Francesco d’Assisi
Il ragazzo d’oggi che viene dal Medioevo
Chi era Francesco d’Assisi?
Giovanni figlio di Pietro di Bernardone e donna Pica nasce
nel 1181 ad Assisi.
Noi lo conosciamo però con il nome di Francesco,
attribuitogli dal padre, appassionato della Francia e della
sua cultura (donna Pica era appunto francese).
Suo padre è un mercante tra i più ricchi di tutta Assisi,
quindi appartiene alla classe sociale emergente della
borghesia arricchita.
Di certo, non il primo che passa.
Quant’è bella giovinezza...
Come figlio del ceto mercantile, conduce sin da ragazzo
una vita spensierata, spendendo denaro in vestiti eleganti
e costosi e altre frivolezze, simile alla gioventù moderna.
(FF 320)
Tanto, paga papà!
I suoi amici lo stimano molto, perché brillante, allegro e
sempre al centro dell’attenzione; infine perché è
generoso, se non addirittura prodigo: organizza feste e
passa le sere in allegria con gli amici.
Insomma, il “figo
della compagnia”.
… che si fugge tuttavia!
Nel 1202 scoppia la guerra fra
Perugia e Assisi.
Francesco, armato di tutto
punto va in guerra, mandato dal padre.
Spera di poter coronare il suo
sogno: compiere gesta magnifiche,
diventare cavaliere e
portare onore alla sua famiglia.
Ma non finirà come spera …
Scontro con la vita
La guerra è vinta dai Perugini. Francesco
rimane prigioniero dei suoi nemici
e viene rilasciato dopo un anno su riscatto,
pagato dal padre.
La sua esperienza è molto dura e lo fa
entrare in contatto con la vita vera.
Di ritorno a casa, inizia la “prima fase” di
quella che lui stesso chiama
“Conversione”.
Il sogno
A Francesco appare una visione: un grande
palazzo colmo di armi e una bellissima sposa,
ed una voce che lo chiama e gli promette tutto
ciò che vedeva.
Vede quindi rinnovarsi la possibilità di vedere
avverarsi quel suo sogno, perciò decide di
arruolarsi per la Puglia e si prepara, sperando di
essere fatto Cavaliere.
Ma Francesco non aveva ancora capito tutto!
Il vero Sogno
Una notte, mentre dorme, sente di nuovo la voce che gli chiede dove si
stia recando e Francesco gli espone il suo desiderio di diventare
cavaliere andando a imbarcarsi per la Crociata.
La voce gli chiede ancora chi ritiene essergli più utile, se il servo o il
padrone.
« Il padrone», risponde Francesco.
« E allora – riprende la voce – perché cerchi il servo in luogo del
padrone?»
E Francesco: «Cosa vuoi che io faccia, o Signore?»
«Ritorna – gli risponde il Signore – alla tua terra natale, perché per
opera mia si adempirà spiritualmente la tua visione». (FF 586-587)
Francesco comincia così a capire...
Francesco torna a casa
Francesco si accorge che attorno a
sé ci sono la povertà e l’ingiustizia,
ma è ancora convinto di
combatterle diventando cavaliere.
È significativo invece il celebre
episodio di San Damiano (FF 593),
dove si compie la seconda “fase”
del suo cambiamento.
Prima era cambiato il suo modo di
pensare; adesso cambia anche il
suo modo di comportarsi.
Ma la vera rivoluzione deve ancora
avvenire.
Infatti, Francesco comincia ad avvicinarsi ai più
poveri, soprattutto ai lebbrosi, che erano
disprezzati e isolati da tutti a causa della loro
terribile infermità.
Il grande salto avviene quando Francesco bacia il
lebbroso. (FF 110)
In quel momento Francesco colpisce nel segno! Ha
capito di voler andare proprio incontro all’altro,
superando le differenze, gli ostacoli ma
soprattutto la paura di ciò che non conosco.
Francesco ha colto il significato della Fraternità.
Una scelta
Francesco restituisce tutti i
suoi averi al padre e si
dichiara figlio del suo
unico Padre che è nei
cieli.
Costruire una Fraternità
Francesco con il suo atto pubblico
si dichiara un penitente, ed il suo
unico obiettivo diventa quello di
vivere in assoluta povertà
secondo l’esempio di Cristo,
osservando il Vangelo e
rinunciando agli idoli materiali.
Si affiancano a lui alcuni suoi amici,
primo fra tutti Bernardo di
Quintavalle; ma velocemente
questa Fraternità diventa
talmente grande che non può
sopravvivere senza darsi una
Regola, che Francesco vuole sia
approvata dal Santo Padre.
