S.C.INTSCUOLA DISPECIALIZZAZIONE IN PSICOTERAPIA COGNITIVO-INTERPERSONALE Autorizzazione MIUR del 15-07-08 –G.U. n 180 del 02-08-08 Direttore Scientifico: Prof. TONINO CANTELMI Direttore Didattico: Dr.ssa MARIA BEATRICE TORO MODULO DI SESSUOLOGIA CLINICA Dr.ssa Noemi Grappone Psicologa – psicoterapeuta – sessuologa Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale Cultore della Materia “Psicologia dell’arco di vita” LUMSA, Roma Considerando l’ampio e multidimensionale spettro della sessualità umana, è molto difficoltoso, perfino impossibile, tracciare una netta distinzione tra i tratti ereditati (sesso biologico) e quelli acquisiti (sesso psicosociale). Sicuramente, sia la natura sia l’educazione giocano un ruolo, ma, è spesso difficoltoso determinare il ruolo svolto da ciascuno. Solamente una cosa è certa: la migliore conoscenza della sessualità richiede la combinazione dello studio culturale e naturale. La sessuologia, come un progetto interdisciplinare, tenta di realizzare ciò. Essa studia l’uomo e la donna come creature bio-psicosociali. il disagio sessuologico, ancorché talvolta abbia origine da un preciso evento biologico, ha sempre ripercussioni psicologiche, per cui …”risveglia nel soggetto antichi conflitti, angosce passate che vengono ad innestarsi nell’ esperienza penosa del sintomo sessuale… qualsiasi disturbo della funzione sessuale implica sempre un disordine relazionale e perturba, nello stesso tempo, l’ immagine del sé corporeo…” (William Geisendorf). Per significare che il sessuologo non può più trasferire le sue conoscenze “sic et simpliciter” sul cliente facendo corrispondere ad ogni sintomo una terapia. Un’ impostazione così semplicisticamente meccanicistica solitamente raggiunge goal terapeutici a breve termine o non li raggiunge affatto, poiché ignora completamente il fatto che il sintomo / segno è espresso da un individuo e che esso è solo il fenomeno di un disagio complesso, fatto di più elementi, spesso di natura diversa. Anche quando il disagio ha preso avvio da un evento preciso ed unico, nel tempo è andato complessandosi con implicazioni le più varie. L’approccio non può essere che multidisciplinare, interdisciplinare e transdisciplinare. http://www.cisonline.net/sessuologia/4.2006/preentazione.pdf La storia dell’individuo e della sua sessualità (e il suo modo di manifestarla nei diversi contesti) dipendono da tante variabili, ma più di tutto conta il ruolo della famiglia di origine e dei valori che è in grado di trasmettere. Uno dei punti basilari per uno sviluppo sano sia psichico che fisico è la formazione di una identità sessuale (o meglio identità di genere maschile e femminile) e di un ruolo sessuale. L’identità è il senso di appartenenza ad un certo sesso (“come io mi vedo”, “come mi sento”) mentre il ruolo è dettato da tutti quei comportamenti prescritti dalla società o dalla cultura dominante. (Peluso, A) Terminologia « Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò » (Gn 1,27). Il termine “sesso” (dal latino secare: tagliare, dividere) si riferisce alla divisione della razza umana in due gruppi: donne e uomini. In alcuni casi “di intersessualità”, è molto difficile stabilire il gruppo d’appartenenza di un individuo. Si postulano, nell’uomo come nella donna, tre istanza sessuali: la maturità sessuale fisiologica la maturità sessuale psicologica la maturità sessuale affettiva Si riferisce all’anatomia e alle funzioni degli organi riproduttori, e alla capacità generativa. Anche se può essere il preannuncio dell’età fisiologicamente adulta, non include automaticamente la maturità affettiva, che si riferisce fondamentalmente all’oblatività cioè alla capacità del dono disinteressato di sé. Questa dimensione da origine alla dimensione maschile o femminile, che compongono le due forme specifiche e originali di realizzare la vocazione umana. Il fatto di essere uomo o donna non dipende essenzialmente dalla realtà fisiologica ma dal suo livello psicologico o antropologico che impregna tutto l’essere umano. Si riferisce alla dimensione del cuore, dell’amare e dell’essere amato e della spinta emotiva verso una relazione vicendevole, che costituisce il nucleo della persona. L’affettività è la dimensione più generale della sessualità umana, si estende molto oltre la realtà biologica e psicologica e impregna la totalità dell’essere e del suo agire. È composta dal vasto settore della sensibilità, dei sentimenti, del cuore, dell’amore. Il presupposto biologico per una riproduzione sessuata è data dall’esistenza di un dimorfismo sessuale. L’acquisizione di questo dimorfismo nella specie umana presuppone un articolato, quanto complesso, lavoro di selezione operato dalla