S.C.INTSCUOLA DISPECIALIZZAZIONE IN
PSICOTERAPIA COGNITIVO-INTERPERSONALE
Autorizzazione MIUR del 15-07-08 –G.U. n 180 del 02-08-08
Direttore Scientifico: Prof. TONINO CANTELMI
Direttore Didattico: Dr.ssa MARIA BEATRICE TORO
MODULO DI
SESSUOLOGIA
CLINICA
Dr.ssa Noemi Grappone
Psicologa – psicoterapeuta – sessuologa
Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale
Cultore della Materia “Psicologia dell’arco di vita”
LUMSA, Roma
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Considerando l’ampio e multidimensionale spettro
della sessualità umana, è molto difficoltoso, perfino
impossibile, tracciare una netta distinzione tra i tratti
ereditati (sesso biologico) e quelli acquisiti (sesso
psicosociale).
Sicuramente, sia la natura sia l’educazione giocano un
ruolo, ma, è spesso difficoltoso determinare il ruolo
svolto da ciascuno. Solamente una cosa è certa: la
migliore conoscenza della sessualità richiede la
combinazione dello studio culturale e naturale.
La sessuologia, come un progetto interdisciplinare,
tenta di realizzare ciò. Essa studia l’uomo e la donna
come creature bio-psicosociali.
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il disagio sessuologico, ancorché talvolta abbia
origine da un preciso evento biologico, ha
sempre ripercussioni psicologiche, per cui
…”risveglia nel soggetto antichi conflitti,
angosce passate che vengono ad innestarsi nell’
esperienza penosa del sintomo sessuale…
qualsiasi disturbo della funzione sessuale
implica sempre un disordine relazionale e
perturba, nello stesso tempo, l’ immagine del sé
corporeo…” (William Geisendorf).
Per significare che il sessuologo non può più trasferire le
sue conoscenze “sic et simpliciter” sul cliente facendo
corrispondere ad ogni sintomo una terapia.
Un’ impostazione così semplicisticamente meccanicistica
solitamente raggiunge goal terapeutici a breve termine o
non li raggiunge affatto, poiché ignora completamente il
fatto che il sintomo / segno è espresso da un individuo e
che esso è solo il fenomeno di un disagio complesso, fatto
di più elementi, spesso di natura diversa. Anche quando il
disagio ha preso avvio da un evento preciso ed unico, nel
tempo è andato complessandosi con implicazioni le più
varie.
L’approccio non può essere che multidisciplinare,
interdisciplinare e transdisciplinare.
http://www.cisonline.net/sessuologia/4.2006/preentazione.pdf
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La storia dell’individuo e della sua sessualità (e il suo
modo di manifestarla nei diversi contesti) dipendono
da tante variabili, ma più di tutto conta il ruolo della
famiglia di origine e dei valori che è in grado di
trasmettere.
Uno dei punti basilari per uno sviluppo sano sia
psichico che fisico è la formazione di una identità
sessuale (o meglio identità di genere maschile e
femminile) e di un ruolo sessuale.
L’identità è il senso di appartenenza ad un certo sesso
(“come io mi vedo”, “come mi sento”) mentre il ruolo
è dettato da tutti quei comportamenti prescritti dalla
società o dalla cultura dominante. (Peluso, A)
Terminologia
« Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e
femmina li creò » (Gn 1,27).
Il termine “sesso” (dal latino
secare:
tagliare,
dividere)
si
riferisce alla divisione della razza
umana in due gruppi: donne e
uomini.
In alcuni casi “di intersessualità”, è
molto difficile stabilire il gruppo
d’appartenenza di un individuo.
Si postulano, nell’uomo come nella donna, tre
istanza sessuali:
la maturità sessuale fisiologica
la maturità sessuale psicologica
la maturità sessuale affettiva
Si riferisce all’anatomia e alle funzioni
degli organi riproduttori, e alla
capacità generativa.
Anche se può essere il preannuncio
dell’età fisiologicamente adulta, non
include automaticamente la maturità
affettiva,
che
si
riferisce
fondamentalmente all’oblatività cioè
alla capacità del dono disinteressato di
sé.
Questa dimensione da origine alla
dimensione maschile o femminile,
che compongono le due forme
specifiche e originali di realizzare la
vocazione umana.
Il fatto di essere uomo o donna non
dipende essenzialmente dalla realtà
fisiologica ma dal suo livello
psicologico o antropologico che
impregna tutto l’essere umano.
Si riferisce alla dimensione del cuore,
dell’amare e dell’essere amato e della spinta
emotiva verso una relazione vicendevole,
che costituisce il nucleo della persona.
L’affettività è la dimensione più generale
della sessualità umana, si estende molto oltre
la realtà biologica e psicologica e impregna la
totalità dell’essere e del suo agire. È composta
dal vasto settore della sensibilità, dei
sentimenti, del cuore, dell’amore.
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Il presupposto biologico per una
riproduzione
sessuata
è
data
dall’esistenza di un dimorfismo sessuale.
