RUT
LA STRANIERA
La madre necessaria
Lanfranco Gianesin
Marc
Chagall, Rut
spigolatrice,
1960
2
IL LIBRO DI RUT
• Rut è un libro prezioso nella tradizione ebraica, perché è uno dei
cinque rotoli (meghillot): Cantico dei Cantici, Lamentazioni,
Ester, Qoelet e, appunto, Rut.
• Ciascun rotolo è letto in una festa particolare e Rut nella festa di
Pentecoste, che evoca la mietitura del grano e dell’orzo, ma anche
ricorda la consegna della Torah sul monte Sinai.
• Si tratta di un tipico "racconto esemplare" costruito intessendo la
vicenda d'amore della bella spigolatrice sullo sfondo della grande
genealogia che da Giuda, figlio di Giacobbe/Israele, conduce sino al
re Davide.
• Ma la Bibbia cattolica lo pone tra il libro dei Giudici e il Primo Libro
di Samuele, perchè può colmare un vuoto tra di essi, spiegando da
quale umile radice è uscito il più glorioso tra i sovrani d'Israele, fatto
oggetto da Dio della promessa di un futuro regno messianico.
3
Nicolas Poussin, Boaz e Rut
4
RUT E LA GENEALOGIA DI GESÙ
• Per i cristiani Rut è un libro prezioso,
perché la donna moabita compare
stranamente nella genealogia di Gesù
Cristo secondo Matteo.
 Osserviamo il quadro di Caravaggio (Roma, chiesa
di S. Luigi dei Francesi), dove Matteo si fa suggerire
la genealogia di Gesù dall’angelo, che, dopo una
perfetta manovra acrobatica, conta con le dita le
generazioni che conducono al Messia:
5
CARAVAGGIO, San
Matteo e l’angelo,
1602, Chiesa di S.
Luigi dei Francesi,
Roma.
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DONNE IMBARAZZANTI
• Matteo inserisce in una sfilza di nomi
maschili quattro nomi femminili:
Tamar, Rahab, Rut e Betsabea.
7
Arent de
Gelder, 1667
Tamar, la Cananea, è quella che, dopo la morte
del primo e del secondo marito, si traveste da
prostituta e giace con il suocero Giuda per
assicurargli una discendenza.
8
Julius
Schnorr
von
Carolsfeld
1851-60
Rahab porta stranamente lo stesso nome della
prostituta di Gerico, la quale consegna la città
nelle mani di Giosuè.
9
Francesco
Hayez,
1834
Betsabea è una donna attraente, tanto che
Davide per prendersela fa eliminare il marito di lei,
Uria, leale soldato del re.
10
• …ed infine proprio Rut, una
straniera pagana, una moabita; e il
Deuteronomio su questo è molto
chiaro: con i moabiti non bisogna
avere niente a che fare, perché
non sono stati ospitali con gli Ebrei
in marcia nel deserto. E poi
discendono da Moab, nato
dall’incesto di Lot, nipote di
Abramo, con la figlia maggiore, che
si fa ingravidare dopo aver
ubriacato il padre, al tempo della
fuga dalla distruzione di Sodoma e
Gomorra (Gn 19).
L'Ammonita e il
Moabita non
entreranno nella
comunità del
Signore; nessuno
dei loro
discendenti,
neppure alla
decima
generazione,
entrerà nella
comunità del
Signore;
non vi entreranno
mai perché non vi
vennero incontro
con il pane e con
l'acqua nel vostro
cammino quando
uscivate
dall'Egitto.
(Dt 23,4-5)
11
Francesco
Hayez, Ruth,
1853,
Collezioni
Comunali
d'Arte,
Bologna.
12
• Tamar, Rahab, Betsabea, Rut: sono tutte donne,
diciamo così, un po’ problematiche o ambigue.
Sicuramente donne ferite nella loro femminilità.
• Magari avremmo preferito, per esempio, che ci fosse
Sara o Rachele, oppure Rebecca, Ester, Giuditta. Invece
Matteo incastona la nascita di Gesù Cristo secondo la
carne, nella carne ferita di una donna.
• E nella tradizione biblica, la carne ferita di una donna è
sempre il segno dell’umanità, la quale nella sua totalità
porta una ferita, che aspetta di essere guarita da Dio che
si fa carne.
• San Leone Magno, parlando dell’incarnazione del Verbo,
dice appunto che il Verbo ha assunto tutta la nostra
carne, tutta la nostra storia, tutte le nostre storie,
perché se qualcosa dell’umanità non fosse stata assunta
dal Verbo, non sarebbe stata neppure salvata.
13
RUT, GIONA E IL CONTESTO
• Quello di Rut è uno dei libri più brevi dell'Antico
Testamento (appena 4 capitoli), eppure brilla per il
messaggio di speranza e di tolleranza che consegna
all'antico Israele dopo la batosta dell’esilio a Babilonia, in
un’epoca di forte bisogno di recupero di identità e di
“radici”, ma anche di chiusa fede nazionalistica e di
xenofobia. Ne è un segnale la proibizione dei matrimoni
misti e l’obbligo di rompere anche quelli già celebrati.
