Materiale in consultazione utilizzato nel
corso delle lezioni
19 marzo 2007
IL RISCHIO NELLA
SOCIETÀ CONTEMPORANEA
Cerchiamo di ricostruire le tappe
che hanno gradualmente condotto
a quella che è stata chiamata
«società del rischio».
Da Hiroshima,
prima grande manifestazione
della potenza distruttiva della tecnologia,
alle questioni oggi sul tappeto
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18 marzo 2008
I campi problematici
Il rischio tecnologico
Impatti generati dalla produzione e dall’uso di
tecnologie.
Tali impatti sono studiati nei loro effetti negativi sulle
persone (lavoratori occupati nell'attività produttiva o
consumatori di prodotti), sulle attività economiche,
sull’ambiente.
Si tratta di un filone di studi a forte impronta
ingegneristica, sviluppatosi soprattutto a partire dalla
fine della seconda guerra mondiale, che pone enfasi
sulle ricerche finalizzate a stabilire l'affidabilità degli
impianti e a garantire condizioni di sicurezza a chi li
usa.
I campi problematici
Il rischio sociosanitario
Studi su cause, dinamica epidemiologica,
conseguenze individuali e sociali di fenomeni
patologici che mettono in pericolo possibilità di
sopravvivenza, salute, integrità fisica e/o psichica
di intere popolazioni o di particolari categorie di
soggetti (in relazione a caratteristiche di questi,
quali l’età, il sesso, le condizioni ambientali di
vita, le attività svolte ecc.).
Questa tradizione ha conosciuto un imponente
sviluppo nel XX secolo, concentrandosi
sull’analisi dei rischi connessi alle grandi
manifestazioni patologiche, tra cui, in modo
particolare, i tumori.
I campi problematici
Il rischio sociale
Studi sui rischi che minacciano coesione
sociale, qualità della vita di individui,
popolazioni o gruppi, possibilità di
sopravvivenza, come conseguenza di
particolari aspetti dell’organizzazione sociale
(relativi, ad esempio, al funzionamento del
sistema economico o politico, delle strutture
familiari e relazionali, del sistema
socioculturale), che favoriscono l’insorgenza
di varie forme di "patologia sociale": dalla
disoccupazione alla povertà, dalla criminalità
all'emarginazione.
I campi problematici
Il rischio ambientale
Studi in cui l'attenzione è posta sui possibili
effetti dannosi che colpiscono popolazioni
umane e sistemi ambientali in cui esse si
collocano.
Le cause del danno possono essere catastrofi
naturali o effetti di specifici processi di
trasformazione dell'ambiente ad opera
dell'uomo (realizzazione di opere o progetti,
svolgimento di particolari attività).
Area di studio interdisciplinare: assume una
funzione essenziale la collaborazione tra
ambiti scientifici (ingegneria, scienze
naturali, scienze giuridiche, scienze sociali).
Alcuni quesiti da cui partire
Ci troviamo davvero in un mondo più rischioso rispetto a un passato
non lontano?
Ci sono veramente più rischi o semplicemente se ne parla di più, ne
siamo più consapevoli?
Come incidono i rischi sulla nostra vita e, più in generale, sull’assetto
della società contemporanea?
Cosa possiamo fare al riguardo?
Le origini della “Società del rischio”
Hiroshima
L’evento primario che ha segnato una
svolta epocale nella percezione collettiva
della scienza e della tecnologia è stato
Hiroshima:
- potenza sviluppata dalla scienza
- capacità della tecnologia di operare a un
livello paragonabile, se non superiore, a
quello delle forze della natura
- capacità dell’uomo di alterare
significativamente l’ambiente.
Le origini della “Società del rischio”
Si constata :
- ambivalenza di questo potere
- piegarsi della tecnologia a differenti intenzioni e interpretazioni
(natura “politica” della tecnica).
In quel momento, possiamo dire, scienza e tecnologia perdono
definitivamente la loro innocenza verso l'umanità e la natura.
La relazione tra
rischio ambientale e società
La prima fase - Gli anni ‘50 e ‘60
Il nucleare desta le maggiori preoccupazioni.