L’acquisizione di questo dimorfismo
nella specie umana presuppone un
articolato, quanto complesso, lavoro di
selezione operato dalla natura, la cui
conoscenza, ancorché incompleta, è
nozione relativamente recente. Solamente
all’inizio di questo secolo, attraverso il
riconoscimento dei cromosomi sessuali, si
sono gettate le basi per un’adeguata
comprensione del processo.
SVILUPPO SESSUALE
SESSO GENETICO
SESSO GONADICO
zigote con cariotipo maschile (46,XY)
zigote con cariotipo femminile (46,XX)
differenziazione gonadi: testicoli o ovaie
SESSO ORMONALE
6a-8 a settimana: androgeni (tessuto testicolare) a
estrogeni (tessuto ovarico )
SESSO DUTTALE
8a settimana: sviluppo dotti di Wolff ) (♂ regressione
dotti di Muller ) (♂ sviluppo dotti di Muller
SESSO FENOTIPICO
sviluppo genitali esterni maschili
sviluppo genitali esterni femminili
SESSO CEREBRALE
differenziazione strutturale di aree cerebrali
neocortex : att. cognitive, esper . coscienti, …
SESSO PSICOLOGICO
percezione identità sessuata maschile e ruolo
sessuato percezione identità sessuata femminile e
ruolo sessuato
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L’insieme di questi sessi e la loro armonica
coesistenza danno la necessaria sostanza all’identità e
al ruolo di genere, che, a seconda delle modalità di
espressione sarà maschile o femminile
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I fattori, tipici e atipici, determinanti il sesso di una
persona sono indipendenti l’uno dall’altro. In ogni
individuo, pertanto, si possono avere diverse
combinazioni. Il sesso è un fenomeno complesso a
causa dei diversi aspetti biologici, psicologici e
sociali.
È possibile distinguere tre aspetti base:
- Sesso
- Genere
- Orientamento sessuale.
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I tre aspetti base della sessualità sono indipendenti
l’uno dall’altro e interagiscono differentemente in
base al tempo, l’ambiente e le situazioni. In questo
modo, essi forgiano il profilo sessuale d’ogni persona
includendo, anche, l’interesse o la preferenza
sessuale.
In ogni modo, l’ultimo non è necessariamente
permanente. Dall’altro lato, alcuni aspetti della
sessualità sono immodificabili (sesso cromosomico) o
possono
essere
resistenti
al
cambiamento
(identificazione sessuale ed orientamento sessuale).
A. Sesso cromosomico;
B. Sesso gonadico;
C. Sesso ormonale;
D. Organi genitali interni;
E. Organi genitali esterni;
L’identità sessuale è determinata da questi cinque fattori biologici.
La maggior parte degli individui è chiaramente definibile come maschio o
femmina attraverso la presenza discriminante di questi cinque fattori,
anche se esiste una minoranza di casi in cui uno o più di questi aspetti
biologici possono subire interferenze dando vita ad un’identità sessuale
ambigua, detta "ermafroditismo".
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A scopo pratico, è possibile distinguere fra tre tipi di
caratteristiche sessuali:
1. I caratteri sessuali primari sono costituiti dagli organi
genitali esterni. Essi sono presenti già alla nascita e, in
questo modo, permettono di stabilire se il neonato è
maschio o femmina.
2. I caratteri sessuali secondari sono costituiti dalle
caratteristiche fisiche che si sviluppano durante la
pubertà; essi accentuano ulteriormente, le differenze tra
maschio e femmina.
3. I caratteri sessuali terziari sono costituiti dalle qualità
psicologiche e sociali che sono curate in un sesso e
scoraggiate nell’altro (es. fascino e dolcezza nelle donne,
spirito combattivo negli uomini).
Gli organi sessuali esterni sono
costituiti dal monte di Venere, dalle
grandi e piccole labbra, dal clitoride
e dall’introito vaginale. Tutte
queste strutture sono anche definite
complessivamente come vulva .
Gli organi sessuali interni
sono costituiti dalle ovaie,
dalle tube di Fallopio,
dall’utero e dalla vagina
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Prima della nascita di un bambino, l’ormone maschile (testosterone)
trasforma l’embrione indifferenziato, indirizzando lo sviluppo verso il
corpo maschile con gli organi sessuali maschili.
Nel caso di una bambina, l’assenza del testosterone nella fase
embrionale, indirizza lo sviluppo verso il corpo femminile con gli
organi sessuali femminili.
In ogni modo, poiché entrambi gli organi sessuali femminili e
maschili derivano dalla stessa massa di cellule embrionali, essi sono
corrispondenti, in termini scientifici, sono “omologhi”.
Femmine
Maschi
Ovaie
Uretra
Piccole labbra
Grandi labbra
Clitoride
Ghiandole di Bartolini
Ghiandole parauretrali
(prostata femminile)
Testicoli
Uretra prostatica
Tubo uretrale del pene
Scroto
Pene
Ghiandole di Cowper
Prostata
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La differenza fisica tra i sessi non è così grande come può apparire
alla prima occhiata. Gli organi genitali maschili e femminili sono
strutturalmente molto simili. Durante la prima settimana di
sviluppo, infatti, sono praticamente indistinguibili. È solo la loro
crescita, prima della nascita e durante la pubertà, che li rende
essenziali per la procreazione.
