Cai Lin Lin Michela & Guidetti Emanuela presentano:
NOTE STORICHE
Già dalle origini della civiltà, l’uomo ha sentito la necessità di registrare con epigrafi, dati relativi ai fenomeni della
vita sociale.
Esistono infatti antichissimi scritti cinesi del 2300 a.C. in cui sono annotate misure di terreni e numerazione degli
abitanti; in seguito con la costituzione di Servio Tullio venne prescritto un “census” da ripetere ogni 5 anni e sono
stati ritrovati documenti contenenti dati che riguardavano l’Impero Romano.
La statistica come scienza descrittiva degli Stati nacque nel 1400, ed è una produzione di opere contenenti dati
demografici ed economici.
Questa scienza si sviluppò nel XVIII sec. con la comparsa delle tabelle comparative.
Nel XIX sec. Laplace introdusse il calcolo delle probabilità che fu poi possibile associare allo studio dei fenomeni
statistici e infine, nel XX secolo, la statistica divenne autonoma e al suo interno si formalizzò l’inferenza
statistica.
DEFINIZIONI
Si dice statistica quella scienza che ha come scopo lo studio quantitativo e qualitativo dei fenomeni collettivi.
Per studiare questi fenomeni bisogna dividere la statistica in due grandi rami: la statistica descrittiva, che si
occupa della raccolta, del riordino e della presentazione dell’analisi dei dati ottenuti dallo studio del fenomeno
collettivo, e la statistica inferenziale, che si occupa di fornire una proiezione generale sul comportamento del
fenomeno attraverso strumenti analitici.
I settori di maggiore applicazione della statistica sono:
1- la ricerca scientifica
2-le scienze demografiche e attuariali
3-le scienze economiche
4-le scienze sociali
5-le scienze per la programmazione economica e territoriale
6-la ricerca operativa
2-individuazione del
fenomeno e del
collettivo:individuare il dato
statistico (valore che sia
risultato di molte
osservazioni e che da la
misura del fenomeno in
questione) e stabilire su quali
unità si effettueranno le
osservazioni.
1-definizione degli
obiettivi: analizzare il
fenomeno da indagare e
chiarire gli obiettivi da
raggiungere.
3-rilevazione dei dati: si
stabiliscono le modalità
per eseguire la raccolta
dei dati, ad esempio
utilizzando registri,
schede e questionari.
5-elaborazione e analisi:
si utilizzano strumenti
matematici, quali il calcolo
di una media o il calcolo
dell’andamento del
fenomeno nel tempo, per
elaborare dati
FASI DELL’INDAGINE
STATISTICA
4-spoglio dei dati: si
classificano le informazioni
ottenute e si elaborano
tabelle di dati che
rappresentano l’intero
fenomeno.
6-interpretazione dei
risultati e divulgazione:
l’interpretazione dirà se sono
stati raggiunti gli obiettivi
stabiliti e la divulgazione
consentirà di valutare gli
interventi per ridurre o
aumentare il fenomeno.
Per attuare un’indagine statistica e ricavare dati statistici è necessario scegliere in modo adeguato e definire con
rigore gli elementi su cui svolgere le indagini.
UNIVERSO
Si dice unità statistica l’unità su cui si raccolgono le
informazioni.
UNITA’STATISTICHE
Per universo statistico o popolazione statistica
s’intende l’insieme delle unità statistiche.
Si considerano caratteri statistici
dell’universo, le caratteristiche comuni a
tutte le unità della popolazione.
Si dicono modalità di un carattere
statistico i modi in cui si presentano i
caratteri.
Le classi sono suddivisioni dell’universo
statistico e sono tanti gruppi omogenei
quante sono le modalità del carattere.
UNIVERSO
CLASSE
UNITA’ STATISTICHE
CLASSE
CLASSE
UNITA’ STATISTICHE UNITA’STATISTICHE
Si hanno caratteri qualitativi quando le
modalità rappresentano qualità; (colore dei
capelli, nazionalità di un individuo).
Per i caratteri qualitativi si hanno modalità
ordinate, quando l’ordine delle modalità è
definito a priori; si hanno modalità non
ordinate quando l’ordine delle modalità è
lasciato libero.