natura, la cui conoscenza, ancorché incompleta, è nozione relativamente recente. Solamente all’inizio di questo secolo, attraverso il riconoscimento dei cromosomi sessuali, si sono gettate le basi per un’adeguata comprensione del processo. SVILUPPO SESSUALE SESSO GENETICO SESSO GONADICO zigote con cariotipo maschile (46,XY) zigote con cariotipo femminile (46,XX) differenziazione gonadi: testicoli o ovaie SESSO ORMONALE 6a-8 a settimana: androgeni (tessuto testicolare) a estrogeni (tessuto ovarico ) SESSO DUTTALE 8a settimana: sviluppo dotti di Wolff ) (♂ regressione dotti di Muller ) (♂ sviluppo dotti di Muller SESSO FENOTIPICO sviluppo genitali esterni maschili sviluppo genitali esterni femminili SESSO CEREBRALE differenziazione strutturale di aree cerebrali neocortex : att. cognitive, esper . coscienti, … SESSO PSICOLOGICO percezione identità sessuata maschile e ruolo sessuato percezione identità sessuata femminile e ruolo sessuato L’insieme di questi sessi e la loro armonica coesistenza danno la necessaria sostanza all’identità e al ruolo di genere, che, a seconda delle modalità di espressione sarà maschile o femminile I fattori, tipici e atipici, determinanti il sesso di una persona sono indipendenti l’uno dall’altro. In ogni individuo, pertanto, si possono avere diverse combinazioni. Il sesso è un fenomeno complesso a causa dei diversi aspetti biologici, psicologici e sociali. È possibile distinguere tre aspetti base: - Sesso - Genere - Orientamento sessuale. I tre aspetti base della sessualità sono indipendenti l’uno dall’altro e interagiscono differentemente in base al tempo, l’ambiente e le situazioni. In questo modo, essi forgiano il profilo sessuale d’ogni persona includendo, anche, l’interesse o la preferenza sessuale. In ogni modo, l’ultimo non è necessariamente permanente. Dall’altro lato, alcuni aspetti della sessualità sono immodificabili (sesso cromosomico) o possono essere resistenti al cambiamento (identificazione sessuale ed orientamento sessuale). A. Sesso cromosomico; B. Sesso gonadico; C. Sesso ormonale; D. Organi genitali interni; E. Organi genitali esterni; L’identità sessuale è determinata da questi cinque fattori biologici. La maggior parte degli individui è chiaramente definibile come maschio o femmina attraverso la presenza discriminante di questi cinque fattori, anche se esiste una minoranza di casi in cui uno o più di questi aspetti biologici possono subire interferenze dando vita ad un’identità sessuale ambigua, detta "ermafroditismo". A scopo pratico, è possibile distinguere fra tre tipi di caratteristiche sessuali: 1. I caratteri sessuali primari sono costituiti dagli organi genitali esterni. Essi sono presenti già alla nascita e, in questo modo, permettono di stabilire se il neonato è maschio o femmina. 2. I caratteri sessuali secondari sono costituiti dalle caratteristiche fisiche che si sviluppano durante la pubertà; essi accentuano ulteriormente, le differenze tra maschio e femmina. 3. I caratteri sessuali terziari sono costituiti dalle qualità psicologiche e sociali che sono curate in un sesso e scoraggiate nell’altro (es. fascino e dolcezza nelle donne, spirito combattivo negli uomini). Gli organi sessuali esterni sono costituiti dal monte di Venere, dalle grandi e piccole labbra, dal clitoride e dall’introito vaginale. Tutte queste strutture sono anche definite complessivamente come vulva . Gli organi sessuali interni sono costituiti dalle ovaie, dalle tube di Fallopio, dall’utero e dalla vagina Prima della nascita di un bambino, l’ormone maschile (testosterone) trasforma l’embrione indifferenziato, indirizzando lo sviluppo verso il corpo maschile con gli organi sessuali maschili. Nel caso di una bambina, l’assenza del testosterone nella fase embrionale, indirizza lo sviluppo verso il corpo femminile con gli organi sessuali femminili. In ogni modo, poiché entrambi gli organi sessuali femminili e maschili derivano dalla stessa massa di cellule embrionali, essi sono corrispondenti, in termini scientifici, sono “omologhi”. Femmine Maschi Ovaie Uretra Piccole labbra Grandi labbra Clitoride Ghiandole di Bartolini Ghiandole parauretrali (prostata femminile) Testicoli Uretra prostatica Tubo uretrale del pene Scroto Pene Ghiandole di Cowper Prostata La differenza fisica tra i sessi non è così grande come può apparire alla prima occhiata. Gli organi genitali maschili e femminili sono strutturalmente molto simili. Durante la prima settimana di sviluppo, infatti, sono praticamente indistinguibili. È solo la loro crescita, prima della nascita e durante la pubertà, che li rende essenziali per la procreazione. Femmina Prima della nascita Entrambi i sessi hanno origine da una base