Femmina
Prima della nascita
Entrambi i sessi hanno origine da una base in comune
Gli embrioni maschili e femminili sono dotati di una testa e delle
gemme degli arti che, crescendo, diventeranno le braccia e le gambe,
e di una cresta di tessuto destinata a dare origine agli organi
sessuali. In ogni modo, in questo stadio, è possibile osservare una
protuberanza (allusivo di un maschio) o un solco (allusivo di una
femmina).
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Sviluppo tipico delle femmine
Nell’embrione femminile la protuberanza dà origine al
clitoride ed il solco resta aperto. Gradualmente si formano
le piccole labbra e la parte anteriore della vagina.
Due pezzi di cute sull’altro lato daranno origine alle
grandi labbra. Un’altra massa di cellule darà origine alle
ovaie. Alla nascita, gli organi genitali interni ed esterni
sono definiti chiaramente come femminili.
Sviluppo tipico maschile
Nell’embrione maschile la protuberanza dà origine al
pene, il solco si chiude. Un’altra massa di cellule da
origine ai testicoli che iniziano a produrre testosterone.
Questo ormone, a sua volta, stimola ulteriormente la
crescita e la differenziazione. In caso di deficit del
testosterone, l’embrione potrebbe automaticamente
diventare femmina
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I caratteri sessuali secondari iniziano a comparire
durante la pubertà in seguito alla stimolazione
ormonale.
Essi compaiono prima nelle femmine, più tardi nei
maschi. Quando la crescita fisica è completata, il
corpo dell’uomo e della donna presenta diverse
differenze.
I cambiamenti della pubertà possono avvenire
lentamente e prolungarsi per oltre una decade, o
possono apparire improvvisamente e completarsi
entro uno o due anni.
Una donna può riprodursi dalla
pubertà fino al cinquantesimo
anno. Durante gli anni fertili,
tuttavia, la fecondazione si può
realizzare solamente una volta al
mese, in seguito al rilascio di una
cellula uovo matura dall’ovaio.
La
ricorrenza
mensile
di
quest’evento, insieme con altri
cambiamenti del corpo, costituisce
il ciclo riproduttivo femminile. Il
segno esterno più evidente è la
mestruazione
(sanguinamento
mensile).
La prima e l’ultima mestruazione
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La prima mestruazione (menarca), generalmente, si
ha intorno a 11-13 anni. La seconda mestruazione, in
ogni modo, può ritardare oltre un mese.
Durante l’adolescenza, infatti, i cicli mestruali sono
molto irregolari. Solamente più tardi si definisce il
modello definitivo. In una donna matura, il ciclo
mestruale ha una durata tra 28 - 35 giorni, tuttavia si
possono avere alcune irregolarità abbastanza normali
1. Preparazione per l’ovulazione: l’endometrio
s’ispessisce dopo la mestruazione.
2. Preparazione per l’impianto: l’endometrio è pronto
per l’impianto di una blastocisti.
3. Mestruazione: se non si ha l’impianto, l’endometrio
si stacca ed è rilasciato attraverso la mestruazione.

Gli organi sessuali maschili esterni
sono costituiti dal pene e dallo
scroto. I testicoli e i loro legamenti,
che si trovano all’interno dello
scroto, sono considerati organi
interni,
sebbene
si
trovano
all’esterno della cavità addominale
Gli organi sessuali interni maschili
sono costituiti dai testicoli, che
producono
ormoni
e
liquido
seminale, da un sistema di dotti che
immagazzina e trasporta il liquido
seminale e da alcuni organi
accessori le cui secrezione si
uniscono al seme eiaculato.
Costituiscono il secondo aspetto della sessualità, chiamato “sesso
psicosociale” o “genere”.
Si considera identità di genere di un individuo il sesso a cui,
indipendentemente dalla sessualità biologica, si sente di appartenere
(Rogers, 2000). Si tratta della percezione unitaria e persistente di se stessi,
o auto-identificazione, come appartenente al genere maschile o femminile
o ambivalente (Simonelli, 2002).
F. Sesso di dotazione
G. Identificazione sessuale
Tipico:
una bambina con un corpo femminile,
normalmente, cresce come una ragazza; un
bambino con un corpo maschile come un
ragazzo.
Atipico:
in alcuni casi, è possibile far crescere una
bambina come un ragazzo e un bambino come

una ragazza
Tipico:
una bambina con un corpo femminile, cresciuta
come una ragazza, impara, normalmente, a
considerarsi una donna; un bambino con un
corpo maschile, cresciuto come un ragazzo,
impara a considerarsi un uomo.
Atipico:
in alcuni casi, si possono avere bambine con un
corpo femminile cresciute come ragazze, che
s’identificano come uomini e, allo stesso modo,
bambini con corpi maschili, cresciuti come
ragazzi che si identificano come donne.
