STANISLAS DEHAENE
12 maggio 1965
Titolare della cattedra di
Psicologia cognitiva sperimentale
al Collège de France.
Si presenti in poche battute..
“Sono un matematico e, dopo essermi
specializzato in psicologia cognitiva, mi sono
dedicato allo studio della rappresentazione
dei numeri!”
“Ho dedicato praticamente tutta la mia carriera
a tentare di cogliere quale sia il nostro senso
del numero. Mi sono concentrato sugli
aspetti innati e appresi della nostra abilità
numerica.”
Mi può descrivere le tappe dei
suoi studi?
• Ho studiato matematica all’ Ecole Normale
Superieure a Parigi.
• Nel 1985 mi sono laureato in matematica
applicata e scienze informatiche all’ University
of Paris IV.
• Poi ho iniziato gli studi di Psicologia e dopo il
dottorato sono diventato ricercatore
all’INSERM in Scienze cognitive e
psicolinguistiche.
• Dopo il 1994 ho iniziato le ricerche con un
mio personale gruppo di ricerca.
• Nel 2005 sono stato nominato titolare della
cattedra di Psicologia Sperimentale al College
de France.
Cosa mi può dire dei suoi studi sulla
mente in relazione ai numeri?
“Credo che dalla nascita il bambino disponga di
un "accumulatore" interno in grado di
valutare in modo approssimativo gli oggetti
che lo circondano”. [da Il Pallino della
matematica]
“Il cervello umano possiede un meccanismo di
comprensione delle quantità numeriche,
ereditato dal mondo animale; questo lo guida
nell'apprendimento della matematica.”
Cosa mi può dire dei suoi studi sulla
mente in relazione ai numeri?
“Non penso – come altri prima di me hanno
affermato – che la mente del bambino sia
una tabula rasa ma è un organo già
strutturato che impara soltanto ciò che è in
risonanza con le sue conoscenze anteriori”
“Nel nostro cervello esistono speciali circuiti
neurali dedicati alla matematica. Veniamo al
mondo con un "modulo numerico", con
informazioni codificate geneticamente che ci
conferiscono un'intuizione delle quantità
numeriche.”
“Ho scoperto che la nostra abilità di apprendere
procedure matematiche si trova in una parte
del cervello diversa da quella che presiede al
senso della quantità. Abbiamo un senso del
numero indipendente dal linguaggio, dalla
memoria e dal ragionamento in generale.”
“Fa parte di noi una sorta di istinto matematico”
Ci dice qualcosa degli esperimenti
che l’hanno portata a queste
teorizzazioni?
“In merito al senso del numero mi ha stimolato
molto un caso che mi era stato sottoposto di
un signore che in seguito ad un’emorragia
celebrale con lesione nella metà posteriore
dell’emisfero sinistro riportava tra i suoi
deficit anche una marcata ACALCULIA.”
Se gli chiedevo di calcolare 2+2 rispondeva
4. Sapeva però ancora contare in
sequenza, ma non sapeva contare
all’indietro o riconoscere il numero 5.
 sembra conoscere quali quantità
vorrebbe esprimere, ma riesce a
recuperare la parola corrispondente solo
partendo dall’inizio della sequenza.
Con i miei collaboratori (1993) ho
inoltre identificato il fenomeno
dello SNARC effect (spatial
numerical association of response
codes effect).
Ti spiego in breve che esperimento
abbiamo svolto.
Abbiamo preso dei soggetti e abbiamo
chiesto loro di dire se dei numeri
presentati su uno schermo erano più
grandi o più piccoli di un numero dato
in precedenza.
I soggetti erano divisi in due gruppi:
1) il primo doveva rispondere con la mano
sinistra se i numeri erano più piccoli,
destra se erano più grandi del numero
dato.
2) l’altro gruppo rispondeva al contrario
il gruppo che rispondeva con la mano
sinistra per i numeri piccoli era più
veloce nello svolgere il compito.
Perché ?
Quando vediamo dei numeri o ascoltiamo i
nomi dei numeri, il nostro cervello
automaticamente li mappa lungo una
linea immaginaria, progressivamente più
caotica a partire da 3 o 4, una linea tale
per cui i numeri più piccoli sono a
sinistra e gli altri si susseguono in ordine
crescente da sinistra a destra.
1..2..3..4..5..6..7..8..9
Quando un numero viene "ripescato" dalla linea
immaginaria sarà associato con più facilità alla
mano che spazialmente si trova in
corrispondenza.
Altri studiosi hanno poi individuato lo SNARC effect
rovesciato per i numeri negativi.
Alla luce dei suoi studi quali
dovrebbero essere le caratteristiche
del Buon Maestro?
La strategia ragionevole per insegnare la
matematica penso sia arricchire
progressivamente l'intuizione dei bambini,
facendo leva sul loro talento precoce per la
manipolazione delle quantità e il conteggio.
• stuzzicare la loro curiosità con giochi
divertenti
• esporre, a poco a poco, l’utilità della
notazione matematica simbolica
• infine introdurre i sistemi formali o
assiomatici
[da Il pallino della matematica]
Di cosa si sta occupando negli ultimi
tempi?
“Il mio ultimo lavoro si intitola “ I neuroni
della lettura”. In questo testo mi sono
occupato della lettura e dei meccanismi alla
base di essa. L’elaborazione del testo scritto
comincia nell’occhio.[testo cit. pag.11] La
lettura avviene in due fasi: nella prima
l’occhio legge la parola, nella seconda il
risultato della lettura viene confrontato con
un vocabolario noto, memorizzato da
qualche parte del cervello.”
Sono tre le tappe per imparare a
leggere:
1. Fase logografica o pittorica (parola
colta nella sua globalità,
attenzione a colore, forme, curve)
2. Fase fonologica, compare nei primi
mesi di scuola quando impara ad
associare grafemi e fonemi
3. Fase ortografica
[pag.231]
“In questo testo presento anche vari
metodi di insegnamento della lettura
e ho dedicato il capitolo sesto al
problema della dislessia che oggi è
più facilmente curabile grazie alle
conoscenze acquisite sui neuroni
della lettura”
Quali sono le sue
pubblicazioni?
Grazie della disponibilità!
“Grazie a te!
Ci risentiamo quando pubblico il
prossimo lavoro!”
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intervista a STANISLAS DEHAENE