in comune Gli embrioni maschili e femminili sono dotati di una testa e delle gemme degli arti che, crescendo, diventeranno le braccia e le gambe, e di una cresta di tessuto destinata a dare origine agli organi sessuali. In ogni modo, in questo stadio, è possibile osservare una protuberanza (allusivo di un maschio) o un solco (allusivo di una femmina). Sviluppo tipico delle femmine Nell’embrione femminile la protuberanza dà origine al clitoride ed il solco resta aperto. Gradualmente si formano le piccole labbra e la parte anteriore della vagina. Due pezzi di cute sull’altro lato daranno origine alle grandi labbra. Un’altra massa di cellule darà origine alle ovaie. Alla nascita, gli organi genitali interni ed esterni sono definiti chiaramente come femminili. Sviluppo tipico maschile Nell’embrione maschile la protuberanza dà origine al pene, il solco si chiude. Un’altra massa di cellule da origine ai testicoli che iniziano a produrre testosterone. Questo ormone, a sua volta, stimola ulteriormente la crescita e la differenziazione. In caso di deficit del testosterone, l’embrione potrebbe automaticamente diventare femmina I caratteri sessuali secondari iniziano a comparire durante la pubertà in seguito alla stimolazione ormonale. Essi compaiono prima nelle femmine, più tardi nei maschi. Quando la crescita fisica è completata, il corpo dell’uomo e della donna presenta diverse differenze. I cambiamenti della pubertà possono avvenire lentamente e prolungarsi per oltre una decade, o possono apparire improvvisamente e completarsi entro uno o due anni. Una donna può riprodursi dalla pubertà fino al cinquantesimo anno. Durante gli anni fertili, tuttavia, la fecondazione si può realizzare solamente una volta al mese, in seguito al rilascio di una cellula uovo matura dall’ovaio. La ricorrenza mensile di quest’evento, insieme con altri cambiamenti del corpo, costituisce il ciclo riproduttivo femminile. Il segno esterno più evidente è la mestruazione (sanguinamento mensile). La prima e l’ultima mestruazione La prima mestruazione (menarca), generalmente, si ha intorno a 11-13 anni. La seconda mestruazione, in ogni modo, può ritardare oltre un mese. Durante l’adolescenza, infatti, i cicli mestruali sono molto irregolari. Solamente più tardi si definisce il modello definitivo. In una donna matura, il ciclo mestruale ha una durata tra 28 - 35 giorni, tuttavia si possono avere alcune irregolarità abbastanza normali 1. Preparazione per l’ovulazione: l’endometrio s’ispessisce dopo la mestruazione. 2. Preparazione per l’impianto: l’endometrio è pronto per l’impianto di una blastocisti. 3. Mestruazione: se non si ha l’impianto, l’endometrio si stacca ed è rilasciato attraverso la mestruazione. Gli organi sessuali maschili esterni sono costituiti dal pene e dallo scroto. I testicoli e i loro legamenti, che si trovano all’interno dello scroto, sono considerati organi interni, sebbene si trovano all’esterno della cavità addominale Gli organi sessuali interni maschili sono costituiti dai testicoli, che producono ormoni e liquido seminale, da un sistema di dotti che immagazzina e trasporta il liquido seminale e da alcuni organi accessori le cui secrezione si uniscono al seme eiaculato. Costituiscono il secondo aspetto della sessualità, chiamato “sesso psicosociale” o “genere”. Si considera identità di genere di un individuo il sesso a cui, indipendentemente dalla sessualità biologica, si sente di appartenere (Rogers, 2000). Si tratta della percezione unitaria e persistente di se stessi, o auto-identificazione, come appartenente al genere maschile o femminile o ambivalente (Simonelli, 2002). F. Sesso di dotazione G. Identificazione sessuale Tipico: una bambina con un corpo femminile, normalmente, cresce come una ragazza; un bambino con un corpo maschile come un ragazzo. Atipico: in alcuni casi, è possibile far crescere una bambina come un ragazzo e un bambino come una ragazza Tipico: una bambina con un corpo femminile, cresciuta come una ragazza, impara, normalmente, a considerarsi una donna; un bambino con un corpo maschile, cresciuto come un ragazzo, impara a considerarsi un uomo. Atipico: in alcuni casi, si possono avere bambine con un corpo femminile cresciute come ragazze, che s’identificano come uomini e, allo stesso modo, bambini con corpi maschili, cresciuti come ragazzi che si identificano come donne. . Il processo di formazione dell’identità di genere, secondo Money (1975), avviene attraverso il superamento di quattro "cancelli" dal concepimento all’apprendimento del linguaggio. Il primo cancello è quello relativo alla fecondazione, in cui a seconda che lo spermatozoo sia portatore del gonosoma X o Y si potrà avere una femmina