ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE ‘’Giustino Fortunato’’
Rionero in Vulture
CERTAMEN GIUSTINO FORTUNATO
EUROPA MEZZOGIORNO MEDITERRANEO
Le GUIDE TURISTICHE dei LICEI di RIONERO
Presentano
Sulle orme… dell’ interCultura
L’ Ospitalità albanese
L'Albania ha una cultura incredibilmente ospitale che trae origine dalle
proprie tradizioni particolari di cortesia. Esse sono strettamente connesse
al concetto di ospitalità, un concetto simile a quello del cliente sacro da
Omero alla letteratura classica. Molte tradizioni albanesi di ospitalità
provengono dal Kanun, Codice di diritto counsuetudinario di origine
arcaiche che pone al centro della società, non l’individuo, ma la famiglia).
All’ ospite si deve il massimo rispetto e gli viene offerto il posto di
capotavola. La famiglia offre il meglio che ha, di solito vino e raki (grappa)
fatti in casa.
Nella tradizione albanese è consuetudine stringere la mano quando ci si incontra,
e, in molti casi, ci si bacia sulle guance in genere quattro volte.
Una curiosità… gli albanesi al contrario degli italiani scuotendo la testa da
sinistra a destra dicono di "si" e scuotendo la testa su e giù dicono di "no”
L'Egitto misterioso
Vaste aree dell'Egitto sono coperte dalle sabbie del Sahara e sono disabitate.
Perché siamo così affascinati dal deserto? Il deserto, come il mare, è un simbolo.
Come tutti i simboli unisce: è male e bene allo stesso tempo, pericolo di perdersi
e di morire ma, anche, occasione di ritrovarsi. Come ogni simbolo, rimanda a un
significato che muta con il mutare della percezione di ognuno di noi. Per i Tuareg è
l’occasione di ritrovare la propria anima. Un antico detto Tuareg recita: “Dio ha
creato paesi ricchi d’acqua perché gli uomini ci vivano, i deserti perché vi trovino la
propria anima”.
Sahara in arabo significa nulla ma il deserto del Sahara è un nulla in movimento,
per via del vento che spazza le dune, è un nulla colorato, per il mutare della luce
che si riflette sulla sabbia e sulle formazioni rocciose, è un nulla vario
nell’alternarsi dei diversi paesaggi, è un deserto abitato da serpenti e scorpioni,
coleotteri e lucertole e poi ratti canguro, volpi del deserto (fennec), gazzelle
(dorcas)…ma anche dall’uomo che lo coltiva nelle oasi. Oasi è una parola greca
che deriva dall’egiziano. La parola era già usata nell’Antico Regno come toponimo
ad indicare una località specifica, l’attuale oasi di Dakhla.
La Cultura ungherese
Petőfi Sándor (1823-1849)
"La libertà, l'amore!
Sol ha di questi due sete il mio cuore,
All'amore io sacrifico la vita,
Ed alla libertà dono l'amore.’’
Petőfi Sándor è il più famoso poeta dell'epoca del Risorgimento ungherese
ed è il più conosciuto e tradotto poeta in tutto il mondo. Lui è considerato il
"Tirteo della rivoluzione ungherese" del 1948-49, poeta dell'amore e della
libertà.
Re Mattia e il pastore che non mentiva mai
Il re di un paese vicino andò in visita dal re
Mattia. Si salutarono come vecchi amici.
L'altro re disse a Mattia: - Ho sentito che
hai una pecora dalla pelliccia d'oro. - È vero
- disse Mattia - Tra le mie pecore ce n'è una
dalla pelliccia d'oro, e il pastore non ha mai
detto una bugia .Disse l'altro re:- Beh,
vedrai che la bugia la dirà.- Non è possibile
- insistette Mattia, - lui proprio non mente
mai. - Invece te lo dimostrerò, perché gli
metterò una trappola, che lo farò mentire
per forza. - Ed io scommetto metà del mio
paese, che non mentirà. - Ci sto anch'io disse il re straniero.
Il re del paese vicino si recò dal
pastore.
- Dammi la pecora dalla pelliccia d'oro;
in cambio ti darò sei cavalli con
carrozza.
- Non posso proprio - rispose il
pastore - re Mattia mi impiccherebbe .
Il re insisteva e prometteva ancora più
soldi, ma niente da fare, il pastore non
cedeva. Allora il re, triste, tornò a casa
sua, dove lo aspettava sua figlia.
La ragazza gli disse:
- Non ti preoccupare, padre, ci vado io
da quel pastore con tante monete
d'oro, che lo convincerò di sicuro!
