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A Matteo
Lettera 48
Con desiderio di
vedervi con vero e
perfettissimo lume
Al nome
di Gesù Cristo crocifisso e di Maria
dolce
Carissimo fratello e figliuolo in Cristo dolce Gesù.
Io Catarina, serva e schiava dei servi di Gesù
Cristo, scrivo a voi, con desiderio di vedervi con
vero e perfettissimo lume,
nel quale lume conosciate e vediate la verità.
La quale verità è quella cosa che ci libera: cioè, che
conoscendola, l'amiamo:
ed amandola, ci libera dalla servitù del peccato
mortale.
Che verità è questa la quale ci conviene
conoscere?
È una verità partorita dall'amore ineffabile di Dio;
alla quale verità dobbiamo rendere il debito
dell'amore e dell'odio.
In che modo?
In questo: che noi conosciamo il sommo ed
eterno Bene,
e l'amore ineffabile col quale Dio ci creò
all’immagine e similitudine sua.
E ci creò per questa verità, perché noi gustassimo
il suo sommo ed eterno bene,
ed acciò che rendessimo gloria e lode al nome
suo.
E per compire questa verità in noi, ci donò il Verbo
del suo Figliuolo,
e nel sangue suo ci creò a Grazia.
A questo conoscimento dobbiamo venire,
esercitandolo con grandissima
sollecitudine: ma a questo non possiamo
venire senza il lume; e il lume non
possiamo avere con la nuvola dell'amore
proprio di noi.
Il quale amore offusca l'occhio dell'intelletto, che
non lo lascia conoscere né discernere la verità;
ma la bugia vede in verità, e la verità in bugia;
le cose transitorie reputa ferme e di grande
consolazione;
e elle vengono tutte meno, siccome il fiore, il
quale, poi ch'è colto, subito perde la bellezza
sua.
Onore, ricchezze, stato, delizie, tutte passano
come il vento: ogni cosa si è mutabile;
onde dalla sanità veniamo alla infermità, dalla
ricchezza alla povertà, e dalla vita alla morte.
E l'uomo, matto amatore di sé medesimo, come
cieco, giudica tutto il contrario, e così tiene.
E chi manifesta ch'egli lo tenga?
Il disordinato amore ed affetto ch'egli ha a sé e al
mondo.
Tutto gli avviene perché egli ha perduto il lume:
che se egli avesse lume in verità, terrebbe che Dio
è sommamente buono, un bene incomprensibile
e inestimabile;
che nessuno è che lo possa stimare, ma solo esso
medesimo si comprende e stima.
Egli è somma ed eterna ricchezza: egli è giusto e
pietoso medico, che dà a noi le medicine
necessarie alle nostre infermità.
Così dice il glorioso Paolo: «Quando l’umana
generazione giaceva inferma, venne il gran
medico del mondo, e sanò le nostre infermità».
Sicché a ognuno le dà secondo che bisogna alle
piaghe nostre, col fuoco della divina carità.
Alcuna volta ci trae sangue, cioè levandoci quelle
cose che sono nocive alla nostra salute e sono
un mezzo tra Dio e noi.
Onde ad alcuni toglie i figliuoli, ad altri la sostanza
temporale, ad altri la sanità, e ad alcuni lo stato
del mondo, percuotendoci con le molte
tribolazioni.
E questo non fa per odio, ma per singolare amore:
ci priva dei diletti vani della terra, per darci
pienamente i beni del cielo.
Egli è benigno ed eterno giudice;
e, siccome giusto signore, ad ognuno rende il debito
suo: onde ogni bene è remunerato, e ogni colpa
punita.
E con la forza santa che faremo alla nostra perversa
volontà e con la violenza, acquisteremo le vere e
reali virtù;
e sarà remunerata la fatica nostra di beni immortali.
Con questo lume si conosce la verità inverso del
mondo, il quale non ha in sé fermezza né stabilità
veruna.
Invano s'affatica colui che tutto il suo tempo ha
speso e spende nel mondo, facendosi Dio dei
figliuoli e delle ricchezze; e non s'avvede che
tutte gli danno morte, privandolo della vita della
Grazia;
e non pare che sappia che Dio ha permesso che il
disordinato amore sia incomportabile a sé
medesimo: onde in questa vita gusta l'arra
dell'inferno, solo perché non ha conosciuta la
verità per la privazione del lume.
Adunque voglio, carissimo figliuolo, che non
dormiamo più,
ma con grande sollecitudine ci destiamo dal
sonno,
levando la nuvola dell'amore proprio di noi
dell'occhio dell'intelletto nostro.
E facendo così, compire in voi la volontà di Dio e il
desiderio mio.
Che, considerando me che senza lume non
possiamo conoscere la verità,
ho desiderio di vedere in voi lume vero; acciocché
perfettamente conosciate la verità;
il qual lume e verità vi faranno costante e
perseverante in quello che avete cominciato con
un santo e vero desiderio.
Non mi ci mettete spazio di tempo,
perché non siete sicuro d'averne;
ma in tutto senza timore servile,
con vera e perfetta speranza,
confidandovi nel vostro Creatore,
ordinate la vita vostra.
E regolatevi in tutte le cose, soddisfacendo alla
coscienza,
ponendo fine e termine a ogni disordinato vivere,
con vera perseveranza;
togliendo via la tristezza del cuor vostro:
e con massima allegrezza riconoscete l'amore
ineffabile,
e la plenitudine della divina misericordia che è
traboccata sopra di voi.
Mettetevi oggimai il mondo sotto i piedi,
e rispondete a Dio, che vi chiama con un cuore
gentile; e non mercenario;
siccome vero e legittimo figliuolo:
dilettandovi di purificare spesso la coscienza
vostra con la santa confessione;
e usate la comunione al luogo ed al tempo suo.
La conversazione vostra sia con quelli che temono
Dio in verità, dedicando il tempo vostro alla vigilia
e all'orazione; quanto vi è possibile.
L'udire il divino officio non vi scordi.
La fantasia e mente vostra sempre stia piena di
Cristo crocifisso;
volendo investigare non le cose segrete di Dio negli
occulti misteri suoi,
ma solo la volontà sua e la dolcezza della sua
carità, che ci amò tanto inestimabilmente, e non
cerca né vuole altro che la nostra santificazione.
E conosciamo i difetti nostri, umiliandoci sotto la
dolce potente mano di Dio.
Lo stato nel quale voi siete del matrimonio, vi prego
che v'ingegnate d'usarlo come sacramento,
avendo in debita riverenza i dì comandati dalla
santa Chiesa.
Ingegnatevi oggimai di tenere, voi e la donna vostra
uno stato angelico,
sentendo l'odore della continenza, acciò che
gustiate il frutto suo.
Or così dolcemente regolate e ordinate la vita
vostra, senz'aspettare più tempo;
che, come detto è, il tempo non aspetta noi.
Bagnatevi nel sangue di Cristo crocifisso;
nascondetevi nelle piaghe dolcissime e
sopradolcissime sue:
ine si allarghi e consumi il cuore vostro.
Guardate che non volgiate il capo addietro a
mirare l'arato;
ché io mi richiamerei di voi all'umile Agnello, e voi
non avreste a cui appellare.
Fatemi dei figliuoli delle virtù, e mai non restate di
concepire per amore nel cuore vostro.
Altro non vi dico.
Permanete
nella santa e dolce
dilezione di Dio.
Gesù dolce
Gesù amore
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