L’ORGANIZZAZIONE
COME SISTEMA
ANNAMARIA CAMPANINI
UNIVERSITÀ MILANO BICOCCA
IL SERVIZIO SOCIALE
• L 'intervento dell'assistente sociale
è stato definito come «[...] un
processo di aiuto messo in atto da
un professionista collocato nel
contesto di un sistema organizzato
di servizi, per lo più di tipo
pubblico…”Dal Pra Ponticelli
L’ORGANIZZAZIONE
• L' assistente sociale opera,
generalmente, in enti che hanno il
mandato di applicare le disposizioni
legislative e i regolamenti che fanno
intervenire la solidarietà organizzata a
favore degli individui e della
collettività.
IL SERVIZIO SOCIALE
• Nel contesto italiano si è elaborata
una concezione di servizio sociale
trifocale che considera
contemporaneamente tre oggetti
d’attenzione :
• Persona
• Comunità
• Organizzazione
L’ORGANIZZAZIONE
• L 'organizzazione era tradizionalmente
definita come «[. ..] il coordinamento
delle attività di un certo numero di
persone al fine del raggiungimento di
uno scopo odi un obiettivo comune,
mediante la divisione del lavoro e
delle funzioni e mediante una
gerarchia di autorità e responsabilità»
(Buscaglioni, 1976)
L’ORGANIZZAZIONE
• L 'organizzazione dal punto di vista
sistemico può essere definita come un
sistema aperto, formato di elementi
interdipendenti, che ha un continuo
scambio di informazioni in entrata e in
uscita con un ambiente dinamico
(contesto) a cui il sistema
organizzativo deve continuamente
adattarsi.
L’ORGANIZZAZIONE
• L 'organizzazione dal punto di vista
sistemico può essere definita come un
sistema aperto, formato di elementi
interdipendenti, che ha un continuo
scambio di informazioni in entrata e in
uscita con un ambiente dinamico
(contesto) a cui il sistema
organizzativo deve continuamente
adattarsi.
L’ORGANIZZAZIONE
• Nessuna organizzazione può essere
un sistema chiuso, in quanto
interagisce con la società che l'ha
istituita, laddove all'osservatore
appaia chiusa, si presume che sia in
contatto con sistemi diversi da quelli
osservati.
L’ORGANIZZAZIONE
• Quanto più un sistema tende a
chiudersi, tanto più rischia di irrigidirsi,
di non rinnovarsi, di cristallizzarsi nella
configurazione che ha assunto.
• La mancanza di una logica di
coordinamento porta al prevalere
della gestione dell'esistente secondo i
criteri particolari propri di ciascuna
sottostruttura (burocratizzazione)
L’ORGANIZZAZIONE
• Ogni organizzazione si può articolare
in sottosistemi e a sua volta può essere
contenuta in sovrasistemi.
• La focalizzazione dell’osservatore
porta a scegliere la specifica unità di
analisi
L’ORGANIZZAZIONE
Qualsiasi suddivisione di questo tipo ha
una funzione pratica, ed è arbitraria in
quanto dipende:
•
da che cosa, chi compie l'analisi,
ha stabilito di considerare intero e da
che cosa considera invece parti
(sottosistemi) dello stesso;
•
dal punto di osservazione dal quale
l'analisi viene compiuta.
L’ORGANIZZAZIONE
• LA MAPPA NON E’ IL TERRITORIO…
• L' analisi è pertanto una serie di
considerazioni personali,
punteggiature su uno "spaccato di
realtà" che hanno dovuto sottostare a
costrizioni tecniche funzionali non alla
verità, ma al modo di vedere e di
pensare la realtà di chi ha compiuto
l'osservazione.
LE PROPRIETA’ DEI SISTEMI
TOTALITA’
OMEOSTASI
EQUIFINALITA’
TOTALITÀ DI UN SISTEMA
Per totalità di un sistema si intende
che ogni sua parte è in rapporto tale
con le altre parti che lo
costituiscono che qualsiasi
cambiamento di una provoca
cambiamento in tutte le altre e nel
sistema stesso.
 Un'informazione che vada dall'emittente al
ricevente, comporta una successiva informazione di
ritorno (feed-back) da quest'ultimo all'emittente
 Ogni informazione di ritorno può avere due effetti:
Negativo
fa raggiungere e
mantenere la stabilità
(omeostasi) del sistema
( dice no al
cambiamento)
Positivo
provoca una perdita di
stabilita e di equilibrio
nel sistema, favorendo
un cambiamento.
