Ripasso finale Struttura del compito • PARTE I (punti 10) Rispondete a due domande a vostra scelta (grafici, commenti e formule, per quanto non obbligatori, sono graditi) – 3 domande • PARTE II (punti 15) Discutete se le seguenti affermazioni sono VERE o FALSE. Argomentate brevemente la vostra risposta – 5 domande • PARTE III (punti 5+ 3) Rispondete ad almeno una domanda a vostra scelta – 3 domande Domanda 1 (parte I) Spiegate la relazione esistente tra Prodotto interno lordo e benessere. Risposta Definizione di PIL Distinzione tra PIL nominale e Pil reale. PIL indicatore imperfetto del benessere, in quanto: • Esclude i beni e i servizi che non hanno mercato (lavoro domestico non retribuito, volontariato, lavoro sommerso) • Non considera i beni che non hanno mercato (tempo libero); • Non considera la qualità dell’ambiente e, più in generale la qualità della vita (salute, istruzione, ecc…) • Non fornisce informazioni sulla disuguaglianza e sulla povertà. Indicatori alternativi: HDI, BES, … Domanda 2 (parte III) Spiegate come ciascuna delle seguenti attività incide sul PIL – Aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici; – Aumento dei sussidi di disoccupazione – Acquisto da parte di residenti di automobili prodotte all’estero – Acquisto da parte di residenti di azioni di una società estera – Fornitura da parte di residenti di servizi di consulenza a clienti esteri. Risposta Aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici; Aumenta il PIL (i servizi forniti dalla pubblica amministrazione sono parte del PIL e sono valutati in base al costo di produzione) Aumento dei sussidi di disoccupazione Nessuna variazione del PIL (i trasferimenti dello stato ai privati non rappresentano attività produttiva) Acquisto da parte di residenti di automobili di nuova produzione provenienti dall’estero Nessuna variazione del PIL (le automobili sono prodotte all’estero, quindi incideranno sul PIL estero) Acquisto da parte di residenti di azioni di una società estera Nessuna variazione del PIL (Un investimento finanziario rappresenta un impiego della ricchezza, non un’attività produttiva) Fornitura da parte di residenti di servizi di consulenza a clienti esteri. Aumenta il PIL (I servizi sono forniti da residenti, quindi vanno conteggiati nel PIL, anche se i clienti sono stranieri). Domanda 3 (parte III) Un’ipotetica nazione produce tre beni, A, B e C. Di seguito sono riportati prezzi e quantità prodotte di questi tre beni per l’anno 1 e l’anno 2: Beni Anno 1 Anno 2 Quantità Prezzo Quantità Prezzo A 200 10 250 14 B 600 40 500 40 C 200 40 210 50 Ponendo l’anno 1 come anno base, calcolate il PIL reale ed il PIL nominale per entrambi gli anni. Tra l’anno 1 e l’anno 2, inflazione è aumentata o si è ridotta? Spiegate Risposta 𝑃𝐼𝐿 = 𝑃𝑖 𝑥𝑄𝑖 𝑖 PILnom1 = (200x10)+(600x40)+(200x40)=2000+24000+8000=34000 PILnom2 = (250x14)+(500x40)+(210x50)=3500+20000+10500=34000 PILreale1=34000 PILreale2=(250x10)+(500x40)+(210x40)=500+20000+8400=30900 Per calcolare l’inflazione devo costruire il deflatore del PIL nei due anni. Deflatore = PIL nom / PIL reale Defl1=1 Defl2=34000/30900=1.10 1.10 − 1 𝜋= = 0.10 = 10% 1 Domanda 4 (parte II) L’inflazione comporta una redistribuzione della ricchezza dai creditori ai debitori, ma poiché le perdite dei primi corrispondono ai guadagni dei secondi, per il sistema economico non si hanno costi aggiuntivi. Vero o falso? Risposta Falso. L’inflazione (inattesa) redistribuisce la ricchezza tra i creditori ed i debitori. L’inflazione, infatti, erode il valore del circolante; dunque chi presta denaro riceverà, alla scadenza, in termini reali meno rispetto a quanto ha prestato. Viceversa il debitore rimborserà il prestito con moneta che, in termini reali, vale meno. Benché si tratti di redistribuzione e non di distruzione di ricchezza, il sistema economico ne sarà svantaggiato, poiché l’inflazione altera il sistema degli incentivi (i creditori sono meno propensi a prestare denaro). L’inefficienza genera costi aggiuntivi. Domanda 5 (parte I) Descrivete i diversi tipi di