o un maschio cromosomico. Verso la fine della sesta settimana si apre il secondo cancello, nel caso in cui il feto è portatore del gonosoma Y, deve essere inviato alle gonadi il messaggio di trasformarsi in testicoli altrimenti il processo continua in senso femminile. La formazione dei testicoli avvia la produzione di ormoni androgeni. Nel caso in cui il feto sia cromosomicamente femmina, si apre il terzo cancello, in questa fase è indispensabile l’assoluta assenza di ormoni androgeni. Alla nascita i tre cancelli biologici si chiudono definitivamente e si apre l’ultimo cancello, determinante per l’identità di genere, quello psicologico. Questo cancello si chiude definitivamente intorno ai tre anni con l’apprendimento del linguaggio: in tal modo il bambino avrà definitivamente strutturato la sua identità di genere definendosi come maschio o come femmina. Definito come eterosessualità od omosessualità. È determinato sulla base delle preferenze per il partner sessuale. Gli individui sono eterosessuali od omosessuali per il grado d’attrazione erotica per il partner dell’uno o dell’altro sesso. La maggior parte degli individui sviluppa una preferenza erotica per il partner dell’altro sesso (eterosessualità). Una minoranza d’individui è eroticamente attratta sia dall’uomo sia dalla donna (bisessualità), mentre, una piccola percentuale d’individui è attratta principalmente da un partner dello stesso sesso (omosessualità). PARTE III LA DIMENSIONE SESSUALE E AFFETTIVA NELL’ARCO DI VITA La sessualità non è più considerata una manifestazione esclusiva dell’età adulta, al contrario oggi è ritenuta un’espressione molto importante di ogni fase di vita. Infatti l’attività sessuale è presente fin dalla nascita, tuttavia nella letteratura scientifica ci sono poche ricerche sulle esperienze sessuali dei bambini rispetto a numerosi studi sull’identità sessuale e sul ruolo sessuale. Il corpo in questa fase è strumento espressivo, conoscitivo e relazionale. Tutte le esperienze corporee contengono ed esprimono contemporaneamente il bisogno di relazione, di conoscenza, di ricerca di piacere. L’intero corpo del bambino è fonte di intense percezione sensoriali che, normalmente, sono assai gratificanti e piacevoli: ricevere carezze, abbracci, essere pulito, nutrito, poter placare la fame succhiando il seno della madre, il contatto fisico amorevole, sono situazioni relazionali positive che esprimono la sessualità infantile e inducono un atteggiamento sereno e fiducioso verso il mondo esterno. L’atto di succhiare tra le braccia della mamma è un atto così emotivamente appagante, che il lattante utilizza il ciuccio per ricrearsela in fantasia. Potersi abbandonare felicemente tra le braccia della madre è il presupposto per poterlo fare anche in futuro. I lattanti che non vivono ciò, anche se ricevono ottime cure dal punto di vista igienico sanitario, possono sviluppare un tal grado di disperazione da rifiutare di nutrirsi e lasciarsi morire. Una delle prime teorizzazioni e sistematizzazioni delle fasi di sviluppo psicosessuale del bambino risale a Freud e alla sua teoria psicoanalitica. Secondo Freud i primissimi anni di vita del bambino sono i più importanti per la formazione della personalità. Egli sostiene che la funzione sessuale inizi con la vita e si evolve attraverso varie fasi, fino a stabilizzarsi nella pubertà sotto il primato dei genitali. Lo sviluppo è segnato da quattro stadi e da un periodo di latenza Freud denomina i diversi stadi a partire dalle zone del corpo su cui sono centrate le pulsioni Il passaggio da stadio a stadio è: biologicamente determinato, si verifica indipendentemente dal fatto che quanto doveva succedere nello stadio precedente sia stato completato o meno •Stadio orale (dalla nascita a 1 anno circa) •Stadio anale (da 1 a 3 anni circa) •Stadio fallico (da 3 a 5 anni circa) •Periodo di latenza (da 5-7 ca. anni all’inizio della pubertà) •Stadio genitale (adolescenza) Sessualità infantile È importante sottolineare come il piacere di succhiare, acquisti un significato sessuale indipendentemente dalla funzione nutritiva. Tale significato si riscontra anche nell’adulto; infatti, le sensazioni piacevole acquisite nel succhiare sono riprodotte in età adulta nell’attività erotica del bacio o del mangiare o fumare. Erikson ha proposto di abbandonare la definizione di stadio orale a favore di quella più completa di stadio orale-respiratorio-sensorio, sottolineando come anche il guardare, il sentire, il percepire gli odori costituiscono delle attività molto gratificanti per il bambino. Sessualità infantile Anche M. Klein ha enfatizzato l’importanza della sessualità. Lo sviluppo libidico del bambino è assimilabile