Un Ordine nuovo
Dopo una prima approvazione “verbale” da parte
del Papa Innocenzo III (1209), Francesco
compone la Regola che viene approvata nel
1223 da Papa Onorio III.
Nasce ufficialmente l’Ordine dei Frati Minori
(detto anche Primo Ordine francescano).
Nel frattempo l’Ordine è ormai diffuso in tutta
Europa e conta diverse migliaia di frati, alcuni
di essi missionari in Nord Africa.
Francesco non era preparato ad un così grande
successo: decide di lasciare la guida
dell’Ordine a Pietro Cattani, uno dei primi
compagni.
Rimarrà però per sempre il punto di riferimento
spirituale, anche se a volte giudicato troppo
radicale.
Un Carisma: tre Ordini
Una giovane di
Assisi, Chiara di
Offreduccio,
attratta dalla sua
predicazione,
lascia la famiglia
e si ritira a San
Damiano, in
pochissimo
tempo molte
giovani la
seguono, dando
così origine al
Secondo Ordine:
le Clarisse.
Moltissimi laici
desiderano seguire
Cristo secondo gli
insegnamenti di
Francesco ma
senza
abbandonare le
famiglie ed il
lavoro. Per loro
Francesco scrive
una Regola
speciale nel 1221,
poi approvata dal
Papa. Così nasce il
Terz’Ordine
Francescano, che
è tuttora il più
numeroso della
famiglia
Francescana.
L’incontro col Sultano
È molto significativo l’incontro che avviene tra Francesco
e il Sultano Melek-el-Kàmel.
Infatti, in quel periodo infuriavano ancora le Crociate in
Terra Santa per la riconquista dei Luoghi Sacri.
Francesco decide nel 1219 di recarsi ad Ancona, dove
salpa per Damiata, luogo dello accampamento
crociato; spera di riuscire a convincere le truppe
crociate a fermare le ostilità e ad instaurare un
dialogo pacifico, ma non vi riuscirà.
Si reca poi dai Musulmani. Dopo essere stato malmenato
assieme al suo compagno di viaggio dai soldati,
viene ammesso infine al Sultano Melek-el-Kàmel.
Egli lo ascolta con molto interesse, e Francesco dà prova
della sua fede in Cristo ai sacerdoti Musulmani; il suo
obiettivo infatti era quello di riuscire a convertire il
Sultano e i suoi sudditi, ma non riesce nell’impresa.
In segno di buona fede, Melek-el-Kàmel gli fornisce un
lasciapassare per visitare i Luoghi Sacri.
Ma soprattutto, questo episodio va visto come l’incontro e
l’armonia tra due culture diverse ed ostili, di un
piccolo passo verso la pace fra due popoli ancora in
lotta tra loro.
Francesco ama tutte le
creature, e lodando tutto il
creato vuole anche lodare
il suo Creatore, Dio.
È così che nel 1225 detta al
suo segretario il Cantico
delle Creature, un canto
con cui glorifica ogni cosa
del creato (persino la
morte) in onore di Dio.
Le Stimmate
Nel 1224 è alla Verna, in provincia di Arezzo,
ed è molto abbattuto: gli sembra di aver
sbagliato tutto e che l’Ordine stia
prendendo una strada che non condivide.
In questo momento di tristezza Francesco ha
una visione e riceve le Stimmate.
(FF 484-485)
Questo è l’estremo segno visibile della totale
somiglianza a Cristo, e la conferma di non
aver fatto errori.
Francesco mostra a pochissimi le sue
Stimmate, perché non vuole che questo
suo segreto venga divulgato a troppe
persone e che «gliene venisse una
diminuizione di grazia».
Il Transito
Francesco muore due anni più
tardi, il 3 ottobre del 1226.
Poco prima di morire, si fa
deporre a terra, nudo come
era nato.
Vuole che la sua morte sia una
festa con canti, letture, e
magari con qualche buon
dolce.
Ne è nata una tradizione: la
sera prima della festa di San
Francesco i Francescani
“festeggiano” il suo transito.
Ma perché Francesco ci sta così simpatico?
È uno che va alla radice delle cose, pronto a
dare tutto pur di realizzare il suo ideale.
È uno che ha saputo amare gli altri superando
le sue paure, scoprendo così il volto di Dio
dove non pensava di trovarlo.
È uno che ha trovato il significato della vita.
E non se lo è lasciato scappare!
E a te, perché sta simpatico
Francesco?
Scarica

San Francesco - Arcidiocesi di Gorizia