C’erano due mondi. In uno suo padre camminava avanti e indietro al piano di sopra, faceva
cigolare le sedie e dipingeva sul suo piccolo visore luminoso […]; sua madre, al piano di sotto,
ascoltava dischi, faceva scorrere acqua sulle stoviglie, rideva al telefono, e la sua voce risaliva
la curva delle lunghe scale […]. Nel suo mondo al coperto Dylan poteva fluttuare in due
direzioni alternative. In su, aggrappandosi al corrimano che traballava e cigolava […] per poi
bussare alla porta dello studio e ottenere il permesso di mettersi al fianco del padre nella
speranza di vedere qualcosa […]. Il piano di sotto era tutto un altro paio di maniche. Gli spazi
di sua madre – il soggiorno pieno di libri e di dischi, la cucina dove lei preparava da mangiare
e rideva e litigava al telefono, il tavolo ingombro di sigarette e giornali e bicchieri di vino –
erano per Dylan pieni di imprevedibilità e di agitazione, proprio come lei.
Poi – ed era sempre questo, alla fine, il problema fondamentale quando sgattaiolava al piano
di sotto – Rachel si alzava dalla sedia […] e trascinava Dylan sulla porta di casa indicandogli i
bambini che giocavano sul marciapiede, insistendo perché si unisse a loro. […] Era cresciuta in
strada lì a Brooklyn, e Dylan avrebbe fatto lo stesso. Perciò, lo espelleva dal primo dei suoi
due mondi, la casa, scaraventandolo nel secondo. L’esterno, il quartiere. Dean Street.
Il secondo mondo era un mosaico di marciapiedi, e le facciate scrostate delle case a schiera
[…] erano le bandiere di regni inesplorati che stavano dietro la suddivisione in zone del
marciapiede e, probabilmente, la determinavano […] Nevins Street e Bond Street, che
chiudevano l’isolato come tra parentesi, erano aperture verso l’ignoto, vie che portavano alle
case popolari giù in Wyckoff Street. In ogni caso, l’angolo era occupato dai portoricani seduti
davanti alla bodega in Nevins Street. Un altro gruppo – neri per lo più – si attardava sulle
soglie di una pensione […] e questi cacciavano via i ragazzini che giocavano a palla. […] I
bambini, perciò, d’istinto, si ammassavano a metà dell’isolato.
Henry era un bambino nero […], la sua veranda e il suo giardino erano il punto di ritrovo […].
Il feudo di Marilla con solo bambine nere era sul lato opposto della via […] ma le parole
attraversavano la strada tra il giardino di Marilla e quello di Henry, e anche le bambine, a
volte, l’attraversavano. Il giardino di Henry era il centro, e Henry era al centro. Decideva
sempre lui a cosa giocare.
Due porte più in là c’era la casa abbandonata […] una superficie piatta senza finestre, e offriva
perciò una parete ideale per la palla-muro, un gioco in cui una spaldeen veniva fatta
rimbalzare contro un muro da un lanciatore ed era attesa da un ricevitore piazzato sulla via,
che sfrecciava tra le auto per afferrarla.(J. Lethem, La fortezza della solitudine, pp.15-21)
• LO SPAZIO E’ INTRECCIATO ALLE PRATICHE SOCIALI: “è il
supporto materiale delle pratiche sociali di
condivisione del tempo” (Castells)
• I CONFINI SONO UNA QUESTIONE CENTRALE, IN
PARTICOLARE LA DIVISIONE FRA DENTRO E FUORI: è
solo con la discontinuità che il senso comincia a
emergere, creando differenze fra luoghi
• LA MOBILITA’ E’ UN FATTORE FONDAMENTALE PER
COMPRENDERE LA VITA SOCIALE, COSI’ COME LA
RIDEFINIZIONE E PERMEABILITA’ DEI CONFINI.