Infatti, andò dal pastore con un piccolo baule pieno d'oro
e con una bottiglia di vino, ma egli le disse che non gli
servivano i soldi. La ragazza insistette e gli fece bere del
vino. Il vino fece un tale effetto che il pastore acconsentì a
dare la pecora alla ragazza, solo se lo avesse sposato
subito. La ragazza acconsentì . Allora disse al pastore: Scanna la pecora e mangia la carne: mi serve solo la sua
pelliccia! Così fu. La ragazza portò a casa la pelliccia tutta
contenta. Il padre era molto soddisfatto.
Venne la mattina, il pastore era molto triste e non sapeva come dire al re
che la pecora non c’era più. Andò al castello. Là, alla tavola di re Mattia,
c'era anche l'altro re e sua figlia. Mattia già conosceva la storia, ed era
curioso di sapere cosa avrebbe detto il pastore. - Che novità c'è nella
fattoria? - chiese Mattia. - Solamente che ho cambiato la pecora dalla
pelliccia d'oro con una bella pecora nera. -Rispose il pastore - E portala
qua, quella pecora! - Sta là seduta proprio tra voi - rispose . – Evviva! disse il re al pastore, - non hai mentito, perciò ti darò le terre che ho
vinto con la scommessa. - Beh, io ti do in sposa mia figlia, - disse l'altro
re. Così il pastore divenne re.
La Musica greca
La musica greca ha origini leggendarie, che risalgono ai poemi omerici; infatti sia
nell'Iliade che nell'Odissea, molti canti erano accompagnati dalla danza ed eseguiti
al suono della cetra. Inizialmente, la musica aveva due aspetti: la musica nazionale,
serena e semplice, caratterizzata dal suono della lira e quella esotica, denominata
musica dionisiaca dal suono del flauto, inneggiante l'ebrezza, l'esaltazione
passionale ed orgiastica.
La musica greca moderna si distingue, invece, in folkloristica e neo-ellenica.
Risente del l'influsso del cristianesimo e delle invasioni barbariche, si ispira
alle gesta avventurose dei Bizantini ed al loro desiderio di libertà. Con i
primi contatti con il mondo occidentale , la musica compie ulteriori e
notevoli sviluppi rimanendo, però, spesso conforme allo stile, al ritmo e alla
melodia di origine popolare e bizantina.
I maggiori esponenti dell'ultimo secolo sono Kalomiris, che mostra influssi
occidentali, Lavrangos, Chatzidàkis e Theodoràkis, artista di fama mondiale ed
autore della colonna sonora del film "Zorbas il Greco" (1965).
La Famiglia senegalese
La famiglia rappresenta l’essenza della società senegalese, può essere
definita un nucleo famigliare allargato, composto da numerose persone
imparentate tra loro: il marito, uno o più mogli, i figli, nonni, zii, cugini…. Le
famiglie possono essere composte da una ventina di persone che risiedono
tutte nello stesso posto con legami parentali molto più stretti rispetto all’
Occidente. Esistono regole di convivenza e gerarchie precise che devono
essere rispettate da tutti e che si possono percepire nell’ordine usato per
servire il cibo.
Gli anziani sono gli individui più importanti della famiglia, vengono interpellati per
le decisioni importanti e per i consigli, questo vale sia per gli uomini che per le
donne. In tutte le famiglie senegalesi il peso della tradizione è forte e si ritiene
che l’anziano è colui che permette il perpetrarsi dei valori e dei costumi
tradizionali. Per molte popolazioni locali gli anziani si occupano dell’educazione
dei bambini e degli adolescenti, trasmettendo alle generazioni più giovani i valori
e i costumi della tradizione. Un anziano non può mai essere contraddetto.
Traccia sonora PIZZICA LAURA BOCCADAMO
www.youtube.com
Tutte le ricerche sono state fatte sul web
Hanno partecipato le classi 4^A,5^A,4^B,5^B,5^C,II^C con
le Guide Turistiche:
Maria Pia Asquino
Fabiana Guerrieri
Maria Antonietta Capobianco
Mariapia D’Anghela
Morena Fasanella
Gabriella Maddalena
Valeria Pinto
Donatella Civiello
Filomena Limone
Anna Pia Turtora
Renata Posa
Virginia Valenti
Adalgisa Pellegrino
Ilenia Viggiano
La presentazione in Power Point è stata realizzata da
Donatella Civiello
Consulente tecnico per la traccia sonora
Ferdinando Sonnessa
Il gruppo di ricerca è stato coordinato
dalla prof. di Pedagogia
Grazia Maria Monti
Scarica

ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE **Giustino Fortunato