disoccupazione e le rispettive cause. Quale è il più costoso in termini economici e sociali? Risposta Disoccupazione frizionale: disoccupazione a breve termine dovuta al tempo necessario agli individui per trovare un impiego più conforme alle loro capacità. Cause: i tipi di impiego e i lavoratori sono estremamente eterogenei; Il mercato del lavoro è dinamico e in costante evoluzione Non ha costi né effetti negativi sul sistema economicoDisoccupazione strutturale: Disoccupazione a lungo termine, presente anche quando l’economia produce a un tasso normale Cause: Caratteristiche strutturali del mercato del lavoro ( Organizzazioni sindacali, leggi sui minimi salariali, LPO, ecc.); mancanza di competenze, barriere linguistiche, discriminazione (disoccupazione cronica o di lunga durata) Ha costi elevati sia per la società sia per gli individui Disoccupazione ciclica Disoccupazione aggiuntiva che si manifesta quando l’economia vive una fase di recessione Cause: Flessione della domanda di beni e servizi prodotti dall’economia Gli aumenti della disoccupazione ciclica sono di breve durata se i policy maker adottano le misure adeguate Domanda 6 (parte III) Indicate con Nd e con Ns la domanda e l’offerta di lavoro, con W il salario monetario e P il livello dei prezzi. Il mercato del lavoro è descritto dalle seguenti equazioni: Nd= 2000 – 8W/P Ns=1000 + 12W/P a) Spiegate perché la domanda di lavoro dipende negativamente dal salario reale, mentre l’offerta di lavoro dipende positivamente dal salario reale. b) Calcolate il salario reale e l’occupazione di equilibrio c) Illustrate con l’ausilio di un grafico l’effetto di una riduzione della produttività marginale del lavoro sul salario reale e sul livello di occupazione di equilibrio. Risposta Nd= quanto più basso è il costo del lavoro, tanto più le imprese sono disposte ad assumere unità addizionali di lavoro. Ns=quanto più alto è il salario, tanto più elevati sono i benefici legati al lavoro. A parità di costi, il principio costi/benefici è soddisfatto per un numero maggiore di persone. Nd=Ns 2000 – 8W/P=1000 + 12W/P (W/P)*= 50 N* =1600 Risposta/2 O • Una riduzione della produttività fa diminuire la domanda di lavoro, spostando verso sinistra la rispettiva curva da D a D’. • Il salario reale di equilibrio si riduce da w* a w*’; anche l’occupazione si riduce da N* D a N*’ w w* w*’ D’ N*’ N* N Domanda 7 (parte III) Se il tasso di disoccupazione è pari al 20% e i disoccupati sono pari 1000 persone, a quanto ammonta la forza lavoro? Risposta u=U/FL 0.20=1000/FL FL= 1000/0.20= 5000 Domanda 8 (parte I) Spiegate in che modo i seguenti provvedimenti influenzano il tasso di disoccupazione di equilibrio: – assoggettare ad imposizione fiscale i sussidi di disoccupazione; – aumentare l’ammontare delle indennità di licenziamento; – Consentire al sindacato di negoziare il salario solo per i propri iscritti. Risposta Si tratta di tre provvedimenti che incidono sulla struttura del mercato del lavoro, ovvero su quei fattori che lo rendono meno efficiente. In particolare: • Il sussidio di disoccupazione, al netto delle imposte, si riduce. Dunque chi è disoccupato metterà più impegno nella ricerca del lavoro e ridurrà al minimo il periodo di disoccupazione: u* si riduce; • Se il governo aumenta le indennità di licenziamento, rende più oneroso per il datore di lavoro licenziare. Si tratta di un provvedimento a favore dell’occupazione (EPL). Tali provvedimenti tendono ad aumentare il livello di disoccupazione. • In tal caso, si riduce il potere di negoziazione dei sindacati. Di conseguenza, il livello del salario che il sindacato riesce ad «imporre» è più basso e, dunque, più vicino a quello di equilibrio. La disoccupazione di equilibrio tende ad essere più bassa. Domanda 9 (parte I) Commentate il ruolo del capitale fisico nel promuovere la crescita economica. Risposta • Il capitale fisico è uno dei sei fattori in grado di stimolare la produttività del lavoro e, dunque, la crescita della produzione nel lungo periodo. La presenza di una maggiore quantità di