Gesù e i malati psichici:
rapporto umano e naturale
«Mi scherniscono quelli che mi
vedono, storcono le labbra,
scuotono il capo»
Mc 5, 1-20
Chi sono i malati psichici?
Chi sono i malati psichici?
«Appena Gesù fu smontato dalla barca, gli venne
subito incontro dai sepolcri un uomo posseduto
da uno spirito immondo, il quale aveva nei
sepolcri la sua dimora; nessuno poteva più
tenerlo legato neppure con una catena»
QUANDO di fronte ad una persona pensiamo
che sia “malata”?
Come decidiamo il NORMALE e il
PATOLOGICO?
• Normalità = concetto che risente di tante
variabili: la cultura, il modo di pensare, le
circostanze e le interpretazioni soggettive
• NON E’ SEMPRE FACILE DEFINIRE I LIMITI DI
NORMALE E PATOLOGICO
• Una persona può non essere consapevole
della sua malattia...
COME FARE?
CONCETTO DI NORMALITA’
LIBERTA’: ogni malattia, sia fisica che psichica è
una perdita di libertà, è una limitazione; Ma
chi è veramente libero?
“la libertà di un individuo finisce dove comincia
la libertà dell’altro” J.J.Rousseau
ADATTAMENTO: capacità di adattarsi alla realtà
esterna altrimenti distorta e condizionata dal
disturbo stesso. Ma realmente è normale chi
si adatta incondizionatamente a tutto? Chi
non si ribella mai? E chi è ribelle esprimendo
valori etici giusti è patologico?
…
PIACERE PERSONALE: soddisfare le nostre
esigenze, il nostro equilibrio interno, stare
bene non NOI. Se accettassimo questo criterio
totalmente non potremmo mai intervenire in
caso ci accorgessimo che una persona è in
pericolo di vita e non è consapevole!!
Lo psicopatico agisce assecondando i propri
istinti: noi abbiamo il dovere di curare il suo
disturbo, di non togliergli la dignità di essere
umano.
Cos’è normale?
È difficile stabilire il concetto di NORMALITA’
cerchiamo l’assoluto, vorremmo dei criteri standard
ai quali affidarci, ma CIO’ NON E’ POSSIBILE.
Ogni criterio citato deve essere relativizzato, ci deve
aiutare a capire se ci troviamo di fronte ad una
patologia.
ABBIAMO ESEMPI DI QUALCUNO CHE
RITENIAMO “NORMALE” PERCHE’ RISPETTA OGNI
CRITERIO?
Spesso togliamo speranza alle persone che sono
diverse da noi, ci sentiamo superiori e li
emarginiamo
…
• ”Poiché spesso era stato legato con ceppi e
con catene, ma le catene erano state da lui
rotte, e i ceppi spezzati, e nessuno aveva la
forza di domarlo. Di continuo, notte e giorno,
andava tra i sepolcri e su per i monti, urlando
e percotendosi con delle pietre”.
Quest’uomo non è riconosciuto come tale
e viene legato ed incatenato, NEGANDO
IL SUO DIRITTO AD ESISTERE! C’è
disperazione in lui, non si riconosce più
come essere umano … la disperazione
della malattia psichica.
“nessuno era riuscito a domarlo”
• Quest’uomo è trattato come un animale, la
gente ne prende distanza e ha paura, si
difende emarginandolo, allontanandolo dalla
città, mandandolo nel sepolcro in cui ogni
speranza muore, quest’uomo è come se
FOSSE MORTO!!!
L’uomo che nel vangelo era descritto come posseduto
da uno spirito immondo non era altro che un uomo
affetto da schizofrenia o epilessia o una grave
patologia psichica.