1949: L’Unione Sovietica fa esplodere la prima bomba atomica.
1951: Gli Stati Uniti lanciano il loro programma di test nucleari,
seguiti da Urss, Gran Bretagna e Francia.
1954: I test divengono oggetto di preoccupazione pubblica; una
bomba all'idrogeno fatta esplodere nell'atollo di Bikini, nel Pacifico
occidentale, provoca una nube radioattiva molto più grande del
previsto, che investe le isole Marshall. I membri di un peschereccio
giapponese, la Lucky Dragon, restano seriamente contaminati.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Non solo nucleare, anche
grandi petroliere.
1967: la Torrey Canyon
urta una scogliera al largo
dell’Inghilterra e versa
118.000 tonnellate di
petrolio.
1969: lo scoppio di una
piattaforma al largo della
California provoca
analoghe conseguenze.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Nucleare
Incidenti petroliere
Inquinamento atmosferico
Inquinamento delle acque
I disagi e le patologie che ne derivano divengono sempre più spesso
oggetto di dibattito, non di rado di conflitto a fronte dei dinieghi dei
responsabili.
La relazione tra
rischio ambientale e società
A sollevare l’attenzione pubblica verso i rischi ambientali offrono un
contributo non trascurabile i libri.
Alcuni di essi esercitano un’influenza notevole, creano prospettive
comuni, terreni di incontro tra l'opinione pubblica e gli esperti.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Nel 1962 Rachel Carson,
con la pubblicazione di
Primavera Silenziosa
(Silent Spring), denuncia
i danni per l'ambiente
e la salute derivanti
dall'uso di pesticidi
come il Ddt.
Il libro solleva la
questione dei rischi
a lungo termine,
più insidiosi degli
incidenti
in quanto nascosti
agli occhi dei più.
Uscito negli Usa e tradotto rapidamente in 15 lingue, il libro suscita un ampio
dibattito, contribuendo per esempio a far sì che negli anni successivi diversi paesi
introducano restrizioni nell'uso di alcuni pesticidi.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Negli anni ‘60 l’ambientalismo si trasforma radicalmente.
Il conservazionismo elitario delle prime associazioni, formate da
esigue elite interessate a preservare paesaggi, piante, animali di
particolare valore estetico o rarità viene scavalcato da un
ambientalismo di massa che si orienta con decisione verso i temi del
rischio ambientale.
La base dei movimenti è costituita in buona parte dalle giovani classi
medie emergenti (istruite, occupate nei servizi e nelle professioni),
interessate all’affermazione di valori (libertà, pace, eguaglianza,
identità individuale), modelli culturali e stili di vita «post-materialisti»
in cui l’ambiente occupa un posto sempre più di rilievo.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Gli anni ‘60 vedono anche l’avvio delle iniziative internazionali: da
un lato vi sono le iniziative scientifiche, dall’altro quelle politiche.
I due generi di iniziativa sono legati. Gli accordi sono sovente
preparati e favoriti dal formarsi di «comunità epistemiche» che,
rispetto a un determinato problema, definiscono la prospettiva
scientifica dominante per un certo periodo.
Le grandi conferenze per l’ambiente rappresentano quindi momenti di
incontro e fusione tra queste due componenti dell’azione
internazionale.
La relazione tra
rischio ambientale e società
La risposta istituzionale a queste prime crisi ecologiche si inscrive nel
solco della visione tradizionale della modernizzazione,
riaffermandone anzi i cardini scientifici ed economici:
- i problemi derivano da momentanee défaillances, disfunzioni locali
dell’apparato tecnologico e produttivo
- è lo stesso apparato a possedere i mezzi per intervenire rapidamente e
con efficacia, rimettendo le cose a posto.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Da questo approccio tecnocratico - pienamente aderente all’idea
tradizionale di modernizzazione - deriva:
- la sottovalutazione di alcune questioni
- l’impreparazione a far fronte agli imprevisti
- la tendenza a negare l’esistenza di problemi e responsabilità
- la propensione a tacciare di allarmismo chi solleva le questioni e a
ritenere ingiustificata la preoccupazione pubblica.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Si osserva in definitiva:
- uno scarso peso politico, economico e sociale dei soggetti e delle
comunità coinvolte
- una risonanza mondiale degli eventi, prodotto da effetti imprevisti di
azioni deliberate
- una certa reticenza delle autorità (o delle industrie)
- un difficile accertamento dei fatti e delle responsabilità.