capitale fisico permette, infatti, ai lavoratori di essere più efficienti nella produzione. • In generale, l’aumento del capitale impiegato fa crescere sia il prodotto totale sia la produttività media del lavoro. Tuttavia, i benefici legati all’aggiunta di ulteriore capitale tendono a ridursi con l’aumentare del capitale (rendimenti marginali decrescenti). • La legge dei rendimenti marginali decrescenti può essere spiegata in base al principio del frutto più accessibile o costo opportunità crescente. • La quantità ottimale di capitale dipende dal tasso di rendimento di un investimento. Le imprese accumuleranno nuovo capitale fino a quando i benefici generati da una unità addizionale di capitale non eguagliano il costo del capitale: VMP>rPk VMP/Pk>r Domanda 10 (parte II) • La crescita della produttività media del lavoro è il fattore chiave nella determinazione del tenore di vita nel lungo periodo. Vero o falso? Risposta Vero. Infatti, il tenore di vita può essere approssimato dal PIL pro capite, il quale può essere scomposto nei seguenti fattori: Y Y N x POP N POP Il primo fattore nella parte destra della relazione è la produttività media del lavoro, mentre il secondo fattore è il tasso di attività. Mentre esistono dei limiti all’aumento del tasso di attività (pieno impiego e difficoltà di impiegare il fattore lavoro oltre il normale per lunghi periodi di tempo), l’unico fattore che garantisce un aumento costante del tenore di vita è la produttività del lavoro Domanda 11 (parte III) Sulla base dei dati economici forniti nella tabella sottostante, calcolate il risparmio privato, il risparmio pubblico ed il tasso di risparmio nazionale – PIL= 3000 – Entrate fiscali = 600 – Trasferimenti pagati dal settore pubblico = 200 – Spesa per consumi = 2250 – Avanzo di bilancio pubblico = 100 Risposta S = (Y - T - C) + (T - G) S = [3000 – (600 – 200) – 2250] + 100= 450 S pubblico = 100 S privato = 350 Tasso di risparmio = (450/3000)*100= 15% Domanda 12 (parte I) In base all’analisi della domanda e dell’offerta spiegate l’impatto sul tasso di interesse reale, sul risparmio nazionale e sugli investimenti di equilibrio dei seguenti eventi: – Un aumento del prezzo relativo dei beni ad elevato contenuto tecnologico; – il governo pone termine ad una imponente missione di pace all’estero; – Il miglioramento della situazione economica riduce il risparmio di tipo precauzionale Risposta • Un aumento del prezzo relativo del bene induce le imprese a investire in nuovo capitale (i benefici generati da una unità addizionale di capitale aumentano). La domanda di investimenti aumenta, a parità di offerta, il tasso di interesse reale aumenta. • La riduzione delle spese implica un aumento dell’avanzo dello stato. Il risparmio pubblico aumenta, facendo aumentare il risparmio nazionale. Il tasso di interesse di equilibrio si riduce. • La riduzione del risparmio precauzionale riduce il risparmio privato e, a parità di quello pubblico, anche il risparmio nazionale. Il tasso di interesse di equilibrio aumenta, facendo ridurre la domanda di investimenti. Graficamente: r S r S’ r S S S’ D’ D D S, I S, I (a) D (b) S, I (c) Domanda 13 (parte II) L’introduzione di processi produttivi più efficienti riduce la domanda di risparmio. Vero o falso? Risposta • Falso. Se il capitale diventa più efficiente, la disponibilità delle imprese ad investire aumenta, dunque la domanda di risparmio tenderà ad aumentare. A parità di offerta, si crea un eccesso di domanda, dunque il tasso di interesse reale di equilibrio aumenta. Domanda 14 (parte II) • Un aumento dei dividendi futuri attesi riduce il prezzo corrente di una azione. Vero o falso? Risposta • Falso. Il prezzo di una azione sale se mi aspetto un dividendo futuro atteso maggiore, perché aumenta il rendimento futuro atteso del titolo (=dividendo + prezzo al quale mi aspetto di poter rivendere il titolo). Domanda 15 (parte II) Il consumo e l’occupazione sono esempi di variabili pro-cicliche, mentre la disoccupazione è anti-ciclica. Vero o falso? Risposta • Vero. Infatti