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Il processo di formazione dell’identità di genere, secondo Money
(1975), avviene attraverso il superamento di quattro "cancelli" dal
concepimento all’apprendimento del linguaggio.
Il primo cancello è quello relativo alla fecondazione, in cui a
seconda che lo spermatozoo sia portatore del gonosoma X o Y si
potrà avere una femmina o un maschio cromosomico.
Verso la fine della sesta settimana si apre il secondo cancello, nel
caso in cui il feto è portatore del gonosoma Y, deve essere inviato
alle gonadi il messaggio di trasformarsi in testicoli altrimenti il
processo continua in senso femminile.
La formazione dei testicoli avvia la produzione di ormoni
androgeni.
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Nel caso in cui il feto sia cromosomicamente femmina, si apre il
terzo cancello, in questa fase è indispensabile l’assoluta assenza
di ormoni androgeni.
Alla nascita i tre cancelli biologici si chiudono definitivamente e
si apre l’ultimo cancello, determinante per l’identità di genere,
quello psicologico. Questo cancello si chiude definitivamente
intorno ai tre anni con l’apprendimento del linguaggio: in tal
modo il bambino avrà definitivamente strutturato la sua identità
di genere definendosi come maschio o come femmina.
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Definito come eterosessualità od omosessualità.
È determinato sulla base delle preferenze per il
partner sessuale.
Gli individui sono eterosessuali od omosessuali
per il grado d’attrazione erotica per il partner
dell’uno o dell’altro sesso.
La maggior parte degli individui sviluppa una
preferenza erotica per il partner dell’altro sesso
(eterosessualità).
Una minoranza d’individui è eroticamente
attratta sia dall’uomo sia dalla donna
(bisessualità), mentre, una piccola percentuale
d’individui è attratta principalmente da un
partner dello stesso sesso (omosessualità).
PARTE III
LA DIMENSIONE SESSUALE E AFFETTIVA
NELL’ARCO DI VITA
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La sessualità non è più considerata
una manifestazione esclusiva dell’età
adulta, al contrario oggi è ritenuta
un’espressione molto importante di
ogni fase di vita.
Infatti l’attività sessuale è presente
fin dalla nascita, tuttavia nella
letteratura scientifica ci sono poche
ricerche sulle esperienze sessuali dei
bambini rispetto a numerosi studi
sull’identità sessuale e sul ruolo
sessuale.
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Il corpo in questa fase è strumento espressivo, conoscitivo
e relazionale.
Tutte le esperienze corporee contengono ed esprimono
contemporaneamente il bisogno di relazione, di
conoscenza, di ricerca di piacere.
L’intero corpo del bambino è fonte di intense percezione
sensoriali che, normalmente, sono assai gratificanti e
piacevoli: ricevere carezze, abbracci, essere pulito, nutrito,
poter placare la fame succhiando il seno della madre, il
contatto fisico amorevole, sono situazioni relazionali
positive che esprimono la sessualità infantile e inducono
un atteggiamento sereno e fiducioso verso il mondo
esterno.
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L’atto di succhiare tra le braccia della mamma è
un atto così emotivamente appagante, che il
lattante utilizza il ciuccio per ricrearsela in
fantasia.
Potersi abbandonare felicemente tra le braccia
della madre è il presupposto per poterlo fare
anche in futuro. I lattanti che non vivono ciò,
anche se ricevono ottime cure dal punto di vista
igienico sanitario, possono sviluppare un tal
grado di disperazione da rifiutare di nutrirsi e
lasciarsi morire.
Una delle prime teorizzazioni e sistematizzazioni delle fasi
di sviluppo psicosessuale del bambino risale a Freud e
alla sua teoria psicoanalitica.
Secondo Freud i primissimi anni di vita del bambino sono i
più importanti per la formazione della personalità. Egli
sostiene che la funzione sessuale inizi con la vita e si
evolve attraverso varie fasi, fino a stabilizzarsi nella
pubertà sotto il primato dei genitali.
Lo sviluppo è segnato da quattro stadi e da un periodo di
latenza
Freud denomina i diversi stadi a partire dalle zone del
corpo su cui sono centrate le pulsioni
Il passaggio da stadio a stadio è:
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biologicamente determinato, si verifica
indipendentemente dal fatto che quanto
doveva succedere nello stadio precedente sia
stato completato o meno
•Stadio orale (dalla nascita a 1 anno circa)
•Stadio anale (da 1 a 3 anni circa)
•Stadio fallico (da 3 a 5 anni circa)
•Periodo di latenza (da 5-7 ca. anni all’inizio della
pubertà)
•Stadio genitale (adolescenza)
Sessualità infantile
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È importante sottolineare come il piacere di succhiare,
acquisti un significato sessuale indipendentemente
dalla funzione nutritiva.
Tale significato si riscontra anche nell’adulto; infatti,
le sensazioni piacevole acquisite nel succhiare sono
riprodotte in età adulta nell’attività erotica del bacio o
del mangiare o fumare.