• Il libro di Rut e quello di Giona sono storie sapienziali
che si oppongono al rigido movimento di riforma
deuteronomico; storie che ci dicono di stare attenti a
leggere le Scritture, anche e soprattutto quando esse ci
dicono delle cose molto strane, del tipo “non avere
niente a che fare con qualcuno”.
14
Marc
Chagall,
Naomi e le
sue nuore,
1960
15
• Diciamo che Rut e Giona suggeriscono la logica
del “Avete udito che fu detto […] ma io vi dico”.
• La “Parola di Dio” è sempre più avanti, anche di
se stessa, in quanto scritta. Non per nulla il
cristianesimo è non tanto religione del libro, ma
piuttosto religione della Parola vivente, Verbo
(Logos) di Dio che si fa carne.
• La verità dell’amore è il solo controllo di
qualità sull’amore della verità (cfr. Mt 25:
giudicati sull’amore). Dio non riesce a
convincere Giona della divina grandezza della
compassione. Rut invece sa che Dio le chiede
semplicemente di ascoltare il proprio cuore.
16
Marc
Chagall,
Incontro di
Rut e Booz,
1960
17
Perché ti interessi di me, che sono
una straniera?
10 Allora Rut si prostrò con la faccia a terra e gli disse: "Per qual
motivo ho trovato grazia ai tuoi occhi, così che tu ti interessi di me che
sono una straniera?". 11 Booz le rispose: "Mi è stato riferito quanto hai
fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito e come hai
abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso un
popolo, che prima non conoscevi. (Rt 2,10-11)
• Rut sa che chi agisce con benevolenza verso uno
sconosciuto, lo conosce già nel suo cuore. E poi, come
ultima degli ultimi (straniera) è già sotto l’ala protettiva di
JHWH, il Dio scelto per amore di Noemi. Non esiste
estraneità per chi ha lo stesso sguardo amico di Dio sugli
altri e sul mondo.
18
Marc
Chagall,
Rut ai piedi
di Booz,
1960
19
La rivincita della gente comune
• In mezzo a tante storie atroci e disoneste di guerre e di
politica, quella di Rut è una storia di gente ordinaria,
persone, soprattutto donne, che con i loro gesti
quotidiani e con la loro fede incrollabile non si lasciano
colonizzare dalla cattiveria ma scoprono Dio nelle
circostanze della vita e lo aiutano a non sparire dal cuore
devastato degli uomini (cfr. Etty Hillesum).
• Gesù dice: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6) e:
“Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,32).
“Dice di essere la verità. E’ la parola più umile che esista
[verità mite]. L’orgoglio sarebbe dire: la verità, ce l’ho. La
possiedo, l’ho messa nello scrigno di una formula. La
verità non è un’idea ma una presenza. Nulla è presente
fuorché l’amore” (Cristian Bobin, L’uomo che cammina)
20
I NOMI DEL LIBRO
• I nomi dei personaggi del libro hanno un significato in
stretta relazione con le vicende narrate.
– Elimelec, il giudeo che va ad abitare fra i Moabiti in
tempo di carestia, ha un nome che significa "il mio
Dio è re", quasi volesse distinguersi politicamente tra
gli stranieri in mezzo ai quali vive;
– Noemi significa "piacevolezza", ma in Rut 1, 20, dopo
essere rimasta vedova, dice "chiamatemi Mara",
perchè Mara significa "amarezza";
– Maclon e Chilion, i nomi dei due figli di Noemi,
significano "malattia" e "deperimento“ (è proprio il
caso di dire “nomen omen”);
21
– Orpa, la nuora che abbandona Noemi, significa
"voltare le spalle";
– Rut può derivare da una radice che significa “amica”
o “animale fedele”;
– Booz, il nuovo marito di Rut, significa "forza";
– Obed, il figlio nato da Booz e Rut e che sarà nonno
del re Davide, significa "servo" (sottinteso "del
Signore"), e quindi richiama misteriosamente la
profezia del "servo di JHWH" composta dal Secondo
Isaia e riguardante la stirpe del re Davide.
22
Marc
Chagall,
Booz si
sveglia e
vede Rut ai
suoi piedi,
1960
23
LA CASA DEL PANE
• Betlemme (Bet Lèhem) significa la casa del pane. Non
c’è più pane nella casa del pane e i figli di Israele
devono andarlo a cercare dai figli di Moab, che avevano
negato il pane al popolo eletto uscito dall’Egitto.