La relazione tra
rischio ambientale e società
La gestione del rischio è dunque dominata da una prospettiva
ingegneristica.
Si specificano, per esempio, i possibili malfunzionamenti di una
macchina e si cerca di determinare le condizioni che garantiscono una
soglia sufficientemente bassa di probabilità del verificarsi di un evento
dannoso.
La relazione tra
rischio ambientale e società
La seconda fase - Gli anni ’70: i limiti dello sviluppo
• Cambiamento nel “clima” sociale: ascesa nuovi movimenti di protesta.
• Crisi organizzazione industriale fordista: accresciuta competizione
internazionale, mutamento nella domanda di consumi, disponibilità di
tecnologie che promettono maggiore flessibilità e meno manodopera.
• Crisi energetica del 1973 conseguente all’embargo petrolifero dei
produttori arabi.
• Crisi dei sistemi di sicurezza sociale che hanno garantito a quote sempre
maggiori di cittadini condizioni di vita sempre più favorevoli (istruzione,
pensione, assistenza sanitaria).
• Sovrappopolamento
La relazione tra
rischio ambientale e società
Sulla base di questi elementi generali si delinea la critica al modello della crescita
illimitata.
L’inquinamento e il rapido esaurimento delle risorse energetiche rendono imminente
quel disastro che un eccessivo ottimismo tecnologico rifiuta di prendere in
considerazione.
I limiti allo sviluppo non sono solo fisici, ma anche sociali.
L’espansione indiscriminata dei consumi e dei servizi non può essere sostenuta
indefinitamente:
- le risorse a disposizione non sono sufficienti
- molti beni naturali (come una spiaggia) e sociali (come un titolo di studio), offrono
benefici decrescenti al crescere del numero di persone che ne fruiscono.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Il tema “ambientale” evolve.
Nel 1972 a Stoccolma si svolge, sotto l’egida delle Nazioni Unite, la
prima Conferenza mondiale sull’ambiente.
Nel 1973 la Comunità Europea avvia ufficialmente una propria
politica ambientale.
La crisi energetica orienta l'opinione pubblica e il movimento
ambientalista verso il tema delle fonti alternative.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Questa evoluzione è
accompagnata da una
serie di incidenti:
Nel 1976 a Seveso, nei
pressi di Milano, da un
impianto chimico si
verifica una pericolosa
fuga di diossina.
La relazione tra
rischio ambientale e società
1978 – Si verifica un
incidente in una centrale
nucleare in Pennsylvania
(USA).
1979 – Gli abitanti di Love
Canal, non lontano dalle
cascate del Niagara,
vengono trasferiti dopo aver
scoperto di vivere sopra una
discarica di pesticidi.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Inizia in questo periodo a farsi strada la consapevolezza che, per
ridurre la diffusa conflittualità e sfiducia che circonda la gestione dei
rischi:
- Non basta una «comunicazione del rischio» unidirezionale
- Non basta esporre «come stanno le cose» dal punto di vista tecnico
- Occorre dedicare attenzione specifica alle variabili che incidono sulla
costruzione soggettiva del rischio, alle interpretazioni, preferenze,
abitudini comportamentali degli attori coinvolti.
Si rivela quindi quantomeno opportuno basarsi su “tecniche
persuasive”, mutuate dalla pubblicità e dalle pubbliche relazioni.
La relazione tra
rischio ambientale e società
La terza fase - Gli anni ‘80
Questa fase si distingue dalla precedente sotto vari profili:
- Le società industriali riacquistano fiducia nella crescita
- Le politiche ambientali vengono ripensate
- I movimenti si avvicinano alle istituzioni
- I partiti verdi scendono alle ribalte parlamentari.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Quindi, prima di tutto l’industria. La recessione degli anni ‘70, l’incremento della
competizione internazionale, le politiche restrittive seguite alla crisi energetica
spingono l’industria a una profonda ristrutturazione.