Erikson ha proposto di abbandonare la definizione di
stadio orale a favore di quella più completa di stadio
orale-respiratorio-sensorio, sottolineando come anche il
guardare, il sentire, il percepire gli odori costituiscono
delle attività molto gratificanti per il bambino.
Sessualità infantile

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Anche M. Klein ha
enfatizzato l’importanza
della sessualità.
Lo sviluppo libidico del
bambino è assimilabile
alla
“pulsione
conoscitiva”; la curiosità
verso il mondo esterno e
l’ambiente è motivato
dalla
componente
di
ricerca
della
libido
sessuale.
La tipizzazione sessuale è un processo cognitivo che
deriva dalla tendenza dei bambini a pensare per
categorie.
La tipizzazione sessuale avviene in 3 stadi:
 Identità di genere(1 1/2 –2 a.)
Identificazione corretta di sé e degli altri come maschio
e femmina.
 Stabilità di genere (3-4°.)
il bambino comprende che le differenze sessuali non
cambiano nel tempo.
 Congruenza o costanza di genere (6-7 a.)
Il bambino comprende che la differenza di genere è
una caratteristica intrinseca e immodificabile anche al
variare dei segni esteriori.

La
letteratura
esistente
nell’area
specifica
dello
sviluppo sessuale e di genere
testimonia che entro i primi
due anni di vita compare nel
bambino
un
sentimento
precoce e nucleare di identità
denominato da Stoller (1968)
identità di genere nucleare,
frutto
delle
componenti
biologiche, fisiologiche e
psicologiche e che determina
un senso di riconoscimento e
di appartenenza ad un sesso.
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L’identità di genere si consolida intorno ai quattro anni
quando secondo Bradley e Zucker (1990) i bambini
iniziano ad avere un’idea stereotipata di ruolo di genere
e mettono in atto comportamenti congruenti con tale
idea.
Nel bambino in questa fase di crescita l’immagine di sé
come maschio o come femmina è connotata da un
sentimento di mascolinità o femminilità che si confronta
con le aspettative socioculturali.
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In linea con lo sviluppo cognitivo secondo la teoria
piagetiana tra i due e i sette anni (periodo
dell’intelligenza pre-operatoria) il bambino acquisisce
infatti progressivamente la capacità di cogliere il
concetto di identità: inizia ad essere consapevole del
fatto che un oggetto può cambiare la sua apparenza
senza cambiare la sua natura o identità.
L’identità di genere, seguendo lo sviluppo cognitivo,
passa in questa fase di crescita da conoscenze
incomplete e instabili a categorie sempre più stabili
fino a giungere a rappresentazioni mentali
comprensive (Del Re, Bazzo, 1995).
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Questa progressiva "categorizzazione" dei fenomeni
consente al bambino un sempre maggior controllo e
adattamento all’ambiente.
Sono appunto queste modalità cognitive che rendono
possibile al bambino la progressiva organizzazione
dei concetti di "maschio" e "femmina".
Questi concetti, alla base dell’identità di genere,
subiscono l’evoluzione e le trasformazioni che
caratterizzano qualsiasi altro tipo di concetto.
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Dapprima il bambino classifica i sessi in base a indizi
percettivi molto appariscenti, ma mutevoli, e solo in un
secondo tempo realizza la costanza o conservazione del
genere, la sua permanenza, basandosi su indici biologici
stabili.
Da questo momento egli tenderà a imitare le persone di
sesso identico al suo, a partire dai coetanei, in quanto più
simili a sé, sia nelle caratteristiche che nel tipo di attività
abituali. Questa fase di sviluppo vede la sempre maggiore
tipizzazione dei comportamenti in senso maschile e
femminile, l’identità di genere diventa dunque per i
bambini il principio organizzatore degli atteggiamenti di
ruolo, che permette di selezionare ed elaborare le
informazioni ambientali sulla propria identità.
I bambini, infatti, sembrano a quest’età in grado di
adottare degli standard riguardanti il genere e di regolare
Al termine del primo anno di vita si struttura un legame di attaccamento
dei bambini verso la madre in risposta alle pratiche di accudimento
ricevute. Il legame di attaccamento farà da modello per le relazionali
affettive che la persona costruirà in futuro e orienterà il modo in cui
soggetto vivrà i sentimenti verso i suoi partners futuri.
1)Chi ha uno stile sicuro riesce a raggiungere un
giusto equilibrio fra i bisogni assertivi e di
attaccamento. Sa mettersi in gioco nei rapporti,
è capace di amare e sopporta bene la solitudine.
2) Chi ha un stile insicuro evitante
sente poco il bisogno di rapporti
affettivi.
Non si affeziona, può cambiare
rapidamente affetti o non
averne affatto.
3) Chi ha un stile insicuro ambivalente cerca
affetto e accudimento, ma non si sintonizza con
l’altro e non sopporta allontanamenti o
abbandoni. Vive male la solitudine ed è
insoddisfatto nelle relazioni, nelle quali
facilmente manifesta atteggiamenti aggressivi,
passivi o dipendenti.
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I bambini osservano con grande attenzione il proprio corpo e
quello altrui, incuriosendosi sulle funzioni e sul possibile
utilizzo, in particolare dei genitali.