TRASFORMAZIONE E OMEOSTASI COSTITUISCONO
DUE PROCESSI COMPLEMENTARI NECESSARI
ALLA VITA DEL SISTEMA.
Quando l'autoregolazione non funziona, si ha come
conseguenza:
il prevalere di processi
trasformativi che
possono portare alla
dissoluzione del sistema
un irrigidimento, una
sclerotizzazione del sistema,
che così perde flessibilità,
fornendo risposte
ripetitive, sempre meno
efficaci e coerenti.
CONCETTO DI EQUIFINALITÀ
In un sistema aperto, circolare,
autoregolantesi, i risultati, intesi come
modificazioni dopo un certo tempo, non
sono determinati tanto dalle condizioni
iniziali, quanto dalla natura del processo.
Contrariamente a quanto accade per i
sistemi chiusi in cui sono le condizioni
iniziali, di partenza, a determinare l’esito:
- gli stessi risultati possono avere origini
diverse,
- risultati simili possono derivare da
premesse differenti
L’ORGANIZZAZIONE
• L’organizzazione va conosciuta
dall’assistente sociale
• È il contesto all’interno del quale opera
e da cui riceve il mandato istituzionale
• Nell’ottica trifocale è anche un ambito
nei cui confronti intervenire per
renderlo più rispondente ai bisogni dei
cittadini
COSA CONOSCERE
• la politica generale dell'ente,
• le richieste esplicite e quelle implicite
degli amministratori,
• la storia del servizio (relazioni
programmatiche, documenti,
valutazioni ecc.),
• l'evoluzione nel tempo,
COSA CONOSCERE
• l'organigramma reale e quello
formale
• i canali di comunicazione tra i vari
livelli gerarchici,
• le eventuali alleanze, le coalizioni
negate
• le procedure operative
MA E’ ANCHE IMPORTANTE…
• analizzare come l'assistente sociale si
colloca rispetto alla rete dei sottosistemi che
sono presenti nell'ente;
• che posizione occupa nella gerarchia
formale e in quella informale e su quali
alleanze può contare;
• a quali vincoli è sottoposto
dall'amministrazione, attraverso regolamenti
e possibilità di accesso alle risorse.
MA E’ ANCHE IMPORTANTE…
• analizzare come l'assistente sociale si
colloca rispetto alla rete dei sottosistemi che
sono presenti nell'ente;
• che posizione occupa nella gerarchia
formale e in quella informale e su quali
alleanze può contare;
• a quali vincoli è sottoposto
dall'amministrazione, attraverso regolamenti
e possibilità di accesso alle risorse.
IL RUOLO DELL’ASSISTENTE SOCIALE
L’assistente sociale deve prima di tutto
interrogarsi:
su sè stesso, sulle sue idee, i suoi valori,
le sue conoscenze, i suoi stereotipi e i
suoi pregiudizi,
• sull’idea che ha della professione e
della posizione che questa occupa
nell’ambito più generale del contesto
sociale.
IL SOGGETTO
Il soggetto è parte
dell'organizzazione e la sua
presenza viene ad essere
richiesta in quanto portatore di
competenze specifiche che
consentono di raggiungere gli
obiettivi dell'organizzazione
IL RUOLO
Sistema di norme ed aspettative che
convergono sulla persona in quanto
occupa una determinata posizione
all'interno dell'organizzazione e che
definiscono uno spazio di attività:
IL RUOLO
Prescritta (cosa devo fare? Come?
Quando?)
Discrezionale (In che modo posso
raggiungere gli obiettivi assegnati alla
mia posizione?)
Innovativa (Come posso creare nuove
modalità di risposta?)
ASPETTATIVE DI RUOLO
RUOLO ATTESO : quello che
l’organizzazione si aspetta che io faccia
RUOLO AUSPICATO: quello che io vorrei
fare
RUOLO PRATICATO. quello che
concretamente faccio
RAPPORTO INDIVIDUO/RUOLO




E' un rapporto complesso
Si possono creare divergenze tra i bisogni
della persona e le esigenze
dell'organizzazione
L'interpretazione del ruolo dipende
fortemente dalle caratteristiche personali
Il sé personale deve essere orientato ad
un armonico sviluppo del sé professionale
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