Il Diabete Mellito Concetta Irace Università degli Studi Magna Græcia Catanzaro Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica Diabete Mellito E’ una malattia metabolica ad eziologia multifattoriale caratterizzata da iperglicemia cronica. L’iperglicemia è conseguenza o di una ridotta secrezione insulinica, di una sua ridotta azione o di entrambe Proiezioni globali per l’epidemia di diabete : 2000–2025 26.5 32.9 24% 14.2 17.5 23% 9.4 14.1 50% 15.6 22.5 44% Totale 2000 = 151 milioni 2010 = 221 milioni 2025 = 300 milioni 84.5 132.3 57% 1.0 1.3 33% Metabolismo del glucosio Il glucosio è un’importante fonte energetica per il nostro organismo. Alcuni organi vitali, quali ad esempio il cervello, dipendono esclusivamente da esso per il loro fabbisogno energetico. Bassi livelli di glucosio nel sangue (ipoglicemia), anche di breve durata, possono causare gravi danni al SNC. Il pancreas produce Insulina Trasporto del glucosio Metabolismo del glucosio • Organi bersaglio dell’azione insulinica sono: – Fegato – Tessuto muscolare – Tessuto adiposo Metabolismo del glucosio Fase post-prandiale Glucosio Glicemia Insulina Metabolismo del glucosio Fase post-prandiale Digiuno Glicemia Glucagone Diabete Mellito • Classificazione – Tipo 1 • Immuno-mediato • Idiopatico – Tipo 2 – Altri tipi specifici – Diabete Mellito Gestazionale Diabete Mellito Criteri diagnostici 1. Sintomi riferibili al diabete + glicemia random ≥ 200 mg/dl o 2. Glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl* o 3. Glicemia a due ore (OGTT) ≥ 200 mg/dl *I criteri devono essere confermati in due giorni differenti Diabete Mellito Criteri diagnostici • Alterata glicemia a digiuno (IFG) – Glicemia ≥ 110 ma < 126 mg/dl • Ridotta tolleranza ai carboidrati (IGT) – Glicemia ≥ 140 ma < 200 mg/dl, due ore dopo carico orale di glucosio Criteri WHO Diabete mellito Sintomatologia • Le principali manifestazioni cliniche del Diabete Mellito sono: – – – – – Poliuria Polidipsia Calo ponderale Polifagia Perdita dell’acuità visiva Diabete mellito Classificazione • Il Diabete Mellito di tipo 1: – Generalmente si manifesta nell’infanzia o nell’adolescenza, ma può presentarsi a qualsiasi età (anche dopo i 70 anni) – I pazienti raramente sono obesi – È frequente la presenza di altre patologie autoimmuni (m. di Graves, tiroidite di Hashimoto, m. di Addison, vitiligine, anemia perniciosa) Diabete mellito Classificazione • Il Diabete Mellito di tipo 2°: – È la forma più frequente di diabete – È in genere caratterizzata da resistenza all’azione dell’insulina, cui si associa un difetto relativo della sua secrezione – È frequentemente associato ad obesità, la quale contribuisce ad aumentare la insulino-resistenza Diabete mellito Classificazione • Il Diabete Mellito Gestazionale (GDM): – È definito come qualunque grado di intolleranza al glucosio che compaia o venga individuata durante la gravidanza – Non è escluso, quindi, che la intolleranza possa essere preesistente alla gravidanza ed essere semplicemente “scoperta” nel corso di essa COMPLICANZE A LUNGO TERMINE DEL DIABETE MELLITO Macroangiopatia 1. Malattia coronarica: Angina Pectoris, IMA 2. Malattia cerebrovascolare: TIA, Ictus 3. Malattia vascolare periferica: Arteriopatia Obliterante degli arti inferiori Microangiopatia 1. Retinopatia 2. Nefropatia 3. Neuropatia Diabete Retinopatia Background (acuità visiva normale) Microaneurismi Emorragie Essudati duri Retinopatia proliferante Ridotta acuità visiva per emorragia vitreale distacco di retina trazionale chiusura capillare neovascolarizzazione Maculopatia Ridotta acuità visiva per edema maculare essudati duri ischemia Retinopatia diabetica Retinopatia diabetica di sfondo. Aneurismi. Emorragie. Edema intraretinico. Noduli cotonosi. Retinopatia diabetica proliferante con Emorragie ed essudati. La neuropatia diabetica Neuropatia diabetica • È forse la più frequente, ma meno studiata, complicanza del diabete mellito • Rappresenta la conseguenza di un danno delle fibre nervose • La sintomatologia dipende dal tipo di fibra nervosa danneggiata – Motoria → Debolezza muscolare – Sensitiva → Ipo- anestesia (ma anche parestesie, bruciori, dolori) – Autonomica → Perdita di funzione (digestiva, vescicale, erettile, cardiovascolare) Neuropatie focali Paralisi del III nervo cranico: oculomotore • Strabismo esterno • Midriasi (m sfintere della pupilla) • Ptosi palpebrale (m elevatore della Palpebra) Neuropatia autonomica • Può interessare i seguenti distretti: – Arti inferiori – Tratto genito-urinario -Artropatia neuropatica – – (piede di Charcot) Tratto gastro-enterico -Disfunzioni vescicalicrampi, -Senso di tensione, pelle secca, prurito, edema, -Eiaculazione retrograda Apparato cardio-vascolare -Gastroparesi (nausea, vomito, alterazioni della sudorazione -Disfunzione