• Rut rappresenta una grande scommessa: vale a dire che
in momenti in cui c’è la carestia, ed è strano perché
Betlemme è il “luogo del pane”, bisogna imparare a
cercare un po’ più in là. Tra l’altro, Gesù Cristo è nato a
Betlemme, non a Gerusalemme. I magi lo cercano a
Gerusalemme (Mt 2,1ss) e invece devono spostarsi
leggermente: Dio è sempre un po’ più in là!
24
Rut, Qrendi (Malta)
25
• Dunque, la risposta del libro di Rut è che Israele non è
capace di dare una donna all’altezza di concepire il re
Davide, quindi bisogna andare a cercare lontano,
occorre cercare nella terra degli altri perché abbiamo
visto che Edom e Moab sono, dal punto di vista di
Israele, la terra degli altri, anzi la terra di coloro che non
solo sono diversi, ma con cui non bisogna aver nulla a
che fare.
• Il libro di Rut mette in scena questo dramma della storia
che è ricorrente; noi ci aspetteremmo di avere tutto:
Betlemme è la casa del pane, ma proprio a Betlemme il
pane viene a mancare. Noi ci aspetteremmo che nel
popolo liberato dalla terra d’Egitto e condotto nella terra
delle promesse e dell’alleanza ci sia tutto ciò che serve
per poter continuare un cammino di intimità con Dio e
invece bisogna allargare gli orizzonti, sconfinare verso
Colui che è “il totalmente oltre”.
26
Rut e Booz, S. Giustina, Padova
27
NEL SEGNO DI RUT
• Abbiamo visto che il nome Rut significa “l’amica”, colei
che rimane fedele all’amicizia, ma c’è anche, secondo la
tradizione rabbinica, un possibile gioco di anagramma:
Rut letto al contrario significa Torah.
• Questo vuol dire che là dove un uomo, in questo caso
una donna, che indica l’umanità, è capace di pagare il
prezzo della fedeltà al proprio cuore, pur non
conoscendo Dio, lo serve. E questo rimane una sfida
costante in tutta la tradizione spirituale all’interno
dell’ebraismo e all’interno del cristianesimo.
• “Rut - dice Erri De Luca - è un’incubatrice di futuro”. Non
solo in quanto antenata di Gesù, ma perché agisce
spinta da una forza di amore che viene dal Dio che non
conosce ancora e quando agisce genera vita intorno a
sé.
28
29
• Il libro di Rut è un libro doppiamente prezioso per la
tradizione cristiana perché, se da una parte è legato alla
genealogia di Gesù Cristo secondo quanto dice
Matteo, dall’altra è anche legato all’atto costitutivo della
Chiesa, perché gli apostoli, erano abituati a leggerlo nel
giorno di Pentecoste. Quando Luca racconta l’evento
del mattino di Pentecoste, cioè l’effusione dello Spirito
Santo, non può che interpretare la pienezza della
presenza di Dio nella chiesa nascente come un
momento di dilatazione a tutti i popoli. Ricordate il
testo: “come mai li sentiamo parlare nella nostra lingua
nativa e siamo Parti, Medi, Elamiti ecc.?”. La Chiesa
nasce come una realtà ibrida per sua essenza, la
Chiesa nasce nel segno di Rut, perché questo è il
testo ebraico che sta dietro alla penna di Luca mentre
scrive gli Atti degli Apostoli, così come il Figlio di Dio,
Gesù Cristo, assume la nostra carne, secondo il
vangelo di Matteo, nel segno di Rut, vale a dire nel
segno di essere uno “spostato” in relazione alle attese
più consolidate.
30
Giotto, Pentecoste, Cappella degli Scrovegni, Padova31
SALMO 146
A conclusione possiamo fare nostre le parole di lode contenute
nel salmo 146 certamente pregato da Noemi e dalla sua famiglia e
che ha infuso in loro fiducia e speranza nel Signore Dio:
Lodate il Signore:
è bello cantare al nostro Dio,
dolce è lodarlo come a lui conviene.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.
Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite;
32
egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
Grande è il Signore, onnipotente,
la sua sapienza non ha confini.
Il Signore sostiene gli umili
ma abbassa fino a terra gli empi.
33
Cantate al Signore un canto di grazie,
intonate sulla cetra inni al nostro Dio.
Egli copre il cielo di nubi,
prepara la pioggia per la terra,
fa germogliare l’erba sui monti.
Provvede il cibo al bestiame,
ai piccoli del corvo che gridano a lui.
34
Non fa conto del vigore del cavallo,
non apprezza l’agile corsa dell’uomo.
Il Signore si compiace di chi lo teme,
di chi spera nella sua grazia.
35
Bibliografia
• SEMERARO, Michael David, Rut, donna
altra. Le conseguenze e il prezzo
dell'amore, Molfetta, La Meridiana 2007.
• LIBRO di Rut. Traduzione di Erri De Luca,
Milano, Feltrinelli 1999.
• http://www.fmboschetto.it/religione/libri_sto
rici/Rut.htm
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