Etruschi
Ogni espressione artistica è connessa ad esigenze religiose.
L’uomo etrusco si sente subire un destino ignoto e non può far altro
che assecondare il volere degli dei cercando di propiziarsene la
benevolenza.
Gli dei sono intesi come esseri imperscrutabili potenzialmente ostili
all’uomo.
Il mondo sotterraneo dei morti, popolato da tremende divinità
infernali.
Una tomba decorosa offre un minimo di riparo da tali divinità
tremende
La religione diventa il mezzo per interpretare la volontà degli dei e
per compiacerli
La classe dei sacerdoti potente e stimata praticava la “divinazione”:
sapevano interpretare i segni degli dei attraverso l’osservazione dei
fulmini e lo studio delle viscere degli animali sacrificati
primi villaggi etruschi: capanne in legno, argilla e paglia con pianta quadrata o
rettangolare e tetto a due spioventi
la collocazione geografica non è mai casuale (conseguente a precise scelte di
carattere economico e strategico).
Ogni città viene fondata solo dopo che i sacerdoti ne abbiano ricevuto il
preventivo assenso divino.
Tracciati i due assi principali (cardo e decumano) fra loro perpendicolari e
quindi il perimetro (solitamente quadrangolare), si formano così quattro settori
a loro volta ripartiti in insulae (in latino, isole) mediante un reticolo di strade il
più possibile ortogonali.
Le abitazioni a partire dal VI secolo a.C. sono in mattoni e non più in legno e
fango.
Rigorosa impostazione urbanistica ripresa dai Greci, sostituendo alle
motivazioni geometriche e proporzionali dei primi quelle magico-religiose
caratteristiche della propria cultura. In seguito anche i Romani adotteranno
impostazioni urbanistiche simili.
Le mura difensive impiegano pietra calcarea o tufo. Pietre sagomate a forma di
parallelepipedo.
L’ingresso alle città etrusche attraverso quattro porte aperte nelle
mura di cinta, in corrispondenza delle intersezioni con il cardo e con il
decumano. A partire dal IV secolo a.C. tali porte vengono realizzate
con strutture ad arco, secondo una tecnica costruttiva che, se nota
agli stessi Greci, non fu da loro quasi mai applicata.
Ogni città etrusca è una città-stato governata da un re e dotata di
una propria autonomia politica, militare e legislativa. L’insieme delle
varie città non costituisce uno stato unitario (anzi, spesso sono in
lotta tra loro).
Dell’architettura religiosa etrusca restano scarse tracce.
I templi etruschi non si sono conservati anche perché costruiti con materiali
deperibili (colonne e tetto in legno, pareti in mattoni, decorazioni in terracotta).
Mentre il tempio greco si evolve con l’evolversi della civiltà e della cultura, quello
etrusco non ha uno sviluppo nel tempo
II tempio etrusco non è mai considerato come la casa terrena di un dio, ma
piuttosto un luogo a lui consacrato ove recarsi al fine di interrogarlo, pregarlo e
onorarlo.
Gli etruschi privilegiano l’architettura funeraria.
Le tombe etrusche sono, fin dagli inizi, in pietra, dunque, si sono
conservate in molti casi fino ad oggi.
La tomba assume tutte le caratteristiche che aveva la casa, della
quale ricalca forma e dimensioni. Come la casa deve contenere
cibi, bevande, utensili, volti amici, arredi e quant’altro necessario
per fornire allo spirito del defunto generi di conforto per
sopravvivere in eterno. Per ovviare al buio della tomba le pareti
erano vivacemente decorate.
Generalmente le tombe etrusche sono riunite in apposite necropoli
(città dei morti) poste fuori dalla cinta muraria delle città dei vivi, ma
come queste orientate e ordinate, ove possibile, secondo assi viari tra
loro perpendicolari.
Necropoli di Cerveteri
Tre grandi categorie:
- costruzioni ipogee
- costruzioni a tumulo
- costruzioni ad edicola
scavate completamente
sotto terra (tombe a
camera) o nel fianco d’una
parete rocciosa.
Tombe a tumulo:
una volta costruite vengono ricoperte da
un tumulo di terra
formando una collinetta artificiale
I tumuli, a pianta generalmente circolare,
sono sostenuti da strutture di vario tipo
appoggiate a una struttura cilindrica
detta tamburo.
Tale tamburo può essere parzialmente
fuori terra e realizzato mediante blocchi
squadrati di tufo o ricavato scavando il
terreno roccioso.
Le più antiche sono composte di un’unica e vasta camera circolare.
Accesso attraverso un’interruzione del tamburo esterno di contenimento,
da qui si accede ad un dromos (corridoio) discendente che immette nella
camera sepolcrale (quasi sempre a pianta quadrata o rettangolare).
Tutte le pareti della camera e i pilastri sono coperti da rilievi molto realistici
che rappresentano, in grandezza naturale, gli utensili casalinghi per ricostruire
intorno al defunto il suo ambiente domestico
Tombe a tumulo
Tombe ad edicola:
costruite esclusivamente
fuori terra
rarità nel panorama
dell’architettura funeraria
etrusca.
Realizzate interamente in
pietra, sono quasi sempre di
piccole dimensioni ad un
unica camera.