erettile -Alterazioni ossee che senso di sazietà precoce) -Dispareunia predispongono alla frattura -Intolleranza all’esercizio -Diarrea -Ipotensione posturale -Stipsi La nefropatia diabetica Modifiche nella nefropatia • Ispessimento della membrana basale glomerulare insieme ad un ispessimento del mesangio • Inizialmente si ha microalbuminuria, ossia perdita di piccole quantità di albumina con le urine (30-300 mg/die) • Successivamente compare franca proteinuria, che in genere si associa ad un costante declino della funzione renale IL PIEDE DIABETICO Il Piede di Charcot È una complicanza del diabete poco compresa e spesso tralasciata che vede coinvolte tutte le strutture del piede. Viene classificata come osteoartropatia neuropatica Piede di Charcot Le ulcere neuropatiche • Danni al piede di un paziente diabetico. • Diversi fattori fisiopatologici e patogenetici: – Perdita delle sensibilità protettive. – Conflitti con la calzatura. – Deformità del piede. – Aumentato carico pressorio. – Alterazioni della biomeccanica del passo. La Terapia del Diabete Terapia Medica Nutrizionale Attività Fisica Diabete mellito Dieta • Linee guida per una sana alimentazione del paziente diabetico – Ridurre l’apporto energetico in presenza di sovrappeso – Limitare il consumo di colesterolo e di grassi, in particolare quelli di origine animale – Tra i grassi preferire quelli di origine vegetale, ricchi in mono- e poliinsaturi – Incrementare il consumo di alimenti ricchi in fibre vegetali (40 g/die), specie frutta, verdura e legumi Diabete mellito Dieta • Linee guida per una sana alimentazione del paziente diabetico – Non eccedere nel consumo di proteine animali – Tra gli alimenti ricchi in amido, preferire quelli a basso indice glicemico (pasta, riso parboiled) – Limitare il consumo di saccarosio – Tra i dolcificanti preferire quelli acalorici – Moderare il consumo di sale (< 6 g/die) – Moderare il consumo di alcol Diabete mellito Esercizio fisico • L’esercizio fisico continuativo: – Migliora la risposta cardio-respiratoria allo sforzo – Aumenta la massa magra e, di conseguenza, la forza muscolare – Migliora la flessibilità articolare – Aumenta la sensibilità all’insulina e la tolleranza ai carboidrati, favorendo la traslocazione dei GLUT4 con meccanismo insulino-indipendente Diabete mellito Esercizio fisico • L’esercizio fisico continuativo: – Migliora il profilo lipidico – Aumenta la fibrinolisi e riduce la fibrinogenemia – Riduce la progressiva perdita di osso che si verifica con l’età – Aumenta il senso di benessere psico-fisico – Migliora l’adattamento allo stress Diabete mellito La glicazione dell’emoglobina è forse il processo più noto. L’emoglobina contenuta nei globuli rossi va incontro, attraverso i 120 giorni di vita dell’eritrocita, ad un processo di glicazione che è direttamente proporzionale ai livelli di glicemia. Per tale motivo i livelli di emoglobina glicosilata (HBA1c) costituiscono un buon indice di controllo glicemico a lungo termine del paziente diabetico. Prodotti di Glicazione • HbA1c <5% Soggetto sano • HbA1c< 7% Soggetto diabetico Obiettivi del controllo glicemico American Diabetes Association [1] International Diabetes Federation [2] American College of Clinical Endocrinologists HbA1c (%) < 7.0 ≤ 6.5 ≤ 6.5 Glicemia a digiuno/preprandiale (mg/dl) 80-120 mg/dl 4.4-6.7 mmol/l < 100 mg/dl < 5.6 mmol/l < 110 mg/dl < 7.8 mmol/l Glicemia postprandiale 2ª ora (mg/dl) – < 135 mg/dl < 7.5 mmol/l < 140 mg/dl < 7.8 mmol/l [1] [3] Diabetes Care 1999; 22 (suppl. 1): S1-S114. [2] Diabetic Medicine 1999; 16: 716-730. [3] Endocrine Pract 2002; 8 (suppl. 1): 5-11. Sindrome di Alstrom • Malattia genetica caratterizzata da disturbi visivi ed uditivi con esordio precoce nell’infanzia. Diabete ed obesità sono spesso associati • Retinite pigmentosa, sordità nervosa, insulinoresistenza, acanthosis nigricans, ipogonadismo, iperlipidemia Incidenza del diabete 0-20 anni 1 persona su 1000 21-41 anni 1 persona su 150 41-50 anni 1 persona su 20 51-60 anni 1 persona su 15 61-70 anni 1 persona su 10 > 70 anni 1 persona su 6 Neuropatia diabetica Patogenesi • Degenerazione delle fibre nervose • Alterazioni dei vasi che apportano sangue alle fibre nervose Anatomia topografica • Topograficamente il piede si distingue in: tarso, metatarso e falangi. • Il tarso; comprende l’astragalo ed il calcagno, lo scafoide, il cuboide e le tre ossa cuneiformi. Tutte sono ossa brevi. • Il metatarso sono cinque piccole ossa lunghe. • Le falangi sono piccole ossa lunghe. Anatomia topografica • Il sistema piede è una struttura estremamente complessa, costituita da: – ossa, articolazioni, muscoli, legamenti, arterie, vene e nervi. L’artropatia di Charcot • Aumento della temperatura all’estremità • Gonfiore • Arrossamento • Talvolta dolore