alla “pulsione conoscitiva”; la curiosità verso il mondo esterno e l’ambiente è motivato dalla componente di ricerca della libido sessuale. La tipizzazione sessuale è un processo cognitivo che deriva dalla tendenza dei bambini a pensare per categorie. La tipizzazione sessuale avviene in 3 stadi: Identità di genere(1 1/2 –2 a.) Identificazione corretta di sé e degli altri come maschio e femmina. Stabilità di genere (3-4°.) il bambino comprende che le differenze sessuali non cambiano nel tempo. Congruenza o costanza di genere (6-7 a.) Il bambino comprende che la differenza di genere è una caratteristica intrinseca e immodificabile anche al variare dei segni esteriori. La letteratura esistente nell’area specifica dello sviluppo sessuale e di genere testimonia che entro i primi due anni di vita compare nel bambino un sentimento precoce e nucleare di identità denominato da Stoller (1968) identità di genere nucleare, frutto delle componenti biologiche, fisiologiche e psicologiche e che determina un senso di riconoscimento e di appartenenza ad un sesso. L’identità di genere si consolida intorno ai quattro anni quando secondo Bradley e Zucker (1990) i bambini iniziano ad avere un’idea stereotipata di ruolo di genere e mettono in atto comportamenti congruenti con tale idea. Nel bambino in questa fase di crescita l’immagine di sé come maschio o come femmina è connotata da un sentimento di mascolinità o femminilità che si confronta con le aspettative socioculturali. In linea con lo sviluppo cognitivo secondo la teoria piagetiana tra i due e i sette anni (periodo dell’intelligenza pre-operatoria) il bambino acquisisce infatti progressivamente la capacità di cogliere il concetto di identità: inizia ad essere consapevole del fatto che un oggetto può cambiare la sua apparenza senza cambiare la sua natura o identità. L’identità di genere, seguendo lo sviluppo cognitivo, passa in questa fase di crescita da conoscenze incomplete e instabili a categorie sempre più stabili fino a giungere a rappresentazioni mentali comprensive (Del Re, Bazzo, 1995). Questa progressiva "categorizzazione" dei fenomeni consente al bambino un sempre maggior controllo e adattamento all’ambiente. Sono appunto queste modalità cognitive che rendono possibile al bambino la progressiva organizzazione dei concetti di "maschio" e "femmina". Questi concetti, alla base dell’identità di genere, subiscono l’evoluzione e le trasformazioni che caratterizzano qualsiasi altro tipo di concetto. Dapprima il bambino classifica i sessi in base a indizi percettivi molto appariscenti, ma mutevoli, e solo in un secondo tempo realizza la costanza o conservazione del genere, la sua permanenza, basandosi su indici biologici stabili. Da questo momento egli tenderà a imitare le persone di sesso identico al suo, a partire dai coetanei, in quanto più simili a sé, sia nelle caratteristiche che nel tipo di attività abituali. Questa fase di sviluppo vede la sempre maggiore tipizzazione dei comportamenti in senso maschile e femminile, l’identità di genere diventa dunque per i bambini il principio organizzatore degli atteggiamenti di ruolo, che permette di selezionare ed elaborare le informazioni ambientali sulla propria identità. I bambini, infatti, sembrano a quest’età in grado di adottare degli standard riguardanti il genere e di regolare Al termine del primo anno di vita si struttura un legame di attaccamento dei bambini verso la madre in risposta alle pratiche di accudimento ricevute. Il legame di attaccamento farà da modello per le relazionali affettive che la persona costruirà in futuro e orienterà il modo in cui soggetto vivrà i sentimenti verso i suoi partners futuri. 1)Chi ha uno stile sicuro riesce a raggiungere un giusto equilibrio fra i bisogni assertivi e di attaccamento. Sa mettersi in gioco nei rapporti, è capace di amare e sopporta bene la solitudine. 2) Chi ha un stile insicuro evitante sente poco il bisogno di rapporti affettivi. Non si affeziona, può cambiare rapidamente affetti o non averne affatto. 