L’osservazione-esibizione del corpo, con un’attenzione
particolare per le differenze tra maschi e femmine è
un’espressione tipica della sessualità in età prescolare.
Altra modalità è rappresentata dal fare giochi caratteristici
(dottore, sposarsi, fare mamma e papà, vestire e svestire le
bambole).
È presente spesso anche l’autostimolazione, con significato non
solo di ricerca del piacere ma anche di auto consolazione e
conoscenza.
(già
dai
6
mesi
i
maschi
iniziano
un’autostimolazione genitale. Nelle femmine compare verso i 10
mesi ed è per lo più indiretta, stringendo le cosce e
dondolandosi)

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I bambini sono incuriositi anche
dal miracolo del concepimento,
creano proprie teorie in proposito
ed
hanno
una
fiducia
incondizionata
nei
genitori,
perché detentori dell’enorme
potere e sapere che li rende
capaci di dare la vita ai bambini.
Se non intervengono modalità
educative differenzianti, maschi
e femmine giocano insieme e non
si rilevano differenze importanti
nelle attività preferite da maschi
e
femmine
(scarsa
differenziazione di ruolo).
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Già in questa fase, le
femmine sono a differenza
dei maschi, più attratte
verso l’altro sesso.
È possibile si presentino
comportamenti esplorativi
sul corpo di ciascuno.
È importante che i genitori
incitino i bambini alla
conoscenza delle differenze;
evitando ogni sorta di
atteggiamento punitivo che
in futuro può far vivere
l’angoscia di castrazione nel
bambino e la convinzione di
essere state castrate nelle
bambine.

Si rileva un investimento profondo nelle relazioni amicali ed
affettive nonché nell’apprendimento e nelle attività intellettuali; è
l’età dell’amico del cuore, del bisogno di conoscere il mondo, che
sostituisce, pur mantenendo lo stesso significato, quello più
infantile di conoscere il proprio corpo e quello della madre.
Si evidenziano anche le ansie relative alla
crescita ed al futuro passaggio da una
sessualità genitale immaginata ad una agita.
I ruoli sessuali a quest’età si mostrano definiti
ed abbastanza rigidi.
I maschi preferiscono giocare tra loro e così
pure le femmine. Anche i giochi preferiti sono
differenti: più movimentati per i primi, più di
riflessione per le seconde che mostrano in
genere un maggior adattamento scolastico.
Due nozioni non confondibili fra loro, in quanto si
riferiscono a due processi differenti dello sviluppo
individuale.
La pubertà è il passaggio dalla
condizione
fisiologica
del
bambino
alla
condizione
fisiologica
dell'adulto;
l'adolescenza è il passaggio dallo
status sociale del bambino a
quello dell'adulto: essa varia per
durata, qualità e significato da
una civiltà all'altra e, all'interno
della stessa civiltà, da un gruppo
sociale all'altro.

Egan e Perry (2001) considerano l’identità di genere come
una costruzione multidimensionale che racchiude: la
capacità di assegnare un individuo ad una categoria di
genere, il sentirsi in sintonia con il gruppo del proprio
genere, il sentire la pressione verso la conformità al genere
e l’attitudine verso il genere del gruppo di appartenenza.
Questi Autori hanno individuato nell’identità di genere dei
preadolescenti la presenza:
 di un sentimento di compatibilità psicologica con il
proprio genere;
 di un sentimento di pressione, da parte dei genitori, dei
pari e di se stessi verso la conformità agli stereotipi di
genere
 la sensazione che il proprio sesso sia superiore all’altro.
L'esperienza pubertaria delle ragazze, in media, è meno
marcata dalla sessualità. Solo una minoranza menziona
esperienze sessuali quando descrivono il vissuto della propria
pubertà, in modo non prioritario all'interno di un quadro di
cambiamenti fisiologici e psichici.
L'insieme delle trasformazioni somatiche della pubertà,
permettendo una maggiore identificazione con gli adulti del
proprio sesso e suscitando negli altri un comportamento
differenziato, permette alla maggior parte dei giovani di
portare a termine la costruzione della loro identità sessuale,
ossia della definizione di sé come maschio o femmina.
La pubertà mette spesso fine a precedenti identificazioni con il
sesso opposto ma può anche provocare problemi di identità,
paure e ansietà riguardo a questo problema.


Nella fase adolescenziale, il
soggetto prende consapevolezza in
modo più radicato del suo
orientamento sessuale seguendo la
propria attrattiva sessuale.
Si
assiste
infine
ad
una
rinegoziazione dei comportamenti
tipici del proprio sesso per dare
maggiore
spazio
al
senso
soggettivo del genere (Cammarella
2001).
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Se i bambini sentono che l’esercizio della sessualità
genitale è “cosa riservata agli adulti”, gli adolescenti
reclamano questo diritto anche per sé. In questo periodo
della vita, l’autorevolezza dei genitori è messa in
discussione; in fantasia crescere significa aggredire i
genitori ed impossessarsi dei loro poteri, in primo luogo
quello di esercitare la sessualità.