La parola d’ordine diventa flessibilità:
- nella tecnologia, con il crescente impiego della programmazione al computer
- nelle relazioni tra aziende e fornitori, con l’ascesa del modello giapponese del
just in time e la conseguente riduzione degli stock di magazzino
- nell’organizzazione del lavoro, con la formazione continua del personale e la
riduzione dei dipendenti a favore del lavoro autonomo e dei sub-contraenti.
Questa trasformazione post-fordista pone quindi l’accento sull’innovazione, sui
contenuti tecnologici dei processi e dei prodotti.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Questo periodo si può definire, dal
punto di vista ambientale,
di «modernizzazione ecologica»
in sintonia con il mutato contesto
socio-economico
di riacquistata fiducia nella crescita.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Crescita economica e tutela ambientale, è questo il duplice obiettivo
che può essere perseguito sviluppando un’innovazione mirata
all'efficienza:
- I materiali più inquinanti possono essere rimpiazzati da altri più «ecologici»
- I processi produttivi possono essere resi più efficienti (riciclaggio rifiuti, ecc.)
La risposta ai problemi ambientali non sta in un rallentamento della
crescita, ma in un processo di ulteriore modernizzazione industriale
che faccia leva sul mercato e sull’internalizzazione della responsabilità
ecologica da parte delle organizzazioni produttive.
La relazione tra
rischio ambientale e società
L'idea di sviluppo sostenibile (equilibrio tra tutela dell’ambiente e
crescita economica) trova la sua consacrazione nel «Rapporto
Brundtland», prodotto da una commissione istituita dalle Nazioni
Unite per studiare la relazione tra ambiente e sviluppo.
L’idea centrale è che la protezione dell’ambiente rappresenta una precondizione per lo sviluppo economico, sviluppo che deve essere
perseguito in modo tale da non pregiudicare la disponibilità delle
risorse ambientali per le generazioni future.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Al crescere del benessere economico e con l’espansione del terziario e delle
professioni intellettuali, cresce anche la domanda di natura e l'interesse per la
qualità della vita.
Dal 1983 al 1987 il Wwf italiano passa da 30.000 a 110.000 iscritti, la Lega per
l’Ambiente, nata nel 1980, passa nello stesso periodo da 15.000 a 30.000 aderenti.
Si costituiscono le prime Liste verdi, che salgono alla ribalta in vari paesi europei.
Alla fine del decennio i Verdi sono presenti come partito in 15 paesi europei.
In Italia, nel 1986, viene istituito il Ministero dell’Ambiente e introdotta la
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), richiesta da una direttiva
europea di poco anteriore.
Alle organizzazioni ecologiste viene riconosciuto un ruolo istituzionale:
consultate di frequente, possono agire in giudizio in difesa degli interessi dei
cittadini.
La relazione tra
rischio ambientale e società
La quarta fase - Gli anni ’90: la società del rischio
La quadratura del cerchio si mostra più difficile del previsto, il
comportamento degli attori economici e politici si discosta
sensibilmente dalle previsioni teoriche.
Le politiche orientate all’innovazione tecnologica e all’efficienza
produttiva hanno sì ridotto in vari settori l’impatto ambientale di
ciascuna unità prodotta, ma questi risultati sono stati vanificati dalla
crescita della produzione e dei consumi.
Gli investimenti nelle tecnologie «pulite» rimangono prevalentemente
limitati alle grandi aziende operanti in settori ad alta visibilità.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Tale declino si lega
anche ai nuovi
problemi che
iniziano ad attirare
l’attenzione
dell’opinione
pubblica attorno al
1990
Il cambiamento
del clima
La relazione tra
rischio ambientale e società
Il buco nella
fascia dell’ozono
La relazione tra
rischio ambientale e società
La perdita
della
biodiversità
La relazione tra
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L’ingegneria
genetica
La relazione tra
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L’inquinamento
elettromagnetico
La relazione tra
rischio ambientale e società
La gestione
delle scorie
radioattive
La relazione tra
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Mucche (BSE)
Pecore (DOLLY)
Polli (AVIARIA)
La relazione tra
rischio ambientale e società
Quali elementi accomunano i nuovi rischi?