Malattie queste, sconosciute all’epoca e che
destavano paura ed incomprensione
• Schizofrenia: mente divisa (scissione)
• Epilessia: “sono preso, sono colpito da qualcosa”
Schizofrenia
Il termine schizofrenia significa
letteralmente “mente divisa”
E’ una malattia cronica, grave e invalidante
• Le persone con questo disturbo possono sentire delle
voci che gli altri non sentono, possono credere che gli
altri leggano le loro menti, controllino i loro pensieri o
che complottino per far loro del male
• l’individuo crede all’esistenza di forze estranee che
dirigono i pensieri, o che i suoi pensieri siano così
potenti da influenzare eventi e persone
• I pazienti colpiti possono dire cose senza senso,
possono stare sedute per ore senza muoversi o parlare;
a volte sembrano perfettamente normali fin quando
non cominciano a parlare di ciò a cui stanno realmente
pensando.
• Assumono posizioni bizzarre, periodi di eccitamento,
mutismo, smorfie, risa senza fondamento
…
Molte persone affette hanno difficoltà a
conservare il proprio posto di lavoro o a
prendersi cura di se stessi, e per questo
devono fare affidamento su altri che
possano aiutarli.
Epilessia
Disturbo neurologico e psichico dovuto ad una
lesione o iperattività dell’attività elettrica
cerebrale. L’aura è il segnale che può
preannunciare una crisi epilettica e può
portare:
• Cambi d’umore
• Momenti di forte ansia
• Agitazione ed irrequietezza
• Crampi allo stomaco
Epilessia
• Disturbo psichico: perdita di coscienza totale o
parziale in cui il soggetto resta in piedi ma è
confuso, manifesta deja-vù, crisi allucinatorie,
coazione a ripetere come rituali ossessivicompulsivi, crisi depressive.
• Disturbo neurologico: crisi tonico-cloniche
muscolari (tremori classici dell’epilessia)
-AMNESIA
Epilessia
• La persona affetta da epilessia è
emotivamente FRUSTRATA, INFELICE!!
La sua vita è limitata, non può guidare, non può
fare determinati lavori; il suo male è
imprevedibile, può manifestarsi in qualsiasi
momento senza la sua volontà, la malattia lo
limita e lo mette in imbarazzo … proviamo a
metterci nei suoi panni: come ci
sentiremmo???
“Quando vide Gesù da lontano, corse, gli si
prostrò davanti e a gran voce disse: «Che c'è fra
me e te, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Io ti
scongiuro, in nome di Dio, di non tormentarmi”
• Il malato psichico è una persona che chiede
aiuto, vede nell’altro una mano per
riconoscersi di nuovo persona
• Il malato psichico chiede attenzione ma non
compassione, non è in grado di contrastare da
solo il suo disturbo e alcune volte è aggressivo
Dobbiamo avere paura?
I malati psichici sono violenti?
• I soggetti con schizofrenia non sono in genere
violenti, infatti la maggior parte dei crimini non
sono commessi da persone con schizofrenia.
Tuttavia alcuni sintomi sono associati a violenza,
come le manie di persecuzione.
L’ abuso di sostanze può anche incrementare la
probabilità che una persona diventi violenta: se
un soggetto con schizofrenia diventa violento, la
violenza è di solito diretta ai familiari e tende a
manifestarsi in casa .
• Il rischio di violenza tra soggetti con schizofrenia è
basso
“Vennero da Gesù e videro l'indemoniato
seduto, vestito e sano di mente, lui che
aveva avuto la legione; e s'impaurirono”
Un trattamento adeguato aiuta ad alleviare
molti sintomi; la maggior parte delle persone
schizofreniche avvertono i sintomi della
malattia per tutta la vita, tuttavia molti
possono condurre una vita gratificante e
soddisfacente in comunità e poi a casa.
La casa; luogo di speranza
”Com'egli saliva sulla barca, l'uomo che era
stato indemoniato lo pregava di poter stare
con lui. Gesù non glielo permise, ma gli disse:
«Va' a casa tua dai tuoi, e racconta loro le
grandi cose che il Signore ti ha fatte, e come
ha avuto pietà di te»”.
..
• “Gesù, infatti, gli diceva: «Spirito immondo,
esci da quest'uomo!» Gesù gli domandò:
«Qual è il tuo nome?» Egli rispose: «Il mio
nome è Legione perché siamo molti». E lo
pregava con insistenza che non li mandasse
via dal paese”.
