3. Propagazione dei RAGGI COSMICI nella Galassia Corso “Astrofisica delle particelle” Prof. Maurizio Spurio Università di Bologna. a.a. 2011/12 1 Outline La Galassia, il gas intergalattico e il campo magnetico Galattico (§3.1, §3.2, §3.3) Origine degli elementi leggeri (Li, Be, B) nei RC per spallazione di C,N,O (§3.4) Propagazione dei RC nella galassia: il leaky box (§3.5, §3.6) Variazione della composizione dei RC con l’energia (§3.7, §3.8) Spettro di energia alle sorgenti (§3.9) L’orologio dei RC e tempo di confinamento dei RC nella Galassia (§3.10) Dark Matter searches (§3.11) 2 Modulazione dei RC di bassa energia dovuta al ciclo del Sole Le variazioni del ciclo solare hanno effetti per energie < 1 GeV RC con E > 2 GeV non affetti dal ciclo solare Flusso di RC di bassa energia (>1 GeV): ~ 1000 p/(m2s sr). Pensateci prima di offrirvi volontari per una missione su Marte. Parte dello spettro esclusa Dalle considerazioni 3 3.1 La Galassia Il gas interstellare o intragalattico (GI) è il mezzo in cui si formano le stelle. Contribuisce per il 5% alla massa della Galassia 4 Nubi Gassose Scoperte con astronomia radio Il gas viene riscaldato da vari meccanismi: - Esplosioni di SN Radiazione U.V. da stelle giganti Eccitazione/ionizzazione da RC Si raffredda con altri meccanismi: - Bremsstrhalung (gas caldi, K>107 K) Diseccitazione 104 K<T<107 K Emissione termica 5 Distribuzione di idrogeno neutro nella Galassia 6 Figura 17.2 libro Densità media del mezzo Interstellare rIG = 1 p/cm3= =1.6x10-24 g/cm3 7 3.2 Il campo magnetico galattico Si misura tramite la polarizzazione della luce delle stelle Intensità media: 3 mGauss Coerenti su scale di 1-10 pc 8 Polarizzazione della luce delle stelle: local field // arm 9000 stars have polarization measured mostly nearby (1~2kpc) polarization percentage increases with distance Zweibel & Heiles 1997, Nature 385,131 Berdyugin & Teerikorpi 2001, A&A 368,635 9 Richiamo: moto di un RC nel campo magnetico Galattico mv2 / r pv / r ZevB / c r pc / ZeB 1 E (eV ) r (cm) 300 ZB(G ) (1012 eV ) 1015 cm 3 10 4 pc r (1015 eV ) 1018 cm 3 10 1 pc (1018 eV ) 10 21 cm 300 pc 10 3.3 Curve di rotazione delle Stelle nella Galassia: indizi di dark matter 1970 – Misurando la velocità di rotazione delle nuvole di gas nelle galassie si scopre che esse sono formate da una massa molto maggiore di quella che si stimava Se la massa totale della galassia fosse dovuta solamente alla materia visibile (stelle, ...), allora la velocità di rotazione fuori dal disco luminoso dovrebbe diminuire come 1/r. Dalle osservazioni si ricava invece che la distribuzione di massa deve essere v(r) ~ cost 11 Curve di rotazione 12 La distribuzione di massa è: M(r) ~ r NB: prova a dimostrarlo! Se la Teoria di Newton è corretta, le Galassie e gli ammassi debbono essere immersi in aloni di Materia Oscura. In questo caso la materia invisibile sarebbe di gran lunga più importante di quella visibile Cap. 11 13 3.4 Misure delle abbondanze degli elementi nella Galassia Le abbondanze “primordiali” degli elementi sono fissati dalla cosmologia: 24% (in massa) di 4He 76% (in massa) di H La nucleosintesi nelle stelle provvede alla sintesi degli elementi più pesanti Le esplosioni stellari (per M>> Ms) hanno una vita media << all’età dell’Universo e provvedono a rifornire il mezzo IG Le percentuali dei vari elementi nella Galassia possono essere dedotte in varie maniere 14 Elementi chimici: genesi White - Big Bang Pink - Cosmic Rays Yellow - Small Stars Green - Large Stars Blue - Supernovae 15 Abbondanze dei nuclei nel Sistema Solare Sono rappresentative delle abbondanze degli elementi nel mezzo interstellare 16 3.5 Confronto tra le abbondanze