La relazione tra
rischio ambientale e società
Tali questioni sono accomunate da:
1. l’elevata incertezza che le circonda (cause e dinamiche evolutive
dei processi)
2. l’incertezza sulle conseguenze delle soluzioni individuate
3. il carattere transnazionale e globale dei problemi.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Società del rischio
Ulrich Beck ridefinisce il modo di guardare le questioni tecnologiche e
ambientali.
Riconduce l’emergere della società del rischio al cuore del
funzionamento della società e della scienza moderna.
Nella società del rischio il conflitto sulla distribuzione di beni e risorse
si trasforma nel conflitto sulla distribuzione di «mali»: le vecchie
disuguaglianze perdono di significato, si creano nuove linee di frattura
sociale.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Ogni azione volta a ridurre i rischi crea nuovi
problemi, ogni atto in ogni campo è oggetto di
riflessione, critica, valutazione, da parte di chi lo
compie e di un numero crescente di interlocutori.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Chernobyl e altro …
A dimostrare tutto questo è il
brusco risveglio del mondo
nel cuore della società del
rischio:
si verifica un incidente nella
centrale nucleare di
Chernobyl, a 80 chilometri
da Kiev, in Ucraina.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Muoiono circa 30
persone; 200 subiscono
gravi contaminazioni
radioattive, diverse di esse
nell'impresa eroica di
coprire il reattore con un
sarcofago di cemento.
Circa 135.000 persone
devono essere evacuate
dalla zona.
La relazione tra
rischio ambientale e società
La notizia dell'incidente
e del viaggio della nube
radioattiva attraverso
l’Europa (in Italia sono
le regioni del nord-est a
essere le più esposte)
desta grandi
preoccupazioni.
La relazione tra
rischio ambientale e società
Le incertezze sulla valutazione dell’entità della contaminazione e sui
suoi effetti offrono all’opinione pubblica l’evidenza lampante di
quanto altre vicende avevano già indicato
Scienziati ed
esperti si mostrano
impreparati a
controllare una
catastrofe nucleare
Sono poi incapaci di
offrire interpretazioni
convergenti dei fatti,
dati non
contraddittori, letture
non legate a posizioni
di parte e petizioni di
principio
L’immagine pubblica della scienza, quella di un sapere certo e
affidabile, subisce un duro colpo.
La relazione tra
rischio ambientale e società
I “nuovi rischi” (a partire da Chernobyl):
- scontano una profonda incertezza scientifica
- hanno a che fare con ciò che almeno una parte dell'opinione pubblica
percepisce come alterazione di un ordine naturale (la diffusione
della Bse deriva dalla somministrazione a ovini e bovini di alimenti di
origine animale)
- mettono in crisi il regime giuridico e il sistema degli scambi
comunitari
- sollevano pressanti questioni di vigilanza sulla ricerca scientifica e
le sue applicazioni.
La relazione tra
rischio ambientale e società
L’apparire di questi limiti,
di zone oscure alla conoscenza scientifica,
porta alla ribalta il «principio precauzionale»:
L’assenza di certezza scientifica non può ritardare
l'adozione delle misure che sarebbero giudicate necessarie
se la certezza fosse raggiunta.
Conclusioni
Il rapporto tra società e rischio ambientale si è modificato, nell’arco di alcuni
decenni, in misura rilevante.
I temi ambientali acquisiscono un posto stabile nelle agende dei governi e
degli enti sovranazionali, pur tra gli alti e bassi determinati dalle congiunture
economiche e da quella che è stata spesso definita «cultura dell’emergenza».
Salgono alla ribalta rischi di nuovo genere, in parte per l’evoluzione
tecnologica, in parte perché è cambiato il modo in cui guardiamo alla scienza,
alla tecnologia, alla natura, a noi stessi; il modo in cui definiamo i nostri
obiettivi, valori, desideri.
Il sapere scientifico si fa più incerto e frammentario, il confronto tra le diverse
visioni dei problemi più acceso.
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Rischio ambientale - Parte A