3) Chi ha un stile insicuro ambivalente cerca affetto e accudimento, ma non si sintonizza con l’altro e non sopporta allontanamenti o abbandoni. Vive male la solitudine ed è insoddisfatto nelle relazioni, nelle quali facilmente manifesta atteggiamenti aggressivi, passivi o dipendenti. I bambini osservano con grande attenzione il proprio corpo e quello altrui, incuriosendosi sulle funzioni e sul possibile utilizzo, in particolare dei genitali. L’osservazione-esibizione del corpo, con un’attenzione particolare per le differenze tra maschi e femmine è un’espressione tipica della sessualità in età prescolare. Altra modalità è rappresentata dal fare giochi caratteristici (dottore, sposarsi, fare mamma e papà, vestire e svestire le bambole). È presente spesso anche l’autostimolazione, con significato non solo di ricerca del piacere ma anche di auto consolazione e conoscenza. (già dai 6 mesi i maschi iniziano un’autostimolazione genitale. Nelle femmine compare verso i 10 mesi ed è per lo più indiretta, stringendo le cosce e dondolandosi) I bambini sono incuriositi anche dal miracolo del concepimento, creano proprie teorie in proposito ed hanno una fiducia incondizionata nei genitori, perché detentori dell’enorme potere e sapere che li rende capaci di dare la vita ai bambini. Se non intervengono modalità educative differenzianti, maschi e femmine giocano insieme e non si rilevano differenze importanti nelle attività preferite da maschi e femmine (scarsa differenziazione di ruolo). Già in questa fase, le femmine sono a differenza dei maschi, più attratte verso l’altro sesso. È possibile si presentino comportamenti esplorativi sul corpo di ciascuno. È importante che i genitori incitino i bambini alla conoscenza delle differenze; evitando ogni sorta di atteggiamento punitivo che in futuro può far vivere l’angoscia di castrazione nel bambino e la convinzione di essere state castrate nelle bambine. Si rileva un investimento profondo nelle relazioni amicali ed affettive nonché nell’apprendimento e nelle attività intellettuali; è l’età dell’amico del cuore, del bisogno di conoscere il mondo, che sostituisce, pur mantenendo lo stesso significato, quello più infantile di conoscere il proprio corpo e quello della madre. Si evidenziano anche le ansie relative alla crescita ed al futuro passaggio da una sessualità genitale immaginata ad una agita. I ruoli sessuali a quest’età si mostrano definiti ed abbastanza rigidi. I maschi preferiscono giocare tra loro e così pure le femmine. Anche i giochi preferiti sono differenti: più movimentati per i primi, più di riflessione per le seconde che mostrano in genere un maggior adattamento scolastico. Due nozioni non confondibili fra loro, in quanto si riferiscono a due processi differenti dello sviluppo individuale. La pubertà è il passaggio dalla condizione fisiologica del bambino alla condizione fisiologica dell'adulto; l'adolescenza è il passaggio dallo status sociale del bambino a quello dell'adulto: essa varia per durata, qualità e significato da una civiltà all'altra e, all'interno della stessa civiltà, da un gruppo sociale all'altro. Egan e Perry (2001) considerano l’identità di genere come una costruzione multidimensionale che racchiude: la capacità di assegnare un individuo ad una categoria di genere, il sentirsi in sintonia con il gruppo del proprio genere, il sentire la pressione verso la conformità al genere e l’attitudine verso il genere del gruppo di appartenenza. Questi Autori hanno individuato nell’identità di genere dei preadolescenti la presenza: di un sentimento di compatibilità psicologica con il proprio genere; di un sentimento di pressione, da parte dei genitori, dei pari e di se stessi verso la conformità agli stereotipi di genere la sensazione che il proprio sesso sia superiore all’altro. L'esperienza pubertaria delle ragazze, in media, è meno marcata dalla sessualità. Solo una minoranza menziona esperienze sessuali quando descrivono il vissuto della propria pubertà, in modo non prioritario all'interno di un quadro di cambiamenti fisiologici e psichici. L'insieme delle trasformazioni somatiche della pubertà, permettendo una maggiore identificazione con gli adulti del proprio sesso e suscitando negli altri un comportamento differenziato, permette alla maggior parte dei giovani di portare a termine la costruzione della loro identità sessuale, ossia della definizione di sé come maschio o femmina. La pubertà mette spesso fine a precedenti identificazioni con il sesso opposto ma può anche provocare problemi di identità, paure e ansietà riguardo a questo problema. Nella fase adolescenziale, il soggetto prende consapevolezza in modo più radicato del suo orientamento sessuale seguendo la propria attrattiva sessuale. Si assiste infine ad una rinegoziazione dei comportamenti tipici del proprio sesso per dare maggiore spazio al senso soggettivo del genere (Cammarella 2001). Se i bambini sentono che l’esercizio della sessualità genitale è “cosa riservata agli adulti”, gli adolescenti reclamano questo diritto anche per sé. In questo periodo della vita, l’autorevolezza dei genitori è messa in discussione; in fantasia crescere significa aggredire i genitori ed impossessarsi dei loro poteri, in primo luogo quello di esercitare la sessualità. All’inizio dell’adolescenza, il bisogno di esercitare la sessualità si esprime in relazioni la