Frank Lloyd Wright Frank Lloyd Wright nacque negli Stati Uniti nel 1869, figlio di un pastore della chiesa unitaria e musicista , venne fin dall’infanzia indirizzato dalla madre a diventare un architetto. Grazie ai consigli della madre si inscrisse alla facoltà di ingegneria civile a Medison., e dopo due anni andò a Chicago dove lavorò nello studio di Silsbee e successivamente in quello di Alder Sullivan ove collaborò ai progetti di alcune case. Dopo aver accumulato molta esperienza iniziò a lavorare da solo. Questa scelta fu determinata dal fatto che egli non volle non volle seguire Sullivan nella grande impresa di ridefinire la struttura figurativa e tecnologica della nuova città americana, ma concentrò il suo interesse ad una scala dell’edilizia oggettivamente minore , con valori preindustriali , quali l’attaccamento alla terra, l’amore per i grandi spazzi, e il colloquio con gli elementi naturali. Egli infatti è considerato il creatore dell’architettura organica, e uno dei più noti architetti moderni. Wright inseguiva il sogno anarchico di una libera società di individui e volgeva lo sguardo alle verdi praterie vicine, nella quali proiettava la residenza domestica ipotizzando un rinnovato e rigeneratore equilibrio biologico dell’uomo nella natura Egli fu innanzi considerato tutto un uomo del “nuovo mondo”, con una fiducia illimitata e spesso ingenua nelle possibilità dell’America. L’americanismo significava, naturalmente , opposizione all’Europa perché vecchio mondo , superando con ciò il tradizionale complesso di inferiorità dell’America, e rinnegando qualsiasi tradizione costituita , e perciò qualsiasi stilistica europea , orientandosi piuttosto verso le forme estremo-orientali (soprattutto giapponesi) e americane (maya, indios).Egli visse pianamente la parte dell’artista, in senso ottocentesco, orgoglioso al possibile delle proprie produzioni , in atteggiamento di continua sfida .I suoi ideali e il suo carattere lo portarono a rivolgersi ad una committenza media, e a pensare soprattutto la casa per questa fascia sociale.Si trattava infatti di un’abitazione unifamiliare, a contatto con il terreno, semplice, ed a dimensione umana La casa organica La casa sulla cascata Il Guggenheim museum La casa organica Wright per ottenere ciò scelse di partire dallo spazio interno della casa per proiettarsi verso il suo esterno. Fu una scelta che gli permise la massima libertà. Il modo di realizzare lo spazio interno doveva essere organico e cioè aderente alla vita, così dell’uomo come della natura , sviluppato secondo una logica interna, propria degli organismi viventi. Questo portò sia alla fluidità spaziale, evitando al possibile i frazionamenti interni, sai alla molteplicità e ricchezza degli interni .Egli contrapponeva la visione dell’architettura come una visione estetica di classe sociale ad una condizione soggettiva di netto stampo romantico. Una delle cose più importanti è che egli non considerò più la parete come il lato di una scatola, ma come la chiusura di uno spazio destinato a consentire protezione contro il maltempo, e che doveva oltresì portare nella casa il mondo esterno e permettere che il suo interno si espandesse al di fuori.La sua progettazione era basata su uno stretto rapporto con il terreno, infatti era negativo il suo giudizio sulle unità residenziali verticali , che per lui erano soltanto stratagemmi meccanici fatti per moltiplicare le aree fortunate . La casa sulla cascata Costruita nel 1936, rappresenta il capolavoro assoluto dell’opera di Wright. Adoperando tutte le risorse della tecnologia moderna e i suoi materiali (cemento, ferro, vetro), Wright costruisce una delle opere più audaci dell’ingegneria: un edificio costruito da lastre a sbalzo incernierate su una struttura portante verticale in pietre a vista: è proprio questo il mezzo che gli permette di collocare l’opera dell’uomo in simbiosi con quella della natura. La casa vive in quell’ambiente (rocce, alberi, acqua) come se vi fosse nata per germinazione spontanea, come una pianta selvatica. Tutto è costruito, tutto è studiato, tutto è calcolato, eppure tutto appare perfettamente naturale, esempio mirabile di come sia possibile e lecito all’uomo trasformare la natura senza violentarla. La casa sulla cascata è l’opera più rappresentativa dell’architettura organica come integrazione nella natura: il luogo dove sorge è gia di per sé un esaltazione della natura Guggenheim Museum È situato nel cuore di New York, una città artificiale come tutte le altre, e forse anche di più a causa delle sue dimensioni. Eppure anche per il museo si può parlare di organicità:il dato di fatto con cui ci si deve misurare in campagna è la natura, qui è la città. Mentre la casa sulla cascata si protendeva verso la natura primitiva, così il museo si protende verso la città, non adeguandosi ad essa per le forme esteriori, ma penetrandovi con un movimento a spirale in espansione