Laboratorio formativo «Beni alimentari e di prima necessità» Conduttore Daniela Farini, Iress Bologna Una rete che cresce e si consolida Anna Zonari Agire Sociale - CSV Ferrara I PARTECIPANTI AL GRUPPO Una trentina di persone provenienti da: • Azienda Sanitaria Locale/Regione • • • • • • Asp/Comuni alcune Caritas CSV Centro Servizi per il Volontariato Fondazione Banco Alimentare Last Minute Market Regione Gli attori in campo • Terzo settore (volontariato, associazionismo, caritas parrocchiali, banco alimentare, cooperative sociali): raccolgono e distribuiscono beni, instaurano relazioni • Servizi sociali (Comuni, Asp): presa in carico della persona, erogazioni di servizi, progetti individualizzati verso l’autonomia… • Destinatari: vecchi e nuovi poveri, categorie “fragili” • Aziende: donano o cedono le eccedenze alimentari • Last minute market: consulenza ad aziende ed enti in materia normativa, fiscale, igienico-sanitaria per il recupero dell’invenduto • AUSL Azienda sanitaria locale: per gli aspetti igienico-sanitari riguardanti la gestione di prodotti alimentari • CSV Centro servizi volontariato: sostegno, accompagnamento, formazione dei volontari, progetti di contrasto alle povertà Quali beni di prima necessità? PEAD programma europeo di aiuti alimentari Importanza di monitorare: Diminuzione dei fondi legati al PEAD Istituzione di un Fondo nazionale per la distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti Dal 2014 i fondi del PEAD passeranno dalla Politica Agricola alla Coesione Sociale Quali beni di prima necessità? La Legge 155/2003 (cosiddetta del Buon Samaritano) Importanza di monitorare: Regolamenti o norme sanitarie locali a volte troppo stringenti che impediscono la possibilità di recupero di alcuni beni (dalle mense scolastiche, “fresco”…) Possibilità di coinvolgere nuove aziende e/o soggetti (anche della grande distribuzione) che, se opportunamente informati e supportati, potrebbero essere interessati alla cessione/donazione di beni Lotta agli sprechi… una conquista culturale e sociale Il gruppo è stato unanime nel considerare la diminuzione delle eccedenze alimentari: • NON come fattore negativo: il calo del quantitativo donato è un segnale di abbattimento degli sprechi • Il recupero dell’invenduto NON può rappresentare la strategia per coprire i problemi legati alla mancanza di beni alimentari. la RELAZIONE di ascolto ed aiuto Come avviene la distribuzione dei beni? • CENTRO DI DISTRIBUZIONE: di solito presso la caritas o l’associazione con aperture in determinate giornate (variabili da 1 volta al mese o più spesso) si consegna il pacco spesa. • CONSEGNA A DOMICILIO da parte di volontari/operatori. • MENSA • EMPORIO SOCIALE (esempio Parma e Modena). Oltre alla distribuzione (tipo supermercato) esistono attività e servizi collaterali (salute, socialità, orientamento alle risorse della comunità) Punti da curare: LA PERSONA AL DI LA’ DELLE DIFFERENTI MODALITA’ OPERATIVE si ritiene importante SOTTOLINEARE E CURARE: • centralità della persona e della sua dignità • ascolto e creazione di una relazione di aiuto Punti da curare: LA RETE • SISTEMA INTEGRATO tra pubblico e privato sociale. Azioni che facilitino la conoscenza reciproca, il riconoscimento dei rispettivi ruoli e prassi condivise • INTEGRARE LA DISTRIBUZIONE DI BENI con l’accesso ad altre opportunità/servizi (abitare, lavoro, istruzione, salute) • TAVOLI DI COORDINAMENTO • MAPPATURE Punti da curare: BUONE PRASSI • INCENTIVI, SGRAVI E SUPPORTO ALL’AZIENDA Offrire alle aziende benefici in termini di consulenza, comunicazione sociale e/o sconti sulla tassa/tariffa dei rifiuti • PROGETTUALITA’ Incontri in gruppo, scambi di sapere (tipo banche del tempo), feste del baratto, microcredito, tirocini formativi, voucher, orti sociali. Raccogliere un frutto senza aspettare che sia maturo, perde il suo sapore. Alcuni raccolti hanno bisogno di tempi lunghi e molta cura. Buon lavoro a tutti