dei vari nuclidi nei RC e nel mezzo IG I RC hanno una composizione chimica analoga a quella del Sistema Solare (Solar System Abundance, SSA)? Se sì, questo indica una origine simile a quella del SS. Le abbondanze degli elementi nei RC si determinano tramite esperimenti di misura diretta dei RC (vedi.) Si notano alcune discrepanze rispetto al SSA, in particolare in corrispondenza al gruppo Li,Be,B e del gruppo prima del Fe Vedi fig. Si nota anche un effetto pari/dispari, noto dalla fisica dei nuclei 17 Abbondanze relative dei RC e del sistema solare (SSA) H e He sono dominanti (98%), leggermente in difetto rispetto SSA Buon accordo tra CR e SSA per molti elementi, in particolare C, O, Mg, Fe. Elementi leggeri Li, Be, B e quelli prima del ferro Sc,V sono straordinariamente abbondanti nei RC rispetto SSA J.A. Simpson, Ann. Rev. Nucl. Part. Sci. 33 (1983) 323 18 La composizione Chimica : confronto tra il elementi prima e dopo il Fe C,N,O Li,Be,B 79, Au Fe Elementi formati nella Nucleosintesi stellare Elementi formati nella esplosione (supernova) 19 La stessa figura… 20 CHEMICAL COMPOSITION of CR at LOW ENERGIES Intensity (E > 2.5 GeV/particle(m-2 sr-1 sec-1) Particle charge, Z Integral Intensity in CR (m-2 s-1 sr-1) Protons 1 Helium Nuclear group Number of particles per 104 protons CR Universe 1300 104 104 2 94 720 1.6×103 L (=Li,Be,B) 3-5 2 15 10-4 M(=C,N,O) 6-9 6.7 52 14 Heavy 10-19 2 15 6 VeryHeavy 20-30 0.5 4 0.06 SuperHeavy >30 10-4 10-3 7×10-5 Electrons -1 13 100 104 Antiprotons -1 >0.1 5 ? 21 3.6 Produzione di Li, Be, B nei RC 6Li,Be,B sono catalizzatori delle reazioni di nucleosintesi. Ciò significa che NON sono rilasciati al termine della vita stellare. Il solo 7Li ha una piccola percentuale di origine cosmologica, mentre 6Li,Be,B non sono stati prodotti dal big bang. Li,Be,B sono prodotti temporaneamente durante la catena di fusione, ma vengono “consumati” durante le reazioni (vedere cap. 8): le stelle consumano questi elementi durante la loro vita. Quale è l’origine di questi elementi rari? Reeves, Fowler & Hoyle (1970) ipotizzarono la loro origine come dovuta all’interazione dei RC (spallazione e fusione di a + a) con il mezzo interstellare (ISM). 22 Meccanismo di propagazione Gli elementi del gruppo M(=C,N,O) sono gli elementi candidati a produrre L(=Li,Be,B) durante la propagazione. Il processo fisico con cui gli M producono gli L è la spallazione, urto con i protoni del GI. Quale quantità di materiale: x=rL (gcm-2) i nuclei M devono attraversare per produrre, nel rapporto osservato, gli elementi L. Il problema può essere impostato con un sistema di equazioni differenziali. 23 • Costruiamo un “modellino giocattolo” di propagazione dei RC, in cui le ipotesi di partenza sono: • Nessuna presenza di nuclei Leggeri (NL) alle sorgenti dei RC • Una certa quantità di nuclei Medi (NM), che durante la propagazione diminuisce a causa della spallazione N L 0 0 N M 0 N M0 • Il processo di spallazione PML : NM p NL X spall. avviene con una probabilità 0 PML 1. PML tot. • Sperimentalmente, PML=28%. 24 La tabella con le sezioni d’urto di produzione di frammenti da spallazione di p con Nuclei (cap. 2) 25 Valori delle sezioni d’urto per il calcolo di PML Partial Cross-Sections for Inelastic Collisions of Protons with CNO { E = 2.3 GeV/N } Secondary Nuclei Li Be B Primary Nuclei Z A C N O 3 6 12.6 12.6 12.6 7 11.4 11.4 11.4 7 9.7 9.7 9.7 9 4.3 4.3 4.3 10 2.9 1.9 1.9 10 17.3 16.0 8.3 11 31.5 15.0 13.9 252.4 280.9 308.8 4 5 Inelastic cross-section (mb) Data of R. Siberberg & C.H. Tsao 26 NM p NL X d N M (x ) N M x dx M (1) d N L (x ) PML N L x N M (x ) (2) dx L M • lunghezza di interazione nucleare 1 i N0 i i 0 