di Cristina Colombo
Un lunedì pomeriggio, prima delle ore di
programmazione scolastica, chiedo gentilmente alla
maestra Fernanda di poterla intervistare sul suo
rapporto con la matematica.
Lei sorridendo, accetta.
Io armata di penna e fogli, comincio a sottoporle le
seguenti domande.
D: Allora, cara Fernanda, mi puoi dire qual è stato il
tuo percorso di studi?
R: Regolare. Ho frequentato la scuola materna, le scuole
medie e poi le scuole superiori. Ai miei tempi non era
necessario andare all’Università per svolgere il lavoro di
insegnante.
D: Riuscivi ad avere risultati positivi in tutte le
materie?
R: Sì, avevo sete di sapere e mi piaceva studiare.
D: Qual è il tuo rapporto con la matematica?
R: Buono, riesco ad appassionarmi maggiormente al linguaggio
matematico, piuttosto che a quello letterario.
D: Quando ti sei resa conto di avere delle abilità
matematiche?
R: Alle superiori, perché seguivo con interesse le lezioni del
professore di matematica e fisica.
Ero l’unica della mia classe che non aveva difficoltà a svolgere
compiti con i numeri.
D: Cosa significa per te la matematica?
R: Quotidianamente è “ il far quadrare i conti con il portafoglio e
… con la vita!”
Nell’ ambiente scolastico è una disciplina da insegnare, perché
fondamentale nella vita di tutti i giorni.
D: Cosa ti piace di più di questa materia?
R: Il fatto che abbia diverse sfaccettature e spesso per
apprendere i concetti non hai bisogno di mettere in gioco i
sentimenti
D: Quale professore ricordi in particolare nella tua carriera
scolastica?
R: Sembrerà strano, ma non ho alcun ricordo di un insegnante di
matematica,invece rammento benissimo il professore di
filosofia delle superiori.
Forse perché era un po’ eccentrico, strano e a volte anche
lunatico.
D: Nella tua famiglia, chi ti ha influenzato nelle scelte e
negli studi?
R: Mia madre, donna austera e molto determinata nelle sue
scelte. Voleva a tutti i costi che diventassi anch’io, come lei e
mia nonna, insegnante di scuola elementare.
Secondo lei, altri lavori non erano consoni per una donna e poi
dovevo portare avanti la tradizione di famiglia.
D: Nella tua famiglia ci sono dei “ geni” della matematica?
R: No, guarda mio figlio andava molto bene a scuola nelle
materie scientifiche, ma ha preferito non continuare gli studi
per aprire una piccola attività. Sinceramente ho un po’ sofferto
per questa sua scelta, ma d’altronde la vita è la sua e se lo
avessi costretto a studiare, quest’ora magari non sarebbe
appagato come lo è adesso.
D: Da quanto tempo insegni?
R: Da 32 anni circa. Appena terminate le superiori, sono riuscita
subito ad inserirmi nel mondo della scuola con incarico a
tempo indeterminato. Erano altri tempi!
D: Hai svolto e svolgi tutt’ora dei corsi di aggiornamento
sull’insegnamento della matematica?
R: Sì, tutte le volte che mi si presenta l’occasione li frequento,
perché li trovo interessanti.
Non si finisce mai a scuola di imparare, soprattutto nella
società odierna.
D: Chi sono i tuoi modelli tra i grandi matematici?
R: Non ho persone di riferimento. Ammiro comunque studiosi
come Einstein, Galileo Galilei,Pitagora…
D: Conosci i test per la diagnosi precoce sulla discalculia?
R: Sì, quando mi accorgo che un alunno ha problemi nel calcolo,
nei conti gli sottopongo delle schede, visionate poi da uno
specialista.
D: Quale ruolo può avere il computer nell’apprendimento
della matematica?
R: Importante, se usato correttamente.
Ultimamente mi accorgo che i bambini di scuola fanno fatica
non solo a scrivere, ma anche a seguire la lezione. Forse con la
presenza di un mezzo elettronico si sentirebbero più stimolati
e più propensi all’apprendimento. Siamo ormai nella società
del computer e della comunicazione elettronica!
D: Esegui spesso calcoli a mente o usi la calcolatrice?
R: Penso di essere ancora una delle poche insegnanti che non
usano la calcolatrice.
Facendo calcoli a mente, mi tengo in allenamento e poi mi
diverto anche.
D: Ritieni di essere creativa?
R: Sinceramente no, anche se a volte mi sforzo per esserlo, ma
noto che non ci riesco.
Sono molto razionale!
D: Allora anche il tuo carattere è tipico di un matematico?
R: No, non sono “ fredda”; i sentimenti contano!
D: Quali libri di testo o sussidi didattici ritieni utili per
favorire l’apprendimento della matematica?
R: Ho fatto spesso uso di blocchi logici e regoli, ma ho maturato
la convinzione che il materiale più valido è quello che usiamo
quotidianamente per apprendere al far di conto.
Mi piacciono i libri guida della “ Nicola” edizione Milano.
Quest’anno ho deciso di usare le fiabe per apprendere i
numeri dall’ 1 al 9.
Gli alunni sollecitavano il racconto sulla fiaba, anticipavano il
numero dei personaggi, lavoravano con passione alla
trascrizione grafica del simbolo in cifre e in parola.
E’ stata un’esperienza gratificante sia per loro che per me.
Abbiamo rappresentato le fiabe e i numeri in quel cartellone
appeso al muro.
Lo abbiamo intitolato “La matematica è una fiaba”.
D: Puoi, per piacere farmi vedere il quaderno di un bambino
e commentarmi alcuni esercizi svolti?
R: Certo, con piacere!
Dunque, in questa scheda ogni bambino, ha dovuto
rappresentare in ordine crescente i numeri dallo 0 al
9, disegnando anche le
relative quantità.
I bambini hanno bisogno
della concretezza per
capire il concetto
di numero.
Quest’altra scheda è
quasi simile alla
precedente, ma in più
sono disegnate anche le
dita delle mani, utili per il
conteggio.
A fianco è scritto anche il
corrispondente numero in
cifra.
D: Ho notato che sia sui banchi di ciascun alunno, che sul
pavimento (vicino alla lavagna) hai incollato la linea dei
numeri. La ritieni uno “strumento” utile?
R: Molto, i bambini hanno bisogno di avere sempre sott’occhio la
successione dei numeri fino al 9. Dopo che questa è stata
interiorizzata, la linea verrà tolta.
Serve anche per fare dei piccoli calcoli, sia aggiungendo che
togliendo quantità.
La linea dei numeri a terra, mi serve per far provare loro
personalmente cosa vuol dire passare da un numero all’altro,
cioè quanti salti devo fare per arrivare ad esempio da 1 a 5.
D: Per gli esercizi, utilizzi solo il libro adottato all’inizio
dell’anno scolastico, o attingi da altre fonti?
R: Il libro di matematica dei bambini lo uso per consolidare delle
spiegazioni fatte in classe e per dare degli esercizi da svolgere a
casa come compito.
Mi piacciono molto le schede operative del libro “ Eserciziamo
con la matematica”, ma anche quelle di un altro libro, più
vecchiotto, intitolato “ Io Io’ 1”.
Te li faccio vedere.
D: Grazie Fernanda per avermi dedicato del tempo per
rispondere a queste domande.
Ora però, dobbiamo raggiungere le altre nostre colleghe
per programmare le attività da svolgere durante la
settimana.
R: Figurati! E’ stato solo un piacere poterti raccontare la mia
storia con la matematica.
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INTERVISTA ALLA SIGNORA MAESTRA