All’inizio dell’adolescenza, il bisogno di esercitare la
sessualità si esprime in relazioni la cui caratteristica è la
scarsa attenzione per i bisogni del partner. Questo tipo di
sessualità, definibile “predatoria” è tipico di questa età e
per lo più appartenente al sesso maschile.
La conquista femminile rappresenta un trofeo, semplice
rassicurazione alla propria capacità di esercitare il potere
della sessualità.
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La pubertà rende spesso l'adolescente più sensibile agli
stimoli sessuali e segna l'inizio di una nuova fase dello
sviluppo psicosessuale. Per molti maschi è nel periodo
attorno alla pubertà che comincia un'intensa attività
sessuale, fatta in un primo tempo soprattutto di
masturbazione.
Il desiderio di esprimere la propria sessualità in un
rapporto amoroso, il fatto di essere considerato da altri
possibile partner sessuale, sono fattori che spingono
l'adolescente a raggiungere lo status autonomo dell'adulto.
Adolescenza e sessualità
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Il gruppo ha regole, norme e codici, che ne danno
un’identità.
Anche il modo di vestirsi rappresenta una modalità per
esprimere l’appartenenza ad un gruppo di pari.
L’attenzione per il corpo, il desiderio di bellezza e di
prestanza fisica, sono grandi perché il potere di
conquistare è molto legato a queste qualità.
Il confronto tra i modelli ideali e la propria realtà fisica è
inevitabilmente perdente, la tensione istintuale è intensa,
la capacità di trovare conforto nel gioco con la fantasia è
ormai ridotta rispetto alle età precedenti e questo facilita
la ricerca di un’attività masturbatoria spesso intensa
soprattutto nei maschi
Adolescenza e sessualità
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Con il progredire della maturazione psicofisica, però, gli
adolescenti iniziano a provare dispiacere per il dolore
inflitto alle loro prede.
Anche la solidità del gruppo amicale comincia ad
incrinarsi, i maschi iniziano a riconoscere alle femmine
qualità umane apprezzabili e viceversa, si crea un gruppo
di ragazzi di ambo sessi e si formano coppie relativamente
stabili, fondate sulla capacità dei partners di farsi carico dei
bisogni reciproci.
Talvolta la capacità di prendersi cura dell’altro assume
caratteri di oblatività e sono tipici gli “amori impossibili”
connotati da un alto grado di idealizzazione
Primo Periodo
(12--14 anni)
Secondo Periodo
(14--16 anni)
Terzo Periodo
(>>17 anni)
Rapido sviluppo e
accrescimento fisico
si ampliano i rapporti con
l’ambiente esterno
completamento dello
sviluppo puberale
persistenza del legame con
l’ambiente familiare
primi rapporti sessuali
definizione della propria
identità corporea e del
proprio ruolo
sorgono nuovi interessi
si accentua lo spirito critico
verso la società
persistenza, molto spesso,
di instabilità psicologica
primi innamoramenti
conflittualità verso i
genitori
spesso narcisismo con
iniziali atteggiamenti di
ribellione
Rapporti umani
positivi
capacità di
relazione
Relazioni
amichevoli
condivisione idee
importanti
condivisione
riconoscere l’altro interessi
come persona
irrilevanza delle
differenze
reciproco
“specchiarsi“
Amicizia
Amore
condivisione
ideali e progetti
di vita
affinità piena
differenze
complementari
costante
complementarietà
reciprocità in ogni
campo
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Si parte dalla scoperta del piacere che può essere
provocato dal proprio corpo, e si giunge a scoprire la
gratificazione derivante dalla reciprocità affettiva.
Tale sviluppo presuppone una buona strutturazione della
propria identità sessuale, che si consolida nel periodo
adolescenziale.
Bisogna tener conto che non tutti riusciamo a stabilire una
maturazione sessuale poiché entrano in gioco
numerosissimi fattori: dai condizionamenti ambientali,
all’esposizione a scene traumatiche, al subire abusi
sessuali o maltrattamenti fisici.
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Ciò che può avvenire in questi casi, è il restare “fissati” in
un momento particolare della propria evoluzione sessuale
senza riuscire a progredire o progredendo più lentamente
della norma. Pensiamo per esempio alla persistenza della
fase autoerotica oltre l’età adolescenziale o all’incapacità
di stabilire un rapporto stabile o duraturo con una persona
dell’altro sesso.
In realtà anche una persona adulta ha la possibilità di
regredire in una fase precedente dell’evoluzione sessuale,
quando si vengono a determinare particolari momenti di
vita (es: masturbazione e solitudine, noia).
È per questa ragione che lo sviluppo della propria
sessualità dura, in un certo senso, tutta la vita.
Secondo la psicologia del ciclo di vita, gli indici del
raggiungimento delle condizione adulta possono essere
considerati:
L’ingresso nel mondo del lavoro
L’acquisizione dell’indipendenza
economica
La costituzione di una nuova
famiglia
L’entrata nel ruolo genitoriale
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Questo arco temporale si estende dalla fine
dell’adolescenza ai 45-50 anni.