• GLI ELEMENTI SPAZIALI (DISTANZA, CENTRO, ECC.) NON
POSSONO ESSERE COMPRESI CON LE LORO PROPRIETA’
FISICHE, MA CON QUELLE RELAZIONALI: lo spazio è
associato a gruppi e la riorganizzazione dello spazio è
sempre una riorganizzazione del potere sociale
SPAZIO E PRATICHE SOCIALI
• Sono le pratiche a “fare” uno spazio (aula
esami/palestra)
• La conoscenza dello spazio avviene in modo
pratico costituendo una “mente locale” o un
habitus spaziale (Tarzan)
• I corpi sono profondamente implicati
nell’esperienza spaziale, perché gli spazi
contengono informazioni codificate su
– le relazioni fra i corpi e gli spazi (es. divieto di
accesso)
– le relazioni fra corpi nello spazio
– Le identità dei corpi in relazione
• L’USO APPROPRIATO DELLE PRATICHE SPAZIOTEMPORALI DIPENDE DALL’INCORPORAZIONE
DEGLI SCHEMI DI TIPIZZAZIONE
• LE MAPPE MENTALI DEL TERRITORIO SONO
PARTE DELL’HABITUS SPAZIALE
– PERCORSI (canali attraverso cui ci si muove)
– MARGINI (limiti o ostacoli)
– ZONE (suddivisioni identificabili dall’interno e
dall’esterno > spazi vuoti)
– NODI (luoghi dove convergono determinate
pratiche)
– RIFERIMENTI (punti di orientamento)
• A CONFERMA DEL RAPPORTO PRATICO CON
LO SPAZIO, VI SONO ANCHE LE SCOPERTE SUI
NEURONI SPECCHIO E QUELLE
DELL’ANTROPOLOGIA (Vie dei Canti)
TRACCIARE CONFINI
• “l’atto culturale per eccellenza consiste nel
tracciare la linea che produce uno spazio
separato e delimitato, come il nemus, bosco
sacro offerto agli dèi, il templum, cinta
delimitata per gli dèi, o semplicemente la casa
[…] con la soglia, limen” (Bourdieu, 1980:
318).
• Il limite non è un fatto spaziale con effetti
sociologici, ma un fatto sociologico che si
forma spazialmente. (G. Simmel)
• “Di fronte alla natura ogni delimitazione di un
confine è arbitrio […]. Proprio in questa assenza di
pregiudizio da parte dello spazio naturale, la
precisione incondizionata che il confine fisico
ciononostante presenta, una volta posto, rende
particolarmente evidente la potenza formativa della
connessione sociale e la sua necessità che procede
dall’interno […]. Non già i paesi, i fondi, il circondario
cittadino e quello regionale si delimitano l’un l’altro;
ma sono gli abitanti o i proprietari che esercitano
l’azione reciproca alla quale si è testé accennato”
(Simmel, 1989: 247-249).
• Niente è più contraddittorio […] dell’espressione
confine naturale […]. La loro naturalità non è che un
predicato della loro politicità, un’ulteriore apparenza
di fondazione, stabilità, durata.” (Escobar, 1997: 143).
• I CONFINI HANNO UNA TRIPLICE FUNZIONE:
– CLASSIFICATORIA PERCHE’ RAGGRUPPANO E
DSITINGUONO
– DISTRIBUTIVA, PERCHE’ DISTRIBUISCONO LE
CONSEGUENZE DI QUESTA CLASSIFICAZIONE
TRASFORMANDOLE IN DISUGUAGLIANZE
– RELAZIONALE, PERCHE’ PERMETTONO I RAPPORTI
FRA LE IDENTITA’ CHE FONDANO DISTINGUENDO
• (ES: DISTINZIONE FRA I CRU, ENTRATA NEL
PRIVE’ DELLA DISCOTECA)
• I confini sono inoltre modi per selezionare a
priori che cosa accadrà in un dato contesto,
tanto ai singoli agenti quanto ai gruppi.
• lo spazio è significante, di quel che si deve o
non si deve fare. Come dice Lefebvre, il detto
dello spazio è soprattutto ciò che è
“interdetto”. “Lo spazio comanda ai corpi:
esso prescrive e proscrive dei gesti, delle
traiettorie e dei percorsi” (Lefebvre, 2000:
168).
