19.00
Lettera 36
Al nome
di Gesù Cristo crocifisso e di Maria
dolce
Carissimi figliuoli in Cristo dolce Gesù.
Io Catarina, serva e schiava dei servi di Gesù
Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo;
con desiderio di vedervi figliuoli obbedienti
fino alla morte,
imparando dall'Agnello immacolato che fu
obbediente al Padre fino all'obbrobriosa
morte della Croce.
Pensate che egli è via e regola, la quale voi e ogni
creatura dovete osservare.
Voglio che ve lo poniate per obietto dinanzi agli occhi
della mente vostra.
Guardate quanto egli è obbediente, questo Verbo!
Egli non schifa la fatica che egli sostiene per il gran
peso che gli è posto dal Padre;
anzi corre con grandissimo desiderio.
Questo manifestò nella cena del Giovedì Santo,
quando disse:
«Con desiderio ho desiderato di far Pasqua con voi,
prima ch'io muoia».
Cioè, intendeva di fare la Pasqua, d'adempire la
volontà del Padre e l'obbedienza sua:
e però, vedendosi quasi consumato il tempo
(vedevasi nell'ultimo, che egli doveva fare
sacrificio del corpo suo al Padre per noi)
gode ed esulta, e con letizia dice: «Con desiderio io
ho desiderato».
Questa era la Pasqua che egli diceva, cioè di dare
sé medesimo in cibo, e per obbedienza del Padre
fare sacrificio del corpo suo.
Che dell'altre pasque del mangiare coi discepoli
suoi, spesse volte l'aveva fatta, ma non mai
questa.
Oh inestimabile dolcissima e ardentissima carità! tu
non pensi delle tue pene, né della obbrobriosa
morte tua:
che se tu vi pensassi, non andresti con tanta letizia,
e non la chiameresti pasqua.
Pensate, figliuoli miei, che questo dolce Agnello è
un’aquila vera, che non guarda la terra della sua
umanità;
ma ferma l'occhio solo nella ruota del sole, nel
Padre eterno;
che in sé medesimo vede che la volontà sua è
questa, che noi siamo santificati in lui.
Questa santificazione non si può avere, per il
peccato del nostro primo padre Adam.
Si conviene dunque che ci sia un mezzo, e si ponga
cosa che questa volontà di Dio si possa adempire.
Vede il Verbo ch'egli ha posto lui, e gli ha data per
sposa l'umana generazione;
comandato gli ha per obbedienza che egli ci ponga
in mezzo il sangue suo,
acciocché la sua volontà s'adempia in noi, sì che nel
sangue siamo santificati.
Or questa è la dolce pasqua che questo Agnello
immacolato piglia;
e con grandissimo affetto e desiderio insieme
adempie la volontà del Padre in noi, e osserva e
compie la sua obbedienza.
Oh dolce amore inestimabile, tu hai unita e
conformata la creatura col Creatore.
Hai fatto come si fa della pietra che si conforma
colla pietra, acciocché venendo il vento... non
vuole che sia impedita;
vi mette la calcina viva intrisa coll'acqua.
Tu, Verbo Incarnato, hai fondato questa pietra della
creatura; l’hai innestata nel suo Creatore;
ci hai messo in mezzo il sangue intriso nella calcina
viva della divina essenza per l'unione che hai fatta
nella natura umana;
hai provveduto a molti venti contrari di forti battaglie
e tentazioni,
e molte pene e tormenti che ci sono dati dal dimonio,
dalla creatura, e dalla carne propria,
che tutti ci sono contrari e percuotono l'anima nostra.
Vedo te, dolce prima Verità, che per il Sangue che
ci hai posto in mezzo, questo muro è di tanta
fortezza, che nessun vento contrario lo può dare
a terra.
Adunque bene ha materia, dolcissimo Amore,
d'amare la creatura solo te, e di non temere per
nessuna illusione che venisse.
Così vi prego, figliuoli miei dolci in Cristo dolce
Gesù, che non temiate mai,
confidandovi nel sangue di Cristo crocifisso;
né per movimenti e illusioni dissolvete;
né per timore che venisse di non potere
perseverare;
né per paura della pena che vi paresse in sostenere
l'obbedienza e l'Ordine vostro,
né per veruna cosa che potesse avvenire non
temete mai.
Conservate pure in voi la buona e santa volontà,
quella che è signore di questo muro,
che col piccone del libero arbitrio lo può disfare e
conservare,
secondo che piace al Signore della buona
volontà.
Adunque non voglio che giammai temiate: ogni
timore servile sia tolto da voi.
Direte col dolce e innamorato di Paolo,
rispondendo alla tiepidezza del cuore, e alle
illusioni delle dimonia:
«Porta oggi, anima mia.
Per Cristo crocifisso ogni cosa potrò; perché, per
desiderio e amore, è in me chi mi conforta».
Amate, amate, amate.