A2 3 media M 45mb A2 3 280 mb M L 45mb A 200 mb 1 M 6.0 g.cm 2 23 6 10 280mb 1 L 8.4 g.cm 2 23 6 10 200mb 23 L Valori dei parametri in (1) e (2) 27 La soluzione dell’eq. 1 è: N M x N e 0 M (3) Moltiplicando ambo i membri della (2) per ex/L d N L x ex dx L d ( N L x ex dx x M N L (x ) L L ) ex PML M L PML M N M (x ) ex N M0 e (x L L x M ) Questa, è una equazione del tipo: d y ( x ) e x L B e x L x M (4) dx PML 0 dove B NM M 28 d y ( x ) e x L B e x L x M dx (4) Proviamo con una soluzione del tipo: y( x) N L (x ) c e x L e x M (5) Con le condizioni al contorno: y( x) 0 N L (0) 0 d c e x L e x M e x L B e x L x M dx d c 1 e x M x L B e x L x M dx 1 1 c B M L c B M L L M 29 Inserendo il valore di “c” nella (5) otteniamo finalmente: PML 0 M L N L (x ) N M M L M N M x N M0 e x M x e L e x M (3) (6) Quindi: i RC, perché presentino il rapporto R osservato sulla Terra, devono avere attraversato nella Galassia uno spessore di “materiale equivalente” pari a xT=4.8 g cm-2 . Poiché la Terra non ha una posizione privilegiata nella Galassia, un qualsiasi altro osservatore misurerebbe lo stesso numero. PML = 0.28 M = 6.0 g cm-2 N = 8.4 g cm-2 R = NL/NM = 0.25 30 Abbondanze relative di Li,Be,B in rapporto alla loro probabilità di produzione da parte di C,N,O Element PML (CNO) Abbondanze relative Si=100 (misure) Li 24 % 136 Be 16.4 % 67 B 35 % 233 Questa misura conferma il modello di propagazione, che assegna una abbondanza maggiore all’elemento con la maggiore PML 31 3.7 Stima del tempo di confinamento da xT : Galassia senza alone. Il modello semplificato conferma la produzione di Li, Be, B da parte degli elementi del gruppo C,N,O con le abbondanze relative come sperimentalmente misurate; Il modello, senza ulteriori correzioni, non funziona altrettanto bene per riprodurre le abbondanze di Mn, Cr, V da parte del Ferro (potete immaginare perché ?) Dal valore ottenuto di xT=4.8 g cm-2 è possibile ottenere una stima del tempo di confinamento dei RC nella galassia. Infatti: xT r CR c r CR 1 p cm 3 1.6 10 24 g.cm 3 4.8 ( g.cm 2 ) 14 6 10 s 3 10 y 10 24 -3 3 10 (cm s ) 1.6 10 (g.cm ) 32 Stima del tempo di confinamento nella Galassia con alone Nel caso si consideri la densità della Galassia con alone di DM: rCR 0.3 p cm3 4.8 ( g.cm 2 ) 7 Alone 10 y 10 24 -3 0.3 3 10 (cm s) 1.6 10 (g.cm ) Si noti che in ogni caso, se i RC si movessero di moto rettilineo, la distanza percorsa nel tempo sarebbe: L c 3 1010 1014 3 1024 cm 106 pc valore molto maggiore delle dimensioni della Galassia. rappresenta dunque il tempo di diffusione dei RC dalla Galassia. In modelli più raffinati, E 33 Se il moto dei RC fosse rettilineo: Lmin = D c = 3 1010 1014 cm/s s = 106 pc » 15 kpc = rgalax Ciò conferma che i RC hanno una direzione continuamente modificata durante ( dal Campo Magnetico Galattico) B 300 pc 34 3.8 Variazione del tempo di confinamento con l’energia Il modello illustrato (confinamento dei RC nella Galassia come scatola parzialmente trasparente) è chiamato “leaky box”; Il rapporto r=(#L/#M) dipende dal tempo di confinamento dei RC nella Galassia; all’aumentare di , cresce r. Se il confinamento è dovuto al campo B Galattico, ci si aspetta che i RC più energetici abbiano un tempo di confinamento inferiore (ossia, aumenta la probabilità di fuggire dal piano Gal); In tal caso, all’aumentare dell’energia ci si aspetta un valore di r che decresce con l’energia; L’equazione differenziale deve essere modificata per tener conto di E. 35 I dati sperimentali confermano questa ipotesi. In particolare, si ottiene che la probabilità di fuga dalla Galassia dipende dall’energia come: o / E Dipendenza del rapporto r vs. E 0.6 Ossia, poiché ~ x x xo E 0.6 Nota: