Il punto e la linea
Una storia d’amore
nei meandri della matematica
di Norton Juster
Per Euclide, non ha importanza cosa gli altri dicono
C’era una volta un’assennata linea retta innamorata, senza
speranza, di un punto,
“Tu sei l’inizio e la fine,
il cuore e la quintessenza”
gli diceva teneramente
ma il frivolo punto non era interessato neanche un po’, aveva occhi solo per un
disordinato e selvaggio ghirigori, che sembrava non avesse niente che lo
preoccupasse. Erano sempre insieme, cantando, giocando, ballando e ridendo.
“ Lui è così allegro e libero, così disinibito e pieno di gioia” disse il punto alla
linea in maniera scostante, “e tu invece sei rigida come un bastone, ottusa,
convenzionale, repressa, statica, inceppata, spenta, soffocata, appiattita,
schiacciata, smorzata…”
“Passa a trovarmi quando risolverai i tuoi problemi” aggiunse il ghirigori, mentre
le dava la caccia nell’erba alta.
“Perché correre dei rischi” replicò la linea,
“io sono affidabile, io so dove sto andando, io ho la mia dignità!”
Ma questa era solo una magra consolazione per l’infelice linea. Ogni
giorno lei cresceva ed era sempre più depressa. Smise di mangiare e di
dormire e in breve tempo ebbe i nervi a pezzi.
I suoi amici preoccupati notarono come terribilmente magra e tesa era
diventata, e fecero di tutto per tirarla su. “Il punto non è buono per te”
“Non è profondo” “I punti si somigliano tutti, perché non trovi una graziosa
linea retta e ti sistemi?”
Ma lei quasi non sentiva le loro parole.
Da qualunque parte guardasse il punto, lo trovava perfetto:
di sopra
di lato
di fronte
Vedeva in lui cose che nessun altro poteva mai immaginare.
“Lui è più bello di qualunque linea retta abbia mai visto” sospirò
sognante, e tutti quanti scossero la testa. Pur comprendendo i
suoi sentimenti, pensarono che questo era troppo.
E così trascorreva il suo tempo: sognando l’incostante punto e
immaginando se stessa come una figura decisa che sicuramente lui
avrebbe ammirato:
La linea come un audace funambolo
La linea come leader nelle questioni mondiali
La linea come l’impavida applicazione di una legge
La linea come una potente forza nel mondo dell’arte
La linea come un atleta in una gara internazionale
Ma presto si stancò delle sue menzogne e decise che dopo tutto il
ghirigori poteva avere ragione.
“Manco di spontaneità, devo imparare a lasciarmi andare,
ad essere libera, ad esprimere la mia natura passionale”.
Ma questi pensieri non le servivano a niente, e per
quanto spesso e duramente lei provasse, finiva sempre
allo stesso modo.
E così continuò a provare e a fallire e a provare di nuovo.
Finché, quando ormai aveva quasi perso la speranza, scoprì finalmente che
con una buona concentrazione e self-control, era capace di cambiare direzione
e piegarsi da qualunque parte volesse.
Così fece, e fece un angolo, e poi di nuovo, ne fece un altro, e poi un altro…
“ Eccitante! ”esclamò impressionata dai suoi risultati. Poi, in uno scatto
d’entusiasmo, restò alzata quasi tutta la notte mettendo su un bizzarro
spettacolo di lati, curve ed angoli.
“La libertà non è licenza per il caos” osservò la mattina seguente. “Ooh,
che mal di testa” e senza indugio decise di non sprecare più il suo talento in
poveri esibizionismi.
Per un mese fece pratica in segreto. Presto fu capace di far quadrati e triangoli,
esagoni, parallelogrammi, decagoni, tetraedri e un numero infinito di altre forme
così complesse che doveva numerare lati ed angoli per organizzare lo spazio.
Entro breve tempo imparò a controllare attentamente le ellissi, i cerchi e le curve
complesse, e ad esprimere se stessa in ogni forma desiderasse.
Ma tutti i suoi successi non significavano nulla per lei, sola, e così andò a
cercare ancora una volta il punto.
“Lei non ha molte possibilità” borbottò il ghirigori, con una voce simile ad un
pessimo trombone.
Ma la linea, che stava scoppiando d’amore antico e di fiducia nuova, non si
negò; per tutta la sera fu, in successione:
misteriosa
intelligente
folgorante
profonda
erudita
eloquente
versatile
enigmatica
avvincente
Il punto si sentì travolto, e ridacchiò come uno scolaretto. Poi si
girò lentamente verso il ghirigori, che improvvisamente aveva
avuto un forte crampo.
“Ebbene?” chiese, sforzandosi di dargli un’altra possibilità. Il
ghirigori, preso dalla sorpresa, fece del suo meglio.
“Tutto qui?” domandò il punto.
“Penso di sì” rispose l’infelice ghirigori. “E’ tutto qui. Io non so mai
cosa ne viene fuori…”
Il punto si meravigliò del fatto che mai si era accorto quanto rozzo e
volgare egli fosse, disordinato e senza grazia.
Ed improvvisamente realizzò che ciò che aveva sempre considerato libertà
e gioia era nient’altro che anarchia e indolenza.
“Tu sei senza senso come un melone”disse freddamente “indisciplinato,
disordinato, inaffidabile, impreciso, disattento…
senza forma
senza ordine
senza spazio
senza fortuna!”
Così tornò dalla linea e le prese timidamente la mano.
Mentre passeggiavano le sussurrò timidamente
“Fai quello con tutte quelle curve divertenti…”
E lei lo fece.
E così vissero da allora in poi,
se non felicemente,
almeno equilibratamente,
così:
Morale: il vettore ha i suoi vantaggi.
“the Dot and the Line” di Norton Juster
Sea Star Books 1963
Liberamente tradotto da me per scopo assolutamente ludico
e personale
Dedicato a tutti quelli che cercano un equilibrio
Flavia
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