Inebriatevi nel sangue di questo dolce Agnello,
che fatta v'ha forte la rocca dell'anima vostra,
l'ha tratta dalla servitù del tiranno perverso
dimonio;
e ve l’ha data libera e donna, che veruno è che gli
possa togliere la signoria, se ella non vuole.
E questa ha dato ad ogni creatura.
Ma io m'avvedo che la divina Provvidenza v'ha
posti in una navicella,
acciocché non veniate meno nel mare tempestoso
di questa tenebrosa vita;
cioè la santa e vera religione.
La quale navicella è menata col giogo della santa
e vera obbedienza.
Pensate quanta è la grazia che Dio v'ha fatta,
conoscendo la debolezza delle braccia vostre.
Ché chi è nel secolo, naviga in questo mare sopra le
braccia sue;
ma colui che è nella santa religione, naviga sopra le
braccia d'altrui.
Se egli è vero obbediente, non ha a rendere ragione
di sé medesimo;
ma ha a rendere l'Ordine; che egli ha osservata
l'obbedienza del prelato suo.
A questo m'avvedrò, che voi seguirete l'Agnello
svenato, se sarete obbedienti.
Già v'ho detto, che io voglio che impariate dal dolce
e buono Gesù,
che fu obbediente fino alla morte,
adempì la volontà del Padre e l'obbedienza sua:
così vuole Dio che facciate voi;
che voi adempiate la volontà sua,
osservando l'Ordine vostro,
ponendovela per specchio.
Innanzi eleggere la morte,
che trapassare mai l'obbedienza del prelato.
Guardate già, che se mai veruno caso venisse (e
Dio, per la sua pietà, lo levi) che il prelato
comandasse cose che fossero fuori di Dio;
a questo non dovete, né voglio anch'io che
obbediate mai;
perché non si deve obbedire la creatura fuori del
Creatore.
Ma in ogni altra cosa vogliate sempre obbedire.
Non mirate a vostra consolazione né spirituale né
temporale.
Questo vi dico perché alcuna volta il dimonio ci fa
vedere sotto colore di virtù e di più devozione.
Vorremmo i luoghi e tempi a nostro modo, dicendo:
«nel cotale tempo e luogo io ho più consolazione
e pace dell'anima mia».
L'obbedienza alcuna volta non vorrà. Dico ch'io
voglio, e dovete seguire più tosto l'obbedienza
che le vostre consolazioni.
Pensate che questo è un inganno occulto che tocca
a tutti i servi di Dio; che sotto specie di più servire
a Dio, essi disservono Dio.
Sapete che sola la volontà è quella che disserve e
serve.
Se tu, religioso, hai volontà, il dimonio non te la
mostra colle cose grosse di fuori;
che già l'hai abbandonate, avendo lasciato il
secolo:
ma egli te la pone dentro colle spirituali, dicendo:
«egli mi pare avere più pace e più stare in amore
di Dio, starmi nel tale luogo, e non nell'altro».
E per avere questo, egli resiste all'obbedienza: e se
pure gliela conviene fare, la fa con pena. Sicché,
volendo la pace, egli si toglie la pace.
Meglio è dunque a togliere la propria volontà, e non
pensare di sé niente; solo di vedere in sé
compire la volontà di Dio e dell'Ordine santo, e
compire l'obbedienza del suo Prelato.
Son certa che sarete aquilini, che imparerete
dall'aquila vera.
Così fanno gli uomini del mondo che si partono
dalla volontà del loro Creatore:
quando Dio permette a loro alcuna tribolazione e
persecuzioni, dicono:
«Io non le vorrei; non tanto per la pena, quanto mi
pare che siano cagioni di partirmi da Dio».
Ma sono ingannati: che quella è falsa passione
sensitiva;
che colla illusione del dimonio schifano la pena, e più
temono la pena che l'offesa.
Sicché con ogni generazione usa questo inganno.
Ci conviene dunque annegare questa volontà nostra.
I secolari obbedienti osservano i comandamenti di
Dio;
e i religiosi osservano i comandamenti e i consigli,
come hanno promesso alla santa Religione.
Orsù, figliuoli miei! Obbedienti fino alla morte colle
vere e reali virtù.
Pensate, che tanto quanto sarete umili, tanto sarete
obbedienti;
che dalla obbedienza nasce la vena dell'umiltà, e
dall'umiltà l'obbedienza;
le quali escono dal condotto dell'ardentissima
carità.
Questo condotto della carità trarrete dal costato di
Cristo crocifisso.
Ivi voglio che la procacciate a questo modo per
luogo e abitazione.
Sapete che il religioso che è fuori della cella, è
morto, come il pesce che è fuori dell'acqua.
E però vi dico la cella del costato di Cristo,
dove troverete il conoscimento di voi e della
sua bontà.
Or vi levate con grandissimo e acceso desiderio;
andate, entrate e state in questa dolce
abitazione;
e non sarà dimonio né creatura che vi possa
togliere la Grazia,
né impedire che voi non giungiate al termine vostro
a vedere e gustare Dio.
Altro non dico.
Gesù dolce
Gesù amore
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