il consumo dipende positivamente dal reddito disponibile; le imprese, inoltre, sono disposte ad assumere più lavoratori se si aspettano una maggiore produzione in futuro. La disoccupazione invece si muove in senso opposto al ciclo economico: aumenta nelle fasi recessive e si riduce nelle fasi espansive. Domanda 16 (parte I) • Spiegate la relazione tra gap di produzione e disoccupazione Risposta Gap di produzione: differenza tra produzione effettiva e produzione potenziale (= produzione che si ottiene quando le risorse produttive sono utilizzate ai livelli normali) La disoccupazione rappresenta un indicatore dell’utilizzo delle risorse. Una disoccupazione elevata implica che il fattore lavoro è sottoutilizzato, mentre una bassa disoccupazione indicata un utilizzo del lavoro al di sopra del tasso normale. Poiché disoccupazione frizionale e strutturale sono sempre presenti, solo la disoccupazione ciclica (differenza tra disoccupazione totale e tasso naturale) riflette i gap di produzione. u-u*>0 Y<Y* u-u*<0 Y>Y* Domanda 17 (parte I) Il grafico sottostante mostra l’andamento dell’output gap (in % del PIL potenziale) in Italia dal 1980 ad oggi. – Definite il concetto di produzione potenziale e di gap di produzione – Quale anno segna un massimo e quale un minimo nell’attività economica? – Quante fasi recessive ha attraverso l’Italia? – Considerate il periodo tra il 2007 ed il 2009. Sapreste spiegare le cause alla base di quella fase del ciclo economico? Risposta • Gap di produzione: differenza tra produzione effettiva e produzione potenziale (= produzione che si ottiene quando le risorse produttive sono utilizzate ai livelli normali) • Massimo: 1980, 1989, 2007, 2011 • Minimo: 1983, 1993, 2009 • Recessione che ha colpito l’economia italiana in seguito alla crisi del mercato immobiliare americano. Canale di trasmissione della crisi: sistema creditizio (riduzione del credito alle imprese meno investimenti); riduzione delle esportazioni (riduzione della domanda estera), riduzione della ricchezza degli individui (crollo del valore dei titoli azionari, crollo dei prezzi delle case). Domanda 18 (parte III) In una economia chiusa (NX=0) il consumo aggregato è dato da C = 100 + 0,8Y, mentre I=100 e G=250. Dopo aver esplicitato la funzione della spesa aggregata programmata (PAE) e le condizioni che regolano il lato dell’offerta, calcolate il valore del PIL di equilibrio. Che cosa succede se il consumo autonomo si riduce a 50? Mostrate graficamente come l’economia si muove dal vecchio al nuovo equilibrio. Risposta PAE= C+I+G+NX Y=PAE Y=100 + 0.8Y+100+250 (1-0.8)Y= 450 Y= (1/0.2)*450=5*2250 ΔC=-50 ΔY=5*400=2000 Y=PAE PAE E PAE PAE’ E’ Y ↓ 𝐶 →↓ 𝐴 →↓ 𝑃𝐴𝐸 →↓ 𝑌 Discutere l’effetto del moltiplicatore darebbe valore aggiunto alla risposta Domanda 19 (parte II) • Un alto valore della propensione marginale ad importare comporta un alto valore del moltiplicatore del reddito. Vero o falso? Risposta Falso. Ipotizzando che IM=mY Il moltiplicatore è pari a: 1/(1-c+m) Quindi quando più alta è la propensione marginale ad importare, tanto minore è il moltiplicatore. Infatti tanto più elevata è la propensione marginale ad importare tanto maggiore è la quota di reddito aggiuntivo destinata al consumo di beni di produzione estera. Di conseguenza, l’impatto sulla produzione economica di un dato aumento della spesa autonoma sarà tanto più basso quanto più elevata è la propensione marginale ad importare. Domanda 20 (parte I) Dopo aver brevemente descritto le caratteristiche della domanda e dell’offerta di moneta, spiegate se e come varia l’equilibrio in seguito ai seguenti motivi: 1. La banca centrale aumenta il coefficiente di riserva obbligatoria; 2. il reddito nazionale aumenta 3. Aumenta in modo considerevole l’uso di strumenti alternativi alla moneta (carte di credito) Risposta Md=f(i,Y); -, + Ms = è decisa autonomamente dalla BC i= costo opportunità della moneta Y= reddito i Ms’ 1) Se rr↑ RES ↑ Ms ↓ (da Ms a Ms’) i ↑; 2) Y↑ Md↑ (da Md a Md’) a parità di offerta (Ms), i ↑ 3) Md↓ (da Md a Md’’) a parità di