo di turismo responsabile!) e vorrebbero aiutarmi in qualche modo. Entrambi mi invitano a casa loro, e quindi sia a oujda (dove vive lui) sia a rabat se ho bisogno ho qualcuno che mi ospita! e loro ovviamente la prossima volta che verranno a marrakech saranno miei ospiti. Qui funziona così, ovviamente ti devi un po’ fidare della gente ma molto spesso è fiducia ben riposta, e quando anche si rivela un pacco in realtà tutto serve ad entrare un po’ più nello spirito del paese. E comunque, pacchi ne ho ricevuti ben pochi! spezie (foto di mary finegan) testo e immagini presenti in queste pagine sono, se non diversamente specificato, di proprietà della djemme – slow travel se non sono di proprietà della djemme gli autori, sempre esplicitamente indicati, hanno rilasciato autorizzazione alla pubblicazione i soggetti fotografati hanno acconsentito alla pubblicazione della loro immagine l’utilizzo del materiale di proprietà della djemme è libero, alla condizione che vengano indicati l’autore, la fonte (www.djemme.com) ed il logo della djemme stessa se vuoi saperne di più, scrivi un’email a [email protected]