cui caratteristica è la scarsa attenzione per i bisogni del partner. Questo tipo di sessualità, definibile “predatoria” è tipico di questa età e per lo più appartenente al sesso maschile. La conquista femminile rappresenta un trofeo, semplice rassicurazione alla propria capacità di esercitare il potere della sessualità. La pubertà rende spesso l'adolescente più sensibile agli stimoli sessuali e segna l'inizio di una nuova fase dello sviluppo psicosessuale. Per molti maschi è nel periodo attorno alla pubertà che comincia un'intensa attività sessuale, fatta in un primo tempo soprattutto di masturbazione. Il desiderio di esprimere la propria sessualità in un rapporto amoroso, il fatto di essere considerato da altri possibile partner sessuale, sono fattori che spingono l'adolescente a raggiungere lo status autonomo dell'adulto. Adolescenza e sessualità Il gruppo ha regole, norme e codici, che ne danno un’identità. Anche il modo di vestirsi rappresenta una modalità per esprimere l’appartenenza ad un gruppo di pari. L’attenzione per il corpo, il desiderio di bellezza e di prestanza fisica, sono grandi perché il potere di conquistare è molto legato a queste qualità. Il confronto tra i modelli ideali e la propria realtà fisica è inevitabilmente perdente, la tensione istintuale è intensa, la capacità di trovare conforto nel gioco con la fantasia è ormai ridotta rispetto alle età precedenti e questo facilita la ricerca di un’attività masturbatoria spesso intensa soprattutto nei maschi Adolescenza e sessualità Con il progredire della maturazione psicofisica, però, gli adolescenti iniziano a provare dispiacere per il dolore inflitto alle loro prede. Anche la solidità del gruppo amicale comincia ad incrinarsi, i maschi iniziano a riconoscere alle femmine qualità umane apprezzabili e viceversa, si crea un gruppo di ragazzi di ambo sessi e si formano coppie relativamente stabili, fondate sulla capacità dei partners di farsi carico dei bisogni reciproci. Talvolta la capacità di prendersi cura dell’altro assume caratteri di oblatività e sono tipici gli “amori impossibili” connotati da un alto grado di idealizzazione Primo Periodo (12--14 anni) Secondo Periodo (14--16 anni) Terzo Periodo (>>17 anni) Rapido sviluppo e accrescimento fisico si ampliano i rapporti con l’ambiente esterno completamento dello sviluppo puberale persistenza del legame con l’ambiente familiare primi rapporti sessuali definizione della propria identità corporea e del proprio ruolo sorgono nuovi interessi si accentua lo spirito critico verso la società persistenza, molto spesso, di instabilità psicologica primi innamoramenti conflittualità verso i genitori spesso narcisismo con iniziali atteggiamenti di ribellione Rapporti umani positivi capacità di relazione Relazioni amichevoli condivisione idee importanti condivisione riconoscere l’altro interessi come persona irrilevanza delle differenze reciproco “specchiarsi“ Amicizia Amore condivisione ideali e progetti di vita affinità piena differenze complementari costante complementarietà reciprocità in ogni campo Si parte dalla scoperta del piacere che può essere provocato dal proprio corpo, e si giunge a scoprire la gratificazione derivante dalla reciprocità affettiva. Tale sviluppo presuppone una buona strutturazione della propria identità sessuale, che si consolida nel periodo adolescenziale. Bisogna tener conto che non tutti riusciamo a stabilire una maturazione sessuale poiché entrano in gioco numerosissimi fattori: dai condizionamenti ambientali, all’esposizione a scene traumatiche, al subire abusi sessuali o maltrattamenti fisici. Ciò che può avvenire in questi casi, è il restare “fissati” in un momento particolare della propria evoluzione sessuale senza riuscire a progredire o progredendo più lentamente della norma. Pensiamo per esempio alla persistenza della fase autoerotica oltre l’età adolescenziale o all’incapacità di stabilire un rapporto stabile o duraturo con una persona dell’altro sesso. In realtà anche una persona adulta ha la possibilità di regredire in una fase precedente dell’evoluzione sessuale, quando si vengono a determinare particolari momenti di vita (es: masturbazione e solitudine, noia). È per questa ragione che lo sviluppo della propria sessualità dura, in un certo senso, tutta la vita. Secondo la psicologia del ciclo di vita, gli indici del raggiungimento delle condizione adulta possono essere considerati: L’ingresso nel mondo del lavoro L’acquisizione dell’indipendenza economica La costituzione di una nuova famiglia L’entrata nel ruolo genitoriale Questo arco temporale si estende dalla fine dell’adolescenza ai 45-50 anni. In questa fase della vita la quasi totalità delle