Visioni della
Natura nel
mondo antico e
medievale
IONICI
VII-VI SECOLO a.C
Archè come principio che
spiega l’origine della physis;
il principio da cui nascono e
muoiono tutte le cose.
VISIONE
FINALISTICA
VI-V SECOLO a.C
La natura viene spiegata
in base alle cause finali e
ai suoi caratteri qualitativi.
VISIONE
QUANTITATIVA
VISIONE
MECCANICISTICA
V SECOLO a.C
V SECOLO a.C
La natura viene spiegata
In base al numero, il
Quale costituisce la materia.
La natura viene spiegata
attraverso la materia e il
suo movimento.
VISIONE FINALISTICA
ANASSAGORA (496 a.C-428 a.C) :
“La realtà è costituita da particelle e e governata
da una mente superiore, detta Noùs.”
ERACLITO (535 a.C-475 a.C) :
“”Logos” come legge che governa il mondo.”
PARMENIDE (515 a.C-450 a.C) :
“essere eterno ed immutabile”
PLATONE (428 a.C-347 a.C) :
“Concezione mitica della natura: il mondo
è stato creato da un Demiurgo secondo il
”
modello perfetto dell’iperuranio.
ARISTOTELE (384 a.C-322 a.C) :
“La natura è caratterizzata dal movimento
e dal concetto di potenza e atto.”
PLOTINO (203 a.C-270 a.C) :
“La natura deve essere intesa come emanazione
dell’Uno, ovvero Dio.”
VISIONE QUANTITATIVA
PITAGORA (570 a.C-495 a.C) :
“La realtà è un rapporto numerico e il
numero è l’elemento costitutivo della
materia. Per questo la natura diviene
qualcosa di MISURABILE.
”
VISIONE MECCANICISTICA
LEUCIPPO (Inizio V secolo-terzo quarto V secolo)
e
DEMOCRITO (460 a.C-370 a.C) :
“ La realtà è costituita da atomi (qualitativamente identici
ma quantitativamente diversi per forma e grandezza) che
unendosi e dividendosi nel vuoto generano i mondi.
”
Epicuro (341 a.C-271 a.C)
e
Lucrezio (98 a.C-55 a .C):
“La natura è composta da atomi
materiali, i quali si aggregano e si
disgregano dando vita alla materia.
Ma questi atomi sono dotati di peso e
possono deviare la caduta verticale
tramite il
“Clinamen”.”
(visione finalistica) :
PERIODO MEDIOEVALE (476 circa-XIV secolo)
Diffusione del CRISTIANESIMO
Protagonista del primo periodo cristiano, chiamato
“Patristica”, è
Sant’Agostino d’Ippona (354 d.C-430 d.C).
Agostino sosteneva una concezione del mondo, creato
Ex Nihilo, come frutto della sola VOLONTA’ DIVINA.
Infatti Dio rappresenta il SOMMO BENE, e per
necessaria conseguenza, la realtà intera è cosa buona
e perfetta.
Si delinea, così, un generale OTTIMISMO agostiniano.
Sant’Agostino in un dipinto di
Antonello da Messina
Se il mondo è necessariamente buono e perfetto,
il male non ha realtà ontologica
(infatti Agostino combatte correnti,
come l’arianesimo e lo zoroastrismo).
Dio, creatore assoluto, ha il potere anche
di distruggere e far cessare tutto quello che ha creato.
Il mondo, quindi, soggetto a tale libera volontà,
non possiede autonomia, una propria essenzialità.
L’ordine naturale è sottomesso ad un ordine sovrannaturale.
Natura come “ANCELLA DI DIO”.
(medioevo):
Si comincia a credere che la
materia sia qualcosa di
degradato e che non
merita particolare
attenzione.
Lo si riscontra anche nelle
arti figurative, dove è
presente un fortissimo
impianto metaforico e
simbolico (stile
romanico).
Chiesa di Sant’Ambrogio a Milano.
Nascita del cosidetto,
SIMBOLISMO MEDIEVALE.
La natura è vista come un insieme di simboli visibili,
attraverso i quali è possibile scorgere l’invisibile (DIO).
La natura diviene, quindi,
Il percorso attraverso il quale l’uomo può elevarsi a Dio.
XI-XII
Secolo:
Il nuovo clima
Intellettuale
Cambia la
Concezione della
NATURA:
La ripresa delle
Città
Il contatto
con la cultura islamica,
Grazie alla quale si reintroducono i testi di
ARISTOTELE
Importante in questo periodo, è il
ruolo giocato dalla Scuola di
Chartres, con il suo massimo
esponente:
Teodorico di Chartres.
Per Teodorico, la creazione a opera di
Dio, si limita al primo momento iniziale.
Poiché successivamente, la natura si
evolve secondo leggi autonome,
intrinseche.
Seppur ancora in ottica religiosa e
platonica, si comincia adesso a
considerare la natura “secundum
Physicam”;
Ovvero la natura merita di essere
osservata per quello che è, nella
sua fisicità e materialità.
Si proclama, perciò, il primo segnale
di un’AUTONOMIA DELLA NATURA.
Basilica di San Francesco d’Assisi
Gotico italiano, 1222-1253.
Questa nuova concezione, come
sempre accade, si riflette anche
nell’arte del periodo con lo stile
GOTICO.
La natura terrena non è più negativa:
Infatti si assiste alla scomparsa del Simbolismo.
Si rappresentano animali o oggetti con l’intento di
cogliere la vera natura del mondo.
Giotto- La strage degli Innocenti,
Cappella degli Scrovegni, Padova,
1303-1305.
SECONDA FASE DEL CRISTIANESIMO:
XII-XIII secolo
La “Scolastica”
Il massimo esponente della Scolastica fu
TOMMASO D’AQUINO
(1225-1274):
Egli compie un recupero
dell’Aristotelismo e lo rielabora
nella sua dottrina, detta Tomismo.
Si confermano sempre più l’autonomia
della natura e “l’attività” dei corpi.
“San Tommaso d’Aquino” dipinto di Beato Angelico
Si valorizzano le scienze naturali e se
ne ricercano le cause seconde,
ovvero le realtà materiali.
XII-XIII secolo, si
Nello stesso periodo:
sviluppano altre concezioni:

Come la concezione della natura dei francescani, il cui iniziatore è
appunto SAN FRANCESCO D’ASSISI (1182-1226).
Egli sosteneva che Dio trasmette un Amore positivo verso la realtà
sensibile in se stessa, proclamando la presenza di Dio in tutte le sue
creature, senza alcun sentore di panteismo.
Francesco esalta prima di tutto la Bellezza, massima espressione Di
Dio.
Ma questa Bellezza, afferma
Francesco, può essere anche
pericolosa, perché può
corrompere la “Volontà”,
Il “vigore di cuore” dell’uomo.
Altro esponente francescano, dell’Ordine dei Frati Minori:
RUGGERO BACONE
(1214-1294)
“I fenomeni naturali vanno studiati con
l’ausilio di
- ARITMETICA
- GEOMETRIA ”
Bacone delineava, così, un profondo
tratto di modernità, che sarebbe
stato fondamento della futura
scienza sperimentale.
XIV Secolo (fine della Scolastica):
La messa in discussione di Aristotele
GUGLIELMO DI OCKHAM (1288-1349) :
Egli ipotizzò un universo
infinito, a differenza di
quanto affermava Aristotele.
Inoltre affermò la piena
autonomia ed eterogeneità
del mondo naturale rispetto
a quello divino.
“credo et intelligo”.
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