In questa fase della vita la quasi totalità delle
persone ha già sperimentato quasi tutte le
attività e le variazioni che faranno parte del
loro bagaglio di conoscenze e preferenze
sessuali per tutta la vita.
Le scelte fatte, o subite avranno un ruolo
importantissimo
nel
determinare
le
caratteristiche e la qualità della sessualità. Dal
punto di vista psicologico i soggetti, con lo
sviluppo dei rapporti affettivi, hanno iniziato
a vivere pienamente la genitalità intesa come
“metapulsione di scambio” che implica un
sentire piacere che ha bisogno del sentire il
piacere nell’altro (Fornari, 1975)
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Il bisogno di attaccamento e di dipendenza in questa fase
non si elimina, ma semplicemente cambiano i soggetti.
L’amore di coppia e il matrimonio non sono altro che una
manifestazione adulta dell’attaccamento, ovvero una
relazione che fornisce la base sicura per avventurarsi nel
lavoro, nella vita sociale, e rappresenta un rifugio nei
momenti di difficoltà e di bisogno.
Il rapporto sessuale rappresenta quel particolare modo di
vivere la sessualità attraverso la genitalità.
Nel considerare il significato che il rapporto sessuale
rappresenta nella vita di coppia, si intravedono tre aspetti
strettamente legati tra loro: l’aspetto unitivo, fecondativo
e ludico.
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Negli ultimi anni della fase del primo periodo, si possono
manifestare situazioni di crisi che in un certo senso
caratterizzano il passaggio alla fase del secondo periodo, e
caratterizza, nella donna le prime fasi del climaterio stesso.
In questa fase iniziano ad evidenziarsi in modo evidente e
significativo, soprattutto nell’uomo, le modificazioni ed il
ridimensionamento delle capacità sessuali.
Tale evento, accompagnato alla possibile diminuzione della
forza e delle capacità fisiche induce nei soggetti, la sensazione di
essere di fronte ad una svolta.
Il momento del passaggio a quella che viene considerata la
seconda parte della vita pone gli individui di fronte alle
preoccupazioni circa la proprio fine ed induce molti ad attuare
una valutazione di cosa si è, di cosa si è fatto e si vuole ancora
fare. Queste preoccupazioni e queste crisi inducono molto
spesso uno stato di lutto che espone facilmente a stati di
depressione o reazioni di negazione
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Per climaterio in campo
medico si intende il periodo
che precede la menopausa o
negli uomini lo stesso periodo
che precede l'andropausa.
Con il termine menopausa si
indica il periodo di vita in cui
la donna cessa la produzione
di estrogeni e conseguente
scomparsa del ciclo mestruale.
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I sintomi che talvolta accompagnano
questo momento di crisi (vampate,
secchezza
vaginale)
e
la
consapevolezza di invecchiare possono
determinare il bisogno di una
rielaborazione dell’identità femminile.
Tuttavia le ricerche suggeriscono che gli aspetti biologici sono
correlati con quelli psicosociali e quindi sia la sessualità che il
tono dell’umore generali risentono soprattutto della storia
individuale di ogni donna, di come nel passato abbia vissuto la
sua sessualità, di quanto forte sia stata la sua autostima.
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Per gli uomini il passaggio è molto più sfumato,
poiché non esiste un correlato esatto della
menopausa, cioè negli uomini si assiste ad un
graduale decremento degli androgeni, ma la
capacità non viene sospesa.
Impropriamente si usa il termine “andropausa”
per indicare l’insieme di cambiamenti nella
sfera sessuale che compaiono con l’avanzare
degli anni, quali la necessità di una maggiore
stimolazione per favorire l’erezione che può
essere meno salda, una minore intensità
dell’orgasmo e dell’eiaculazione ed una
maggiore latenza del periodo refrattario.
Gli studiosi concordano nel sostenere che per
gli uomini il momento più cruciale può essere il
pensionamento, visto come perdita di identità.
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Lo stereotipo più diffuso vede
l’anziano
asessuato,
e
finalmente libero dagli istinti.
Se la spinta biologica, col
passare degli anni, si va
affievolendo, permangono o si
rafforzano, per contro, il
bisogno di relazione, affetto,
tenerezza, riconoscimento e
rassicurazione, che trovano nel
contatto fisico con l’altro una
modalità di soddisfacimento.
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Salvo restando che la sessualità, a qualsiasi età, è uno
degli elementi più soggetti a variabilità individuale,
in quanto espressione pregnante della personalità di
ciascuno, nella norma statistica i parametri della
sessualità dell’anziano, si discostano notevolmente.
Attraverso l’aumentata conoscenza di se stesso e degli
altri, può permettersi di vivere esperienze sessuoaffettive più evolute e significative di quelle esperite
nel passato, a dispetto dello stereotipo che ne
sottolinea negativamente solo i processi corporei
involutivi.
Dr.ssa Noemi Grappone
Psicologa–
Psicoterapeuta‐Sessuologa
Istituto di Terapia
Cognitivo Interpersonale,
Roma
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