Gesù riesce a distinguere ciò che è l’uomo e ciò
che è la sua malattia, compie una distinzione,
gli rivolge la parola ed entra in RELAZIONE
Rapporto umano e naturale:
La relazione
La relazione che cura
• La relazione è il primo atto terapeutico per
cercare di curare il paziente psichiatrico
• La relazione aiuta il paziente e l’uomo ad
uscire dalla SOLITUDINE della sua malattia
• La relazione dice all’altro :“ci sono anch’io non
sei solo”
La relazione che si costruisce tra un paziente
ed un terapeuta è veramente qualcosa di
meraviglioso
• Ogni relazione che noi abbiamo, (anche quella
analitica), è una relazione d'amore, in questa
relazione ci siamo noi e che l'altro
• Gli psicoterapeuti possono essere molto
preparati perché conoscono la teoria in modo
impeccabile, ma se non mettono amore in ciò
che fanno, non mettono le basi per costruire
quella relazione che cura.
…
• La cura è essere vicini ma differenziati, per
avere la possibilità di accompagnare la
persona nel suo viaggio verso la risalita
• La relazione terapeutica è un incontro, un
contatto, uno stringersi insieme per aiutare
l'altro a sciogliere la propria corazza, a trovare
il proprio movimento
• Questa continua attenzione e questa
costante comunicazione tra l'io e il tu, traccia
la strada da seguire, quella migliore per chi
viene a chiedere aiuto.
Rapporto curante
• Empatia
• Colloquio
Riabilitazione:
Per aiutare la persona a ritrovare sé stesso e ad
incontrare l’altro, per fargli ritrovare il suo
benessere e per la sua crescita personale
Riabilitare per ridare dignità
Prendersi cura della persona:
Nella sua unicità, complessità e soggettività
Per non trascurare le sue necessità, per dare
importanza delle sue relazioni sociali
Per dare possibilità di migliorare la qualità della
vita
“Quelli che avevano visto raccontarono loro ciò
che era avvenuto all'indemoniato ...”
Si cerca di far ri-acquisire alla persona con
disturbo psichico, un ottimale livello di
funzionamento
delle capacità precedentemente possedute e
di aiutarlo sia ad affrontare e gestire problemi
concreti della quotidianità sia ad acquisire
capacità sociali, relazionali, professionali per
poter progettare il futuro.
• Altro compito di nostra competenza, come
operatori del benessere, è quello di creare un
ambiente accogliente e supportivo, un
contesto dove avvalorare i piccoli gesti e le
azioni portate a termine con successo dai
pazienti; uno spazio rassicurante dove gli
utenti possano sperimentare sicurezza,
sostegno e speranza per raggiungere un
sufficiente grado di autonomia e possano
accedere al diritto a un lavoro e a una casa.
• Gli obiettivi sono e saranno sempre realistici,
concreti, personalizzati, senza smanie di
onnipotenza o potere salvifico, ma con la
speranza di credere che, alla fine del "viaggio"
intrapreso, si possa assistere al miglioramento
fisico, mentale e sociale della condizione di
vita della persona e al raggiungimento di
traguardi che, inizialmente, sembravano
impossibili. E così tra limiti e previsioni la
riabilitazione traccia il suo percorso, attraverso
dinamiche di cambiamento e adattamento.
“Ed egli se ne andò e cominciò a proclamare
nella Decapoli le grandi cose che Gesù aveva
fatte per lui. E tutti si meravigliavano”
• Il miracolo che suscita meraviglia:La vera
riabilitazione deve attraversare la vita
quotidiana, un buon clima familiare, una casa,
un lavoro e uno spazio personale nell'universo
del sociale.
• Noi Psicologi non dobbiamo dimenticare che
stiamo lavorando con persone e non con
diagnosi, con uomini e donne e non con casi
clinici e con soggetti
…
• «la diversità non va negata, perché solo
riconoscendola e dotando chi la esprime
di strumenti per godere delle stesse
opportunità concesse a tutti, si può
evitare di utilizzarla per escludere e per
emarginare» (Carozza P., 2006).
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