non è possibile ricavare questo per via analitica. E’ possibile solo tramite metodi numerici 36 3.9 Spettro dei RC alle sorgenti Il risultato appena ottenuto è estremamente importante, perché permette di avere informazioni sullo spettro energetico dei RC alle sorgenti. Poiché il flusso dei RC sulla Terra è stazionario, vi deve essere equilibrio tra: ( E ) E 2.7 (erg / cm3 GeV ) ? Q ( E ) E (erg / s GeV ) Spettro energetico alle Sorgenti: 0.6 ( E ) E ( s) Probabilità di diffusione: Spettro energetico misurato: erg cm 3 4 Q ( E ) ( E ) ( E ) dE dE c Volume erg s GeV s cm3 37 Spettro dei RC alle sorgenti (2) 4 Q ( E ) ( E ) ( E )dE dE c Volume Quindi, inserendo le dipendenze funzionali: ( E ) E 2.7 Q( E ) 0.6 E 2.1 (E) E Il modello che descrive le sorgenti di RC nella Galassia, dovrà prevedere una dipendenza con l’energia del tipo ~E-2. Il modello di Fermi (cap. successivo) prevede proprio un andamento funzionale di questo tipo! 38 3.10 L’orologio dei Raggi Cosmici • Nel 1958, Hayakawa et al., stabilirono che le abbondanze dei secondari radioattivi potevano essere impiegati come “orologi” dei RC misurando il flusso (relativo) degli isotopi radioattivi e confrontandolo con quello aspettato se nessun decadimento fosse avvenuto. • Per poter misurare il tempo di permanenza dei RC, un isotopo deve avere i seguenti requisiti: 1. La vita media dell’isotopo radioattivo deve essere paragonabile all’età stimata dei RC. 2. L’isotopo deve essere un “puro secondario”, cioè non deve essere presente alle sorgenti. 3. Deve essere possibile calcolarne il “rate” di produzione durante la propagazione nel mezzo intergalattico. 39 Quali isotopi si usano: il Berillio Nuclide t1/2 Tipo di Decadimento 7Be* --------- Stabile. 9Be _________ Stabile 10Be 1.6 106 y b Il Be è stato il primo elemento ad essere usato per calcolare l’età dei RC. Risulta quindi il più studiato. Ma anche altri isotopi possono essere usati : 26Al 36Cl 54Mn 7.1 105 3.0 105 ~6.3 y y 105 y b b b, b * Il 7Be viene considerato stabile. In effetti può catturare elettroni, ma perché il libero cammino medio per il pick-up 40 di elettroni e’ molto più grande dello spessore attraversato, questa trasmutazione è trascurata Figura 20.10 41 APPARATO SPERIMENTALE Interplanetary Monitoring Platform-7/8: Lithium Drift Silicium Detector Scintillatore (CsI) Scintillatore Plastico Zaffiro scintillatore • Vengono considerati solo eventi che passano in D1, D2, D3 e si fermano in D4 • Si usa la tecnica del dE/dx in funzione dell’ Energia Residua per separare i vari elementi chimici. • Il segnale D1+D2 = dE/dx, ed D4 = Energia Residua. • per ogni evento otteniamo un punto (dE/dx, E) cioè (z,E) 42 7Be 10Be Calibrazione! 43 Derivazione numerica di F o In questo caso, due processi sono in competizione: la fuga dei nuclidi di Be dalla Galassia, con un tempo f; la produzione di Be da parte della spallazione di nuclidi C,N,O con un tempo caratteristico spall o Supponendo (in prima approssimazione) che spall > f, e che Spall sia lo stesso per i due Be ( ciò e’ lecito perché Spall è debolmente dipendente dal numero atomico) e considerando che: 10 e 7 (=probabilità di produzione di Be10 e Be7 rispettivamente) si ricavano dalle tabelle di frammentazione 7 Pj 7 j 9.7mb J 7 10 Pj10 j 2.3mb J 7 44 Il numero di Be 10 in funzione di t : con 10 3.9 106 y N10 (t ) N10o e t / Il berillio 7 è invece stabile: 10 N 7 (t ) N 7o Sperimentalmente, il valore misurato del rapporto tra i due isotopi (al tempo t=t*) ha il valore R(t*) N10 0.028 N7 da cui possiamo ottenere: N 70 N100 t * /10 t* R(t*) 0 e ln 0 R(t*) ln( 0.118) 2.2 N7 10 N10 F t* 2.2 10 8 106 y 45 Risultati sperimentali dal Be Anni Esperimento