persone ha già sperimentato quasi tutte le attività e le variazioni che faranno parte del loro bagaglio di conoscenze e preferenze sessuali per tutta la vita. Le scelte fatte, o subite avranno un ruolo importantissimo nel determinare le caratteristiche e la qualità della sessualità. Dal punto di vista psicologico i soggetti, con lo sviluppo dei rapporti affettivi, hanno iniziato a vivere pienamente la genitalità intesa come “metapulsione di scambio” che implica un sentire piacere che ha bisogno del sentire il piacere nell’altro (Fornari, 1975) Il bisogno di attaccamento e di dipendenza in questa fase non si elimina, ma semplicemente cambiano i soggetti. L’amore di coppia e il matrimonio non sono altro che una manifestazione adulta dell’attaccamento, ovvero una relazione che fornisce la base sicura per avventurarsi nel lavoro, nella vita sociale, e rappresenta un rifugio nei momenti di difficoltà e di bisogno. Il rapporto sessuale rappresenta quel particolare modo di vivere la sessualità attraverso la genitalità. Nel considerare il significato che il rapporto sessuale rappresenta nella vita di coppia, si intravedono tre aspetti strettamente legati tra loro: l’aspetto unitivo, fecondativo e ludico. Negli ultimi anni della fase del primo periodo, si possono manifestare situazioni di crisi che in un certo senso caratterizzano il passaggio alla fase del secondo periodo, e caratterizza, nella donna le prime fasi del climaterio stesso. In questa fase iniziano ad evidenziarsi in modo evidente e significativo, soprattutto nell’uomo, le modificazioni ed il ridimensionamento delle capacità sessuali. Tale evento, accompagnato alla possibile diminuzione della forza e delle capacità fisiche induce nei soggetti, la sensazione di essere di fronte ad una svolta. Il momento del passaggio a quella che viene considerata la seconda parte della vita pone gli individui di fronte alle preoccupazioni circa la proprio fine ed induce molti ad attuare una valutazione di cosa si è, di cosa si è fatto e si vuole ancora fare. Queste preoccupazioni e queste crisi inducono molto spesso uno stato di lutto che espone facilmente a stati di depressione o reazioni di negazione Per climaterio in campo medico si intende il periodo che precede la menopausa o negli uomini lo stesso periodo che precede l'andropausa. Con il termine menopausa si indica il periodo di vita in cui la donna cessa la produzione di estrogeni e conseguente scomparsa del ciclo mestruale. I sintomi che talvolta accompagnano questo momento di crisi (vampate, secchezza vaginale) e la consapevolezza di invecchiare possono determinare il bisogno di una rielaborazione dell’identità femminile. Tuttavia le ricerche suggeriscono che gli aspetti biologici sono correlati con quelli psicosociali e quindi sia la sessualità che il tono dell’umore generali risentono soprattutto della storia individuale di ogni donna, di come nel passato abbia vissuto la sua sessualità, di quanto forte sia stata la sua autostima. Per gli uomini il passaggio è molto più sfumato, poiché non esiste un correlato esatto della menopausa, cioè negli uomini si assiste ad un graduale decremento degli androgeni, ma la capacità non viene sospesa. Impropriamente si usa il termine “andropausa” per indicare l’insieme di cambiamenti nella sfera sessuale che compaiono con l’avanzare degli anni, quali la necessità di una maggiore stimolazione per favorire l’erezione che può essere meno salda, una minore intensità dell’orgasmo e dell’eiaculazione ed una maggiore latenza del periodo refrattario. Gli studiosi concordano nel sostenere che per gli uomini il momento più cruciale può essere il pensionamento, visto come perdita di identità. Lo stereotipo più diffuso vede l’anziano asessuato, e finalmente libero dagli istinti. Se la spinta biologica, col passare degli anni, si va affievolendo, permangono o si rafforzano, per contro, il bisogno di relazione, affetto, tenerezza, riconoscimento e rassicurazione, che trovano nel contatto fisico con l’altro una modalità di soddisfacimento. Salvo restando che la sessualità, a qualsiasi età, è uno degli elementi più soggetti a variabilità individuale, in quanto espressione pregnante della personalità di ciascuno, nella norma statistica i parametri della sessualità dell’anziano, si discostano notevolmente. Attraverso l’aumentata conoscenza di se stesso e degli altri, può permettersi di vivere esperienze sessuoaffettive più evolute e significative di quelle esperite nel passato, a dispetto dello stereotipo che ne sottolinea negativamente solo i processi corporei involutivi. Dr.ssa Noemi Grappone Psicologa– Psicoterapeuta‐Sessuologa Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale, Roma