CARATTERI
QUALITATIVI
ORDINATI
NON ORDINATI
Si hanno caratteri quantitativi quando le
modalità si esprimono con quantità misurabili
e vengono rappresentate dai singoli valori o
con intervalli di valori ( età, statura, peso).
QUANTITATIVI
DISCRETI
CONTINUI
Si hanno caratteri quantitativi discreti
quando le modalità assumono solo
determinati valori; si hanno caratteri
quantitativi continui quando le modalità
possono assumere qualunque valore in un
dato intervallo
RILEVAZIONE DEI DATI
Una volta individuato l’universo statistico occorre definire il piano di
rilevazione, che consiste nell’individuazione delle risorse disponibili e del
tipo di rilevazione da eseguire.
La rilevazione può essere totale, quindi si esegue su tutte le unità
statistiche dell’universo, oppure parziale, cioè si effettua solamente su una
parte delle unità statistiche detta campione statistico.
Le rilevazioni possono anche essere preliminari o definitive e si
possono effettuare rilevazioni occasionali, periodiche o continue.
In questo caso si parla di rilevazione campionaria; il campione riduce i
tempi della rilevazione e delle fasi successive, ma deve essere scelto in
modo che sia rappresentativo dell’intera popolazione.
Le classificazioni dei dati raccolti avvengono mediante tabelle che devono
riportare tutte le modalità dei caratteri rilevati.
COSTRUZIONE DI UN
QUESTIONARIO
I questionari sono modelli di rilevazione per acquisire dati statistici; in genere sono costituiti da un insieme di domande a
risposta chiusa o aperta.
Nei questionari a risposta chiusa i dati rilevati
non presentano errori d’interpretazione e le
informazioni ottenute si possono codificare
facilmente, mentre l’esatto contrario avviene nei
questionari a risposta aperta
Nei questionari a risposta chiusa le domande
devono essere brevi, semplici e concise ;
inoltre il linguaggio dev’essere chiaro e
adatto all’intervistato.
DISTRIBUZIONI STATISTICHE
Le distribuzioni statistiche si dividono in:
1) Distribuzioni statistiche di frequenza, che si hanno quando si classifica un
universo contando le unità statistiche che hanno una data modalità.
2) Distribuzioni statistiche d’intensità, che si hanno quando alla modalità del
carattere corrispondono i valori ottenuti,espressi in unità di misura.
Il modo più comodo per rappresentare le distribuzioni statistiche sono le
tabelle che possono essere di tre tipi:
1) Tabelle semplici: rappresentano distribuzioni semplici, cioè che
riguardano un solo carattere. Sono composte da due colonne: la prima, detta
colonna madre, indica le modalità di carattere qualitativo o quantitativo,
mentre la seconda riporta le frequenze o le intensità (valori rilevati).
2) Tabelle complesse: rappresentano distribuzioni relative a più caratteri.
3) Tabelle a doppia entrata: rappresentano distribuzioni a due caratteri e sono le
più semplici tabelle complesse. Nella prima colonna, detta colonna madre, sono
indicate le modalità del primo carattere e nella prima riga, detta testata, le
modalità del secondo carattere; al centro della tabella vi sono le frequenze delle
coppie di modalità. I tatoli di ogni riga o colonna, dette distribuzioni marginali,
sono i valori riassuntivi del fenomeno.
Quando si considera la
distribuzione statistica di
un carattere qualitativo, si
determina la mutabile
statistica associata, cioè
l’insieme delle modalità
osservate e delle frequenze
a loro associate.
Quando si considera la
distribuzione statistica di un
carattere quantitativo, si
determina la variabile
statistica (o aleatoria)
associata, cioè l’insieme dei
valori osservati e delle
frequenze a loro associate.
Si dicono serie le tabelle che raccolgono i caratteri qualitativi, ossia che
contengono mutabili statistiche. Si dicono seriazioni le tabelle che
raccolgono i caratteri quantitativi, ossia le variabili statiche.
Possiamo distinguere le serie in tre gruppi:
1) Serie storiche, che rilevano l’evoluzione del fenomeno nel tempo.
2) Serie geografiche, che raccolgono dati relativi a diverse zone.
3) Serie sconnesse, che sono tutte le tabelle che presentano in prima colonna
modalità con ordinamento di tipo alfabetico, o di tipo scelto da chi costruisce
la tabella.
THE END
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distribuzioni statistiche