Range Energetico (MeV/ nucl.) Isotopic Ratio 10Be / Be Età (years) Referenze 1977-1981 IMP7-IMP8 31-151 0.028 ± 0.014 6 17 24 10 8 1980 ISEE-3 60-185 0.064±0.015 8.4 42..04 10 6 [2] 0.043±0.015 6 27 19 9 10 [3] 1977-1991 1990-1996 1997 Voyager I e II Ulysses/HET Shuttle Discovery CRIS/ACE 35-92 68-135 70-145 [1] 0.046±0.006 26 45 10 6 [4] … 14.511..33 106 [5] [1] Garcia-Munoz, & Simpson ApJ 217: 859-877, 1977 [2] Wiedenbeck & Greiner ApJ 239: L139-L142, 1980 [3] [4] J.J. Connell ApJ, 501: L59-L62,1998 [5] Wiedenbeck, Binns, Mewaldt et all. Adv. Space Res Vol. 27, No 4, pp 727-736,2001 Lukasiak et all. ApJ 423: 426-431,1994 46 Grafico riepilogativo per le misure di tempi di fuga con il Be VOYAGER ULYSSES IMP-7/8 CRIS ISEE-3 Anno 47 Misure con altri isotopi “OROLOGIO” RANGE (MeV/Nuc) ESPERIMENTO ETA’ (in Myr) 125-300 68-200 ACE/CRIS 35-92 60-185 VOYAGER 36Cl 150-350 68-238 ACE/CRIS ULYSSES 25.0 (+4.2, -3.4) 18.0 (+10.0, -6.0) 54Mn 178-400 68-320 ACE/CRIS ULYSSES 29.6 (+2.2, -3.4) 14.0 (+6.0, -4.0) 26Al ULYSSES ISEE-3 21.0 (+2.4 ,-1.9) 26.0 (+4.0 , -5.0) 13.5 (+8.5, -4.5) 9.0 (+20.0, -6.5) 48 Il Leaky Box Model (LBM) è un modello di propagazione dei RC all’interno di un volume finito (box) dove le sorgenti sono distribuite uniformemente ed emettono particelle in modo costante. Le particelle si propagano dentro questo volume ma possono “scappare” (to leak) dalla scatola con una certa probabilità. Il rate di produzione e di fuga delle particelle sono tali da garantire un flusso stazionario. Il Diffusive Halo Model (DHM) è un modello più vicino alla realtà nel quale si assume che i RC vengano prodotti nella regione del Disco Galattico ed il loro meccanismo di propagazione è la diffusione in una regione estesa intorno al piano del Disco Galattico (Halo). 49 Interpretazione delle misure del tempo di fuga in termini di modello f 1 / F r ISM c f Esperimento f IMP7-IMP8 6 gcm-2 ISEE-3 r ISM f f c f rISM (p/cm-3) 6 17 24 10 8 0.18 00..18 11 5.5 gcm-2 8.4 42..04 10 6 0.33 00..13 11 Voyager I e II 10 gcm-2 6 27 19 9 10 0.28 00..14 11 Ulysses/HET 6.85 gcm-2 26 45 10 6 0.19 00..03 03 6.7 gcm-2 14.5 11..33 10 6 0.358 00..032 032 Shuttle Discovery CRIS/ACE Le misure dei tempi di permenenza dei RC favoriscono scenari di propagazione nel volume con densità tipiche minori della densità media 50 del disco galattico (1p/cm3): altra evidenza dell’alone galattico Gli isotopi radioattivi si sono rivelati ottimi strumenti per conoscere i tempi medi di permanenza dei RC nella Galassia e quindi utili anche per testare la densità media del ISM e i modelli di propagazione attraverso di esso. La possibilità di sfruttare diversi isotopi con differenti tempi di decadimento, ci permette di testare la densità del ISM intorno al sistema solare entro volumi di raggio variabile. Non sono state trovate differenze consistenti tra i tempi misurati con il Be ed i tempi misurati con isotopi diversi. Le ultime misure eseguite stimano una permanenza di 15 Myr e confermano modelli diffusivi attraverso un ISM di densità < 1p/cm3 (ossia, Galassia Disco+Alone) 51 Argomenti proposti di approfondimento 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Misure dell’abbondanza di idrogeno nella Galassia: tecniche sperimentali e risultati Meccanismi di emissione/raffreddamento nubi di gas Misure del campo magnetico Galattico Stato sperimentale delle curve di rotazione delle stelle nelle galassie (dark Matter) Altri indizi gravitazionali per la Dark Matter Misure sperimentali delle abbondanze degli elementi nel Sistema Solare (meteoriti, materiale lunare,….) Misure dirette della composizione chimica dei RC. Esperimenti e risultati Il Diffusive Halo Model 52 ….