• CONFINI COME MARCATORI DEL PROCESSO DI
REGIONALIZZAZIONE, OVVERO LA
DISTINZIONE DELLO SPAZIO (TEMPO) IN
RAPPORTO A PRATICHE SOCIALI
ROUTINIZZATE (Giddens)
• I MODI DI REGIONALIZZAZIONE POSSONO
DISTINGUERSI IN BASE A
– FORMA (CROCCHIO A UNA FESTA, PARETI)
– ESTENSIONE
– DURATA (TEMPORARY STORES, CONCERTI)
– CARATTERE (LEGAME CON I MODI DI
PRODUZIONE)
REGIONALIZZAZIONE E DISTINZIONE
FRA PRIVATO E PUBBLICO
• RIBALTA E RETROSCENA
• TRASFORMAZIONI DELLA CASA LUNGO LE
LINEE PUBBLICO/PRIVATO E
DIFFERENZIATO/INDIFFERENZIATO (CASA
CONTADINA, CORTE MEDIEVALE E
RINASCIMENTALE, EPOCA BORGHESE E
CONTEMPORANEITA’
• LEGAMI FRA SPAZI E POTERE (CETO, GENERE,
GENERAZIONE, PROFESSIONE)
TERRITORI DEL SE’ E CONFINI
•
•
•
•
•
SPAZIO PERSONALE
STALLI
SPAZIO D’USO
TERRITORI DI POSSESSO
CONTRASSEGNI
• PIU’ ELEVATO E’ IL LIVELLO SOCIALE, PIU’ AMPIA
E’ LA DIMENSIONE DI TUTTI I TERRITORI DEL SE’ E
IL CONTROLLO SUI LORO CONFINI (E. GOFFMAN)
SPAZI PUBBLICI “INCIVILI” (BAUMAN)
• DOVE VI E’ ASSENZA O SCARSITA’ DI SCAMBIO
(DI IDEE, INTERAZIONI, ECC.)
– SPAZI EMICI (GHETTI, QUARTIERI RECINTATI→ THE
VILLAGE, VIONE)
– SPAZI FAGICI (MALLS)
– NON LUOGHI (AEROPORTI, AUTOGRILL, ECC)
Le dimensioni delle pratiche spaziali
ACCESSIBILITA’ E
DISTANZA
APPROPRIAZIONE E
USO DELLO SPAZIO
DOMINIO E
CONTROLLO DELLO
SPAZIO
PRODUZIONE
DI SPAZIO
PRATICHE
SPAZIALI
MATERIALI
(ESPERIENZA)
Flussi di beni,
denaro, persone,
sistemi di trasporto e
comunicazione ecc.
Usi del suolo e
dell’ambiente
edificato, reti sociali
di comunicazione e
mutuo aiuto
Proprietà privata
Produzione di
della terra; divisioni infrastrutture
amministrative dello fisiche
spazio; quartieri
esclusivi; controllo
sociale
RAPPRESENTAZIONE
DELLO SPAZIO
(PERCEZIONE)
Misure sociali,
psicologiche e fisiche
della distanza; teorie
dell’attrito della
distanza (principio
minimo sforzo ecc.)
Spazio personale,
mappe mentali dello
spazio occupato,
gerarchie spaziali
Spazi proibiti;
nazionalismo;
geopolitica; cultura
regionale
“Discorsi”
artistici e
architettonici
SPAZI DI
RAPPRESENTAZIONE
(IMMAGINAZIONE)
Attrazione/repulsion
e;distanza/desiderio,
trascendenza
Familiarità; focolare
e casa, luoghi di
spettacolo popolare
(piazze, mercati);
graffiti; pubblicità
Assenza di
familiarità; spazi di
paura; barriere
simboliche;
tradizione
Utopie,
paesaggi
immaginari,
spazi
fantascientifici
MODALITA’ CAMBIAMENTO
ESPERIENZA SPAZIALE
• COMPRESSIONE
• SGANCIAMENTO DAL TEMPO
• ASTRAZIONE
PROCESSI DI SPAZIALIZZAZIONE NELLA
COSTRUZIONE DELLA SOCIETA’ MODERNA
•
•
•
•
•
ENCLOSURES
STATI NAZIONE
CITTA’-CASA
FABBRICA
TV NAZIONALE
PROCESSI DI RISPAZIALIZZAZIONE
NELLA GLOBALIZZAZIONE
• GLOBALITA’ (CONFINI DELL’ARENA SOCIALE)
• ASPAZIALITA’ (ASTRAZIONE DALLO SPAZIO
FISICO)
• RETICOLARITA’ (NUOVI MODI DI
CONNESSIONE FISICA E SIMBOLICA)
GLOBALITA’
• SCOPERTA DEL LIMITE (MERCATO, SCOPERTE,
AMBIENTE)
• RISTRUTTURAZIONE DELLA DICOTOMIA
DENTRO/FUORI
• INTERDIPENDENZA (ECONOMICA, POLITICA,
ECC.)