Chiamate tombe ad edicola
(dal greco tempietto) perché
assomigliano ad un piccolo
tempio.
Ricordano anche le antiche
abitazioni etrusche.
Tomba a edicola di Populonia
(risalente al VI secolo a.C.)
Pittura
Essenzialmente funeraria.
Scene di funerali accompagnate da banchetti, danze, canti e giochi...
testimoniano aspetti di vita quotidiana.
Tecnica pittorica: affresco (già conosciuta dai greci e soprattutto a
Creta, ma non dagli egizi).
Colori di origine minerale (terre e rocce polverizzate) stese puri o
miscelati con pennelli a setole animali.
Si tracciava prima un contorno poi lo si riempiva solitamente a
campiture omogenee ed in casi molto rari con un minimo di senso di
volume dato attraverso tocchi di chiaroscuro.
Pittura non con finalità realistiche,
segue piuttosto schemi ripetitivi:
es. figura maschile scura e figura
femminile più chiara, volti di
profilo ed occhio frontale (tipo
egizi) ecc...
Scarso senso delle proporzioni. Gli
esecutori sono da intendersi come
artigiani e non come artisti.
Affreschi realizzati per i defunti,
servono a rischiarare il buio della
tomba (come sostituzione della
luce del giorno, dunque della vita).
Così come l’architettura, anche la
pittura non ha evoluzione e resta
sempre uguale.
Particolare della “Tomba delle Leonesse”
di Tarquinia
Tra gli esempi più antichi i
“canopi”: vasi in terracotta
destinati a contenere ceneri dei
defunti (alti tra i 50 ed i 150 cm).
Forma antropomorfa (coperchio a
forma di testa umana ed i manici
simulano le braccia).
Solitamente in terracotta possono
essere anche in bronzo o misti
(vaso in bronzo e testa in
terracotta).
I volti semplificati richiamano
quelli della statuaria greca
arcaica.
A partire dal VI secolo a.C.
sarcofagi scolpiti in pietra
o modellati in terracotta.
Parte inferiore a forma di
parallelepipedo cavo (detta
arca) ed un coperchio.
L’arca è solitamente liscia,
successivamente anche
decorata a bassorilievo
(figure mitologiche, scene di
caccia, giochi e banchetti
funebri).
Il coperchio imita un triclinio
(panca su cui ci si sdraia
con il busto eretto per
banchettare). Spesso marito
e moglie sul coperchio per
ricreare ambiente
famigliare.
“Sarcofago degli Sposi” risalente
alla fine del VI secolo a.C.
rinvenuto a Cerveteri (Museo di
Etrusco di Villa Giulia a Roma)
Sarcofago di Larthia Seianti proveniente da Chiusi
(Museo Archeologico di Firenze)
Escultura etrusca de figura reclinada sobre
sarcófago (jacente), 150-120 a.C.
Lupa capitolina
bronzo V secolo a.C.
(i gemelli sotto di lei sono stati
aggiunti nel XV secolo d.C.)
Chimera
Bronzo raffigurante la Chimera risalente alla meta del V secolo a.C.
(Museo Archeologico di Firenze)
Arringatore
I secolo a.C. ritratto in
bronzo a grandezza naturale
di un patrizio (esempio di
epoca tarda con un certo
realismo) non è
proporzionato come nell’arte
greca (testa piccola) si mira
più all’effetto generale che al
realismo dei dettagli.
Apollo di Veio
dello scultore Vulca
statua in terracotta policroma a grandezza
naturale forse faceva parte degli acroteri di
un tempio.
Complesso panneggio, attenzione
all’acconciatura dei capelli, sostegno
centrale che sorregge la statua finemente
lavorato.
Scultura etrusca: non mira a perfezione,
proporzione ed armonia.
(Museo etrusco di Villa Giulia a Roma)
Il tempio etrusco ha pianta
rettangolare, è collocato su un alto
podio accessibile attraverso un’unica,
ripida scalinata frontale. Tempio divisa
in due zone: una posteriore, coperta,
con tre celle uguali (in ognuna una
statua di una diversa divinità) ed una
anteriore porticata.
Le colonne nella parte anteriore
(pronao) sono sempre otto (due file
parallele di quattro colonne ciascuna).
Spesso policrome, le colonne
richiamano un po’ l’ordine dorico greco,
ma qui sono lignee, quasi sempre prive
di scanalature.
Pochi i motivi decorativi, tra questi gli
acroteri (solitamente in terracotta
dipinta)
Arco di Volterra
Particolare di un’urna risalente al III secolo a.C.
rinvenuta a Volterra (Museo Archeologico di Firenze)
Tomba etrusca
tomba dei bassorilievi necropoli della Banditaccia, Cerveteri
tomba dei capitelli necropoli della Banditaccia, Cerveteri
tomba dell'alcova necropoli della Banditaccia, Cerveteri
rovine di una villa Vulci
marzabotto
Museo Nazionale Etrisco di Marzabotto
Marzabotto - Acropoli: altare
Marzabotto - L'ingresso orientale della città e, sullo sfondo, la necropoli est
Marzabotto - Area urbana: incrocio stradale
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Etruschi - Liceo Statale C. Montanari