offerta (Ms), i↓ Ms Md’ Md Md’’ M Domanda 21 (parte I) Considerate un modello IS-LM in cui le due curve abbiano l’inclinazione standard. Supponete che le autorità di politica economica desiderino realizzare sia un aumento del reddito sia un aumento del tasso di interesse. Quale manovra di politica economica dovrebbero adottare? Spiegate nel dettaglio come l’economia si muove verso il nuovo equilibrio. Risposta i LM IS: combinazioni (i,Y) che assicurano l’equilibrio sul mercato dei beni; LM: combinazioni (i,Y) che assicurano l’equilibrio sul mercato della moneta. Per aumentare sia il reddito sia il tasso di interesse il Governo deve adottare una politica fiscale espansiva (↑G e/o ↓T). Ciò sposterebbe la IS vs. destra. IS Y i LM IS’ IS Y In particolare: 𝐺 ↑→ 𝐴 ↑→ 𝑃𝐴𝐸 ↑→ 𝑌 ↑ (mkt dei beni) 𝑌 ↑→ 𝑀 𝑑 ↑→ 𝐸𝐷𝑀 → 𝑖 ↑ (mkt della moneta) 𝑖 ↑→ 𝐶, 𝐼 ↓→ 𝑃𝐴𝐸 ↓→ 𝑌 ↓ (mkt dei beni) Quest’ultimo effetto limita l’efficacia della manovra di politica fiscale. Domanda 22 (parte II) Imposte proporzionali al reddito riducono il moltiplicatore. Vero o falso? Risposta Vero. Se T=tY Moltiplicatore = 1/[1-c(1-t)] In presenza di imposte proporzionali al reddito, la quota di reddito addizionale spesa in consumi si riduce poiché parte dell’incremento del reddito viene versato allo Stato sotto forma di imposte. Domanda 23 (parte I) La diffusione di internet e delle nuove tecnologie dell’informazione ha rivoluzionato molte delle precedenti attività aziendali, dal marketing alle vendite, alla comunicazione e ai rapporti con i clienti/fornitori. Utilizzando lo schema logico del modello AD-AS rispondete alle seguenti domande: • La diffusione di internet ha effetti sulla domanda aggregata (AD), sull’offerta aggregata di breve periodo (SRAS) o sull’offerta aggregata di lungo periodo (LRAS)? Perché? (Descrivete brevemente anche il significato economico delle tre curve menzionate) • La diffusione delle nuove tecnologie dà luogo ad una fase espansiva o recessiva del ciclo economico? • Per ripristinare l’equilibrio di lungo periodo il Governo deve aumentare o ridurre la spesa pubblica? Con quali effetti sui prezzi? Esistono politiche alternative alla manovra fiscale? Se sì, discutetene gli effetti. Risposta AD: relazione tra inflazione e produzione di equilibrio. Un aumento dell’inflazione riduce il potere d’acquisto degli individui; la spesa aggregata programmata si contrare, portando ad una riduzione della produzione e del reddito di equilibrio; AS: relazione tra inflazione e produzione offerta. Un aumento dell’inflazione, stimola le imprese a produrre di più perché aumenta i ricavi (a parità di costi) π LRAS LRAS’ 1 SRAS’’ SRAS SRAS’ 2 3 AD’ AD Y 1) Lo sviluppo delle ITC rappresenta uno shock reale. Dunque ha effetti su LRAS poiché influenza le capacità produttive del sistema economico. 2) LRAS si sposta a destra (1). Il sistema economico è più efficiente; dunque produce di più a parità di risorse. Si genera un gap recessivo che porta ad una riduzione delle aspettative di inflazione e ad uno spostamento vs dx della SRAS (2). Il nuovo equilibrio di LP è caratterizzato da una inflazione più bassa e da un più alto livello del reddito potenziale. 3) Per risolvere il gap recessivo è possibile utilizzare sia la politica fiscale sia la politica monetaria. Una manovra espansiva consentirebbe infatti di aumentare la spesa aggregata, spostando la AD verso l’alto fino a ripristinare l’equilibrio di LP (3). L’intervento del governo evita la fase recessiva ma porta ad un equilibrio di LP caratterizzato da una maggiore inflazione. Domanda 24 (parte I) Se la Banca centrale aumenta l’offerta di moneta l’inflazione effettiva aumenta, mentre l’inflazione attesa si riduce. Vero o falso? Risposta Falso. Un aumento della quantità di moneta determina un aumento sia dell’inflazione effettiva sia dell’inflazione attesa. Infatti: M↑ (OMA di acquisto) ESM i↓ (per riportare in eq. Il mercato della moneta) C,I ↑ PAE ↑ Y ↑. Si crea un gap espansivo (Y>Y*). Le aspettative di inflazione aumentano, facendo aumentare l’inflazione effettiva.