• CONSAPEVOLEZZA
• ATTORI GLOBALI
ASPAZIALITA’
•
•
•
•
•
COMUNICAZIONE INTERPERSONALE
SFERA ECONOMICA
SFERA POLITICA
AZIONE COLLETTIVA
DEFISICALIZZAZIONE (RIDEFINIZIONE NESSO
NATURA/CULTURA)
• INDEBOLIMENTO SEPARATEZZA SPAZIALE E INTIMITA’
(CADE SEGREGAZIONE SFERE, IL MONDO ENTRA E LA
CASA ESCE)
• “Ordinò un’insalata dietetica e un pollo Korma, e si accomodò a uno dei
tavoli, accompagnando il pasto con piccoli sorsi di whisky mentre studiava
il tabellone dei voli in partenza dall’aeroporto di Shannon. Non veniva
servita alcuna capitale dell’Europa occidentale, a eccezione di Parigi e
Londra […]. Invece, non c’erano meno di sei linee per la Spagna e le
Canarie […]. Tutti questi voli erano serviti da Ryanair. La compagnia
lowcost serviva ugualmente destinazioni in Polonia: Cracovia, Gdansk,
Katowice […]. […] Houellebecq gli aveva detto che c’erano un sacco di
immigrati polacchi in Irlanda, era un paese per cui avevano una preferenza
spiccata […] per la sua fama, del resto piuttosto usurpata, di santuario del
cattolicesimo. Così, il liberalismo ridisegnava la geografia del mondo in
funzione delle attese della clientela, si spostasse essa per ragioni turistiche
o per guadagnarsi da vivere. Alla superficie piana, isometrica della carta
del mondo si sostituiva una topografia anormale in cui Shannon era più
vicina a Katovice che a Bruxelles, a Fuerteventura che a Madrid. Per la
Francia, i due aeroporti […] erano Beauvais e Carcassonne. Si trattava di
due mete particolarmente turistiche? O diventavano turistiche per il
semplice fatto che Ryanair le aveva scelte?” (M. Houellebecq, La carta e il
territorio, pp. 125-126)
RETICOLARITA’
• CONCETTO DI FLUSSO COME “SEQUENZE DI
SCAMBIO E INTERAZIONI RIPETITIVE,
INTENZIONALI E PROGRAMMABILI FRA
POSIZIONI OCCUPATE DA ATTORI SOCIALI NEI
VARI CONTESTI”
• CONCETTO DI NETWORK COME “NODI
INTERCONNESSI CHE RIDUCONO LO SPAZIO
SOCIALE E FISICO  FLUSSI IN MOVIMENTO
• L’INTRECCIO DI FLUSSI E NETWORK ORIGINA
QUELLI CHE APPADURAI CHIAMA “PAESAGGI”
•
•
•
•
•
•
•
UMANI
DI MERCI
DI TECNOLOGIE E INFRASTRUTTURE
FINANZIARI
MEDIATICI
DI IDEE
MILITARI, CRIMINALI, TERRORISTICI
• I PAESAGGI DIFFERISCONO PER
– VELOCITA’
– INTENSITA’
– DIREZIONE
• CREANO DISGIUNTURE
• RISPAZIALIZZANO
• GERARCHIZZANO GLI SPAZI
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slides lezioni sullo spazio 2013-2014